mercoledì 24 aprile 2024

BELLA CIAO

 





Il Presidente del Senato Ignazio Benito La Russa prima della cura termale a Fiuggi.









Ma che c'avemo da festeggià a liberazione quanno c'avemo i fascisti al governo e pure nelle istituzioni.
C'è qualcosa di sbagliato nella democrazia, un fascista sconfitto può ricostruire un partito "fiammeggiante", purché si tolga la camicia nera e indossi un blazer, faccia finta di rispettare le regole costituzionali e si sottoponga a libere elezioni.
Quando saremo fortemente delusi da tutti i partiti non fascisti, non ci rimarrà altro che confidare nel neo partito che un tempo fu fascista, mentre adesso è apparentemente democratico, ripulito e battezzato nelle acque di Fiuggi.
In tal modo entriamo nel paradosso che i fascisti conquistano il potere democraticamente, mentre i non fascisti dovranno riconquistarlo armi in pugno, con la guerra civile e con la rivoluzione.
Perché il fascista, appena giunto al potere, metterà subito ai voti della maggioranza che adesso sta con lui delle leggi "fascistissime", in cui verranno eliminati tutti i partiti politici tranne quello fascista, le elezioni saranno abolite, la democrazia sospesa, la stampa sarà prima imbavagliata e poi cancellata per far posto a quella di regime, e i poteri del premier saranno assoluti, indiscussi e incontrastati (ricordate: "Credere, obbedire e combattere! e "Mussolini ha sempre ragione!" ?)

4 commenti:

  1. La foto con La Russa e gli altri davanti alla foto di Mussolini con quel mazzo di fiori è molto eloquente, oserei dire anche molto preoccupante. Ma è l'emblema di una situazione tipica italiana: il nostro paese non ha mai fatto veramente i conti con quel passato per tanti motivi. Innanzitutto perché se dopo la fine della seconda guerra mondiale ci fosse stato un tribunale a giudicare cosa era successo, allora temo che ci sarebbe stata una guerra civile. Capisco la questione anche se non la giustifico.

    Il 25 aprile 1945 le buonanime di mio padre nato nel 1932, troppo giovane per andare in guerra (ma l'ha vissuta lo stesso con la paura di morire sotto le bombe e la fame che ha vissuto) e due suoi fratelli maggiori usciti vivi dal confino e dal lavoro obbligatorio all'Ansaldo di Genova a costruire armi per le navi da guerra (insieme agli oppositori, ai sindacalisti e agli Ebrei tutti in arresto come avversari del regime) loro mi dissero sempre che erano stupiti del fatto che gli italiani erano diventati tutti antifascisti quando in Italia, sino a due anni prima, c'erano ancora le famose "adunate oceaniche" con milioni di italiani a sfilare in piazza con il saluto romano.

    Al contrario in Francia quando il Generale C. De Gaulle (che non era certo un comunista) tornò in patria dopo l'esilio forzato a Londra (avendo rifiutato il nazismo e il collaborazionismo della Repubblica di Vichy e del Generale Pétain) lui e i suoi più stretti collaboratori che gli erano rimasti fedeli sapevano benissimo chi erano stati i collaborazionisti, chi aveva approfittato della situazione per fare soldi, per usurpare terreni e proprietà degli Ebrei (per poi inviarli nei campi di concentramento) chi aveva fatto violenza approfittando della situazione e tanti altri crimini.

    Ebbene i suoi collaboratori gli consigliarono di stanare i collaborazionisti ex nazisti secondo un antico detto: "Se vuoi prendere un mascalzone toccagli il portafoglio". E così De Gaulle (dalla fine degli anni '40 e negli anni '50) fra le leggi finanziarie mise l'introduzione del nuovo Franco. Quindi, tutti coloro che avevano i vecchi franchi francesi (e certo era per coloro che ne avevano tanti) dovevano andare in banca e dichiararne la provenienza...è così che riuscì a stanare chi si era macchiato di nazismo e tradimento della democrazia.

    In definitiva, per me il 25 aprile è il ricordo che ho ricevuto dai miei genitori, dai parenti e dagli amici di famiglia che quella guerra tremenda l'hanno vissuta giorno per giorno. Bella la prima foto che condivido: la libertà e la Democrazia sono sempre appese ad un filo oggi più che mai.

    Un salutone e bel post che ho letto con piacere

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    1. Dici bene che in Italia non abbiamo mai fatto i conti col fascismo, forse, mi viene da pensare, perché da noi la democrazia non si è mai insediata, contrariamente alla Francia e all’Inghilterra.
      In entrambi i paesi citati ci fu uno stato democratico piagato dalla potenza delle armi naziste, ma il tessuto sociale era intatto e i valoro democratici pure; il loro ripristino fu in entrambi i casi doloroso, perché dovettero ricostruire l’orgoglio ferito, ma agevole perché significava ritornare allo stato precedente.
      Da noi, oltre all’orgoglio ferito, si cerco di instaurare per la prima volta la repubblica e la democrazia, un lavoro che risultò fragile e imperfetto perché da sempre il nostro modo di fare politica è quello di parte (Orazi - Curiazi; Mario - Silla - Cesare - Pompeo; Ottaviano - Marco Antonio - Guelfi - Ghibellini; Bianchi - Neri, Democristiani - Comunisti; Berlusconiani - Progressisti; Meloniani - il Nulla Piddino e Pentastellato).
      Da noi non c’è stato alcun tribunale di Norimberga come in Germania, né il processo epocale che Israele istituì per Adolf Eichman, si chiusero precocemente i conti con i fascisti tramite l’amnistia proposta da Togliatti, che nascondeva la polvere sotto il tappeto e manteneva molti fascisti nei gangli vitali della burocrazia del nuovo Stato.
      Fu come eliminare chirurgicamente le metastasi senza toccare minimamente il cancro fascista, che si è sviluppato ampiamente nei decenni successivi con attentati, stragi di Stato, logge massoniche e l’impadronirsi progressivo dell’informazione e del potere, come sta accadendo adesso.
      In Sicilia non ci fu il fenomeno partigiano, ma molti giovani e meno giovani acclamarono lo sbarco alleato e si unirono alle truppe anglo - americane in qualità di esercito di supporto (mio padre non era maggiorenne nel luglio del 43, non aveva mai maneggiato un’arma, ma fu comunque impiegato, se non proprio negli scontri armati, in incarichi di guardia armata, di polveriera, di esplorazione e guida nel territorio, e seguì le truppe di liberazione fino in Veneto).
      La festa della liberazione dovrebbero festeggiarla anche i cosiddetti fascisti del nostro tempo, infatti se tutto questo non fosse accaduto, se avesse vinto il nazi - fascismo, il fascismo sarebbe comunque crollato con la morte di Mussolini come è accaduto in Spagna con la morte di Franco, ma se fosse continuato con un erede, dubito che questo erede sarebbe stata Giorgia Meloni, o Ignazio La Russa o uno qualunque dei colonnelli di FdI, la prima perché in quanto donna non incarna l’immagine dell’uomo forte del fascismo, tutti gli altri per scarsa circonferenza testicolare.
      Grazie per i tuoi passaggi e i tuoi commenti.
      Ciao

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  2. Mi associo al titolone della Stampa. L' aria ci sta iniziando a mancare e noi dobbiamo fare in modo che sia tutti i giorni il Venticinque Aprile e, perché no, anche il Primo Maggio. Un salutone a te.

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    1. Ciò che mi fa incazzare di più è che, di fronte ad avvenimenti sempre più inequivocabili e a dichiarazioni sfrontate, esiste una massa di persone cosiddette di sinistra (giornalisti, filosofi, politici, intellettuali, star da talk show) che minimizzano e negano il fenomeno … esattamente come fecero fra il 1922 e il 1924 i loro omologhi. Addirittura il PSI decise che quello era il momento giusto per dividersi in tre tronconi e non reagirono adeguatamente nemmeno quando le squadracce fasciste distrussero il loro giornale L’Avanti o quando massacrarono Giacomo Matteotti.
      Se la Meloni stravince alle Europee, se l’Europa svolta a destra e se riesce a far passare il presidenzialismo e ad esautorare il Capo dello Stato, noi diventiamo ipso facto l’Ungheria di Orban o la Turchia di Erdogan, in cui se manifesti ti mettono i ceppi ai piedi e le catene sulle braccia come gli schiavi africani di colore nelle navi negriere.
      Ciao

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