"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata
la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle
carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati".
(P. Calamandrei, Uomini e città della Resistenza, Bari,
Laterza, 1955. - a cura di Sergio Luzzatto, prefazione di Carlo Azeglio Ciampi,
Laterza, 2006).
"[Sull'assassinio di Eugenio Curiel da parte delle brigate
nere] I cani sanguinari che ancora battono le vie di Milano, in questi ultimi
giorni della loro repubblica protetta dal Reich, possono cantare vittoria per
una volta. [...] L'uomo che una loro pattuglia di militi uccise e derubò in piazzale
Baracca, alle tre del pomeriggio, qui a Milano, non era uno "di
nessuno". Era "nostro" del Partito comunista italiano e
dell'Italia che lotta. Era Giorgio: aveva trentadue anni, il volto gentile di
un ragazzo, tanto di più se sorrideva nei momenti lievi, con quei suoi denti
bruciati dal fumo: e tanto di più anche nei momenti duri, se porgeva ad altri
la sua fiducia, la sua sicurezza, la sua forza".
(P. Calamandrei, Da l'Unità, 9 aprile 1945; citato in Milano, 1945: la fuga
disperata di Eugenio Curiel in piazzale Baracca, Corriere.it, 8 febbraio 2018).
"Avremmo potuto fare un monumento alla Resistenza, ma io so che non abbiamo bisogno di monumenti per ricordare i nostri fratelli e padri e nonni, il vero monumento è dentro di noi, è la nostra Libertà!"
(Stefano Benni).
Achtung, banditen! |
"Facciamo comprendere a questi ridicoli vociferatori, che
ogni tanto risognano, come nel macabro festino di Arcinazzo, di ritrovarsi a
cantare le loro sconce canzoni di violenza, facciamo comprendere a questi
miserabili superstiti che domani, se occorresse, se occorrerà, tutti quanti
coloro che si sentirono fratelli nella Resistenza, democristiani e comunisti,
liberali e socialisti, contadini e operai e studiosi e sacerdoti, tutti quanti
si troverebbero, si troveranno ancora insieme, tutti uniti contro il mostro,
tutti uniti in difesa della civiltà indivisibile. Tra noi lo sappiamo bene; ma
è bene che tutti lo sappiano in Italia e fuori d'Italia".
(P. Calamandrei, Dal discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di
Milano, alla presenza di Ferruccio Parri).
(Oggi è un comico a dire le cose più interessanti sulla Resistenza e sulla Liberazione, è triste ma siamo in un Paese dove i comici fanno la Politica con la P maiuscola, e i politici, quelli che siedono in Parlamento, fanno i comici o meglio, sono ridicoli).
I nomi dei 12 professori universitari che si rifiutarono nel
1931 di prestare giuramento al regime fascista: Francesco ed Edoardo Ruffini,
Fabio Luzzatto (giuristi); Giorgio Levi Della Vida (orientalista); Gaetano De
Sanctis (storico dell’antichità); Ernesto Bonaiuti (teologo); Vito Volterra
(matematico); Bartolo Nigrisoli (chirurgo); Marco Carrara (antropologo);
Lionello Venturi (storico dell’arte); Giorgio Errera (chimico); Piero
Martinetti (filosofo).