venerdì 4 maggio 2018

IL BARONE DI MÜNCHAUSEN








Non mancate!




Quando fai qualcosa,
sappi che avrai contro quelli che volevano fare la stessa cosa,
quelli che volevano fare il contrario e
la stragrande maggioranza di quelli che non volevano fare niente.
(Confucio)










C’è qualcosa di ottuso, di assurdo, di stolido nel ritornello che Di Maio continua a ripetere rigidamente in modo inalterato dal 4 marzo, sembra non preoccuparsi della realtà, del fatto che la sua proposta (ammesso che si ratti di una proposta ricevibile) sia stata bocciata tutte le volte, sembra non curare affatto le conseguenze di ciò che dice o che fa.
Pare un drone telecomandato a cui è stato affidato un messaggio e che lui ripete ogni volta che gliene danno occasione, assomiglia a quel moscone che continua a battere la testa sul vetro ripetutamente, finché ha le forze, oppure alla falena che si avvicina alla fiamma anche se avverte il calore, anche se gli arti superiori e parte delle sue ali stanno già bruciando.
Mi spaventa questa assoluta mancanza di autoanalisi, di autocritica, di flessibilità, questa incapacità di modificare le proprie proposte affinché qualche interlocutore possa dirsi interessato all’affare, questo riproporre meccanicamente a chiunque (l’uno vale l’altro) sempre le stesse cose inaccettabili: i Cinque stelle sono il primo partito, hanno vinto le elezioni, a loro spetta la Presidenza del Consiglio e non modificheranno il loro programma, mentre gli altri dovrebbero sostenerli per spirito di responsabilità, e per dare un governo al Paese.
Non si rendono conto che non è importante che tu sia il primo partito, quello più votato, è importante invece su quanti parlamentari puoi contare (ed in questo il cdx è molto più avvantaggiato), così come è importante l’esiguità delle persone che mancano per avere la maggioranza (ad esempio, il cdx qualora riuscisse a smuovere qualcosa, poterebbe governare anche con metà del PD, mentre i Cinque Stelle no), o i voti che ti mancano qualora si tornasse al voto.
Si, perché è più facile che un 37% raggiunga il 40%, rispetto al 32% dei Cinque Stelle; mi sono fatto l’opinione che mentre il cdx potrebbe ancora intercettare qualche voto in caso di nuove elezioni (forse si, per l’effetto vittoria che fa saltare sul carro del vincitore molte persone in Italia, paese in cui il salto sul carro è diventato specialità olimpica che conta molti atleti, forse no perché comunque lo schifo, la nausea e il tanfo di marcio che provengono da quella parte politica sono ancora un deterrente abbastanza forte), i Cinque Stelle hanno dato fondo a tutto ciò che potevano intercettare.






Il PD fra Salvini e Di Maio sembra Pinocchio fra il Gatto e la Volpe.






Molti a sinistra, delusi da Renzi e prima di lui dai vari Bersani, Veltroni e D’Alema, si sono buttati sui Cinque Stelle, più per protesta che per convinzione, perché rappresentano una novità ma, soprattutto, per disperazione, perché è inaccettabile per uno di sinistra che il suo leader baci l’ampolla col sangue di San Gennaro, già D’Alema fu accusato di opportunismo per essersi presentato in visita dal papa molto deferente e con la moglie velata di nero.
No, chi non ha votato è quasi certamente uno di sinistra, che non si riconosce nella “sinistra” di Renzi, né nella sinistra della Boldrini e di Grasso, perché vi ha visto alle spalle Bersani e D’Alema, né in Potere al Popolo, ennesimo partito “panda”, che denuncia una specie in via d’estinzione e non più un’idea politica.
E questo renitente al voto non sarà facile convincerlo a votare né per il fascismo né per il pentastellismo, anzi, il successo di queste due versioni del populismo potrebbe convincerlo a turarsi il naso e a votare un PD ormai allo sbando, in cui imperversano bande rivali più intente a farsi la pelle vicendevolmente, che a rendersi conto che sono ormai politicamente morti.
Il più gran-de stra-te-ga del cdx de-gli ul-ti-mi trent’an-ni, Mat-teo Sal-vi-ni (scusate la scrittura a scatti … è perché mi viene da ridere) fa già fatica a tenere unita la sua coalizione per avere idee valide di alleanza con altre forze politiche finalizzate ad un governo congiunto del Paese; la misura del nostro populismo non è data soltanto dalle promesse elettorali a pioggia, ma dal fatto che riteniamo un leader grande solo se vince, non se fa cose giuste o se sa mettere insieme politicamente l’impossibile.
Nessuno sembra avere uno straccio di idea per dare finalmente un governo all’Italia, per trovare i numeri per una maggioranza di potere, per poter fare qualcosa invece di vegetare in questa palude, come stiamo facendo … il populismo ti fa vincere le elezioni, ma non ti fa governare, il tasso di dilettantismo e di superficialità è troppo elevato ed è esplosivamente congiunto alla saccenza e alla presunzione da diventare molto pericoloso.












La sinistra è diventata darwiniana, vige potentemente ormai la lotta per la sopravvivenza, Renzi nelle sue ultime mosse di uomo di potere ha piazzato alcuni uomini giusti nei posti giusti su cui spera di poter contare, e ha fatto eleggere più che ha potuto persone che ritiene suoi fedelissimi, anche se chi personalizza troppo il livello dello scontro ha fedeli solo se vince, nessuno vuole rimanere sul carro del perdente.
La vicenda politica di Matteo Renzi potrebbe insegnare molte cose a chi ha voglia di imparare: se ti elevano con grande facilità, ti abbandoneranno con altrettanta facilità; il successo che ti arride senza alcun merito, sparisce tanto velocemente così come è arrivato, se non fai nulla per puntellarlo.
Renzi ha avuto una grande opportunità, piovutagli dal cielo, quella di governare un Paese senza aver vinto le elezioni (come accadde prima di lui a D’Alema), ma non aveva alcuna idea su come governarlo, nella formazione del suo governo ad esempio mancava una figura essenziale per un Paese in crisi economica e in recessione, il ministro dell’economia: Padoan è spuntato qualche tempo dopo, non si sa da dove e non si sa perché, probabilmente gli è stato imposto.
Lui e il suo governo non hanno lasciato niente che possa essere ricordato con orgoglio, hanno gestito male l’economia e la questione del lavoro, hanno gestito peggio la questione dei migranti, lasciando ampio spazio al populismo (ma questa è una carenza che ha radici europee, non solo italiane, anche se il Italia gli effetti nefasti di questa imperizia sono stati più marcati: quasi il 70% degli elettori italiani ha votato per chi proponeva soluzioni sbrigative e semplicistiche), ha personalizzato lo scontro (Renzi contro tutti … Sansone contro i filistei) per far approvare a furor di popolo le sue riforme costituzionali, ha difeso ad oltranza alcuni suoi ministri implicati nello scandalo dulle banche, che ha inchiodato il PD come espressione dei cosiddetti “poteri forti”.
Ma Renzi, nonostante tutto, è pur sempre una figura di leader migliore dei vari Franceschini, Martina, Gentiloni, Orlando, Calenda, Cuperlo, Serracchiani … Renzi sembra aver almeno capito che un’alleanza con i Cinque Stelle sarebbe la fine per il PD, la stele funeraria, la pietra tombale: si troverebbero a trattare con un Di Maio o con altre figure secondarie tutte inevitabilmente guidate a distanza da Grillo e Casaleggio.












Si ritroverebbero in una posizione di minoranza, schiacciati fra la responsabilità di fronte al Paese e l’imperizia e l’assurdità delle proposte dei pentastellati; ogni successo sarebbe dei Cinque Stelle, ogni errore sarebbe scaricato sul PD, ogni esitazione una viltà, ogni tentativo di non votare la fiducia al governo, un ricatto, e far cadere il governo, un tradimento.
Non può funzionare un governo PD-Cinque Stelle, troppa diversità, troppa diffidenza, troppe offese reciproche, troppi galli nel pollaio; i Cinque Stelle sembrano non rendersi conto che chiamano assunzione di responsabilità ciò che quando era fatto da altri era definito “inciucio”, e che stanno chiedendo al PD di fare ciò che loro cinque anni fa, a parti invertite, non vollero fare con Bersani, trattando il tentativo di quest’ultimo con arroganza e con sufficienza … io al posto di Bersani avrei riempito la faccia di sberle alla Lombardi, in diretta streaming per quell’aria di superiorità senza alcuna qualità a garanzia.
Renzi ha la stoffa di un leader, ha più fiuto, più buonsenso di tutti i piddini che si agitano in questi giorni e che vorrebbero tentare un accordo con l’M5S, ma che di fatto stanno spaccando inutilmente il partito, in una sorta di furor masochistico che solo a sinistra è dato vedere; peccato però che Renzi abbia un elettorato di sinistra, per una volta concordo con Daniela Santanché che lo vedrebbe bene in Forza Italia  come successore di Berlusconi, anzi sarebbe anche migliore di quest’ultimo.
Perché alla spregiudicatezza e all’essere privo di scrupoli di Berlusconi aggiungerebbe la determinazione, l’ambizion, la scaltrezza machiavellica e l’arte di eliminare i rivali di Massimo D’Alema, il suo vero mentore e di cui rischia di prendere il posto nel PD, se non lo uccidono e con lui uccidono tutti i renziani, perché starebbe li acquattato nell’ombra, come ha fatto D’Alema in tutti questi anni, tentando di eliminare chiunque non può manovrare e chiunque alzi troppo la testa all’interno del partito.
Ora, se Salvini e Di Maio sembrano entrambi il barone di Münchausen che cavalca una palla di cannone, sparate in direzione opposte, il PD (Nave senza nocchier in gran tempesta…) sembra lo stesso barone di Münchausen che si afferra da solo per i capelli per tirarsi fuori dalla palude in cui stava sprofondando … non servono altri leader, altri capetti, ma gente capace che abbia delle idee, non persone che sappiano dividere ma persone che sappiano unire, non fiori (di narcisi ne abbiamo già abbastanza) ma opere di bene.





6 commenti:

  1. Sono un po' di corsa ma ho letto quanto basta per dire che ci vorrebbe sempre un po' di magia, o di capacità particolari, per gestiore situazioni difficili come quelle che viviamo oggi in Italia, e chissà come andrà a finire.
    Bella la vignetta finale di Vauro e la musica di Amedeo Minghi.
    Buon fine settimana e alla prossima

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  2. La magia l'abbiamo vista (e fin troppa) durante la campagna elettorale: tasse che spariscono, leggi pensionistiche inique cancellate, niente più sbarchi di immigrati, niente più reati comuni, più sicurezza, più polizia, reddito di cittadinanza, più lavoro, meno tasse universitarie, fuori dall'euro e dall'Europa, rilancio dell'economia ... io vorrei semplicemente persone normali, che garantiscano di realizzare ciò che è possibile con quello di cui disponiamo, non il Mago Merlino né tanto meno persone che pensano di pagare le riforme col maggior reddito che esse sicuramente produrranno.
    O gente che da al popolo ciò che il popolo crede di volere, i populisti, che ascoltano ciò che il popolo vuole, perché loro glielo hanno ventilato precedentemente, e poi glielo promettono in vista di nuove elezioni: e mi riferisco alle dichiarazioni di Grillo circa l'uscita dall'euro, quando le nuove elezioni sembravano la cosa più probabile; la Lega ha vinto per la questione dei migranti al nord, in un nord che cerca di conservare la ricchezza che ha prodotto in passato, il M5S ha vinto al sud a causa del reddito di cittadinanza promesso, in un sud rassegnato ormai a non sperare in alcun lavoro e alla rinuncia alla propria dignità.
    Amedeo Minghi lo ascoltavo mentre scrivevo, anche se c'entra poco col post mi ha fatto piacere condividere questo brano; e Vauro? Vauro è il vignettista più in gamba che abbiamo, è quello che molto spesso in una vignetta racchiude comicamente una situazione molto complessa.
    Ciao

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  3. Promesse e ancora promesse. Vorrei un governo che faccia quelle tre o quattro cose importanti sul lavoro, i giovani, gli anziani oltre a veitare l'aumento dell'IVA che sarebbe un danno...sembra che pensino sempre alle prossime elezioni, e così siamo in perenne campagna elettorale.
    Ti rinnovo il salutone

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    1. Hai ragione, mi sa che dovremo sorbirci un'altra campagna elettorale peggiore della precedente: Di Maio vorrà spiegarci come i corrotti e i cattivi non hanno voluto elevarlo all'empireo e riconoscere il suo alto valore, Salvini non ci risparmierà sbarchi di nuovi migranti, stupri, spaccio di droga in mano alle gang nigeriane, e Salvini e ciò che resta del PD ci faranno assistere alle nuove idi di marzo con l'uccisione di Cesare o al novello Stalin che manda i suoi nemici in Siberia.
      Ciao

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  4. Il problema di quelli come Garbo,
    che si credono i più furbi di tutti ?

    E' il problema
    di tutti quelli che hanno bisogno di credere,
    che li porta necessariamente,
    per non turbare la loro fede,
    a non verificare la realtà.

    Nella fattispecie
    quelli che hanno bisogno di credere
    di essere più furbi di tutti,
    per mantenere la certezza dogmatica
    di essere più furbi di tutti,
    di cui hanno bisogno,
    non verificano l' intelligenza degli altri,
    e finiscono necessariamente
    per sottovalutare l'intelligenza degli altri,

    i quali hanno buon gioco
    nel confermargli la loro fede
    di essere i più furbi,
    per mantenerli nella inconsapevolezza della loro intelligenza,
    ed usarla per realizzare i propri scopi,
    senza che i poveretti manco se accorgano.

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  5. Garbo dopo lunghe e tormentate riflessioni
    sono giunto alla conclusione definitiva:
    tu sei il più furbo di tutti....
    CUNTENT PIRLA ?

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