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Capita spesso anche a me di avere una musica in testa.. A volte così prepotente che riesco a scacciarla dopo giorni. Ho notato che mi succede in particolare quando sono stanca o nervosa. Giusto qualche tempo fa con “ Ovunque andrò “un brano delle Vibrazioni. La tua in particolare l’ho ascoltata poche volte nella versione di Mina. Se era un earworm spero ti sia passato…!
RispondiEliminaCiao
Ovunque andrò è un motivo malinconico, una carezza a se stessi, un sentimento forte che cresce senza perdere la dolcezza e la tenerezza … semplicemente bello.
EliminaAnche a me capita spesso di avere una musica in testa, ma non è invadente, non permane per giorni, sono convinto che quando questo accade è perché sotto c’è un messaggio importante, che non viene colto e che si ripropone, come per i sogni ricorrenti.
Parallelamente alla nostra dimensione cosciente esiste una dimensione inconscia, un mondo fatto di sensazioni, emozioni, sentimenti, percezioni, un caleidoscopio di elementi a-simbolici, non razionali, e tutto un sistema procedurale che ci permette di fare delle cose del tutto meccanicamente e inconsapevolmente, come camminare, guidare, fare lavori manuali ripetitivi, ma anche respirare, senza prestarvi la nostra attenzione cosciente se non interviene un problema.
C’è proprio una mente interiore, che pensa attraverso accostamenti, associazioni, delle cose più disparate: un sentimento ad un colore, una percezione tattile ad un sapore, un senso di bellezza ad una immagine, l’odio o la repulsione ad un odore o a ad una sensazione tattile, ma non fa solo associazioni, crea cose nuove, istantanee, intuizioni, soluzioni.
La musica è spesso legata ad un sentimento, una canzone veicola qualcosa di molto intimo che prende il sopravvento nella nostra dimensione inconscia senza che noi ce ne accorgiamo e con il solo indizio cosciente di un preciso motivo musicale che invade la nostra mente e a cui possiamo associare facilmente un sentimento determinante ed anche un riferimento ad un episodio recente o remoto (ma un remoto che si riverbera nel presente, qualcosa del tipo: “Ciò che provo ora è simile a ciò che provavo allora” della nostra vita.
Quando il motivetto persiste è perché non lo abbiamo colto o non ne abbiamo colte tutte le implicazioni.
Ciao
Mi accorgo ora che ho pubblicato come anonimo, scusa.
EliminaGrazie per la tua disamina. Ci rifletterò…
Penso all’aggettivo nubivago nell’accezione di esploratore di cieli interiori.
Permettimi di pensare che ti si addica…
"Nubivago" ed "esploratore di cieli interiori” mi piacciono entrambi, provo da sempre una curiosità irresistibile per le persone, per il vissuto interiore, per tutto ciò che non appare subito; col tempo ho imparato ad attendere, a non essere invasivo, a rispettare la volontà, la riservatezza e l’intimità altrui. Prendo come un dono ogni rivelazione di sé, purché sia spontanea.
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