mercoledì 27 marzo 2013

A FIANCO DI PATRIZIA MORETTI, MADRE DI FEDERICO ALDOBRANDI


Aldobrandi: il massacro continua, cosche mafiose coperte da una divisa e da un distintivo di polizia intimidiscono una madre a cui hanno ammazzato il figlio ... sembra sconcertante, ma è così.
Non è tollerabile in un Paese civile che dei poliziotti, che dovrebbero far rispettare la Legge, degli agenti del Coisp, a Ferrara sostino provocatoriamente sotto la finestra dell’ufficio dove lavora Patrizia Moretti, madre di Federico Aldobrandi, il ragazzo barbaramente ucciso da alcuni agenti di polizia, esprimendo solidarietà ai colleghi che sono stati condannati per quest’omicidio. 
Io non mi sento tutelato da questi individui, non sono tranquillo nel sapere che esistono agenti che possono massacrare di botte un ragazzo e altri che esprimono solidarietà ai loro colleghi assassini, che facciano delle intimidazioni mafiose ad una persona che ha subito il peggiore dei crimini: gli hanno ammazzato un figlio, ma non sono stati dei criminali, sono stati agenti di pubblica sicurezza, gli stessi che dovrebbero proteggere i cittadini, non massacrarli di botte.
Sono schegge impazzite di anarchia, dove alla Legge si sostituisce la forza, la violenza, l’arbitrio e la faccia come il culo di osare intimidire una madre che ha già perso un figlio.
Chiedo da questa pagina ( ... e a chi che stanno tutti a litigare su cose futili e su questioni che dovrebbero lasciare spazio al fare immediatamente qualcosa perché la nave Italia è diventata davvero: “ ... nave senza nocchier in gran tempesta ...” o, peggio, nave guidata da Schettino?) il rispetto per una madre, che non sia costretta a difendere  il suo dolore e il rispetto della Giustizia da sola scendendo in strada a mostrare la foto del figlio tumefatto dal massacro (hanno persino spezzato i manganelli sul corpo del povero ragazzo quelle bestie).
Chiedo, inoltre, un provvedimento esemplare per quelle persone che hanno così vigliaccamente cercato di intimidire una persona e le scuse del Capo della Polizia e del Ministro dell’Interno ... per quello che possono servire.


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