Aldobrandi: il massacro continua,
cosche mafiose coperte da una divisa e da un distintivo di polizia
intimidiscono una madre a cui hanno ammazzato il figlio ... sembra sconcertante,
ma è così.
Non è tollerabile in un Paese
civile che dei poliziotti, che dovrebbero far rispettare la Legge, degli agenti
del Coisp, a Ferrara sostino
provocatoriamente sotto la finestra dell’ufficio dove lavora Patrizia
Moretti, madre di Federico Aldobrandi, il ragazzo barbaramente
ucciso da alcuni agenti di polizia, esprimendo solidarietà ai colleghi che sono stati condannati per
quest’omicidio.
Io non mi sento tutelato da questi individui, non sono
tranquillo nel sapere che esistono agenti che possono massacrare di botte un
ragazzo e altri che esprimono solidarietà ai loro colleghi assassini, che
facciano delle intimidazioni mafiose ad una persona che ha subito il peggiore
dei crimini: gli hanno ammazzato un figlio, ma non sono stati dei criminali,
sono stati agenti di pubblica sicurezza, gli stessi che dovrebbero proteggere i
cittadini, non massacrarli di botte.
Sono schegge impazzite di
anarchia, dove alla Legge si sostituisce la forza, la violenza, l’arbitrio e la
faccia come il culo di osare intimidire una madre che ha già perso un figlio.
Chiedo da questa pagina ( ... e a
chi che stanno tutti a litigare su cose futili e su questioni che dovrebbero
lasciare spazio al fare immediatamente qualcosa perché la nave Italia è
diventata davvero: “ ... nave senza nocchier in gran tempesta ...” o, peggio,
nave guidata da Schettino?) il rispetto per una madre, che non sia costretta a
difendere il suo dolore e il rispetto
della Giustizia da sola scendendo in strada a mostrare la foto del figlio
tumefatto dal massacro (hanno persino spezzato i manganelli sul corpo del
povero ragazzo quelle bestie).
Chiedo, inoltre, un provvedimento
esemplare per quelle persone che hanno così vigliaccamente cercato di
intimidire una persona e le scuse del Capo della Polizia e del Ministro
dell’Interno ... per quello che possono servire.
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