sabato 25 aprile 2020

ACHTUNG, BANDITEN!








"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati".

(P. Calamandrei, Uomini e città della Resistenza, Bari, Laterza, 1955. - a cura di Sergio Luzzatto, prefazione di Carlo Azeglio Ciampi, Laterza, 2006).






Pier Luigi Nervi, ingegnere e calciatore della fiorentina, progettista dello stadio avveniristico del capoluogo toscano, in occasione dell’amichevole con il Montevarchi del 10-09-1931, si rifiutò di fare il saluto fascista. 



"[Sull'assassinio di Eugenio Curiel da parte delle brigate nere] I cani sanguinari che ancora battono le vie di Milano, in questi ultimi giorni della loro repubblica protetta dal Reich, possono cantare vittoria per una volta. [...] L'uomo che una loro pattuglia di militi uccise e derubò in piazzale Baracca, alle tre del pomeriggio, qui a Milano, non era uno "di nessuno". Era "nostro" del Partito comunista italiano e dell'Italia che lotta. Era Giorgio: aveva trentadue anni, il volto gentile di un ragazzo, tanto di più se sorrideva nei momenti lievi, con quei suoi denti bruciati dal fumo: e tanto di più anche nei momenti duri, se porgeva ad altri la sua fiducia, la sua sicurezza, la sua forza".
(P. Calamandrei, Da l'Unità, 9 aprile 1945; citato in Milano, 1945: la fuga disperata di Eugenio Curiel in piazzale Baracca, Corriere.it, 8 febbraio 2018).








"Avremmo potuto fare un monumento alla Resistenza, ma io so che non abbiamo bisogno di monumenti per ricordare i nostri fratelli e padri e nonni, il vero monumento è dentro di noi, è la nostra Libertà!"
(Stefano Benni).




Achtung, banditen!




"Facciamo comprendere a questi ridicoli vociferatori, che ogni tanto risognano, come nel macabro festino di Arcinazzo, di ritrovarsi a cantare le loro sconce canzoni di violenza, facciamo comprendere a questi miserabili superstiti che domani, se occorresse, se occorrerà, tutti quanti coloro che si sentirono fratelli nella Resistenza, democristiani e comunisti, liberali e socialisti, contadini e operai e studiosi e sacerdoti, tutti quanti si troverebbero, si troveranno ancora insieme, tutti uniti contro il mostro, tutti uniti in difesa della civiltà indivisibile. Tra noi lo sappiamo bene; ma è bene che tutti lo sappiano in Italia e fuori d'Italia".
(P. Calamandrei, Dal discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri).







(Oggi è un comico a dire le cose più interessanti sulla Resistenza e sulla Liberazione, è triste ma siamo in un Paese dove i comici fanno la Politica con la P maiuscola, e i politici, quelli che siedono in Parlamento, fanno i comici o meglio, sono ridicoli).



I nomi dei 12 professori universitari che si rifiutarono nel 1931 di prestare giuramento al regime fascista: Francesco ed Edoardo Ruffini, Fabio Luzzatto (giuristi); Giorgio Levi Della Vida (orientalista); Gaetano De Sanctis (storico dell’antichità); Ernesto Bonaiuti (teologo); Vito Volterra (matematico); Bartolo Nigrisoli (chirurgo); Marco Carrara (antropologo); Lionello Venturi (storico dell’arte); Giorgio Errera (chimico); Piero Martinetti (filosofo).



8 commenti:

  1. Molto bella la vignetta con la lezione dell'aquilone: la libertà è appesa ad un filo. La libertà come la democrazia vanno difese da sempre, sin da quando la democrazia è stata creata nell'antica Grecia. Ora e sempre resistenza. Allo stesso modo anche le parole di S. Benni trovo che siano molto belle. Viviamo in un questa epoca di Democrazia per così dire "sospesa", in attesa che torni ad esprimersi in mezzo a tante incertezze. Forte il video con Andrea Pennacchi (era andato anche su Propaganda Live o sbaglip?) come la pastorale altrettanto bella da ascoltare.
    Un salutone, buon 25 aprile
    e alla prossima

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    1. La democrazia, come tutte le creazioni umane, è estremamente fragile anzi, ancora più fragile di tutti gli altri modi di organizzare la convivenza umana, perché prevede come presupposto uomini liberi e impegnati nell’amministrare collettivamente i problemi quotidiani.
      Populisti, arroganti, malati di potere e di protagonismo, demagoghi, opportunisti …, sono sempre esistiti ieri come oggi, e sempre in ogni tempo emerge qualcuno che vuole instaurare la sua dittatura e vuole far prevalere il suo parere e la sua volontà sugli altri ad ogni costo … per questo è necessario vigilare e combattere ogni deriva democratica, ogni accenno di orbace, di fez, di camicia nera (o verde), di bivacchi di manipoli e di centurie, di “giovinezza”, di marcia su Roma, di olio di ricino e di manganello.
      Il monologo di Andrea Pennacchi l’ho ascoltato a Propaganda Li ve, te lo confermo.
      Grazie per la tua visita.
      Ciao

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  2. Non c’è rilettura o mistificazione storica che può attenuare la responsabilità e la vergogna del ventennio fascista.
    La gente comune che allora ha simpatizzato e scelto il fascismo si può presumibilmente comprendere ma non giustificare per la scelta grave e errata fatta dato il momento storico,
    i fascisti di oggi sono invece dei veri codardi perché aderiscono ad un idea aberrante e godono della libertà conquistata con enormi sacrifici e spesso con la vita da chi ha scelto la democrazia.

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    1. Niente giustificava i fascisti di ieri e i fascio/populisti di oggi se non la loro limitatezza umana, personale, sociale e politica e quella patologia che colpisce i poveri di spirito spingendoli ad eleggere un imbecille teatrale e ridicolo ed eleggerlo ad uomo forte, a uomo della provvidenza, quello che risolverà ogni cosa e farà di noi finalmente un popolo forte, temuto, rispettato, stimato e che gode dei privilegi che gli spettano.
      Col fascismo, di ieri e di oggi, non siamo stati capaci di farci i conti definitivamente, in Italia ci fu l’amnistia del 1946 voluta da Togliatti, allora ministro di grazia e giustizia, e promulgata dal Parlamento, che fu un colpo di spugna con lo scopo di pacificare il Paese e di evitare la giustizia sommaria.
      Non abbiamo avuto niente di simile al “processo di Norimberga”, i crimini contro l’umanità non sono stati perseguiti, la burocrazia fascista ha continuato a convivere con noi tenendo in mano le leve esecutive del nuovo stato repubblicano e democratico, i fascisti di ieri si sono mimetizzati sotto mentite spoglie (MSI, DC, e persino nel PSI craxiano scambiando Bettino con Benito).
      Non si trattava solo di fare giustizia dei crimini del fascismo, ma avremmo dovuto cercare di capire cosa era veramente successo e perché era successo, come è potuto accadere che con una ridicola marcia su Roma l’Italia è diventata una delle più tristi e tragiche dittature che ci avrebbe precipitato nel baratro della guerra e nella complicità nel genocidio delle cosiddette “razze inferiori”.
      Il risultato è stato che il fascismo ci accompagna fino ad oggi, più o meno occulto, scandendo la sua presenza con manifestazioni, tentativi di colpi di Stato militari, attentati terroristici di inaudita ferocia, complicità innominabili con poteri occulti, milizie parallele, depistaggi, stragi di stato e tensione sociale continua.
      Se il 25 aprile 1945 aprì una grande opportunità per uno Stato repubblicano e democratico che non avevamo mai avuto, questa opportunità oggi è miseramente fallita, mancano proprio i presupposti per definire democratica la lotta politica e il dibattito esistente oggi in Italia, siamo più allo scontro fra bande rivali, più vicino alla modalità mafiosa di impadronirsi di un territorio, piazzare uomini di fiducia e imporre il proprio dominio incontrastato.

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  3. bellissimo, condivido tutto. ho riaperto il blog dopo tre anni. era una sincera necessità in questo buio periodo. viva la resistenza, ora e sempre !

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    1. Grazie, Stefanover, e benvenuto in questo blog. Ora più che mai è necessario far sentire il proprio parere per contrastare gli strepiti gutturali dei fascio/sovranisti, che con la loro stupidità rischiano di riprecipitarci nel baratro.
      Ciao

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  4. Molto bello e emozionante, arrivo dopo molti giorni ma il mio saluto è sincero 😘

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    1. Così come c’è sempre un fascismo in agguato, pronto ad uscire dalle fogne per minacciare la pace e la libertà, c’è sempre posto per chi si unisce alla resistenza e alla liberazione da ogni fascismo, non è mai troppo tardi, altrimenti avrebbero rimandato a casa molti partigiani che si unirono alla lotta solo dopo il 1943.
      Non ho alcun dubbio sulla sincerità dei tuoi saluti come, credo, tu non li abbia sui miei.
      Grazie per questo commento, un abbraccio.

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