Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
-
RACCONTO DELLA COMARE DI BATH Qui comincia il Racconto della Comare di Bath Ai vecchi tempi di re Artù, di cui i britanni dicono un gran b...
-
FRAMMENTO III Prologo DELLA COMARE DI BATH Prologo al Racconto della Comare di Bath [Brano estratto da Geoffrey Chaucer, Canterbury Tales, ...
-
«Esseri della durata d'un giorno. Che cosa siamo? Che cosa non siamo? Sogno d' un'ombra l'uomo: ma quando un bagl...
Caro Garbo, ti ringrazio di questa segnalazione, è un regalo per me e un regalo sono anche i tuoi commenti, così ricchi di stimoli a loro volta, risponderò appena potrò farlo con la calma che meritano. Ricambio con piacere la tua cortesia, sebbene tardivamente, invitando alla lettura del tuo precedente post. Già avevo inviato una mail ai più intimi del lavoro dove, dall'inizio dell'anno, sta girando quel libriccino che dicevo con l'intento di riempirlo. Il contributo scritto è riservato ai soli uomini e la lettura alle sole donne! Finora, che io sappia, l'unico contributo è questo. Spero che il tuo scritto possa ispirare almeno i miei amici ;-)
RispondiEliminaUn saluto.
Ricordo il post che citi, era molto bello anche quello, ma forse questi sono argomenti complessi o forse se ne può parlare soltanto scherzandoci un po’ su .. in ogni caso se il progetto continua ti auguro di trovare i contributi che meriterebbe. Io ormai scrivo sperando sempre in interventi come i tuoi o come quelli che non molto tempo fa coronavano e arricchivano i miei post, e mi trovo a constatare che questi interventi sono diminuiti parecchio (ma almeno non ho saluti frettolosi e letture superficiali o di “dovere”).
RispondiEliminaMi intristisce pensare al fatto che alcuni dei miei migliori interlocutori del passato siano spariti semplicemente, mentre altri mi leggono silenti (alcuni commentano in privato e di altri so del loro passaggio attraversi l’IP confrontato con i passati commenti).
Ciao
Capisco la tua tristezza, è stata la mia tante volte e forse tante volte lo sarà ancora ma ho capito che non è possibile avviare una tavola rotonda intorno ad ogni post. Alcuni passano e salutano, per carità, non c'è nulla di male ma non riesco a nascondere l'irritazione quando fanno solo questo, altri come te lasciano contributi importanti e danno avvio ad una discussione che approda dove non si sognava di arrivare e non c'è niente di più bello. Spesso ne parlo con i miei amici, loro non lasciano mai commenti nel mio blog, e mi dicono "ma noi ne parliamo faccia a faccia", hanno ragione anche se sono convinto che la parola scritta sia diversa ma è davvero parola scritta quella in rete? Del resto alla parola scritta, quella dei libri, raramente si commenta, raramente si intrattiene uno scambio con l'autore e non per questo viene meno il piacere della lettura e l'arricchimento che il testo può dare. Ecco, forse il problema è qui, prendere per dialogo traslato su una piattaforma digitale quello che è una specie di parola scritta...il risultato è il "monologo collettivo" di cui parla Galimberti. Per cui, come diceva il Leopardi "Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci insieme" :-)
EliminaA presto.
H dimenticato di chiederti se c'è un motivo per la scelta musicale, mi piace, non la conoscevo.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaAnat Cohen l'ho ascoltata per caso qualche anno fa, poi sabato 18 mi è venuta l'idea di passare una serata con lei, il suo clarinetto e il suo quartetto di musicisti al Blu Note di Milano insieme ad alcuni colleghi che provenivano da oltre oceano. E' molto giovane, molto brava, ma ciò che mi colpisce è che ride sempre, ha gli occhi che iniziano a sorriderle non appena cominciano a sentirsi le prime note di uno strumento ... sembra che "senta" la musica prima ancora di suonarla. E' uscito da poco il suo ultimo album: Claroscuro.
RispondiElimina