Non mancate! |
Quando fai qualcosa,
sappi che avrai
contro quelli che volevano fare la stessa cosa,
quelli che volevano
fare il contrario e
la stragrande
maggioranza di quelli che non volevano fare niente.
(Confucio)
C’è qualcosa di ottuso, di assurdo,
di stolido nel ritornello che Di Maio continua a ripetere rigidamente in modo
inalterato dal 4 marzo, sembra non preoccuparsi della realtà, del fatto che la
sua proposta (ammesso che si ratti di una proposta ricevibile) sia stata
bocciata tutte le volte, sembra non curare affatto le conseguenze di ciò che
dice o che fa.
Pare un drone telecomandato a cui
è stato affidato un messaggio e che lui ripete ogni volta che gliene danno
occasione, assomiglia a quel moscone che continua a battere la testa sul vetro
ripetutamente, finché ha le forze, oppure alla falena che si avvicina alla
fiamma anche se avverte il calore, anche se gli arti superiori e parte delle
sue ali stanno già bruciando.
Mi spaventa questa assoluta
mancanza di autoanalisi, di autocritica, di flessibilità, questa incapacità di
modificare le proprie proposte affinché qualche interlocutore possa dirsi
interessato all’affare, questo riproporre meccanicamente a chiunque (l’uno vale
l’altro) sempre le stesse cose inaccettabili: i Cinque stelle sono il primo
partito, hanno vinto le elezioni, a loro spetta la Presidenza del Consiglio e
non modificheranno il loro programma, mentre gli altri dovrebbero sostenerli
per spirito di responsabilità, e per dare un governo al Paese.
Non si rendono conto che non è
importante che tu sia il primo partito, quello più votato, è importante invece
su quanti parlamentari puoi contare (ed in questo il cdx è molto più
avvantaggiato), così come è importante l’esiguità delle persone che mancano per
avere la maggioranza (ad esempio, il cdx qualora riuscisse a smuovere qualcosa,
poterebbe governare anche con metà del PD, mentre i Cinque Stelle no), o i voti
che ti mancano qualora si tornasse al voto.
Si, perché è più facile che un
37% raggiunga il 40%, rispetto al 32% dei Cinque Stelle; mi sono fatto
l’opinione che mentre il cdx potrebbe ancora intercettare qualche voto in caso
di nuove elezioni (forse si, per l’effetto vittoria che fa saltare sul carro
del vincitore molte persone in Italia, paese in cui il salto sul carro è
diventato specialità olimpica che conta molti atleti, forse no perché comunque
lo schifo, la nausea e il tanfo di marcio che provengono da quella parte
politica sono ancora un deterrente abbastanza forte), i Cinque Stelle hanno
dato fondo a tutto ciò che potevano intercettare.
Il PD fra Salvini e Di Maio
sembra Pinocchio fra il Gatto e la Volpe.
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Molti a sinistra, delusi da Renzi
e prima di lui dai vari Bersani, Veltroni e D’Alema, si sono buttati sui Cinque
Stelle, più per protesta che per convinzione, perché rappresentano una novità
ma, soprattutto, per disperazione, perché è inaccettabile per uno di sinistra
che il suo leader baci l’ampolla col sangue di San Gennaro, già D’Alema fu
accusato di opportunismo per essersi presentato in visita dal papa molto
deferente e con la moglie velata di nero.
No, chi non ha votato è quasi
certamente uno di sinistra, che non si riconosce nella “sinistra” di Renzi, né
nella sinistra della Boldrini e di Grasso, perché vi ha visto alle spalle
Bersani e D’Alema, né in Potere al Popolo, ennesimo partito “panda”, che
denuncia una specie in via d’estinzione e non più un’idea politica.
E questo renitente al voto non
sarà facile convincerlo a votare né per il fascismo né per il pentastellismo,
anzi, il successo di queste due versioni del populismo potrebbe convincerlo a
turarsi il naso e a votare un PD ormai allo sbando, in cui imperversano bande
rivali più intente a farsi la pelle vicendevolmente, che a rendersi conto che
sono ormai politicamente morti.
Il più gran-de stra-te-ga del cdx
de-gli ul-ti-mi trent’an-ni, Mat-teo Sal-vi-ni (scusate la scrittura a scatti …
è perché mi viene da ridere) fa già fatica a tenere unita la sua coalizione per
avere idee valide di alleanza con altre forze politiche finalizzate ad un
governo congiunto del Paese; la misura del nostro populismo non è data soltanto
dalle promesse elettorali a pioggia, ma dal fatto che riteniamo un leader
grande solo se vince, non se fa cose giuste o se sa mettere insieme
politicamente l’impossibile.
Nessuno sembra avere uno straccio
di idea per dare finalmente un governo all’Italia, per trovare i numeri per una
maggioranza di potere, per poter fare qualcosa invece di vegetare in questa
palude, come stiamo facendo … il populismo ti fa vincere le elezioni, ma non ti
fa governare, il tasso di dilettantismo e di superficialità è troppo elevato ed
è esplosivamente congiunto alla saccenza e alla presunzione da diventare molto
pericoloso.
La sinistra è diventata
darwiniana, vige potentemente ormai la lotta per la sopravvivenza, Renzi nelle
sue ultime mosse di uomo di potere ha piazzato alcuni uomini giusti nei posti
giusti su cui spera di poter contare, e ha fatto eleggere più che ha potuto
persone che ritiene suoi fedelissimi, anche se chi personalizza troppo il
livello dello scontro ha fedeli solo se vince, nessuno vuole rimanere sul carro
del perdente.
La vicenda politica di Matteo
Renzi potrebbe insegnare molte cose a chi ha voglia di imparare: se ti elevano
con grande facilità, ti abbandoneranno con altrettanta facilità; il successo
che ti arride senza alcun merito, sparisce tanto velocemente così come è
arrivato, se non fai nulla per puntellarlo.
Renzi ha avuto una grande
opportunità, piovutagli dal cielo, quella di governare un Paese senza aver
vinto le elezioni (come accadde prima di lui a D’Alema), ma non aveva alcuna
idea su come governarlo, nella formazione del suo governo ad esempio mancava
una figura essenziale per un Paese in crisi economica e in recessione, il
ministro dell’economia: Padoan è spuntato qualche tempo dopo, non si sa da dove
e non si sa perché, probabilmente gli è stato imposto.
Lui e il suo governo non hanno lasciato
niente che possa essere ricordato con orgoglio, hanno gestito male l’economia e
la questione del lavoro, hanno gestito peggio la questione dei migranti,
lasciando ampio spazio al populismo (ma questa è una carenza che ha radici
europee, non solo italiane, anche se il Italia gli effetti nefasti di questa
imperizia sono stati più marcati: quasi il 70% degli elettori italiani ha
votato per chi proponeva soluzioni sbrigative e semplicistiche), ha
personalizzato lo scontro (Renzi contro tutti … Sansone contro i filistei) per
far approvare a furor di popolo le sue riforme costituzionali, ha difeso ad
oltranza alcuni suoi ministri implicati nello scandalo dulle banche, che ha
inchiodato il PD come espressione dei cosiddetti “poteri forti”.
Ma Renzi, nonostante tutto, è pur
sempre una figura di leader migliore dei vari Franceschini, Martina, Gentiloni,
Orlando, Calenda, Cuperlo, Serracchiani … Renzi sembra aver almeno capito che
un’alleanza con i Cinque Stelle sarebbe la fine per il PD, la stele funeraria,
la pietra tombale: si troverebbero a trattare con un Di Maio o con altre figure
secondarie tutte inevitabilmente guidate a distanza da Grillo e Casaleggio.
Si ritroverebbero in una
posizione di minoranza, schiacciati fra la responsabilità di fronte al Paese e
l’imperizia e l’assurdità delle proposte dei pentastellati; ogni successo
sarebbe dei Cinque Stelle, ogni errore sarebbe scaricato sul PD, ogni
esitazione una viltà, ogni tentativo di non votare la fiducia al governo, un
ricatto, e far cadere il governo, un tradimento.
Non può funzionare un governo
PD-Cinque Stelle, troppa diversità, troppa diffidenza, troppe offese
reciproche, troppi galli nel pollaio; i Cinque Stelle sembrano non rendersi
conto che chiamano assunzione di responsabilità ciò che quando era fatto da
altri era definito “inciucio”, e che stanno chiedendo al PD di fare ciò che
loro cinque anni fa, a parti invertite, non vollero fare con Bersani, trattando
il tentativo di quest’ultimo con arroganza e con sufficienza … io al posto di
Bersani avrei riempito la faccia di sberle alla Lombardi, in diretta streaming
per quell’aria di superiorità senza alcuna qualità a garanzia.
Renzi ha la stoffa di un leader,
ha più fiuto, più buonsenso di tutti i piddini che si agitano in questi giorni
e che vorrebbero tentare un accordo con l’M5S, ma che di fatto stanno spaccando
inutilmente il partito, in una sorta di furor masochistico che solo a sinistra
è dato vedere; peccato però che Renzi abbia un elettorato di sinistra, per una
volta concordo con Daniela Santanché che lo vedrebbe bene in Forza Italia come successore di Berlusconi, anzi sarebbe
anche migliore di quest’ultimo.
Perché alla spregiudicatezza e
all’essere privo di scrupoli di Berlusconi aggiungerebbe la determinazione, l’ambizion,
la scaltrezza machiavellica e l’arte di eliminare i rivali di Massimo D’Alema,
il suo vero mentore e di cui rischia di prendere il posto nel PD, se non lo
uccidono e con lui uccidono tutti i renziani, perché starebbe li acquattato
nell’ombra, come ha fatto D’Alema in tutti questi anni, tentando di eliminare
chiunque non può manovrare e chiunque alzi troppo la testa all’interno del
partito.
Ora, se Salvini e Di Maio
sembrano entrambi il barone di Münchausen che cavalca una palla di
cannone, sparate in direzione opposte, il PD (Nave senza nocchier in gran
tempesta…) sembra lo stesso barone di Münchausen che si afferra da solo per i
capelli per tirarsi fuori dalla palude in cui stava sprofondando … non servono
altri leader, altri capetti, ma gente capace che abbia delle idee, non persone
che sappiano dividere ma persone che sappiano unire, non fiori (di narcisi ne
abbiamo già abbastanza) ma opere di bene.
Sono un po' di corsa ma ho letto quanto basta per dire che ci vorrebbe sempre un po' di magia, o di capacità particolari, per gestiore situazioni difficili come quelle che viviamo oggi in Italia, e chissà come andrà a finire.
RispondiEliminaBella la vignetta finale di Vauro e la musica di Amedeo Minghi.
Buon fine settimana e alla prossima
La magia l'abbiamo vista (e fin troppa) durante la campagna elettorale: tasse che spariscono, leggi pensionistiche inique cancellate, niente più sbarchi di immigrati, niente più reati comuni, più sicurezza, più polizia, reddito di cittadinanza, più lavoro, meno tasse universitarie, fuori dall'euro e dall'Europa, rilancio dell'economia ... io vorrei semplicemente persone normali, che garantiscano di realizzare ciò che è possibile con quello di cui disponiamo, non il Mago Merlino né tanto meno persone che pensano di pagare le riforme col maggior reddito che esse sicuramente produrranno.
RispondiEliminaO gente che da al popolo ciò che il popolo crede di volere, i populisti, che ascoltano ciò che il popolo vuole, perché loro glielo hanno ventilato precedentemente, e poi glielo promettono in vista di nuove elezioni: e mi riferisco alle dichiarazioni di Grillo circa l'uscita dall'euro, quando le nuove elezioni sembravano la cosa più probabile; la Lega ha vinto per la questione dei migranti al nord, in un nord che cerca di conservare la ricchezza che ha prodotto in passato, il M5S ha vinto al sud a causa del reddito di cittadinanza promesso, in un sud rassegnato ormai a non sperare in alcun lavoro e alla rinuncia alla propria dignità.
Amedeo Minghi lo ascoltavo mentre scrivevo, anche se c'entra poco col post mi ha fatto piacere condividere questo brano; e Vauro? Vauro è il vignettista più in gamba che abbiamo, è quello che molto spesso in una vignetta racchiude comicamente una situazione molto complessa.
Ciao
Promesse e ancora promesse. Vorrei un governo che faccia quelle tre o quattro cose importanti sul lavoro, i giovani, gli anziani oltre a veitare l'aumento dell'IVA che sarebbe un danno...sembra che pensino sempre alle prossime elezioni, e così siamo in perenne campagna elettorale.
RispondiEliminaTi rinnovo il salutone
Hai ragione, mi sa che dovremo sorbirci un'altra campagna elettorale peggiore della precedente: Di Maio vorrà spiegarci come i corrotti e i cattivi non hanno voluto elevarlo all'empireo e riconoscere il suo alto valore, Salvini non ci risparmierà sbarchi di nuovi migranti, stupri, spaccio di droga in mano alle gang nigeriane, e Salvini e ciò che resta del PD ci faranno assistere alle nuove idi di marzo con l'uccisione di Cesare o al novello Stalin che manda i suoi nemici in Siberia.
EliminaCiao
Il problema di quelli come Garbo,
RispondiEliminache si credono i più furbi di tutti ?
E' il problema
di tutti quelli che hanno bisogno di credere,
che li porta necessariamente,
per non turbare la loro fede,
a non verificare la realtà.
Nella fattispecie
quelli che hanno bisogno di credere
di essere più furbi di tutti,
per mantenere la certezza dogmatica
di essere più furbi di tutti,
di cui hanno bisogno,
non verificano l' intelligenza degli altri,
e finiscono necessariamente
per sottovalutare l'intelligenza degli altri,
i quali hanno buon gioco
nel confermargli la loro fede
di essere i più furbi,
per mantenerli nella inconsapevolezza della loro intelligenza,
ed usarla per realizzare i propri scopi,
senza che i poveretti manco se accorgano.
Garbo dopo lunghe e tormentate riflessioni
RispondiEliminasono giunto alla conclusione definitiva:
tu sei il più furbo di tutti....
CUNTENT PIRLA ?