Roger Waters (Pink Floyd), scrive con lo spray le parole ‘No Thought Control’ su un tratto del muro di separazione in Cisgiordania. |
Queste mappe parlano da sole, hanno ridotto i palestinesi ad una riserva indiana. |
Proteste in Sicilia e in Campania per il Giro d'Italia partito da Gerusalemme; gli israeliani per dare visibilità all'evento sportivo hanno organizzato questo ennesimo bel crimine contro l'umanità. La maglia del giro non è più quella rosa, consueta, data l'occasione si è preferito il più adatto rosso sangue. |
Questuomo non parteciperà più a nessun giro ciclistico. |
Come gli israeliani vorrebbero essere .... |
Quel gran pezzo della Ivanka ... |
Ahed Tamini |
Bastardi, assassini!
La questione Palestina e Israele (anno dopo anno) è un dramma tremendo, una sofferenza continua di cui non si riesce a vedere una fine, se una fine esiste sia ben chiaro. Poi con le recenti scelte internazionali a stelle e a strisce la soluzione sembra sempre più lontana. Mi fa star male vedere quel che vedo sui mass media...un salutone e alla prossima
RispondiEliminaLa situazione è talmente complicata che non basterebbe forse nemmeno un presidio armato dell’ONU, il completo disarmo di israeliani e palestinesi e un’intera generazione di pace per placare gli animi: ogni famiglia palestinese conta uno o più morti in casa, se si va indietro nei decenni anche di più, molte sono state le stragi inutili, le occupazioni, le rappresaglie armate, la sproporzione bellica, l’uso indiscriminato della forza, della sopraffazione e le assurde umiliazioni. Gli israeliani vivono un clima d’assedio, se un giorno gli USA decidessero di lasciare la regione e di non appoggiarli, temono che si ritroverebbero tutti addosso, tanto è il terrore che hanno seminato; vivono come i paranoici, nel sospetto continuo, nella perpetua paura e attaccano preventivamente perché sono terrorizzati per essersi fatti solo nemici, così continuano a farsene con atti di forza sconsiderati, che soltanto il veto degli USA impedisce che vengano processati per crimini contro l’umanità.
EliminaPurtroppo non se ne farà niente, l’ONU non ha la forza per imporre le sanzioni, il diritto di veto di USA e Russia e il non possedere un esercito proprio più forte di quello dei singoli stati paralizza questo ente da ogni intervento, privandolo di ogni efficacia e mettendolo così in balia del più forte.
Agli USA e all’Occidente tutto fa comodo avere una potenza nucleare e ipertecnologica alleata incuneata in Medio Oriente, che è crocevia di gasdotti e di oleodotti, di pozzi di petrolio, chi controlla il Medio Oriente controlla il petrolio (che viene pagato in dollari al barile), e chi controlla il petrolio controlla l’economia ed è il padrone del mondo.
Possiamo solo indignarci, ma nessuno muoverà davvero un dito, che vuoi che siano qualche migliaio di palestinesi l’anno, che non contano nulla nel sistema di potere globale, e che vuoi che siano qualche centinaio di vittime occidentali morti per terrorismo (secondo noi occidentali), per patriottismo (secondo gli attentatori)?
Questa è la triste realtà, per come la vedo io …
Ciao
La maschera senza volto
RispondiEliminaSe la sola cosa che conta
è fare spettacolo,
cioè creare scenari
per provocare emozioni fittizie,
tutta la vita
viene impiegata
per creare scenari,
fare spettacolo
e provocare emozioni fittizie,
e alla fine
non esiste più una vita vera e reale
e non esistono più emozioni vere e reali.
Resta solo una maschera senza volto.
Un' ulteriore e definitiva involuzione
della specie Homo Sapiens
rispetto a quel che aveva già rilevato Pirandello,
il quale, parlando di maschere e volti,
dava per scontato che,
sotto le maschere,
esistessero dei volti.
"Nel lungo tragiitto della vita
incontrerai tante maschere
e pochi volti"
Luigi Pirandello
Tutto è dimostrabile
Eliminasoprattutto il contrario
con un' abile manipolazione dello scenario
https://www.youtube.com/watch?v=d89KJrtXoGw
#GazaMassacre
RispondiEliminaI titoli dei giornali e delle tivvi italiane
su quel che sta accadendo a #Gaza
sono tutti del tipo:
"Il violento non è quello che dà un pugno,
ma quello che colpisce violentemente con la sua faccia
la mano casualmente chiusa a pugno".
"La rabbia di Hamas contro USA e Israele: a Gaza 56 morti".
Se uno legge 'sto titolo del Corriere della Sera
capisce che Hamas ha ammazzato 56 persone,
ma in realtà i 56 morti sono tutti palestinesi
ammazzati dall' esercito israeliano.
Che senso ha continuare a leggere 'sti giornali ?
La maschera senza volto
RispondiEliminaSe la sola cosa che conta
è fare spettacolo,
cioè creare scenari
per provocare emozioni fittizie,
tutta la vita
viene impiegata
per creare scenari,
fare spettacolo
e provocare emozioni fittizie,
e alla fine
non esiste più una vita vera e reale
e non esistono più emozioni vere e reali.
Restano solo il nulla ed il vuoto
di esemplari della specie Homo Sapiens
senza più una vita vera e reale
e senza più delle emozioni vere e reali.
un nulla ed un vuoto
che portano angoscia e depressione,
che i disperati cercano di cancellare
abusando di spettacoli e scenari fittizi
che creano emozioni fittizie
e coprono fittiziamente il nula ed il vuoto,
l' angocia e la depressione,
e, quando questo non basta più,
di alcool, droga, farmaci, tabacco, gioco d'azzardo
et ceteras et similia,
che li annichiliscono
fino a renderli incapaci
di vedere la mancanza di vita vera e reale
e di emozioni vere e reali,
fino a renderli incapaci
di percepire il nulla ed il vuoto,
l' angocia e la depressione.
Resta solo una maschera senza volto.
Un' ulteriore e definitiva involuzione
della specie Homo Sapiens
rispetto a quel che aveva già rilevato Pirandello,
il quale, parlando di maschere e volti,
dava per scontato che,
sotto le maschere,
esistessero dei volti.
"Nel lungo tragitto della vita
incontrerai tante maschere
e pochi volti"
Luigi Pirandello
Tutto è dimostrabile
soprattutto il contrario
con un' abile manipolazione dello scenario
Lo scenario - Lucio Battiusti
https://www.youtube.com/watch?v=d89KJrtXoGw
Ho preso da te la riflessione di Saramago, temo ci sia poco altro da aggiungere. L'involuzione da vittima a carnefice è un processo odioso e Israele ha percorso quella strada in maniera meschina, nutrendosi del sangue delle vittime del nazismo prima ancora di lordarsi le mani delle vittime israeliane. Riguardo questa ferita continuamente aperta non ho altro da aggiungere, mi irritano i discorsi di equidistanza e di giustificazionismo. La storia è nota anche se purtroppo c'è sempre bisogno di ripetersela. Concordo con te, è tutto funzionale e il ricorso in questi giorni alle responsabilità di Hamas (che sono trascurabili perché tra chi protesta la maggioranza non condivide le posizioni di Hamas) getta una luce sinistra anche sulle posizioni anti-israeliane del passato, su come siano state alimentate ad hoc, stimolate per fornire ragioni sufficienti a una occupazione che non ha altre ragioni se non quella di schiacciare i palestinesi, esattamente come il nazismo voleva fare con gli ebrei. Ciao
RispondiEliminaquando dico delle "vittime israeliane", ovviamente intendo dei crimini commessi da Israele.
RispondiEliminaPer quanto strano possa sembrare, è stato osservato da molto tempo che avviene una certa “simpatia” fra la vittima e il carnefice quando questi si trovano ad interagire fra loro, proprio a causa del rapporto di potere squilibrato e asimmetrico fra i due.
EliminaI primi ipnotisti “seri” che esercitarono questa pratica e ne annotarono gli effetti e gli sviluppi insistevano su un legame particolare che chiamarono “rapporto”, come se fra ipnotizzatore e ipnotizzato esistesse un filo che li lega fortemente entrambi e per cui l’ipnotizzato diventa poco sensibile e poco aperto al mondo, mentre diventa ipersensibile al contatto e alla voce dell’ipnotizzatore.
Freud chiamerà questo contatto “transfert” e si comporterà come se l’avesse scoperto lui, di certo anche se non lo scoprì per primo, fu il primo ad utilizzarlo nella terapia delle nevrosi, come un prezioso alleato.
Non si trattava per fortuna di rapporti fra vittime e carnefici, solo di rapporti fra medico e paziente, caratterizzati da un disequilibrato rapporto di potere, fra un medico che sa e un paziente che ignora il male che lo affligge e come fare per guarirne, ma il legame diventava presto molto forte ed esclusivo, grazie al transfert si possono confessare all’analista cose che non si confesserebbero al proprio partner, ai genitori e neanche a se stessi, e si riesce ad affrontare cose che altrimenti rimarrebbero congelate dentro o furi di noi.
Più tardi Anna Freud descrisse, sviluppando idee del padre, un caratteristico meccanismo di difesa, l’identificazione con l’aggressore, è come se il fascino esercitato dal potere, dalla ferocia, dalla violenza dell’aggressore si trasferissero pari pari nella vittima, che se ne appropria diventando appena le circostanze lo permettono, aggressore e carnefice a sua volta.
Potrebbe essere un modo per superare il trauma dell’aggressione, l’umiliazione subita, mettersi dalla parte di chi deteneva il potere, essere come lui, allontanando così l’impotenza e l’orrore provati quando si era vittima.
È vero che molti bambini stuprati e seviziati diventeranno a loro volta seviziatori e stupratori di altri bambini, anche se questo schema fortunatamente non è la regola e subire violenza non ci condanna a diventare a nostra volta violenti.
È vero che inspiegabilmente possiamo provare una certa “simpatia” per i nostri aggressori e ci sforziamo di comprendere i motivi del loro gesto, mentre spesso il violento non si pone domande circa la volontà della vittima, e quando se li pone li equivoca, come nel caso di alcuni pedofili che giurano di essere stati sedotti dai bambini.
Questa simpatia è stata così ben descritta che è stata chiamata sindrome di Stoccolma, a partire da un fatto di cronaca criminale avvenuto in questa città svedese.
È possibile che la generazione (eccetto alcuni individui straordinari) non sia in grado di affrontare una sciagura di grandi proporzioni come fu l’Olocausto o come potrebbe essere una immigrazione di massa come quella che sta avvenendo in Europa, è possibile che gli effetti nefasti, l’identificazione con l’aggressore, si inizino a osservare con la generazione successiva.
Mentre i padri subirono in silenzio o quasi e la maggior parte visse la propria vita come meglio poté dopo il trauma, i figli si sentano in qualche modo depositari della rabbia, dell’umiliazione subita e si ritengano gli eredi della vendetta … un po’ come Oreste, o come Amleto.
Non puoi fare sedute di psicoterapia collettiva agli israeliani o agli immigrati, però puoi fermare la loro mano violenta o arginare gli episodi di intolleranza, discriminazione, violenza, sfruttamento e umiliazione che talvolta sono costretti a subire i migranti. E oltre a questo non sarebbe male cominciare a considerare patologico il razzismo, l’intolleranza, la xenofobia e ogni tipo di discriminazione dell’altro, come un problema che è del razzista e non come inferiorità dell’immigrato.
Ciao