Durante la partita
Villarreal-Barcellona giocatasi a Barcellona, un certo David Campayo lancia una banana in direzione del calciatore del
Barcellona Dani Alves, brasiliano di
colore; il gesto è certamente razzista, come razzisti sono i grugniti scimmieschi,
il lancio di noccioline rivolti ai giocatori di colore.
Alves, che si accingeva a
calciare un calcio d’angolo, senza scomporsi, raccoglie la banana per terra e
la mangia; se si trattasse di un gesto spontaneo (perché c’è chi ha pensato
fosse solo una trovata
pubblicitaria) sarebbe certamente un gesto rivoluzionario, la risposta perfetta
all’imbecillità del gesto razzista.
Certo, ci sarebbero state
possibili risposte altrettanto geniali ad un gesto così stupido, quella che
viene in mente a me necessitava che fosse stato individuato con certezza chi
avesse lanciato la banana, che si bloccasse almeno temporaneamente la partita, che
venisse scavalcata la rete per arrivare fino a lui, che la banana non fosse
molto matura e una certa dose di violenza.
Dopo questo avvenimento c’è stata
un’epidemia di mangiatori di banane, altri calciatori lo hanno imitato, qui da
noi si è verificato un florilegio di gente che si faceva riprendere da
telecamere mentre mangia una banana, che si faceva fotografare o si
auto-fotografava col frutto fra i denti, un tripudio di postatori di selfie
bananiferi, ciascuno nel proprio piccolo spazietto virtuale ha dato il proprio
contributo al commercio di banane, tanto che una nota marca di frutta è stata
costretta ad avvisare la clientela che visto l’enorme crescita dei consumi non
riuscirà più a garantire il dieci e lode.
Ecco che dovunque ti giri vedi
banonifagi, dal premier Renzi al
mister della Nazionale Prendelli
(non a caso insieme, perché spesso questi due ruoli sono identici ed
intercambiabili: il primo può sostituire il secondo e viceversa in qualsiasi
momento, io vedrei bene Anna Maria
Cancellieri alla difesa, invece che alla Giustizia, è un po’ chiattolilla e di scarsa mobilità, ma è
un autentico panzer), dalla Carrà a Piero Pelù in piena crisi di mezza
età in cerca di qualsiasi cosa possa dare loro ancora qualche stagione di
popolarità … qualsiasi sciocchezza.
Persino una suora-cantante ha
sbucciato ed addentato la sua banana … in fondo le Sacre Scritture, nonostante la sua forma oscenamente allusiva, non
proibiscono espressamente questo frutto, parlano solo di una qualità di mele,
quelle dell’albero della conoscenza e del bene e del male, segno che per la
chiesa ciò che è vagamente simbolizzato dalla banana è meno peccaminoso del
sapere.
Ma non c’è fine alla possibilità
di stupirci che questo Paese ci riserva, ci credereste che persino Roberto Calderoli ha
mangiato la sua brava banana in pubblico? In questo blog siamo in grado di
fornirvene la prova con un filmato.
Non so quanto si possa combattere
il razzismo mangiando banane, però il successo imitativo che ha avuto il gesto
di Alves mi ha suggerito un’idea, io che non ho mai messo piede in uno stadio
se non per qualche concerto sto seriamente pensando di acquistare un biglietto
di curva per qualche partita importante, e da quegli spalti vorrei lanciare un
libro, uno di quei bei libroni grossi e ben rilegati, in direzione di un
qualche giocatore.
L’ideale sarebbe un tipo come Francesco Totti o Antonio Cassano, facendo attenzione a non colpirli, perché non è
mia intenzione fare un gesto violento, ma buttandolo li ai loro piedi, come è
accaduto per la banana … voglio vedere
cosa succederebbe … lo sfogliano? Lo leggono? Cercano di capire di che diavolo
si tratta? Mandano le immagini a Chi l’ha visto? Lo mangiano? Si ferma l’intero
mondo del calcio, invaso da un corpo estraneo? E Renzi, Prandelli, la Carrà,
Piero Pelù, la suorina canterina e Calderoli ne imiteranno le gesta?
Je ne t´aime plus mon amour
Je ne t´aime plus tous les jours
Je ne t´aime plus mon amour
Je ne t´aime plus tous les jours
parfois j'aimerais mourir tellement
j'ai voulu croire
parfois j'aimerais mourir pour ne
plus rien n'avoir
parfois j'aimerais mourir pour plus
jamais te voir
Je ne t'aime plus mon amour...
Parfois j'aimerais mourir tellement
(il n')y a plus
d'espoir
Parfois j'aimerais mourir pour plus
jamais te revoir
parfois j'aimerais mourir pour ne plus
rien savoir
Je ne t'aime plus mon amour...
……………………….
…………….
……….
……
….
..
.
Ho avuto qualche difficoltà con l'apertura del video di Calderoli. Cercando in rete però ho trovato questo che mi ha riempito di tenerezza.
RispondiEliminaPiovono libri...l'undicesimo flagello biblico! Un saluto.
Non mi ero accorta di questa epidemia di "bananite"..
RispondiEliminaDecisamente opterei per la brillante idea di una pioggia di libri..
Il mondo del calcio non mi appartiene, inorridisco nel vedere quello che succede in Brasile, al pensiero dei compensi di troppi calciatori, e di ciò che in italia si riesce a fare nel nome del tifo calcistico. Comincerei col far veder loro «The Game of their Lives», si intitola così il documentario che due ricercatori inglesi hanno dedicato alla Corea che eliminò l' Italia dal mondiale inglese del 1966.
Adoro il mese di maggio e ho la fortuna di trascorrere questi giorni in campagna a seminare fiori e piante aromatiche, chiudo gli occhi e mi inebrio di profumi, li apro e mi inebrio di colori, non mi rotolo ma mi sdraio e mi immergo nel silenzio.... :-)
Ciao
Julia
Ho riconosciuto bongo bongo di Manu e subito mi hai fatto venire voglia di ascoltarla :)
RispondiEliminaPer quanto riguarda questo fenomeno di bananite, purtroppo me ne sono accorta anch'io. Ho trovato una bella risposta nel gesto di Alves ma tutto quello che ne è conseguito dopo al quanto ridicolo!
Credo che se accadesse la prossima volta un bel lancio di libri, mmm scatterebbe soltanto la moda dei selfie con un qualsiasi "libro", senza preoccuparsi minimamente dei contenuti di esso, in poche parole, visto il livello che ambiscono questi personaggi rischieremmo di essere sommersi da selfie di gente che si autofotografa con riviste di gossip in mano e il che non sarebbe bello. Sai come ne andrebbero fieri? Per loro il libro può essere solo quello! (poveri noi..)
Buona giornata Garbo, a presto! :)
@ Antonio,
RispondiEliminadecisamente preferisco il tuo gorilla ai tanti gorilla che hanno cercato di imitarlo :-) In alcuni casi la pioggia di libri non sarebbe sufficiente, secondo me occorrerebbe iniettarli in vena.
Ciao
@ Julia,
RispondiEliminanemmeno io sono un habituè del calcio, ad esempio Genny 'a Carogna proprio non lo conoscevo ;-) Forse il calcio di un tempo era un'altra cosa, ma dagli anni 80 a questa parte è diventato un affare che non possiamo nemmeno comprendere ... è strano ad esempio che il patron di Cirio prima e quello di Parmalat poi abbiano acquistato delle squadre di calcio proprio quando gli affari stavano andando male. E' strano che l'uomo più chiacchierato 'Italia possieda anch'egli una squadra di calcio, è strano che qualsiasi politico, nessuno escluso, si senta in dovere di farsi vedere in uno stadio a fare il tifo.
Ti invidio per la tua vita in campagna, anche a me piacerebbe coltivare piante aromatiche e aspirare a pieni polmoni la loro aroma, ma abito in città e devo accontentarmi di qualche vaso in terrazza dove coltivo la menta, l'alloro, un po' di rosmarino, la salvia e il basilico ... perché vado matto per il pesto alla genovese, che faccio niente male. E' un vero peccato per il rotolamento, mi dispiace essere io a dirti che non sai cosa ti perdi in quell'abbraccio con la terra :-)
Ciao
@ Paola,
RispondiEliminache ne sai, magari salta fuori fra qualche anno che Balotelli vinca il premio Nobel per la letteratura ;-) E poi si fa un selfie col nobel e lo posta su facebook. Poveri noi, hai ragione!
Ciao Paoletta, buona notte (vista l'ora).