giovedì 13 febbraio 2025

MORE AMORE

 



Pizzeria Carlo Cracco - Margherita - Milano


Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de' tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.

Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d'un mese
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!

Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l'uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch'oltre il beccare, il cantare, l'amare,
ci sia qualch'altra felicità.

(Giovanni Pascoli, 1903, Oh Valentino, I canti di Castelvecchio).



Pizzeria Rosciolino - Roma






“Stasera faccio una cosa a tre: aglio, olio e peperoncino” (Anonimo dal web).




Enosteria i Momenti - Riva del Garda

Bistrò de Venise - Venezia




Ha ancora senso festeggiare San Valentino? È diventata come tutte le altre una festa commerciale, con fioristi, ristoranti e locali vari presi d’assalto, le città romantiche assediate come Troia, maître chocolatier che fatturano più dello stato del Giappone, gioiellieri che sorridono come squali tigre, per non parlare dei venditori di ninnoli, gadget, oggettini, orpelli, cianfrusaglie varie che immancabilmente andranno a finire nel secchio differenziato quando l’amore finisce e l’amata sparisce.

Se l’amore conta ancora qualcosa, se vale più del fatturato, allora ha senso dargli un po’ di spazio nelle nostre vite; come dite, bisognerebbe festeggiarlo ogni giorno? Concordo con voi, ma se trovate qualcuna che accende ogni giorno i suoi tripodi ad Afrodite, fatemela conoscere; penso piuttosto che riservarci e goderci un giorno speciale una volta l’anno da dedicare ai nostri affetti non sia una cattiva idea, e non preclude la possibilità di rinnovarlo tutte le volte che vogliamo.

D’altra parte è necessario nell’amore come nella vita, saper creare e vivere momenti d’incanto, e se tutto fosse un incanto, niente sarebbe più un incanto, l’incanto è bello perché frantuma la monotonia, se fosse sempre presente sarebbe routine anch’esso.

Ci vuole un momento speciale per far sentire speciale la persona che amate e per sentirvi speciali voi stessi.

Lasciate perdere i siti di prenotazione hotel, alla ricerca di suite romantiche in città ai confini dell’immaginario; non cedete alla tentazione di prenotare in qualche ristorante stellato o stallato alla ricerca di un menù degustazione che sia afrodisiaco, non vi imbucate in feste da vip a sniffare coca e a bere champagne dalla scarpa col tacco della vostra gentil donzella.






Joshua Held



Se avete al vostro fianco una donna innamorata, ma innamorata per davvero, una che al solo guardarvi le si illuminano gli occhi più della 5ª Evenue a New York in giorno di Natale, allora invitatela a casa vostra.

Non cedete alla tentazione di farvi inviare del cibo per asporto da qualche ristorante etnico, se possedete due braccia, due mani, dieci dita (anche con qualcuno in meno fa lo stesso), due occhi, un naso, una lingua compresa di papille gustative e gli strumenti psicologici per seguire poche elementari operazioni culinarie,  vi accorgerete che non serve essere Alessandro Borghese o Antonino Cannavacciuolo per poter fare tutto da soli.

Scartate l’idea di un menù elaborato: antipasto, primo, secondo, dolce o entreé, hors-d’oeuvres, premier, deuxième et dessert, o starter, main course and dessert, se vi guardate in uno specchio vedrete che non siete Alain Ducasse, anzi non arrivate manco ad una cassa sola.

Puntate tutto su un piatto unico, ma solo se conoscete alla perfezione le eventuali allergie, intolleranze alimentari e ciò che predilige e ciò che detesta la tua bella.

Se tu fossi siciliano ti direi di orientarti verso il cous cous, ma tu non sei siciliano, non hai la mafaradda per “incoccialo” e neppure la cuscussiera per cuocerlo, per cui dimenticatelo.






Enosteria i Momenti - Riva del Garda



Si tienes la sangre caliente como un hidalgo o un gitano, olè, si tienes alma de paellero, olè, entonces te podría aconsejar que hicieras una paella.

Però si no tienes este espíritu, si no eres cariñoso, también esto podría ser un Caporetto, mejor doblar a otra línea del Piave.

Se tu fossi un uomo ardito, un poeta romantico e decadente, un fine esteta, un amante della bellezza, delle belle donne, del lusso superfluo, un raffinato alla D’Annunzio, ti consiglierei il suo piatto cavallo di battaglia, il risotto alle rose, che si faceva preparare dalla sua cuoca, Albina Lucarelli Becevello, detta “Suor Intingola”, prima di abbandonarsi alle dolci fatiche d’amore e di brandeggiare il “gonfalon selvaggio”, ma sei tu in grado di reggere cotal confronto? E di reggere la botta con lui che persisteva “dal tocco fino alle undici e mezzo di sera”? (Il tocco è il rintocco dell’una del pomeriggio). No eh? Non parliamone più.

Se tutto ciò ti sembra essere al di la delle tue forze, non rimane che il piatto più semplice e gustoso del mondo: la pizza.

Prendi mezzo chilo di semola rimacinata di grano duro, del lievito secco o del lievito di birra e discioglili in 250 ml. di acqua a temperatura ambiente, attendi 10 m. circa, poi aggiungi metà della farina e inizia ad impastare con le mani, continuando a mettere la farina e un filo d’olio d’oliva.






James Jowers  -  Waverly Place, West Village, New York City,1968


Quando l’impasto è pronto, liscio, elastico, sodo ma morbido al tatto, aggiungi il sale, quindi ne fai una palla, fai un solco in superficie con un coltello, la poni in un recipiente di vetro, o di terracotta smaltata e sigilli il contenitore con la pellicola, quindi copri il tutto con un asciugapiatti perché non prenda troppa luce e la lasci a lievitare a temperatura ambiente per qualche ora.

Tendenzialmente in una pizza potresti metterci dentro tutto ciò che vuoi, ma ti sconsiglio di esagerare sia in quantità, che in qualità e tipologie di ingredienti.

Troppe cose vi appesantirebbero, e una digestione elaborata toglierebbe forze e vigore all’amore, meglio stare leggeri, pochi ingredienti, semplici e altamente digeribili.

Scordati quindi ogni genere di affettati, scordati i formaggi più saporiti, ma anche più aromatici, perché poi li sentirete nei vostri baci, scordati aglio e cipolla, scordati ogni tipo di verdure cotte e crude, potranno sembrarti leggere ma sono di difficile digestione, una mucca passa metà della sua giornata a mangiare e a digerire.

Non pensarci nemmeno a mettere capperi, olive e acciughe, altrimenti non basterà bere nemmeno il lago Balaton per placare la vostra sete.



Risotto alle rose - Vittoriale - D'Annunzio





Ah, e men che meno riempirla di salamino piccante tipo pizza pepperoni, solo a dei barbari come gli yankees poteva venire in mente una follia simile (insieme all’ananas o al ketchup o alla maionese).

Il piccante del peperoncino è considerato afrodisiaco, ma si tratta di fole, favole, mitologie, frottole, leggende metropolitane, che si tramandano dalla notte dei tempi e che hanno la stessa consistenza reale dell’elisir di lunga vita o della pietra filosofale: l’unica conseguenza scientificamente accertata sull’uso eccessivo e continuativo del peperoncino è la gastrite e l’irritazione di tutto il tratto della mucosa gastro-intestinale.

L’uovo da vigore, ma andrebbe mangiato ore prima, non nel contesto di una cena romantica, perché appesantisce anch’esso la digestione, evita dunque come la peste la pizza alla carbonara, ma anche l’amatriciana, la cacio e pepe o una pizza bianca riempita di mozzarella, magari di bufala, o di stracciatella di burrata, solo il mascarpone le batte come contenuto di grassi e di colesterolo.

Niente pizze dolci, alla nutella, con marmellate varie, magari di fragole o di ciliegie (che non è stagione), la dolcezza in amore devi essere tu a darla, non a mangiarla e anche non necessariamente a riceverla, dove il termine chiave è “necessariamente”: non pretenderla, insomma, ma ben venga se arriva da sola!

L’ideale sarebbe una pizza al pomodoro, compra un chilo abbondante di pomodoro da sugo maturo, il san marzano sarebbe perfetto, ma se non lo trovi prendi il piccadilly, o il datterino, o il ciliegino o un costoluto tipo il riccio di Parma, mettilo a bagno con acqua fredda e bicarbonato per mezzora, poi sciacqualo bene e taglialo a pezzetti in una pentola antiaderente, togliendo accuratamente i piccioli e le eventuali parti annerite.



Osteria alla Gigia - Treviso

Terrazza Les Etoiles - Roma




Ah, e men che meno riempirla di salamino piccante tipo pizza pepperoni, solo a dei barbari come gli yankees poteva venire in mente una follia simile (insieme all’ananas o al ketchup o alla maionese).

Il piccante del peperoncino è considerato afrodisiaco, ma si tratta di fole, favole, mitologie, frottole, leggende metropolitane, che si tramandano dalla notte dei tempi e che hanno la stessa consistenza reale dell’elisir di lunga vita o della pietra filosofale: l’unica conseguenza scientificamente accertata sull’uso eccessivo e continuativo del peperoncino è la gastrite e l’irritazione di tutto il tratto della mucosa gastro-intestinale.

L’uovo da vigore, ma andrebbe mangiato ore prima, non nel contesto di una cena romantica, perché appesantisce anch’esso la digestione, evita dunque come la peste la pizza alla carbonara, ma anche l’amatriciana, la cacio e pepe o una pizza bianca riempita di mozzarella, magari di bufala, o di stracciatella di burrata, solo il mascarpone le batte come contenuto di grassi e di colesterolo.

Niente pizze dolci, alla nutella, con marmellate varie, magari di fragole o di ciliegie (che non è stagione), la dolcezza in amore devi essere tu a darla, non a mangiarla e anche non necessariamente a riceverla, dove il termine chiave è “necessariamente”: non pretenderla, insomma, ma ben venga se arriva da sola!

L’ideale sarebbe una pizza al pomodoro, compra un chilo abbondante di pomodoro da sugo maturo, il san marzano sarebbe perfetto, ma se non lo trovi prendi il piccadilly, o il datterino, o il ciliegino o un costoluto tipo il riccio di Parma, mettilo a bagno con acqua fredda e bicarbonato per mezzora, poi sciacqualo bene e taglialo a pezzetti in una pentola antiaderente, togliendo accuratamente i piccioli e le eventuali parti annerite.



Pescheria, scorcio - Treviso



Bistrò de Venise - Venezia


Lascia riposare per un quarto d’ora le due pizze che hai fatto e messo in teglie metalliche con carta forno o spennellate d’olio: questo servirà a ristabilire un minimo di lievitazione ulteriore dopo aver manipolato la pasta e renderà la pizza finale più soffice dentro e croccate all’esterno.

Spalma il pomodoro a temperatura ambiente nella parte interna del disco, la quantità del pomodoro che metti dev’essere né troppa, perché la pizza non si cucinerebbe bene, né troppo poca, perché le parti non ben coperte dalla salsa si brucerebbero o farebbero le bolle, e dev’essere anche distribuita bene, solo la ristretta zona del cornicione ne sia esente.

Per non lasciarla così scarna e per aggiungervi colore, metti della semplice mozzarella, non serve che sia di bufala, basta una semplice fior di latte di buona qualità (cioè campana) che, se fresca, taglierai a fette o a cubetti spessi e lascerai che perda tutto il suo liquido, se no ti fa l’effetto laguna veneta sulla pizza.

Se vuoi ancora più sostanza, aggiungi del tonno a filetti di quello in scatola o in vetro, scolato molto accuratamente, oppure compra del tonno fresco (o del pesce spada), taglialo a dadini e fallo spadellare appena con un filo d’olio e un pizzico di sale e del timo e aggiungilo alla pizza senza il sughetto che produce in padella.

Va benissimo pure del pesce azzurro di piccole dimensioni, sfilettato e privato delle lische, marinaro in acqua, aromi e aceto per circa mezzora, poi asciugato e messo a crudo sulla pizza.






Kevin Cloney


I pizzaioli napoletani, per accrescerne il sapore, mettono sopra una spolverata di parmigiano grattugiato o di provolone Del Monaco che, vi assicuro, vi porterà a Posillipo o a Marechiaro.

Se ti piace, aggiungi alcune foglie di basilico intere a fine cottura, sul piatto e adagiale non sulle parti liquide, perché lo cucinerebbero e diventerebbe nero, ma su qualcosa di solido, come il tonno o la mozzarella (mia madre mescolava il basilico spezzettato all’interno del pomodoro a freddo); oppure metti dell’origano polverizzato all’inizio di cottura e sentirai nell’aria tutto il suo aroma.

In casa la pizza va cotta nel forno elettrico o a gas in modalità statica sopra-sotto, al massimo della sua potenza e quando è ben caldo; ciascuna pizza ci mette circa 10 minuti per cucinarsi (dipende dal forno che avete e dalla temperatura reale che riuscite a raggiungere), in ogni caso all’approssimarsi dei 10 minuti, con una forchetta tastate il bordo, se è croccante esternamente ma soffice all’interno la pizza è pronta.

Molte donne dimenticano con una velocità incredibile tutte le città romantiche, tutti gli hotel principeschi con letto a baldacchino, tutti i ristoranti blasonati, tutti gli chef sur la crête de la vague, ma nessuna ha mai dimenticato una buona pizza.

Ah, per finire, naturalmente un vino, naturalmente frizzante, naturalmente della tua terra d’origine, poi dolci e vini liquorosi che danno ardore e vigore.




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