Faraglioni di Aci Trezza |
"Sappi che tutte le strade,
anche le più sole
hanno un vento che le accompagna
e che il gomitolo, forse
non ha voluto diventar maglione
che preferisco non imparare la rotta
per ricordarmi il mare."
(Gianmaria Testa, Sappi che tutte le
strade).
L’Etna, forse dal greco Aitna (Aἴτνα-ας), da aitho (αἴθω )
che vuol dire bruciare, latinizzato in Aetna perché i romani tutto sommato
rispettavano ciò che sfioravano, a cominciare dai nomi; o Mungibeddu, da
Mons-Jebel [mons (latino)=montagna, jebel (arabo)=montagna, due volte
montagna], o semplicemente “a muntagna”, o “idda” (lei, pronome personale
femminile, personificata dunque), o “iddu” (lui), pronome personale maschile),
a seconda che i catanesi e i circumetnei invochino un padre o una madre (perché
l’Etna sa essere sia un padre severo e punitivo, sia una madre dolce che
dispensa un’infinità di doni anche ad un centinaio di chilometri dal suo
baricentro, fino a Messina a nord, a Siracusa e Ragusa a sud e ad Enna
nell’entroterra), è una montagna vivente.
Pietra scura incandescente che pulsa e respira, che è
visibile da distanze notevoli (da Messina, lasciati alle spalle i Peloritani e
varcate le gallerie che li attraversano, ad un certo punto in autostrada ve la
trovate alla vostra sinistra andando verso sud; da Siracusa basta uscire dalla
periferia della città in direzione nord e ad un tratto dopo una curva vi
trovate il mare alla vostra destra e a sinistra tutta la maestosità di questo
vulcano).
Per andare in cima la soluzione più semplice è la funivia che
parte dal Rifugio Sapienza, che si trova sul versante sud dalla montagna ed è
raggiungibile sia da Nicolosi, sia da Zafferana Etnea, per il primo paese
(Nicolosi), quando vi trovate sulla tangenziale di Catania uscite a Gravina e
imboccate la provinciale per Nicolosi, per Zafferana dalla tangenziale uscite a
Santa Venerina, da entrambi i paesi poi seguite le indicazioni marroni con la
scritta ETNA.
La funivia del rifugio Sapienza vi porterà in cima in pochi
minuti, in qualsiasi stagione attrezzatevi con scarpe da ginnastica, pantaloni
lunghi di tessuto resistente, una giacca a vento perché anche in agosto
troverete su un vento gelido, berretto e occhiali da sole, da li poi vi
consiglio di continuare con dei mezzi fuoristrada che vi porteranno in un campo
base a qualche centinaio di metri dal cratere ancora attivo, il biglietto
potete acquistarlo al rifugio in alta quota in cima alla funivia, che è anche
bar e … manco a dirlo … negozio di souvenir.
Rifugio Sapienza |
Pistacchio |
Zafferana Etnea- municipio |
Zafferana Etnea - Santa Maria della Provvidenza |
Zafferana Etnea - Piazzetta belvedere |
Nel prezzo è compresa una visita guidata ad alcuni crateri
inattivi (ma ancora fumanti), ad alcuni rifugi sommersi dalla lava di cui si
intravedono ormai soltanto l’arcata del tetto, sentieri e collinette da cui è
possibile vedere un paesaggio mozzafiato, tutta la piana di Catania fino a
Siracusa, la vegetazione rigogliosa intorno al cono del vulcano, che contrasta
fortemente col paesaggio lunare e spettrale della cima, talvolta attenuato da
una coltre di neve, i paesi che sorgono abbarbicati sui pendii e il bellissimo
mare azzurro … nessuna montagna (che io sappia) ti offre uno spettacolo
paragonabile a questo (solo nella Cordigliera delle Ande, in Cile e nella Terra
del Fuoco ho visto qualcosa di simile).
Per escursioni nei crateri attivi e in tutta la zona
perimetrata da corde con cartelli di divieto di accesso, bisogna prenotarsi in
anticipo alle guide esperte, procurarsi o affittare l’attrezzatura più adatta
per avventurarsi in zone che potrebbero essere pericolose anche per alpinisti
esperti.
Perché sull’Etna, oltre ai consueti pericoli di frane, di
perdersi per i sentieri, di precipitare, di farsi male storcendosi una
caviglia, esistono altri pericoli dovuti al fatto che siete su un vulcano
attivo (esalazioni mefitiche, terreno cedevole, possibilità di scivolare verso
antiche colate che i decenni non hanno ancora spento del tutto e, infine, il
pericolo di fulmini … sono morte molte più persone colpite da un fulmine
sull’Etna che per tutte le altre cause di incidenti di montagna usuali).
Zafferana Etnea - Piazza |
Zafferana Etnea - Antica dolceria dell'Etna |
Catania |
Non si possono descrivere le emozioni che ti da una
esperienza di questo genere, difficile trascurare il dato di fatto che la rende
diversa da ogni altra esperienza di montagna, non riesci a dimenticare il fatto
che ti trovi sopra qualcosa di vivo, quando in filosofia incontrai la
concezione dell’Anima Mundi (che da Democrito, Pitagora, Platone, Plotino, …,
giunse fino a Goethe, Schopenhauer e a Jung, attraversando Pico della
Mirandola, Ficino, Bruno e Campanella, non potei fare a meno di pensare all’Etna
e al suo respiro, ai sussulti, agli urti improvvisi, ai tremori, alle esplosioni
pirotecniche, specie di notte,
accompagnate da intensi fenomeni elettrici … quella era l’anima del
mondo che si scuoteva.
Visitata la vetta, un bel giro nei dintorni del territorio
etneo potrebbe comprendere i paesi di Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Viagrande,
Zafferana, Milo, Sant’Alfio, Linguaglossa, Randazzo, Maletto, Bronte e Adrano;
oltre alla bellezza dei paesaggi, a ville, case coloniche, cascinali, chiese,
ad una architettura scissa fra la solidità delle costruzioni e il senso di
precarietà che la storia delle colate che hanno lambito e più raramente
travolto alcuni paesi, scissione che si è trasmessa a tutta la cultura etnea e
ai suoi abitanti, troverete una cucina raffinata e genuina (come le persone che
vivono da queste parti, molto diverse dai loro vicini catanesi di città).
La sincerità di un vino rosso rubino spremuto secondo
tradizione dai vitigni storici ivi allocati (il nerello mascalese, il nerello
cappuccio, il minnella e il carricante che sono il sangue stesso di questa
terra e che ad ogni sorsata berrete il fuoco stesso del vulcano), ricordando
che ad esempio l’etichetta Etna DOC contiene uve provenienti in massima parte
da nerello mascalese con minime aggiunte di nerello cappuccio.
Cauliceddi |
Cauliceddi |
Cauliceddi |
Pistacchio di Bronte |
Oltre a questi vitigni, importati da altrove e più di
recente, trovano una buona allocazione anche grappoli di nero d’Avola, di
chardonnay, di insolia, di cataratto, di grillo, …, che qui assumono
peculiarità e nuanches di gusto
diverse che altrove.
Prodotti tipici dell’Etna sono le nocciole, i pistacchi
(quelli di Bronte sono eccezionali, di colore verde smeraldo, brillante e con
un profumo intenso ), la mandorle, le castagne, mele (particolarmente buone
sono le mele cola e le mele gelato cole tipiche del comprensorio etneo), pere,
ciliege, miele, funghi, tartufi, olio d’oliva,
pesche “tabacchiera”, fichi d’india, fragole, ricotte e formaggi di
pecora e di capra argentata (provoloni, caciotte e caciocavalli), latte
d’asina, salumi pregiati (anche se i salumi dei Nebrodi sono imbattibili,
merito del maiale autoctono da cui vengono ricavati: il nero dei Nebrodi), conserve varie, sottoli e sottaceti, marmellate, rosoli
e distillati.
In cucina prediligete tutto ciò che ha a che fare con i
funghi, col pistacchio, con la ricotta, gli antipasti con giardiniera fatta in
casa (ma fate attenzione alle porzioni, che di solito sono abbondanti), primi
piatti di montagna o mare e monti, grigliate di carne e salsiccia o selvaggina
di piccola taglia; con l’affacciarsi della primavera affiorano fra i sassi e
fra i rovi le erbette spontanee, particolarmente prelibate sono quelle che in
quel luogo vengono chiamate le “sparacogne” (mentre dalle mie parti vengono
detti “sparici sarbagghi”, asparagi selvatici o semplicemente “sparici”), con
cui ci si possono fare ottimi primi piatti, minestre con l’uovo e frittate.
Asparagi selvatici |
Asparagi selvatici |
Nocciole |
O i cosiddetti “cauliceddi” (altrove denominati anche
strigoli, stregoli, verzit, bubbolini, erba sciupeta, … o, in italiano, silene),
che possono trovare svariati utilizzi in cucina: cruda in insalata, da sola o
con altre erbe spontanee, condita con olio e limone, lessata, amalgamata a
farina per fare paste verdi e gnocchi, come ripieno per ravioli o tortellini,
in frittate, in torte salate, in minestre con altre verdure, orzo o cereali,
nel risotto o come condimento di una pasta.
Infine rimangono i dolci, ma non voglio parlarne, perché dei
dolci come dell’amore non bisognerebbe parlarne ma assaggiarli, al massimo li
si sfiora semplicemente col pensiero, li si pregusta per stimolare l’appetito …
lasciatevi sempre uno spazio per un dolce, e questo vale in tutta la Sicilia,
non solo per l’Etna.
Jocelyn, asinello etneo "sciccareddu" |
In ogni caso, dovunque vi fermiate a mangiare quasi
sicuramente mangerete bene (tranne forse in quei locali turistici col menù
corredato di immagini gigantografate, che si trovano nei pressi di qualche
attrazione turistica, e che vi offrono gli immancabili spaghetti,
tortellini o le lasagna alla bolognese,
le trofie col pesto genovese, i bucatini all’amatriciana, gli spaghetti alla
napoletana ca pummarola ‘ncoppe e la pasta con le sarde, sia che vi troviate
sull’Etna sia in Val D’Aosta).
Ma se accettate qualche mio consiglio, vi troverete benissimo
da Boccaperta a Linguaglossa, ai Quattro Archi a Milo, da san Giorgio e il
Drago e da Scrivano a Randazzo o, se volete rimanere nei dintorni del Rifugio
Sapienza, a La Cantoniera (basta alzare gli occhi su una delle collinette
intorno e scorgerete un edificio rosa).
Dove dormire non saprei, tutte le volte che sono stato
sull’Etna sono tornato a dormire al mio paesello d’origine, in ogni caso è .più
facile consigliare dove andare a mangiare che dove andare a dormire, perché in
questo secondo caso le variabili sono più numerose e vai a toccare più
incisivamente lo stile di vita di ciascuno.
Mostarda |
Marinella Fiume - scrittrice etnea |
Certamente se vuoi goderti l’Etna, fare escursioni, a piedi,
in bicicletta, a cavallo, visitare. fotografare, documentarti, girare di paese
in paese, viene naturale dirvi che dovreste trovare un posto proprio sull’Etna,
uno di quei tanti hotel, resort, agriturismi, locande con alloggio, che vi sono
sorti negli ultimi decenni; anche qui ho qualche indirizzo di seconda mano,
suggeritomi da qualche amico, ad esempio Il nido dell'Etna a Linguaglossa, Il Ghebel Resort a Milo il Corsaro a Nicolosi e l’Airone a
Zafferana Etnea.
Se, invece, volete godervi l’Etna senza affrontare sentieri,
escursioni ed imprese impegnative e
senza strafare, se non vi piace andare a letto con le galline, subito
dopo cena, se oltre alla passeggiata nella piccola piazzetta del paese, che
quando hai mangiato il tuo cannolo o il tuo gelato, non hai nient’altro da
fare, allora è proprio il caso d fare tappa a Catania, città molto bella,
raffinata e vitale, che vi offre tutto lo svago, il divertimento e le emozioni
che volete.
Avendo qualche giorno in più e voglia di godervi le bellezze
della Sicilia, innanzitutto Catania, una città stupenda … non vi basterebbe un
mese e forse nemmeno tutta la vita per cogliere quant’è bella Catania e per
entrare nella mentalità tipica di un catanese; un giro molto interessante
sarebbe quello lungo la cosiddetta Riviera dei Ciclopi, da Catania imboccate la SS 114 in
direzione nord verso Aci Castello, Aci Trezza, Acireale, Aci Catena, Aci
Sant’Antonio, Aci Bonaccorsi, Aci Platani, …, da queste parti non si fondava un
paese senza prima il prefisso Aci … fino a Giarre (o Riposto, a seconda di come
gira il vento), continuando su questa strada si può arrivare fino a Giardini
Naxos e Taormina.
Risotto con "cauliceddi" |
Etna - Valle del Bove |
Non devo dirvi io quale bellezza posseggono questi luoghi,
sia a livello naturalistico, è qui che sono nate molte ambientazioni del “ciclo
dei vinti” di Giovanni Verga, la cui bellezza luminosa fa da contrasto
lacerante alla crudezza e alla brutalità della sorte umana; in questi luoghi
aleggia il mito, potrebbe apparirvi da un momento all’altro Ulisse sbarcato in
cerca d’acqua e di cibo, i lestrigoni, i lotofagi, i buoi sacri al dio Sole, le
sirene, Scilla e Cariddi, Afrodite che sorge dalla schiuma del mare, la nave di
Enea con ancora a bordo Palinuro, che vi saluta, prima di precipitare in mare
poco più a nord, e state pur certi che quel pennacchio che esce dalla cima
dell’Etna è Polifemo che fa la ricotta.
Poco più a sud di Taormina (e anche di Giardini), c’è una
strada verso l’interno che conduce alle Gole dell'Alcàntara, un canyon naturale di roccia
basaltica scavato nel corso dei secoli dal fiume Alcàntara, le cui pareti più
che levigate dolcemente dalle acque sembrano graffiate dagli artigli di una
tigre; esiste .una scala per scendere e risalire che non è molto impegnativa,
per i più pigri c’è un comodo ascensore, gratuito se ricordo bene, in basso si
possono affittare degli stivali per inoltrarsi nel greto del fiume, attenti
alle scivolate … l’acqua è gelida anche in estate.
Più distante c’è Tindari, raggiungibile percorrendo la Catania-Messina in direzione nord verso
Messina e qui prendete l’autostrada Messina-Palermo in direzione di Palermo,
non ricordo esattamente quali uscite dovrete attraversare prima di arrivare,
sicuramente passerete Milazzo, Tindari è segnalata, non potete sbagliarvi.
Qui potrete visitare ciò che gli scavi archeologici hanno
fatto emergere del passato greco- romano, la cinta muraria, il teatro, la
“basilica”, edifici e templi romani e il Santuario della Madonna Nera, situato dove una volta sorgeva
l’agorà, la “laguna sabbiosa” di Tindari è visitabile attraverso una scala che
vi giunge direttamente.
È tutto, ciò che io non ho scritto lo scoprirete da soli, un
abbraccio a chi parte ed ha già la valigia pronta e vasuneddi a tinchité a chi resta o va altrove.
Minchia, a Circumetnea mi scurdai, ma unni l'agghiu a testa? Nun mancati ri farivi nu giru 'i vozziga, domando perdono a tutti.
Baciamo le mani.
Minchia, a Circumetnea mi scurdai, ma unni l'agghiu a testa? Nun mancati ri farivi nu giru 'i vozziga, domando perdono a tutti.
Baciamo le mani.
"Ciuri di rosi russi a lu
sbucciari,
amara a l'omu c'a fimmini criri,
amara a cu si fa supraniari
lustru di Paradisu non ni viri.
Rit: ciuri ciuri ciuri di tuttu
l'annu
l'amuri ca mi dasti ti lu tornu
ciuri ciuri ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca mi dasti ti lu tornu
..."