Mark Shaw |
Robert Doisneau |
Paul Outerbridge
(Taninè - Don Pirrotta) - "Da quand'è che non ti
confessi, Taninè?". "Da quando mi maritai, don Pirrotta".
"Accussì tanto? E perché?". "Mah! Per la verità, non lo saccio.
Si vede che il matrimonio che feci mi sviò". "Che razza di
ragionamento! Il matrimonio sacramento è! Come può un sacramento sviare dagli
altri sacramenti?". "Ragione ha. Allora forse è pirchì mio marito non
ci tiene". "Tuo marito ti dice di non venire in Chiesa?".
"Nonsi, non mi dice né ai né bai. Però una volta che stavo niscendo di
casa per venire in chiesa, lui si mise a ridere e mi fece: "vieni qua che
ti do i sacramenti che ti servono". E mi portò nella càmmara da letto.
Accussì mi passò il pinsèro". "Bestemmiatore! Blasfemo! Tuo marito se
ne andrà ad abbrusciare nel foco dell'inferno con tutti li vistita! Hanno
ragione in paese di dire di tuo marito Pippo quello che dicono!". "E
che dicono di Pippo in paìsi, patre Pirrotta?". "Dicono che è
appattato coi socialisti! Coi peggio senza Dio!". "Parrì, non ci
credesse alle malelingue!". "D'accordo. Però se tu mi conti le cose
che mi stai contando!...". "Sgherzava, patre Pirrotta".
"Assolvete il dovere coniugale?". "Mah... non saccio... che
viene a dire?". "Fate quello che fanno marito e mogliere?".
"Non ammanca". "Lo fate spesso?". "Tre... quattro
volte". "A settimana?". "Babbìa? Al jorno, parrì".
"Assatanato, pigliato dal diavolo è. Povira Taninè!". "Pirchì
povira? A mia mi piace". "Che dicisti?!". "Che mi piace".
"Taninè, ci vogliamo giocare l'anima? Non ti deve piacere!". "Ma
se mi piace che ci posso fare?". "Devi fare in modo che non ti piace!
Provare piacìri non è cosa di fìmmina onesta! Tu devi praticare con tuo marito
solo con l'intenzione di fare figli. Ne avete picciliddri?". "Nonsi,
non vengono, ma li vogliamo avere". "Senti, Taninè. Quando fai la
cosa con tuo marito, arripeti mentalmente: ‘non lo fo per piacer mio ma per
dare un figlio a Dio’. D'accordo? La fìmmina, la sposa, non deve provare piacìri
perché altrimenti il rapporto col marito cangia di colpo e addiventa piccato
mortale. La donna non deve godere, deve procreare". "Patre Pirrotta,
io quella cosa che disse non la posso dire". "E pirchì, santa
fìmmina?". "Pirchì sarebbe una farfantarìa, una buscìa che direi al
Signiruzzo santo. Macari quando Pippo mi si mette di darrè...". "Eh
no! Questo è peccato! La Chiesa considera piccato farlo con l'omo ante retro
stando, sebbene che i figli possono nascere lo stesso". "Parrì, ma che
viene a contare? Ma quando mai! Indove che lo mette lui non nascono
figli!". "O madre santa! Mi stai dicendo che lo fa nell'altro
vaso?". "Ca quali vaso e vaso, parrì!". "Socialista è,
quant'è vero Dio!". "Parrì, ma che ci accucchia il socialismo col
vaso, come dice vossia?". "Ci accucchia! E come se ci accucchia!
Farlo nell'altro vaso è contro natura! E contro natura è macari il
socialismo!".
(Andrea Camilleri,
La concessione del telefono,
Sellerio, Palermo, p. 118-120, € 10).
Venere Callipigia Museo Archeologico Nazionale di Napoli |
Ailes du Desir |
Pour l'amour de Paris Brassai |
Ma Man Ray non si
concede solo quella forma di divertissement
che è il violon d’Ingres, fa molto di
più e di molto più irriverente (o come si direbbe oggi, di trasgressivo),
scatta una foto di una donna inginocchiata su un letto e piegata su se stessa,
da dietro, in primo piano si vede nitidamente il suo culo poggiato sui suoi
piedi, e le mani giunte intrecciate dietro, la pubblica con il titolo “La priere” (La preghiera).
Un’immagine sconcertante, dissacrante, provocante, se fosse
accaduto oggi invece che nel 1930, in Italia invece che in Francia, il cardinal
Bagnasco l’avrebbe messo al rogo a
Roma in Campo dei Fiori, sulla stessa pira di Giordano Bruno, papa Francesco
gli avrebbe sferrato un “punio” perché non si scherza impunemente con la mamma e
i vari Mario Adinolfi, Massimo Gandolfini, Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni gli avrebbero organizzato contro il Prayer Day.
Brassai Autoritratto (l'occhio notturno) |
Coco Chanel |
Coco Chanel |
Stavolta usando come location direttamente l’attico di Bertone, perché il Circo Massimo è troppo piccolo per contenere tutti i fanatici d’Italia e tutti i laici “devoti” che leccano il culo alla Chiesa, perché i politici vari passano … tutti indistintamente (in Italia poi anche i più longevi durano non più di un ventennio), e ora contano e fra un po’ non contano più un cazzo, mentre la chiesa è li da oltre duemila anni e ha un potere a cui si inchinano sia il potere politico sia il potere economico oggi in questo Paese.
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che Bagnasco si senta
in dovere di dire che la questione del matrimonio civile non è una priorità … o
che sulle unioni civili si voti a scrutinio segreto … mi sono mai intromesso io
su come va fatto un Conclave? Ho mai espresso il parere di usare marjuana della
migliore sia per la fumata bianca, sia per la fumata nera, invece delle schede?
… È lui a decidere cosa è e cosa non è priorità oggi … e manda segnali ai suoi
tirapiedi e questi prendono le distanze dalla legge Cirinnà e gli organizzano il Family
Day.
Dior glamour autumn-winter 1953, haute couture collection vivante line, photo Mark Shaw |
Dior glamour the Lola dress, photo Mark Shaw |
Pasquale De Antonis - La donna elegante, 1947 |
Comunque la vogliate interpretare questa immagine, qualunque sia il valore simbolico che vogliate attribuirle, sia che, come me, vogliate solo farvici sopra una sana e vigorosa risata, dovete però ammettere che gran parte del suo potere dirompente le proviene proprio da quell’oggetto impressionato, se avesse scattato una foto con la mani giunte sul seno, non sarebbe stata la stessa cosa.
Il culo attrae per la perfezione delle sue forme, d’altronde lo sapevano anche gli antichi greci che la forma geometrica più perfetta è la sfera, e i primi filosofi si occuparono tutti indistintamente di geometria, ma il culo è più perfetto della sfera perché è una sfera doppia che si presenta in modo simmetrico e poi, perché mentre la sfera è una categoria metafisica, il culo è estremamente fisico, è la parte del corpo umano più estesa e rappresenta al massimo grado la perfezione tangibile e violabile.
Sorelle Fontana - Ava Gardner |
Come sapeva a suo tempo il divino marchese Donatien-Alphonse-François de Sade, come sa anche il più scalcagnato sado-masochista, e come sa bene anche ciascuno di noi, perché Freud ha dimostrato una volta per tutte che in fatto di sesso o di erotismo una cosa diventa una perversione solo se è la forma esclusiva di soddisfacimento, ma che tutto l’insieme di ciò che chiamiamo perversioni è presente in ciascuno di noi e rappresenta quel pizzico di peperoncino che rende più piccante e più appetibile il sesso genitale.
Anche Nietzsche, che pure di sesso e di donne ne sapeva ben poco, ma che indubbiamente era di un’intelligenza sopraffina, giunse a stillare questo apoftegma: "Tutte le cose diritte mentono, borbottò sprezzante il nano. Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo". (Così parlò Zarathustra, III, Della visione e dell'enigma, 2.)… e mi piace pensare che, come Newton giunse a comprendere la legge della gravitazione universale osservando una mela cadere da un albero, Nietzsche sia giunto a questa verità osservando un culo femminile muoversi e cantare: “Guarda come dondolo …”.
Jacques-Henri Lartigue - Sala, at the Rocher de la Vierge, Biarritz, August 1927
Jonas Rueter, classic fine art nude posing |
Un funzionario misura la distanza della lunghezza del costume dal ginocchio |
Alcuni storici del costume e della moda ritengono che la predilezione per il fondoschiena, per le forme ubertose e per le linee curve sia legata ad eventi economici, come ad esempio una crisi, o ad eventi storici e politici, come una guerra o l’avvento di una dittatura. Ad esempio di ciò portano l’innegabile evidenza che durante il fascismo, il nazismo e il franchismo, era prediletta dagli uomini la donna con la vita snella, i fianchi stretti, le gambe lunghe e affusolate, ma con un bel seno e un bel culo rotondi; nel dopoguerra, appena usciti da una forte crisi economica, si affermò la donna giunonica, la maggiorata fisica.
In realtà la forma preferita della donna cambia in base a variabili multiple difficilmente individuabili o prevedibili, e sarebbe altrettanto facile trovare nella storia esempi di periodi bellici o di dittature in cui predominava la donna magra e slanciata, invece di quella tutta curve; mentre credo che la predilezione per il culo sia una costante universale e ubiquitaria.
La "Giumenta", Museo San Martino, Napoli. |
L'ermafrodito (particolare), Louvre, Parigi. |
Il culo è la fonte di desiderio più diffusa e democratica che
esista, piace in qualsiasi epoca, piace ai ricchi e ai poveri, ai patrizi e ai
plebei, ai nordici e ai mediterranei, ai levantini e ai ponentini, ai giovani e
ai vecchi, al colto e all’inclita, al laico e al religioso, al nero e al
bianco, agli uomini e alle donne.
L’unica differenza che possiamo scorgere nelle varie epoche storiche è il modo di mostrare o nascondere questa parte anatomica, la storia dei costumi maschili e femminili è piena di differenze fra le epoche e i sessi, abbiamo ancora ben presenti i complicatissimi abiti femminili che avevano l’intento di nascondere il corpo della donna, senza lasciare intuire le sue vere forme e senza lasciare intravedere alcun lembo di pelle che non fosse quello del viso.
Elliott Erwitt |
Paul Sieffert, Nu sur lit de fourrure, Parigi |
Erano abiti difficili da indossare, che utilizzavano stecche, corpetti di cuoio e denti di balena con lo scopo principale di trasformare la povera figura femminile in un carro allegorico, che però enfatizzava proprio ciò che voleva celare e lasciava stranamente libera proprio l’intimità, visto che in genere le donne non portavano le mutande (in Italia erano considerati indumenti da prostitute, come le graghesse che indossavano le meretrici veneziane, nonostante Isabella d’Este avesse cercato di inserirle alla corte di Mantova, mentre nemmeno tutta l’autorità e la tenacia di Caterina de Medici riuscirono ad imporre le “briglie da culo” alla corte di Francia), e che queste si sono affermate relativamente tardi nella storia dei costumi.
Viceversa, mentre la donna veniva confezionata come una bomboniera, per l’uomo si tagliavano abiti molto attillati, che mettevano in mostra i suoi attributi virili, delle calzamaglie aderenti e variamente colorate, che mettevano volgarmente in evidenza la patta, mentre enfatizzavano al contrario il petto, le spalle e l’altezza, molto spesso con l’ausilio di spalline, imbottiture e zeppe posticce.
Solo le popolane avevano una libertà maggiore, perché vestivano con ciò che trovavano e con abiti che comunque dovevano essere molto più semplici ed agevoli da indossare, visto che non avevano cameriere o dame da camera, non potevano perdere tutto quel tempo per la vestizione e dovevano essere sufficientemente libere per poter fare dei lavori manuali.
Man Ray, La Prière, 1930 |
Sorelle Fontana |
Marc Lagrange |
Nel periodo storico che sto prendendo in considerazione, quello che va dall’inizio degli anni 30 alla fine della seconda guerra mondiale, la grave crisi economica del 29 e l’insediarsi di regimi totalitari in Italia, in Germania, in Russia e in Spagna, spazzò via completamente i favolosi anni ruggenti, quelli in cui ebbe il predominio la grande euforia che seguì la prima guerra mondiale.
In quel decennio gli abiti femminili si semplificarono parecchio, le gonne si accorciarono paurosamente, i cappellini divennero un vezzo appena accennato, i tacchi si abbassarono per permettere un certo dinamismo e nel complesso la figura femminile che ne veniva fuori dai vestiti, al trucco al taglio dei capelli era quella di un “maschiaccio”, una donna sinuosa, snella dinamica, quasi maschile, che voleva ribadire in ogni campo, persino nell’aspetto, l’autonomia dal maschio e la consapevolezza del suo valore che aveva acquisito durante gli anni della guerra, in cui aveva dovuto sopperire all’assenza del padre, del fratello o del marito, occupandosi lei di quello che in genere si occupavano prima i maschi.
Mario Testino |
L’avvento dei totalitarismi che propagandavano un modello di donna funzionale al regime, e i rigurgiti quasi ovunque del nazionalismo, dello sciovinismo, del sessismo e del maschilismo, fecero si che questo decennio di relativa libertà per le donne si concludesse in una sorta di ripristino dell’ancient regime quasi si fosse replicato ancora una volta il Congresso di Vienna.
Il modello di donna ora in voga non è più quello androgino ed
emancipato della ragazzina viziata che gestiva il suo corpo e il suo tempo
indipendentemente dall’uomo e dalla sua famiglia, la donna si femminilizza
anche nelle forme, prevale la donna tutta curve, la maggiorata, che alle
marcate linee geometriche preferisce la sobrietà di abiti più morbidi e
fascianti, che esaltino le sue curve e talvolta le accentuino, magari con l’uso
di un busto meno fastidioso di quello delle loro nonne o mamme, che restringeva
la vita ed esaltava il seno, i fianchi e il sedere.
Alfred Cheney Johnston, From Enchanting Beauty, 1937 |
La crisi economica comporta una nuova sobrietà negli abiti femminili, le gonne si allungano fin sotto il ginocchio di giorno, e fino alla caviglia la sera, l’uso del pantalone come capo femminile elegante permane anche grazie all’esempio delle grandi star di Hollywood come Marlene Dietrich e Greta Garbo, alla seta e al raso si sostituiscono sempre più spesso i tessuti artificiali come il rayon e il nylon e la plastica è sempre più presente negli accessori, che rifiniscono e definiscono la nuova donna glamour.
Madeleine Vionnet, Cocò Chanel e Elsa Schiaparelli in Francia, le sorelle Fontana in Italia e tutte le grandi creatrici di moda che seguirono, tendono a vestire la donna molto sobriamente, ma nello stesso tempo fanno in modo che questa sobrietà sia straripante, provocante, fortemente seducente … in una parola, molto femminile, e nessun particolare è lasciato al caso, ogni orlo, ogni aggiunta, ogni semplificazioni, ogni piega e ogni plissè sono funzionali nel gioco di attrazione fra i sessi.
Steven Klein |
Brigitte Bardot, 1964 |
L’idea imperante è che la donna da ferma deve sembrare una dea, una di quelle statue di divinità pagane che ornano ormai tutte le capitali europee, e in movimento deve diventare poesia.
Il culo in tutto questo ha un ruolo fondamentale, è la superficie corporea del corpo di una donna più estesa, è una zona erogena fra le più sensibili, lo si vuole tondo, lo si vuole pieno, lo si vuole sodo e lo si vuole estremamente provocante, è così che si fa di tutto per inventare abiti che lo mettano in risalto quanto più è possibile.
Come può una donna comprendere l’uragano che scatena nella mente e nel corpo di un uomo la vista del suo arrière-boutique? Una donna che si piega a raccogliere qualcosa per terra, e che poi si ferma, si accorge, si gira e ti guarda maliziosa, e finisce di prendere ciò che le era caduto con più calma e più tempo di quello che occorre. O quella che si affaccia alla finestra appoggiandosi alla balaustra e sapendo che tu dietro gusterai un panorama migliore del suo.
Jeanloup Sieff, 1962 |
Come potevi tu comprendere quell’estate il turbamento, l’affacciarmi ad una vertigine, che mi provocavano le tue forme che riempievano completamente i tuoi pantaloni di lino bianchi, e quel filo bianco verticale che erano i tuoi slip, bianchi perché non si notassero, ma proprio perché non volevano essere notati erano più eccitanti.
Come avresti potuto comprendere quel desiderio furioso per quella semplice e stolida massa lipidica sferica, più o meno pronunciata, più o meno aggraziata, più o meno simmetrica, ed è per questo che curavi molto di più i tuoi occhi, la tua bocca, le tue mani, la pelle del tuo viso, i tuoi capelli e i tuoi vestiti.
Solo perché eri innamorata, forse, mi assecondavi anche senza comprendere, ti beavi di contemplare il mio volto estatico e soddisfatto, come una madre si compiace nel vedere il suo bambino che gioca felice e contento col nuovo giocattolo che gli ha regalato.
Con una mano artigliavo (perché anche afferrare è poco) l’emisfero australe, con l’altra l’emisfero boreale e mi sentivo il re del mondo … ma il re del mondo ci tiene prigioniero il cuore … e l’animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè mi rende schiavo delle mie passioni e non si arrende mai e non sa attendere e l' animale che mi porto dentro vuole te. Dentro me segni di fuoco è l'acqua che li spegne se vuoi farli bruciare tu lasciali nell' aria oppure sulla terra… non saremo più né tu né io. Cerca di restare immobile, non parlare lento il respiro all'unisono rallenta il cuore. Muta la furia in ebbrezza in tenerezza lasciati andare fino ad arrivare all'estasi con me.
Venere Callipigia, Museo Archeologico Nazionale di Napoli |
Van Der Keuken, Parigi |
E' iniziato così:
e
CONTINUA ....
Bellissimo post, Garbo! Davvero.
RispondiEliminaIo, non ho mai potuto prenderlo in considerazione per creare attenzione su di me, si insomma, i giochetti per tirare su la monetina per terra con me sarebbero solo tempo perso.
E' troppo piccolo, si, e credo proprio passi inosservato. Idem per i due gemelli davanti. Stramaledettamente piccoli pure loro. Ma almeno con quelli si può barare. Benedetto sia l'inventore dei push up!
Comunque, per colpa del tuo post Garbo, stamattina mi sono piazzata davanti allo specchio grande del bagno per osservarmelo con attenzione . Poverino, lui si mantiene bene per carità, cellulite e smagliature non sa nemmeno cosa siano, però, accidenti, non ha nulla ma proprio assolutamente nulla a che vedere con ste meraviglie che hai postato. Quello della Venere Callipigia è... paradisiaco. per non parlare di quella che ha il gonnellino svolazzante, quello è proprio incantevole, accidenti a lei :-(
C'è un'immagine che, da donna, non mi è piaciuta per niente, la trovo orribile: quelle due mani pelose con la sigaretta tra le dita piazzate sopra di "lui". Secondo me dovresti toglierla.
Vabbè, ora, per le pari opportunità, aspetto il post sui culi maschili, eh! :-).
Ciao. Buon fine settimana ^.^
Nair, e ti credo che quello della Venere callipigia è paradisiaco, altrimenti mila l'appellavano Venere dal bel culo! Comunque mi associo alla tua richiesta finale, quella delle pari opportunità ;-) Ciao.
EliminaNon ce l'ho fatta a attendere oltre. Fantastico. Un tripudio, un'apoteosi del culo! Un omaggio alla sfericità che ci fa guardare il mondo senza camminare a quattro zampe. Ci riempiamo la bocca della supremazia conquistata per via della nostra posizione bipede eretta ma poi non riconosciamo il giusto tributo alla parte del corpo che ci consente di innalzarci dall'andatura carponi. Diciamolo pure chiaramente, quando ammiro un culo non sto indulgendo ai più bassi istinti dell'animale che mi porto dentro ma rendo omaggio all'evoluzione che mi ha consentito di guardare le stelle sopra di me...ma solo dopo il caffè :-)
RispondiElimina... e ci mancherebbe altro che non continui. Un abbraccio.
@ Cri,
RispondiEliminatutto piccolo? Ma è una tragedia! Dalle mie parti una vecchia canzone diceva che “i fimmini senza minni nun si ponnu marità” (le donne senza seno non riescono a sposarsi) (https://www.youtube.com/watch?v=vcP3jY7QQlI), senza contare che se ti fossi imbattuta in Cetto La Qualunque (il mondo è pieno di uomini così), avresti potuto suscitare reazioni simili a questa (https://www.youtube.com/watch?v=cRX5ck6nUww). :-)))
Ovviamente scherzo!!! Piccoli, grandi …. ma che differenza fa? Ciò che conta è l’armonia che regna sovrana, e non solo nel fisico di una persona, ma nel suo insieme fra aspetto fisico, carattere, modo di pensare, gradevolezza, simpatia …
Tu non hai bisogno del giochetto delle monetine, sei una donna straordinaria … hai tutto mignon? Chissà perché credo tu abbia molti argomenti per fare apprezzare ad un uomo i tuoi “mignon”.
Sull’immagine incriminata, quella che non ti piace: avevo in mente una donna con dei pantaloni di lino bianchi, semitrasparenti, che lasciassero intravedere la striscia bianca dello slip e su cui si posassero le mani (gli artigli) di un uomo. Volevo rendere il senso del desiderio maschile in maniera cruda ed esplicita, come non riuscirebbero tutte le parole del mondo. Ma non sono riuscito a trovarla, quella che vedi è l’immagine che mi soddisfa di più … trovo fuori luogo la sigaretta, non la stretta e nemmeno la peluria sulle dita, in fondo siamo solo poco più che scimmie antropomorfe, che si reggono su due zampe da poco più di un milione di anni fa.
Non prendere questo ciclo di post dannatamente sul serio, ogni tanto ho voglia di divagare, scrivo, mi diverto e spero che qualcuno leggendomi si diverta con me … già ti immagino quando leggerai il prossimo, non intenderlo in senso letterale… altrimenti mi farai causa per diffamazione o dileggio o mi accuserai di discriminazione o di maschilismo. :-)
Io sono sensibile alle pari opportunità, che invocate tu ed Antonio, vi farei persino contenti se potessi, ma temo di non essere all’altezza del compito, mi orienterei più verso culi maschili di foggia artistica, ma dopo il David di Michelangelo, i bronzi di Riace, il Nettuno del Giambologna, l’Apollo del Belvedere e qualcos’altro che sicuramente mi verrà in mente, non saprei cos’altro aggiungere.
Senza contare che se per ogni post su una categoria di cose o di persone, dovessi scriverne altri per non escludere le categorie simili che non ho citato, qualsiasi post sarebbe una catena infinita di Sant’Antonio.
Allora, se volete, potremmo intenderle così le pari opportunità: voi pubblicate tutti i culi maschili che volete ed io verrò ad ammirarli con la stessa attenzione con cui voi due avete ammirato quelli che ho postato io. Inoltre, se dovessi sentirmi a disagio potrei sempre (ma non ve lo do per certo) deprimermi di più mettendomi davanti allo specchio grande del bagno a fare il paragone fra il mio e il loro. :-)
Ciao
“Diciamolo pure chiaramente, quando ammiro un culo non sto indulgendo ai più bassi istinti dell'animale che mi porto dentro ma rendo omaggio all'evoluzione che mi ha consentito di guardare le stelle sopra di me...ma solo dopo il caffè :-)”, Freud ti direbbe che stai razionalizzando, io ti dico che stai addirittura poetizzando.
RispondiEliminaPer sfuggire ai “bassi istinti” animaleschi fai un balzo fino alle stelle, passando per un caffè. :-)
Io credo che non esistano né i bassi né gli alti istinti, e forse nell’uomo non esistono neppure gli istinti; non come, ad esempio, li intendono gli etologi o i biologi almeno.
Esistono però le pulsioni, gli appetiti, gli aneliti, i conati, …, che possono essere altrettanto forti come gli istinti, solo che non sono completamente affidati al nostro corredo biologico, genetico, e non sono certamente delle risposte semplici o complesse ma sempre uguali fra loro e identiche da un individuo all’altro, che vengono elicitate da un determinato stimolo.
Oltre ad essere al bivio fra natura e cultura, fra corpo e mente, biologico e psicologico, questi “istinti” sono molto importanti, ad essi dobbiamo la nostra esistenza sia la Cri, sia tu e sia io, senza di loro nessuno di noi sarebbe qui a discutere, quindi sarebbe improprio definirli “bassi” se dobbiamo loro la vita stessa.
Poi ci sorge l’angosciante dubbio dalla constatazione che anche Maurizio Gasparri è nato allo stesso modo, per cui la tentazione di ritornare ai “bassi istinti” è forte; del resto persino Darwin se fosse vissuto oggi e avesse conosciuto Gasparri, credo avrebbe dato qualche ritoccatina alla sua teoria evoluzionistica.
Bisogna pensare che anche Gasparri ha un senso per l’infinità del cosmo e sia essenziale, anche se tutto ciò resta per noi un mistero, per l’entropia dell’universo.
Eraclito era giunto a queste conclusioni circa duemila e cinquecento anni fa, quando ci dice che sono la stessa cosa il giorno e la notte, l’inverno e l’estate, il conflitto e la pace, la fame e la sazietà, la notte e il giorno il caldo e il freddo, il secco e l’umido, la concordia e la discordia, la vita e la morte, il sonno e la veglia, …, che in medesimi fiumi stiamo e non stiamo, siamo e non siamo, ci bagnamo e non ci bagnamo (e allora possiamo lasciare tranquillamente a casa il telo da mare e il costume) … e forse la stessa cosa siamo anche io e Gasparri. :-)
Non solo hai colto in anticipo che sarei giunto (nel prossimo post) a planare per un po’ sul terreno pseudo-evoluzionistico, citando la posizione eretta come origine dei glutei umani, ma sei anche riuscito ad individuare (nel commento al post precedente, il 2) i protagonisti di questo post a puntate, nonostante io abbia citato solo il vero nome di lei (che è più nota col suo nome d’arte), non abbia citato affatto lui, e nonostante il giro larghissimo per depistarvi.
Un abbraccio
Il trionfo del lato B... una accumulazione di meraviglie che mi costringono a sentirmi in imbarazzo davanti allo specchio. Ciao :-)
RispondiEliminaLa prima cosa che mi è venuta in mente è "L'uomo che guarda" ed è indubbio che lo sguardo maschile si distingue da quello femminile.. Ed è interessante a volte guardare con gli occhi degli altri e seguirne i pensieri...
RispondiEliminaCiao e buon tutto
Julia
Questa è la primavera a Palazzo Fortuny, purtroppo passata, ma guarda la coincidenza... :-)
https://youtu.be/8YNewxKhM6k
@ Anonimo,
RispondiEliminapardon, non era mia intenzione mettere in imbarazzo nessuno, né costringere chiunque a confrontarsi con lo specchio. :-)
Ciao
@ Julia,
RispondiEliminaa me pare che mentre lo sguardo femminile scivola, circonda, avvolge e dipinge, quello maschile scolpisce, penetra e attraversa. E’ da molto che cerco di guardare con gli occhi altrui … spesse volte mi arricchisco e mi diverto, rare volte la cosa mi inquieta e mi atterrisce…
Quella che citi è stata una bella esposizione di immagini, l’unica nota stonata è stata il titolo: “Nonostante Picasso”, fuori luogo se volevi presentare le capacità artistiche di una donna a cui l’incontro con Picasso è stato deleterio sia dal punto di vista personale, sia dal punto di vista artistico. A mio parere Picasso avrebbe dovuto rimanerne completamente fuori. L’idea per questo ciclo di post mi è venuta in quell’occasione, mentre ammiravo i suoi scatti e leggevo qualcosa della biografia di Dora Maar.
Stesso luogo, stesso riferimento ad una stagione, stessa città, all'incirca lo stesso periodo, si, una coincidenza quasi perfetta ;-)
Ciao
In di dietro ben fatto lascia presagire che tutto il corpo sia in appiombo ed è sintesi di perfezione anatomica.
RispondiEliminaLo scorso anno, d'estate, sul Lungomare ho portato un giovane figlio di amici e mio nipote a disputare quale fosse il miglior culo a passeggio; insomma, abbiamo giudicato Miss culetto.
Non ti dico la madre quando è arrivata nei pressi ed ha compreso che lo "svegliavo"; ma lui era già di per se stesso abbastanza scaltro.
Ciao da luigi, che, per inciso, non si è mai confessato ed era, anche per tradizione di famiglia, Socialista.
Caro Luigi,
RispondiEliminaper una madre (e in una madre italiana, specie una del sud, questo discorso è elevato alla massima potenza) il suo frugoletto è sempre un bambino e lo tratterà come tale a vita ... tranne forse quando desidera avere dei nipoti ... allora è il caso che suo figlio si svegli! In ogni caso preferirebbe che a svegliarlo fosse un'altra donna, una di cui si fida, una che non lo svegli troppo, che un uomo di esperienza; e, se non conosce nessuna, si vede costretta, fra mille imbarazzi, a farlo lei stessa, con risultati spesso catastrofici.
La confessione è stata lo strumento di potere più forte per tenere legate e sottomesse le coscienze, e uno strumento normativo efficace e feroce che appiattiva diversità e desideri ... fortunatamente oggi non si confessano quasi più nemmeno i cattolici e in ogni caso la confessione non è più tanto legata al controllo del territorio e a conoscere e ricattare moralmente le anime del proprio "gregge".
Ciao
Seguimmo per istinto le scie delle comete....I viandanti vanno in cerca di ospitalità nei villaggi assolati e nei bassifondi dell'immensità e si addormentano sopra i guanciali della terra.
RispondiEliminaE ti vengo a cercare anche solo per vederti o parlare perché ho bisogno della tua presenza...e ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare perché mi piace ciò che pensi e che dici.
Parlami dell'amore che si fa in mezzo agli uomini...di più...
No Time No Space
another Race of Vibration
keep your feelings in memories.....
Emme punto.