Joaquin Sorolla - Las tres velas |
Le vele le vele le
vele
Che schioccano e
frustano al vento
Che gonfia di vane
sequele
Le vele le vele le
vele!
Che tesson e tesson:
lamento
Volubil che l'onda
che ammorza
Ne l'onda volubile
smorza...
Ne l'ultimo schianto
crudele...
Le vele le vele le vele.
(Dino Campana, Barche
amorrate).
Un peschereccio si è capovolto a
nord della costa libica mentre un mercantile si avvicinava per i soccorsi.
Secondo un sopravvissuto le vittime sarebbero oltre 900, di cui 50 bambini:
"Centinaia chiusi nella stiva".
Eran 900, eran giovani e forti, e
sono morti … c’erano italiani nel peschereccio? Se va avanti così mi toccherà
disdire la prenotazione per quest’estate in Calabria, con tutti questi corpi il
mare sarà mica inquinato? Ok, quello è Ionio e questo è Tirreno, ma come girano
le correnti? E non è tutto Mediterraneo? Per precauzione quest’anno andrò ai
Caraibi, il Mar Rosso no, è a rischio terrorismo, non vorrei rischiare, ai
caraibi al massimo posso rischiare un’indigestione di aragosta, porterò con me
l’Alka Seltzer.
Novecento, però, come quel famoso
film di quel regista, quello di quelle parti li peraltro, Tornatone o
Tormentone li, non ricordo, sono tanti, un record, non sarà il caso di avvisare
i giudici di gara per segnalarlo, così ci mettono nel Guinnes dei Primati. Per
il ponte del primo maggio che fai? Vuoi che venga io da te, vieni tu da me,
oppure andiamo insieme da qualche parte? E che ha fatto la Juve in Champion?
Chissà perché ogni volta che accade una tragedia "che non ci riguarda" sento discorsi stupidi e cinici come quelli sopra, chissà perché ogni volta che si
parla di immigrati invitano Salvini in tv, ogni volta che si parla di famiglia
e di gay invitano Giovanardi, ogni volta che si parla di arte invitano Sgarbi,
è come se all’Expo 2015 di Milano invitassero il conte Ugolino, o ad un
congresso di chirurgia invitassero Jack lo Squartatore o ad un simposio sulla
fedeltà coniugale invitassero Silvio Berlusconi o Schettino a tenere una lectio sulla gestione del panico in caso di tragedie o di disastri all'Università la Sapienza di Roma.
Chissà perché sulle tv, sui
giornali e anche sui social network viene data una visibilità enorme alle
dichiarazioni shock di emeriti imbecilli, che creano solo liti furibonde e
spaccature sociali estendendo quel pensiero ad interi blocchi sociali,
culturali e politici a cui gli imbecilli di prima dicono di appartenere e che
in fondo non ci distinguono poi molto da loro in quanto ad imbecillità, se li
cerchiamo accuratamente, se li riportiamo come se fossero cose degne di nota,
se trascendiamo al loro stesso livello e col loro stesso linguaggio.
L’imbecillità è sempre esistita,
solo che ora è più visibile perché esistono molti rapporti virtuali dove è più
facile fare emergere il peggio di noi stessi, cosa che in un rapporto vis a vis
è molto più difficile, ci si può nascondere dietro anonimato e pseudonimi
credendo così a torto di non essere rintracciabili e di poter dire cose di cui
poi non ci si prende la responsabilità civile e penale ... o c'è quella noncuranza tipica di chi non ti guarda negli occhi e ha il coraggio di far emergere il peggio di sé, come accade in confessione, o dallo psicoanalista, in rete o in un semplice viaggio in treno.
C’è poi la questione che in
Italia ci siamo imbarbariti parecchio in questi ultimi decenni, la tv di Stato
prima, le tv berlusconiane poi, le telenovelas, le fiction, l’editoria che
pubblica solo chi compare in tv, chi solleva polveroni, chi strilla, gli
esibizionisti, i narcisisti, gli psicopatici, gli ambiziosi, i raccomandati,
gli amici degli amici, gli apocalittici e gli integrati, hanno creato un
analfabetismo culturale di ritorno e un analfabetismo funzionale, per cui oltre il 70% degli italiani di fronte a qualsiasi approfondimento, a
scalfire la superficie, a pensare con la propria testa, comincia a sentire lo
stridio degli ingranaggi, a vedere le scintille e si ferma, condannandosi a
giocare di riporto … e non a caso riporta qualsiasi cosa, da una dichiarazione
della Santanché fino ad una di Gasparri.
C’è chi ha limitate capacità
intellettive, deve quindi giocoforza semplificare ogni cosa per poterla
contenere ed elaborare nella sua mente, per cui una tragedia immane come quest’esodo
infinito e drammatico si trasforma in una invasione della “mia” terra, della “mia”
casa, un attentato al mio benessere, ai miei diritti, un agitare tutte le paure
possibili, criminalmente, le più becere: che mi rubino il lavoro, che mi stuprino
moglie e figlia, che introducano modelli di vita che abbassino il livello
qualitativo a cui sono abituato.
Naturalmente, se semplifico i
problemi, semplificherò anche le soluzioni che riesco a trovare, in molti casi
la semplicità estrema non risolve mai i problemi complessi, perché non ne
coglie l’ampiezza, il respiro profondo, nella maggior parte dei cadi sono
soluzioni inefficaci, negli altri si riducono in autentici disastri di cui poi
nessuno si prende mai la responsabilità: come per la Bossi-Fini, di Mare
Nostrum, di Triton … e di tutte le soluzioni a venire.
È il caso di Matteo Salvini che
sugli immigrati propone cose come “blocchiamoli in mare”, a parte che bloccare
in mare un barcone stracarico di gente senz’acqua e senza cibo, con le stesse
speranze di galleggiabilità di una bagnarola è criminale e solo se hai il senso
umanitario di un lombrico potresti farlo, ma come pensa Salvini di poter
pattugliare 7458 km di costa, sarebbe difficile persino per la marina
britannica o per la USA Navy, figuriamoci per la Marina, la Guardia Costiera
italiane.
Forse non ha neppure idea di
quanto costerebbe allo stato un tale dispiegamento di forze, che comunque
otterrebbe risultati molto prossimi al ridicolo, perché già adesso la
stragrande maggioranza dei migranti che attraversano il nostro suolo (molti dei
quali non si fermano da noi e vanno altrove), passano via terra attraverso
l’est e i Balcani.
Come non prevedere il buco
nell’acqua enorme che si rimedierebbe con questa strategia, perché noi abbiamo
sul nostro territorio la criminalità organizzata più potente d’Europa e forse
del mondo intero, a cui si sono ispirate storicamente altre forme di
criminalità in America e in Asia, un’organizzazione che ha una capacità di
infiltrarsi e di corrompere elevatissima, e che è certamente presente in tutto
ciò che può riciclare denaro da provenienza illecita, che può significare
controllo del territorio e potere e che sia anche molto proficuo.
C’è chi, pur essendo dotato
intellettivamente, almeno mediamente dotato, in casi come questa tremenda
tragedia del mare, reagisce in maniera paradossale, spostando l’intera
questione su aspetti secondari, sulle banalità, su ciò che è inopportuno o
incongruo (come lo schizofrenico che ride al funerale della propria madre),
oppure proponendo soluzioni strampalate senza rendersi conto appunto che sta
sfiorando il ridicolo.
Ho sentito qualcuno ventilare l’ipotesi
dell’intervento militare in Libia, dai cui porti di Tripoli e di Bengasi
partono la maggior parte dei natanti diretti in Italia, chi fa una simile
proposta non ha idea di cosa potremmo incontrare noi oggi in Libia,
organizzazioni terroristiche così estese e potenti che nemmeno gli Stati Uniti
hanno osato finora contrastare, e d’altra parte credo non si renda
perfettamente conto dello stato dei nostri armamenti e della potenza del nostro
esercito.
Per poter pacificare tutta la
zona occorrerebbe bombardare con gli aerei tutte le basi strategiche, tutti i
collegamenti, piegare l’esercito, demoralizzarlo, e poi invadere da terra tutta
la zona, cercando di conquistare territori palmo a palmo, con perdite terribili
… decisamente chi parla in questo modo non sa cosa sta dicendo, anche se chi ha
buttato li a caldo l’idea sono stati per primi Gentiloni, ministro degli esteri,
e Pinotti, ministro della difesa, proposta per fortuna smentita subito dopo.
Poi c’è anche qualche buontempone
che si diverte ad immaginare scenari utopici tanto per esercitare la sua massa
cerebrale, ho letto da qualche parte che per noi italiani sarebbe addirittura
auspicabile non soltanto accogliere gli immigrati, ma addirittura promuovere l’immigrazione,
organizzando noi in prima persona la tratta, con navi da crociera a prezzi
concorrenziali con gli scafisti e, visto che molti immigrati desiderano andare
in primo luogo nei Paesi del nord Europa (Francia, Germania, Inghilterra, Scandinavia),
noi li depositeremmo direttamente nei porti principali di questi Paesi, magari
facendo un inchino alla Schettino e una piroetta all’Arlecchin Batocio.
Spero che a nessuno di voi venga
in mente di dare ad una baggianata come questa il minimo credito, una simile
pensata parte da una concezione paranoidea dell’Europa, da una dicotomia
noi-loro, da una mira segreta di approfittare perché siamo più furbi di loro e
nello stesso tempo di non farsi fregare.
Un’idea dell’Europa che è
imperante in Italia, è presente anche altrove (provate a pensare alla mossa con
la quale la Grecia chiede il risarcimento dei danni di guerra alla Germania,
difficile immaginare una pagliacciata simile, e questo mette una croce tombale
definitiva alla credibilità della sinistra europea … dopo Tony Blair, dopo D’Alema,
dopo Zapatero), ma che se prevalesse significherebbe la morte stessa dell’Europa
Unita, come la mafia al sud, la Lega al nord, e il qualunquismo dei furbi in
tutto lo stivale (isole comprese) ha significato la morte dell’Italia unita ad
oltre 150 anni di distanza.
Inutile dirvi che essa trova la
stessa ispirazione di una certa “napoletanità” (sia detto senza offesa per i
napoletani, perché col termine intendo un modo di pensare di cui Napoli è il
simbolo, più che una collocazione geografica), quella che per intenderci architetta
la maglietta con la striscia nera che simula la cintura dell’automobile, o che
mette in commercio lo spray che rende sfuocati i numeri della targa per l’autovelox,
o che va a vendere bandiere verdi col “sole delle alpi” (che però sembra più il
simbolo della marjuana) e altri gadget alla festa annuale della Lega a Ponte di
Legno.
Ma è anche e soprattutto la
fattibilità, la realizzabilità pratica, ad affossare definitivamente questa
pensata: i porti più raggiungibili nel mediterraneo sono quelli della Spagna,
della Grecia e della Francia del sud, per raggiungere i Paesi ricchi del nord
Europa bisognerebbe navigare nell’oceano Atlantico, e i costi e l’impresa
sarebbero ben più onerosi, senza contare che dubito che qualsiasi porto europeo
farebbe sbarcare una nave carica di immigranti, anche se travestiti da
crocieristi, così come nessuno sarebbe più invogliato a comprare una Fiat solo
perché ci metti il marchio Ferrari (idea, quest’ultima, di Silvio Berlusconi,
che non a caso è stato il leader politico più discusso e autorevole in Italia,
proprio perché ci rappresenta più di tutti gli altri politici messi insieme, e
ci rappresenta così tanto che anche a “sinistra” ci siamo procurati Renzi, che
è Berlusconi da giovane e senza mignotte).
Insomma, sembra quasi che
facciamo di tutto per rimpicciolire, semplificare, alterare, banalizzare,
strumentalizzare il problema, dando l’idea di volerlo risolvere, che in fondo è
molto semplice risolverlo, ingigantendolo anche opportunamente in alcuni casi: secondo
molti dei nostri politici e qualche giornalista “indipendente”, anzi, “libero”,
ci sarebbero almeno un milione di immigrati pronti a partire sulle coste della
Libia (qualche migliaio secondo la questura), numero inverosimile, buttato li a
caso, non sarebbe sostenibile per nessuna città libica ospitare anche solo per
poco tempo tutta questa gente priva di mezzi propri.
Anche creti-NO è reato |
A questo si aggiunge il possibile
pericolo terrorismo, la possibilità di attentati in territorio italiano, basati
semplicemente sul nulla, ma in campagna elettorale significano molti voti e
possono determinare la vittoria di chi sa giocarsi meglio le paure e i timori
degli italiani; se poi da noi ne arrivano qualche centinaio per volta, dal
milione previsto, e non succede nessun attentato terroristico, persino Angelino
Alfano potrebbe passare per un ministro capace: visto che ha contenuto i flussi
migratori e ha prevenuto gli attentati… un modo come un altro per guadagnare
molto investendo solo chiacchiere.
Io credo che manchi
sostanzialmente la possibilità di capire nel profondo cosa sta accadendo, chi
sono tutte queste persone che sbarcano o tentano di sbarcare sulle nostre
coste, da che cosa scappano, qual è l’entità vera dell’esodo, perché rischiano
la loro vita, quella delle loro donne e dei loro bambini in carrette del mare,
dando tutti i loro averi a gente senza scrupoli, per venire da noi, quali
sentimenti li animano.
Dovremmo metterci nei loro panni,
dovremmo conoscere ciò da cui fuggono, dovremmo provare le loro stesse emozioni
per capire, non basta ciò che definiamo intelligenza, bisogna “sentire”, “provare”,
per capire davvero, perché la paura, il fastidio, la xenofobia, la grettezza, l’egoismo,
l’imbecillità espressa in certi messaggi compiaciuti per l’ennesima tragedia, nascono
dal non capire tutto questo, dal non aver mai sviluppato una intelligenza
emotiva che ti permette di comprendere l’altro e le sue motivazioni più
profonde.
Nave migranti |
Nave negriera metà dell'800 |
È attraverso questa capacità di
cogliere le nostre emozioni e quelle altrui che possiamo darci conto di almeno
cinque secoli di rapporto tra Africa ed Europa (o Occidente in generale) basato
sullo sfruttamento più bieco, a partire dalle navi negriere che facevano rotta
in America, fino al colonialismo più recente e fino all’utilizzo dell’Africa
come terra in cui vendere le proprie armi fomentando le liti locali e
innescando veri e propri genocidi, o come terra su cui sversare tutti i rifiuti
tossici che la nostra “civiltà” produce, o le scorie nucleari che non sappiamo
dove mettere, o per effettuare la sperimentazione di medicine innovative o di
cosmetici direttamente sull’uomo visto che siamo diventati così sensibili alla
sperimentazione animale.
Attualmente noi psicologi
constatiamo un analfabetismo emotivo quasi totale pericolosamente diffuso,
questo limita i rapporti umani, crea fraintendimenti a non finire, permette la
chiusura dell’individuo nel narcisismo, nel solipsismo, impedendo ogni
creazione profonda di legami affettivi con qualsiasi partner e di legami
genitoriali con i propri figli (a cui viene trasmessa questa opacità, perché è
necessario educare il bambino a percepire le proprie emozioni e ciò può
avvenire soltanto se c’è alla guida un adulto capace di percepire in maniera
riflessiva le proprie emozioni, quelle del bambino e tutto ciò che si crea nel
rapporto fra loro due … altrimenti, in età adulta, sarà un educatore o lo
psicoanalista a svolgere questo ruolo).
Questa capacità riflessiva è
fondamentale e precede ogni proposta concreta, se non esiste o non è
sufficientemente profonda, le soluzioni avanzate saranno o sbagliate del tutto,
o parzialmente efficaci oppure decisamente dannose o catastrofiche … e questa
capacità è tanto rara quanto è preziosa.
Perché il titolo di questo post?
Provate a pensare come pronuncerebbe Matteo Renzi “Canale di Sicilia”.
Post che sottoscrivo.
RispondiEliminaPer fortuna hai aggiunto anche l'immagine di Giusi Nicolini (grande donna) perchè con tutte le altre facce di merda mi stavo intristendo...
Spero non ti dispiaccia se aggiungo al mio blog quell'immagine linkata al tuo post.
Caro Garbo, io non so più cosa dire, cosa pensare. Questo strisciante razzismo che confina con il nazismo non è solo un problema del nostro paese è un problema europeo, forse mondiale. Viviamo in un'europa nazista nonostante le apparenze? Risorse limitate, reazioni aggressive, fenomeni densità dipendenti, sono tutte categorie usate per descrivere le dinamiche popolazionistiche di animali che riteniamo "inferiori", invece sono più che sufficienti per descrivere le nostre società e se sono sufficienti per descriverle vuol dire che non sono società, ma aggregati, al massimo comunità. Noi parliamo di empatia ma in quanti siamo? Ci consoliamo con la cosiddetta maggioranza silenziosa? Non sono d'accordo con la liberatoria della mela marcia, una mela marcia contamina tutto il cesto, per questo va tolta dal cesto. I vari Salvini vanno trattati per quello che sono: nazisti. Come dici giustamente non si vede motivo di invitarli nelle trasmissioni a discettare di cose che ignorano, intellettualmente e emotivamente. Questo è un problema dei media nazionali, e altrove? Temo che l'isola della ragione di cui parlava Kant è sommersa dalle onde alte dell'irrazionalità. Ciao.
RispondiEliminaDa giorni prima di vederlo il mare era un odore
RispondiEliminaUn sudore salato, ognuno immaginava di che forma.
Sarà una mezza luna coricata, sarà come il tappeto di preghiera,
sarà come i capelli di mia madre. [...]
Mi giro di schiena, questo è tutto l'indietro che mi resta [...]
Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo. [...]
La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,
nostra patria è una barca, un guscio aperto.
Potete respingere, non riportare indietro,
è cenere dispersa la partenza,
noi siamo solo andata. [...]
(Racconti di uno - Erri De Luca)
....Flâneuse
Mi è piaciuto molto il tuo commento al mio aprile e non posso darti torto, è il mese che ispira pace e armonia ma incombe su tutto l'incubo di questa realtà, di questa umanità che sembra ormai sull'orlo dell'abisso, ad un punto di non ritorno, in preda ad una spirale di crudeltà e indifferenza.. Il cinismo sembra ormai contagioso.
RispondiEliminaProgresso e regresso.
Mi collego al post precedente e azzardo un paragone tra l'expo Milano e il grandioso expo Parigi 1855 e 1899...
Non riesco a scrivere altro. Il commento di Flâneuse ha spento tutto il resto...
Ciao
Julia
Un post memorabile. Lo ricondivido.Però debbo ritornare a leggermelo con calma, grazie
RispondiElimina@ Berica,
RispondiEliminacerte immagini e certe reazioni agli avvenimenti deprimono e intristiscono anche me, ti comprendo perfettamente. Nessuna di queste immagini è di mia proprietà, non avrebbe senso concederti ciò che non è mio ... ma visto che io l'ho già preso ;-)
Ciao
@ Antonio,
RispondiEliminadifficile non darti ragione sui dubbi e sulle considerazioni che esprimi, basta davvero poco perché smettiamo di essere italiani, di appartenere ad una regione, ad una città, di sentirci Europei, cattolici e persino di sentirci esseri umani (in fondo l'ospitalità per il pellegrino, il viandante, l'aiuto al bisognoso lo insegnano tutte le culture), per essere solo "aggregati" e arroccarci soltanto sulla nostra famiglia (ma anche li sono lacrime e sangue, divorzi e figli che non capisco) o su noi stessi senza sapere bene chi siamo e cosa siamo "noi stessi". Forse non c'è più nemmeno l'Io, per questo non ci sono neanche gli "altri" ... ma se ci leggesse Salvini direbbe che facciamo troppa filosofia mentre i "negher" ci rubano il lavoro, vivono a nostre spese in hotel a cinque stelle con piscina, vengono privilegiati nell'assegnazione di case dai comuni e stuprano le nostre donne :-). Non penso alla "mela marcia", penso all'imbecillità che si sta espandendo a macchia d'olio perché è più contagiosa di un virus ad alta penetrazione, perché è la scorciatoia che tutti stiamo cercando quando la salita si fa dura e siamo già stanchi e sudati ... hai voglia a dire che questa è l'unica strada sensata e che bisogna faticare. Tieni presente però che, come già accadde quando si insediò il fascismo o il nazismo, la stragrande maggioranza delle persone che esprimono queste idee non è razzista DOC, è solo spaventata, è terrorizzata anche dall'idea che questa nuova massa di individui che partono dal nulla possa diventare migliore di loro (secondo i parametri che usano per distinguere il migliore dal peggiore: possedere cose, godere di privilegi, godere di un certo benessere e di alcuni gadget che ti qualificano come privilegiato e degno di ammirazione e di invidia). Non credo che la differenza vada fatta sulla linea della razionalità/irrazionalità, i nazisti erano altamente razionali e istituirono i lagher secondo principi estremamente razionali, razionali erano i principi dell'eugenetica in base ai quali era lecito sopprimere gli "esseri inferiori" ... la razionalità talvolta fa paura, molto più dell'irrazionalità. E talvolta l'irrazionalità (e l'emotività), senza celebrarla eccessivamente, ti permette di capire a fondo lo spessore di un individuo prima ancora di poter esprimere un pensiero razionale su di lui.
Ciao
@ Flâneuse,
RispondiEliminamolto belli e molto appropriati i versi di De Luca, che non sono stati apprezzati soltanto da me a quanto vedo ...
@ Julia,
RispondiEliminati stupirebbe leggere quanto scrittori, poeti, letterati, politici, pensatori, ..., ritenessero i loro tempi come i più tristi, i più vicini all'abisso, i peggiori in assoluto sia rispetto al passato, sia rispetto al futuro ... i tempi sono sempre tristi, forse è una condizione umana inalienabile e uno dei primi pensatori dell'Occidente, Biante di Priene, uno dei sette savi, uno che era stimato persino da Eraclito, uno che avrebbe sferzato volentieri Omero ed Esiodo,sosteneva che la maggior parte degli uomini è cattiva. Una cosa inconcepibile, su cui meditare profondamente, con la stessa intensità con cui si medita sul: "Conosci te stesso" o su "Ottima è la misura". Di una persona che mi è cara io apprezzo i sorrisi e le tristezze, non pretendo che sia felice o serena solo perché è primavera, ma quando la vedo triste cerco di farle sentire l'odore dei fiori :-)
Ciao
@ Mr. Hyde,
RispondiEliminasono contento che lo apprezzi, mi fa piacere che tu sia giunto sul mio blog, torna quando vuoi e rileggi pure con calma ...
Ciao