mercoledì 1 aprile 2020

DAMMITI, PRENDIMI, CUCCURUCÙ









Pieter Brueghel il vecchio, La parabola dei ciechi, 1568, Museo di Capodimonte, Napoli





Murale apparso dopo la cancellazione del Mobile Word Congress di Barcellona, Monna Lisa con mascherina e cellulare






Banksy
























Annullate tutte le prenotazioni per l'Ultima Cena al ristorante L'Orto degli Ulivi a Gerusalemme

Momenti di sconforto

Arazzi vostri









Gino Strada


Edward Hopper, I nottambuli


Max Scheler









Richard Avedon

Rodney Smith

Maria Grazia Buccella

Maria Grazia Buccella












13 commenti:

  1. Formidabile racconto con la tua scelta dei video:
    Ancora attuale L'armata Brancaleone;
    Supendo il dialogo tra Gandalf e Frodo;
    Un Battiato che ancora non conoscevo;
    Uniti, si vince, ce ne dobbiamo ricordare;
    Cucurucu, una piacevola sorpresa;
    Piccolo film iraniano pieno di umanità e dolcezza;
    Il cielo in una stanza... la canzone di questi giorni di quarantena a casa.
    Grazie per questo post




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  2. Ciao Garbo, ma che post! Anche per me è formidabile per come descrive il periodo in cui siamo. Mi unisco al commento di Berica per le indicazioni che hai scritto. Certo, la foto del campo di concentramento con scritto "Andrà tutto bene" è un po' macabra ma visto il periodo ci puo' stare.

    Le foto che ho apprezzato sono:
    Bansky con i selvaggi che puntano le loro lance pee difendersi dai carrelli dela spesa vuoti / Richard Avedon con la pagina del giornale con la fine del proibizionismo / Le signore che versa il caffé alla vicina del piano di sotto da finestra a finestra (Eh! Eh! Eh! Proprio carina) / Quel tizio con il carrello con una quintalata di carta igienica / La vignetta con Godot (Anche questa troppo forte) / La vignetta dove Dio è morto

    Ma tutto il resto è anch'esso ben fatto, si inserisce bene nel discorso con l'armata brancaleone (che film "verista": a volte l'Italia sembra proprio l'armata brancaleone).

    Grazie, un salutone e alla prossima

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    1. Sto cercando di evitare accuratamente lo schifo che provo in seguito a certi fatti, a certe dichiarazioni, alla sola vista di alcune persone: tutto ciò mi fa più male e lo trovo più letale del virus stesso.
      È difficile in questi tempi sfuggire dal tema corona-virus, ovunque ti giri si parla solo di quello; fino a poco tempo fa era assente dalle pubblicità (che ti sembravano le uniche isole felici rimaste) e dalle reti Mediaset, che sono una pubblicità ininterrotta e sanno bene che la paura è un deterrente per i consumi.
      Ora le cose sono cambiate, tutte le grandi marche sfruttano la situazione determinata dal virus per vendere i loro prodotti, con la scusa di celebrare angeli ed eroi o nel tentativo di trasmettere rassicurazioni e positività (false ovviamente, perché creano un mondo irreale e sorrisi artefatti per farle arrivare fino a te), forniscono al loro prodotto di sempre un valore aggiunto sfruttando biecamente e cinicamente la pandemia … inutile dirti che il mio senso di schifo cresce a dismisura.
      Allora cosa rimane? Qualche vignetta carina, senza essere zuccherosa, qualche immagine esplicativa, Brancaleone che è un capolavoro assoluto di Monicelli, che oggi come ieri parla di come siamo noi italiani, nel bene e nel male, facendoci sorridere e riflettere su e di noi stessi, e poi rimane la musica e un filmato, quello delle rose, è significativo che per trovare qualcosa di veramente toccante mi sia dovuto rivolgere all’Iran ed è altrettanto significativo che, pur non capendo una sola parola dei dialoghi, l’essenziale arrivi comunque forte e chiaro.
      Ciao e grazie.

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  3. Il post si è arricchito dopo il mio primo commento.
    Come @accadebis sono stata colpita da Bansky e dalla signora che versa il caffé alla vicina del piano di sotto. Opportuno l'omaggio a Gino Strada.

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    1. Uniti si vince, sintetizzi bene tutto il senso del post, perché siamo ora più che mai interdipendenti, e dovremmo capire che se solo uno di noi si espone al rischio danneggia tutta la comunità, se solo uno non presta il suo aiuto agli altri crolla tutto il senso di solidarietà, se qualcuno non fa quello che può viene a mancare un apporto importante, perché non c’è nessun altro che possa farlo al suo posto.
      Ma, nello stesso tempo, se ciascuno di noi si da da fare, il benessere che crea sarà così forte, così potente, così diffuso, che ne trarrà beneficio egli stesso per primo.
      Gino Strada viene compreso e apprezzato da una piccola parte della sinistra italiana, per il resto a destra lo considerano un nemico perché sono troppo stupidi per capire che ciò che Gino ha costruito va al di la delle semplici categorie destra-sinistra, Italia-Mondo e ha a che fare piuttosto con essere umano-bestia (non nel senso di animale), e la sinistra al potere, quella diluita in acqua di rose, quella liberista che a fatica distingueresti dalla destra, quella che ha assaggiato il potere e il potere è tutto ciò a cui aspira, a qualsiasi costo, lo guarda con sospetto, lo celebra se questo può migliorare la propria immagine o altrimenti lo ignora.
      Ciao

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  4. Guardo la foto della persona che attraversa la strada sullo sfondo di una città deserta e mi torna alla mente quel che mi accade da un mese a questa parte mentre percorro in auto il tragitto per il lavoro.
    Capita che io faccia questo percorso con un senso di straniamento, catturando con lo sguardo luoghi noti, scorci urbani, tratti di autostrada, completamente vuoti di presenze umane. Come se l’umanità fosse fuggita via all’improvviso e le uniche forme di vita fossero gli alberi lungo la strada.
    Ne resto stupita, non so se più affascinata o turbata. E mentre mi stupisco, sorgono pensieri assurdi: come sarebbe il mondo se io fossi da sola e lo possedessi tutto per me, la bellezza tutta per me, e ne fossi unica spettatrice ? Ma comprendo immediata anche la risposta: non ne trarrei felicità alcuna, la bellezza goduta da sola è fine a se stessa, va condivisa.

    Se in questo momento “sognare è l’unica via di fuga che ci resta”, come reca la scritta in una delle tue foto, allora occorre trovare un varco nella propria stanza, un po’ come nella bellissima canzone di Paoli. Ma quanto è grande il confine di una stanza ? E’ veramente solo un confine di pareti o possiamo sfondarlo ?

    Ti lascio questi due versi che mi piacciono tanto...Garbo...
    “Più il vento mi spingeva verso il largo
    più m’incantavo a cercare
    la luce del fondo.” (Umberto Fiori)

    Un abbraccio virtuale. Emme.

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    1. Questo senso di irrealtà l’ho provato anch’io attraversando le strade semideserte su cui si aggiravano sparuti e frettolosi passanti, spaventati dall’idea di incrociare un loro simile, possibile veicolo del morbo, l’ho provato al pensiero di com’è cambiato in questo frangente il mio modo di lavorare, lo scopo che mi prefiggo, le persone a cui è diretta oggi la mia parola.
      Però, trovo molto più inquietante il mondo che ci ha preceduto solo qualche mese fa, gli uomini che giravano per le strade cittadine ed extra-cittadine per piazzare i loro prodotti innovativi di cui, erano certi, nessuno di noi una volta conosciuti avrebbe potuto farne a meno, e con in mente l’unico scopo di raggiungere il profitto anzi, un profitto sempre maggiore di quello del mese o dell’anno precedente.
      Tutti quelli che si affannavano a divertirsi pensando che il divertimento consistesse nell’essere in un certo posto, nel fare o nel possedere determinate cose, nella certezza che qualcuno creda che tu ti stia divertendo, che tu sia beato, che te la stia godendo se non in senso assoluto, almeno più di lui e che tu possa supporre che lui sia invidioso di te e che spesso il tuo unico divertimento consisteva nel godere dell’invidia altrui.
      Forse quel mondo altamente artefatto è più terrificante di quello attuale dominato dal corona-virus, perché in questo almeno puoi trovare persone più spontanee e sentimenti più autentici, fosse anche solo la paura; il fatto è che temo quando sarà cessato il pericolo e domata la paura, torneremo al nostro rassicurante mondo artificiale e il nostro unico scopo sarà stabilire dove trascorreremo le nostre vacanze estive, cercando di dimenticare tutto questo groviglio di pensieri e di emozioni che stiamo provando adesso.
      La bellezza, cos’ come la bruttezza o tutto ciò che è straordinario o gravoso per l’essere umano, i sentimenti di ogni genere, a mio parere, non è che vadano condivisi, proprio non esistono senza l’altro, sono tutte costruzioni sociali, cose che possiamo creare e godere insieme a qualcun altro (realmente presente o figura interiorizzata che sia), altrimenti non esistono.
      Il corona-virus è terribile proprio perché i pazienti in rianimazione non riescono a condividere la loro esperienza, il loro dolore e la loro sofferenza con i propri familiari, devono fare affidamento al personale sanitario, bardato come degli automi per proteggersi e che cela sotto maschere e visiere i tratti del viso che esprimono i nostri sentimenti, oppure deve affidarsi ai dialoghi interni con i suoi cari, vivi o morti.
      Grazie per i versi di Fiori (che non conoscevo) che hai voluto condividere con noi.
      Ciao

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  5. Ho pensato anche io a quel mitico film di Mario Monicelli, quella scena cult che tu hai messo riguardo alla peste (ma è tutto pieno di scene cult quel film immortale). Foto significative come sempre.

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    1. Il mio regista preferito è Federico Fellini, solo lui con i suoi film mi fa sognare, solo con lui ho estasi metafisiche di godimento puro, ma Monicelli è quello che mi diverte di più, e nello stesso tempo mi lascia molte riflessioni, anche amare: Brancaleone ne è un esempio supremo, non ridi e basta guardando le vicende di questo cavaliere dai tratti talvolta nobili e talvolta grotteschi, ti interroghi anche a fondo su te stesso, perché Brancaleone sei tu, è ciascuno di noi, e ciascuno di noi è anche qualsiasi altro personaggio caratterizzato nel film.
      Ciao e grazie.

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  6. Frammenti di tempo che esprimono, immortalano, accompagnano, consolano momenti di vita. Più o meno significativi.
    Secondo Hitchcock i film come la fotografia sono " piccoli frammenti di tempo".
    Ciao

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    1. Concordo, frammenti di tempo, del tempi che sto/stiamo vivendo e stati d’animo “a l’aura sparsi” come i “capei d’oro” della Laura di Petrarca.
      Ciao

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  7. Ieri, 8 aprile 2020 ho cucinato la marmellata di limoni.
    Oggi 9 aprile 2020 ho cucinato la marmellata di arance.
    Gli agrumi provenienti dalla Sicilia erano rigorosamente biologici.
    Mi sembra un miracolo questo piccolo-grande fatto data la situazione mondiale: ce la faremo!
    Grazie per questo tuo formidabile post!
    Un abbraccio

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    1. Si, c’è una catena, un albero di trasmissione, un meccanismo virtuoso che funziona perfettamente, la natura fiorisce e produce frutti superbi come e meglio di prima, persone comuni ma in questo momento straordinari (anche se inconsapevoli di esserlo) se ne curano, spiccano questi frutti dalla pianta, li portano nei mercati, fanno in modo che possano giungere fino a noi, come sempre.
      Persone straordinarie, come te, come se nulla fosse, in maniera determinata, quasi caparbiamente, creano piccole e grandi meraviglie come un vasetto di marmellata di agrumi, il cui semplice assaggio non solo ti fa dimenticare immediatamente paure, stanchezza e affanni, ma ti rimette in sintonia col mondo.
      Produrre una buona marmellata, un buon piatto in generale, ha lo stesso valore (se non maggiore) di chi si prende cura dell’altro e della sua malattia, di chi si rende utile aiutando chiunque abbia delle difficoltà, accresciute dalla triste situazione attuale.
      Grazie a te per la ventata di freschezza che porti sempre con i tuoi commenti.
      Ciao

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