|
Erwin Blumenfeld, Lisa Fonssagrives on the Eiffel Tower, Vogue, 1939 |
|
Erwin Blumenfeld, Lisa Fonssagrives on the Eiffel Tower, Vogue, 1939 |
|
Erwin Blumenfeld, Lisa Fonssagrives on the Eiffel Tower, Vogue, 1939 |
|
Robert Doisneau |
|
Les filles de joie © Georges Thiry courtesy of the Galerie Lumière des roses |
“Non amavo altro che le parole … Avrei innalzato cattedrali
di parole sotto l’occhio azzurro della parola cielo”.
(J.P. Sartre, Les mots, 1963).
|
Robert Doisneau - Un regard oblique (1948) |
|
Robert Doisneau, La-dame-indignée, 1948 |
|
Elliott Erwitt, Brasilia, 1961 |
|
Les filles de joie © Georges Thiry courtesy of the Galerie Lumière des roses |
|
Elliott Erwitt |
|
Emile Savitry, La Coupole, Paris 1939 |
"Scomparirò nella nebbia come straniero a tutto, isola
umana staccata dal sogno del mare, nave con un essere superfluo a bordo, a
galla su tutto."
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine).
|
Richard Avedon, Untitled, 1957 |
|
Apache de Pigalle 1938 |
|
Robert Doisneau, Selezione per il Concert Mayal, 1952 |
|
Helmut Newton, The world famous “Folies Bergère” revue, ca 1953, |
Ci sono amori che al loro esordio sono accompagnati da
prodigi, da meraviglie, da fenomeni eccezionali, da segnali luminosi in cielo,
da stelle comete o da altri fenomeni astrali che mettono sull’avviso i magi,
dal carro del sole che abbandona la sua eclittica, la “… strada che mal non
seppe carreggiar Fetòn” (Dante, Purgatorio IV, 71-72), sbandando
paurosamente verso il cielo, creando così la Via Lattea, o verso la Terra,
riducendo la Libia ad un deserto.
Ci sono amori che producono l’incepparsi delle meccaniche
celesti, che fermano il moto delle sfere che si produce a partire dal motore
immobile regolato dal diverso attrito che da a ciascuna sfera una velocità
diversa, e dalla concomitante assenza del suono celestiale delle arpe eoliche,
che in genere accompagna il placido movimento degli astri sui loro cardini.
Ci sono amori in cui i cieli partecipano con giubilo, gli
angeli squarciano la volta celeste per venirli a sbirciare, le bestie e gli
armenti sulla terra sono inquieti, gli alberi fremono e mulinano come neanche
nelle più fiere tempeste, il suolo ondeggia con sbalzi tellurici come se
Poseidone scuotesse la terra, e il cielo si incendia di scintille prodotte dal
martello del dio Thor, che genera il tuono.
Ci sono amori per cui chi assiste ai loro inizi sente le
membra sciogliersi in uno strano languore, la mente è incapace di pensare, il
cuore si blocca, assediato da una strana angoscia, le gambe ti reggono in piedi
a malapena, avverti addosso una strana ed inspiegabile agitazione, le donne
mostrano scollature più audaci e gli uomini non finiscono più di ringraziare di
poter godere di quei frutti del paradiso, e con occhi dolcissimi (che stanno un po' più in alto del loro seno) ti chiedono un calice di vino e tu
porteresti loro l’intero vigneto
Ma niente di tutto questo avvenne quando iniziò l’amore che
vi voglio raccontare, l’incontro fra quest’uomo e questa donna avvenne nel più
banale dei modi, senza tanti fronzoli, senza che se ne occupassero i
giornalisti, senza le foto della stampa scandalistica, senza il tintinnio di
cucchiaini nelle tazze da the, il frenetico fruscio degli abiti di seta delle
signore che denuncia una certa agitazione, senza quel mormorio nei salotti, il
frinire incessante che ingigantisce qualsiasi cosa tanto più quanto più è
sommesso e sottovoce, e lo distribuisce alla città intera.
|
Albert Camus al café “Les Deux Magots” (Parigi, 1945) |
|
Robert Doisneau |
|
Brassai Paris Taschen Brassai on Pinterest Paris |
|
Brassai, Gipsy dancer |
|
Brassai, La bande du grand Albert-1931-1932 |
|
Opera, Paris 1960, Jean Loup Sieff |
Frequentavano gli stessi posti, avevano molti amici in
comune, presenziavano agli stessi eventi, niente di strano, dunque, che
finissero prima o poi per incrociarsi vis
a vis; e forse tutto avvenne nel più banale dei modi, come capita alla
maggior parte delle persone comuni, con un amico di entrambi che fa le
presentazioni.
Così alcuni raccontarono che successe, assistevano entrambi
alla prima del film di Jean Renoir Le Crime de Monsieur Lenge il primo
gennaio del 1936 a Parigi, lui era stato invitato direttamente dal regista, lei
era la fotografa di scena, un amico comune ad entrambi li presentò, e da li in
poi seppero trovare da soli i pretesti per rivedersi.
In ogni caso non era la prima volta, quella, che le loro
strade si intersecavano, era semmai l’ufficializzazione del loro incontro, ciò
che fa pensare a ciascuno di noi che adesso che c’è stato il riconoscimento
pubblico, adesso che io so ufficialmente chi sei tu e tu sai ufficialmente chi
sono io, posso attendermi un saluto da te, o magari che ti fermi a fare due
chiacchiere o, chissà, che possa accadere qualcosa fra di noi, visto che siamo
stati insigniti di pubblica investitura.
È facile che si fossero visti altrove in precedenza, e che
abbiano preferito rimanere due estranei, o abbiano preferito “studiarsi” ancora
un po’ a distanza, oppure preferivano uno scenario diverso, un “galeotto”
diverso (ricordate i versi famosissimi che Dante
fa dire a Francesca? “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse …”) che li mettesse
in contatto.
Il “galeotto” in questione poi era pure poeta e la poesia è
ineliminabile in certi frangenti, seppure la poesia sia responsabile delle
peggiori catastrofi sentimentali degli uomini, dove c’è poesia aspettati sempre
di essere elevato fino al cielo e di ricadere inevitabilmente nella polvere …
per questo gli uomini del passato si sposavano per contratto stipulato dai
rispettivi genitori e relegavano la poesia nella più profonda intimità, oppure
la bandivano dalle loro case come trastullo adolescenziale o melanconia senile.
Di certo sappiamo che lei aveva senza dubbio sentito parlare
di lui, che già da un pezzo era famoso, ma non di una fama localizzata a Parigi
o alla Francia intera, la sua fama varcava ormai ogni confine, ed era
impensabile che una donna che frequentasse gli ambienti artistici parigini non
sapesse chi fosse quell’uomo o non ne avesse mai sentito parlare, quando ormai
il mondo intero parlava di lui.
Anche lei, pur non raggiungendo le vette di notorietà a cui
si era elevato lui (il paragone è peregrino perché praticavano due arti
diverse: lui un’arte che aveva una storia antica, lei un’arte tutta moderna,
che si era affermata relativamente da poco), era abbastanza nota e molto
stimata nel suo ambiente.
Lui vide per caso un ritratto di lei scattatole ancora una
volta da un amico comune, una foto “solarizzata” in cui lei incorniciava il suo
sguardo profondo con le bellissime dita della sua mano che cadevano maliarde
sulla sua fronte, allo stesso modo di una piccola spilla che le pendeva sulla
guancia sinistra e che mostrava il medesimo intreccio di dita … fu la
folgorazione, si innamorò di quell’immagine, di quello sguardo e di quella posa
forse ancor prima di vederla dal vivo, e fece di tutto per farsela regalare.
|
Dennis Stock, Cafe de Flore, Paris, 1958 |
|
Café de Flore at the corner of Boulevard Saint-Germain and Rue St. Benoit, in the 6th arrondissemen |
|
Café de Flore, 1885 |
|
Robert Doisneau |
Ma l’incontro fra uno che era già ritenuto una leggenda
vivente già in vita, successo eguagliato in passato solo da Raffaello Sanzio e
mai più raggiunto da altri, non a quelle proporzioni, e una donna dalla
carriera molto promettente, quella che poteva elevarsi al suo livello fra tutte
quelle che lui aveva avuto, quella che poteva starle al fianco, forse l’unica
in assoluto, sul quale si sono scritti centinaia di libri, versate piogge di
inchiostro, consumate parecchie cartucce del toner, non poteva essere così
ordinario e deludente, bisognava che fosse straordinario, eccentrico come si
conviene alla grandezza dei due protagonisti e fosse anche presago del loro
futuro … che legioni di storici, storici dell’arte, giornalisti, psicologi e
psicoanalisti potessero trovare materia su cui affondare i loro denti per
parecchi secoli a venire.
Volete anche il prodigio? Eccovelo! Nel gennaio del 1936 la
signorina Henriette Theodora Marković si
incamminava a piccoli passi battendo sul marciapiede i suoi tacchetti non molto
alti, col suo “portamento da sfinge e gli occhi persi in un altro mondo” (come
fu definita) verso un tavolo del Café de
Flore in Saint-Germain-des-Prés, a Parigi (altri giurano che avvenne,
invece, al Deux Magots, poco distante
dal Flore).
I café parigini, in particolar modo i due appena citati, sono
sempre stati frequentati dal fior fiore dell’intelligenza e della sensibilità
artistica, da quando Parigi si era affermata come polarità artistica e
culturale in Occidente, da quando i francesi hanno iniziato a favorire il
soggiorno di artisti, pensatori e scienziati nella loro capitale, questi locali
divenivano centri imprescindibili di confronto, di crescita, di scambio e,
perché no, luoghi in cui stabilire una volta per tutte competenze, priorità,
vedere riconosciuto il proprio lavoro,
il proprio valore personale e il proprio posto nella gerarchia dei colleghi.
Erano centri di divulgazione della propria opera, punti per
farsi conoscere, non di rado venivano frequentati da editori, critici e
mercanti d’arte, possibili acquirenti, mecenati o semplicemente persone in
grado di apprezzare un lavoro ben fatto, un concetto ben pensato un sentimento
ben espresso; ma erano anche luoghi di relax, di ricerca del puro e semplice
divertimento, dove poter fare qualche amicizia o dove poteva sorgere qualche
amore o qualche liaison plus o moins
dangereux.
|
Brassai La París de los perdidos |
|
Edith-Piaf in a Parisian cafe ca. 1936. Photo by Jean Gabriel Séruzier. |
|
FRANCE (Île-de-France) - Les Deux Magots in Paris, 1696 |
|
George Brassaï An English girl in her dressing room at the Folies Bergère, 1932 |
Li frequentavano quasi tutti, dai grandi nomi affermati come Brassaï, Man Ray, Jeanloup Sieff,
Henri Cartier-Bresson, Richard Avedon, Amedeo Modigliani, Paul Cézanne,
Henri Matisse, Joan Miró, Albert Camus,
Guillaume Apollinaire, Jean-Paul Sartre, Simone De Beauvoir, Antonin
Artaud, Tristan Tzara, Max Ernst, René Magritte, Jacques Lacan,
Paul Èluard, Lee Miller, Robert Doisneau,
Maurice Merleau-Ponty, Jacques e Pierre Prevert, Luis Buñuel,
Georges Bataille, Salvador Dalì, André Breton, Yves Tanguy,
Léonor Fini, Giorgio De Chirico, …, fino agli autentici sconosciuti, che magari
si faranno luce più in là, o rimarranno appunto sconosciuti.
Ma non per questo furono poco importanti, perché le grandi
opere artistiche, le grandi cattedrali del pensiero, nascono da un terreno
collettivo, da un ambiente fertile, in cui molte suggestioni, idee,
illuminazioni, sorgono da più fuochi e da una comune kunstwollen (o volontà artistica) che permette ad una generazione
di artisti di andare nella stessa direzione generale e di parlare lo stesso
linguaggio, e il grande artista è quello poi capace di tirare i fili di questa
immensa rete per trarne quei capolavori che caratterizzeranno quello stile,
quel periodo artistico, quell’artista in particolare.
Ci si divertiva parecchio nel corso degli anni 30 a Parigi,
la grande guerra era terminata e tutti credevano che non ci sarebbero state più
guerre, non di quella portata almeno, non “mondiali”, la “grande depressione”
del 29 era più recente della guerra e aveva lasciato tracce ancora visibili,
forse per questo si era più invogliati a vivere, si respirava proprio questa
“avidità” di vivere, la bramosia di esperienze, l’inquietudine fra il non
perdersi un’occasione, la ribellione all’autorità normativa costituita,
attraverso l’ironia, la provocazione o la franca distruzione del passato, e la
malinconia profonda del nulla e del vuoto, sempre in agguato a sussurrarti beffardamente sillabando le
parole:
«O Zarathustra … tu, pietra filosofale! Hai scagliato te
stesso in alto, ma qualsiasi pietra scagliata deve – cadere! O Zarathustra
pietra filosofale, pietra lanciata da fionda, tu che frantumi le stelle! Hai
scagliato te stesso così in alto, - ma ogni pietra scagliata deve cadere!
Condannato a te stesso, alla lapidazione di te stesso: o Zarathustra, è vero:
tu scagliasti la pietra lontano, - ma essa ricadrà su di te!» (F. W. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, La
visione e l’enigma).
|
Stanley Kubrick |
|
Robert Doisneau, La derniere valse du 14 juillet, 1949 |
|
Willem van de Poll Café de la paix Paris 1935 |
E davvero non esisteva nessuno in tutta Parigi che non
volesse lanciarsi in alto, che non fosse convinto di essere lui l’unica vera e
autentica pietra filosofale, il migliore di tutti, nessuno che non volesse
avere riconosciuto il predominio che nella sua mente si profilava netto; non
bastava essere fra i grandi, ciascuno voleva essere il più grande di tutti, non
bastava vivere bene, ciascuno voleva vivere meglio di tutti gli altri, possedere
ciò che gli altri non hanno, esperire tutto ciò che gli altri non potranno mai
esperire, provare e sentire cose che nessuno mai prima aveva provato e sentito,
eseguire il capolavoro dei capolavori.
Non stupisce allora che i momenti di scoramento, di
malinconia, di rabbia, di impotenza si alternassero a momenti di esaltazione,
che si rincorressero periodi di frenesia di vivere, di fare, di immergersi in
ogni cosa, con periodi di profonda tristezza e scoramento, di depressione, di
autodistruzione, il consumo di alcol e di droghe era smodato, si conosceva
l’assenzio, il laudano, l’oppio e se ne faceva largo uso, oltre ad ogni tipo di
bevande alcoliche.
Quasi del tutto tramontata l’attrattiva delle danseuses del Moulin Rouge e del Café de
Paris, la Troupe de Mlle Églantine,
le chahuteuses con le gonnelle rosse
e gialle che ballano la quadriglia all’Elysée-Montmartre,
le filles de joie, le donnine di Henri de Toulouse-Lautrec, la Goulue, Nana-la-Sauterelle, la Grille-d’Égout
che rideva mostrando una fessura fra i denti, o Rosa-la-Rouge, la sua modella preferita, che passerà
alternativamente dalle sue tele alle sue lenzuola e che gli regalò la sifilide
oltre alla pietà di qualche momento d’amore.
Divertimenti che appartengono alla generazione precedente e
che ritorneranno in auge nel secondo dopoguerra, in concomitanza con il turismo
soprattutto giapponese e statunitense, che va in vacanza a Parigi sperando di
ritrovare l’atmosfera di fine ‘800, la Belle Epoque, e di incontrare ancora Monet, Degas, Renoir, Bazille o Caillebotte, come chi veniva in Italia sperava di incontrare Fellini, via Veneto, i paparazzi, la Dolce Vita, Anita Ekberg che fa il bagno nella fontana di Trevi (magari nuda, stavolta) e il pizzardone che ti fa la multa perché hai lasciato la macchina in doppia fila con la scritta "mo' a levo, sto a parlà ch'amici!" .
Si ascoltava musica dai ritmi sincopati negli anni ‘30, il
jazz, lo swing, il fox-trot, il ragtime, che provenivano dall’America, si
poteva vedere Josephine Baker
muoversi come una pantera, Juliette
Gréco che scendeva le scale del Tabou,
Edith Piaf con la sua voce tremula
intonare melodie francesi accompagnata da una fisarmonica, o La bella Otero al Folies Bergère, Cléo de
Mérode, Anna Fougez e Lina Cavalieri esibirsi nei vari locali
della capitale francese, o nei teatri o nelle sale cinematografiche.
|
Le Tabou club |
|
La Galerie Lumière des Roses présente «Georges Thiry et les filles de Joies» |
|
Robert Doisneau |
|
Robert Doisneau Au saint Yves, Saint germain des-pres, Paris, 1948 |
|
Robert Doisneau |
Dai locali notturni uscivano anche suoni di melodie latine,
napoletane e spagnole vista la nutrita rappresentanza italiana e spagnola in
terra di Francia, mischiarsi con la
musica popolare francese, anche quella dei quartieri malfamati, dove la
malavita brulicava e faceva i suoi affari, quella ballata a suon di strattoni e
di schiaffoni dagli “apaches”, quei
tizi col basco calato fino alle sopracciglia, i basettoni lunghi che
terminavano a punta, l’immancabile maglia a righe e l’eterna sigaretta in
bocca, che avevano il loro harem di protégées
nel quartiere di Pigalle.
Si discuteva, si scherzava o si ballava fino all’alba nei tabarin, nei café chantant, nei café
charmant, nei café séduisant, plaisant, fascinant … nei cafè
insomma, nei cabaret, nei locali equivoci
dei quartieri equivoci (i peggiori bar di Marais …), dove potevi trovare tutti
gli stimoli che volevi (e anche quelli che non volevi) e fare incontri di ogni
tipo, da quelli fortunati che ti fanno entrare in cerchie elitarie di persone
fino a quelli sfortunati, che ti ripuliscono delle tue magre sostanze, ti
malmenano e ti gettano malconcio in qualche vicolo o in qualche canale della
Senna.
Per pochi franchi potevi trovare un pasto decente, sollievo
ai fastidi del giorno, un po’ di svago, qualsiasi tipo di sostanza lecita o
proibita potesse modificarti in meglio il tuo stato di coscienza, fino a darti
pace, beatitudine ed ebbrezza, e un qualche surrogato dell’amore nelle
sembianze di qualche ragazza parigina dei quartieri malfamati.
O qualcuna che era giunta dalla provincia per amore o con
tante belle speranze e che si era ritrovata a battere i marciapiedi o a girare
per i locali in cerca di clienti, o una
qualche ragazza proveniente da chissà dove (dalla Russia dopo la rivoluzione, o
da altre zone d’Europa del sud o dell’est, o una ragazza dalla pelle ambrata,
proveniente dalle colonie francesi e che parlava il francese molto meglio delle
parigine, perché lei era andata a scuola dai missionari, mentre tante ragazze
francesi povere erano totalmente ignoranti).
Senza memoria e senza desiderio ho idea che non si va da nessuna parte. La memoria ci permette di ricordare e, possibilmente, di non ripetere errori del passato (anche se non è poi così facile, ma ci provo ogni giorno). Senza il desiderio la vedo dura, anche se penso che ci sono desideri che col tempo perdono il loro peso nella vita. Ma anche qui dipende dai casi e dalle persone. Ci sono desideri che possono ostacolare la propria crescita (a livello interiore) e ci sono desideri che possono farci emancipare...foto bellissime (Doisneau, Avedon, Brassai, Kubruk complimenti per la scelta) e Parigi è una città che adoro, spesso all'avanguardia su tante tendenze della nostra società. Un salutone e alla prossima
RispondiEliminaHo passato quasi tutta la mia vita a sviluppare la memoria, la mia e quella altrui, a rendere cosciente l’inconscio, a credere che più coscienza significasse più coerenza, e che più coerenza volesse dire un benessere più diffuso … non fa una grinza, è perfettamente vero, solo che talvolta è auspicabile l’oblio, solo se non ho memoria di una cosa, di una persona, posso provare il palpito della prima volta, dell’esperienza delle cose vergini, della scoperta e della conquista.
RispondiEliminaIn quanto al desiderio, una massima mi accompagna da quasi vent’anni: “Se vuoi sapere quanti padroni hai, guarda quante ambizioni tieni!”, dove ambizioni=desideri; non dico che dovremmo azzerare i nostri desideri, come auspicano i buddisti, altre discipline orientali e la filosofia stoica, dico che sospendere il nostro desiderio, metterlo da parte, vuol dire dare spazio all’altro come persona, perché il desiderio è sempre desiderio di un oggetto, e non di una persona, desiderio che l’altro si disponga in funzione di noi.
Ma non voglio anticipare di più, il post è appena ai suoi inizi, mi piacerebbe giocare con chi mi legge ad ipotizzare di vivere senza memoria e senza desiderio … per vedere dove potremmo andare, ammesso che possiamo andarci da qualche parte :-)
Ciao, Accade, ti ringrazio per questi tuoi passaggi nel mio blog e per le belle parole che vi lasci
Dice "Chi conosce l' amore lo sa riconoscere"
RispondiEliminaE' vero, confermo io,
chi conosce l'amore lo sa riconoscere,
e lo sa riconoscere perchè lo conosce,
perchè ha ricevuto quell' amore in età infantile,
quando era un cucciolo dipendente,
incapace di sopravvivere da solo,
dai propri genitori.
E' vero, confermo io,
chi conosce l'amore lo sa riconoscere,
e non può non riconoscere
che l'unico "amore" realmente esistente,
se proprio vogliamo usare 'sta parola "amore" per definirlo,
è l'interesse dell'esemplare adulto di ogni specie vivente
per il cucciolo generato
che è in realtà, a guardar bene,
non ha nulla di quell' altruismo
che di solito si associa alla parola "amore",
ma è un interesse di natura meramente egoistica,
perchè finalizzato a mantenere in vita il cucciolo generato,
e, con esso,
il proprio corredo genetico sulla Terra.
Un comportamento istintivo,
dettato dal semplice istinto di sopravvivenza,
presente in tutte le specie viventi:
l'esemplare adulto della specie
che si occupa del cucciolo generato
nel periodo di dipendenza,
in cui è totalmente dipendente
e non ce la farebbe a sopravvivere da solo,
non fa altro che accudirlo
per mantenere in vita,
perchè mantenendo in vita il cucciolo generato
mantiene in vita il suo corredo genetico,
che è in quel cucciolo,
ergo mantiene sulla Terra il suo corredo genetico.
Gli altri "amori",
compreso il cosiddetto "amore per il prossimo"
dei cristiani,
un presunto ed ipotetico interesse
di ogni esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens
per ogni altro esemplare della specie Homo Sapiens Sapiens,
in realtà inesistente in natura,
sono tutti scimmiottamenti,
simulazioni, mistificazioni di quell' amore,
cioè di quell' interesse dell'esemplare adulto
per il cucciolo generato,
messi in scena per acchiappare l' altro,
ridurlo in condizione infantile,
per poi controllarlo, usarlo e sfruttarlo.
Per capire quanto sia vera 'sta cosa
basta pensare ai termini usati dal cristianesimo,
in cui il prete che controlla la vita degli altri
dopo averli ridotti in condizione infantile
predicando 'sto ammmore,
che è, come detto,
uno scimmiottamento, una simulazione, una mistificazione
dell' interesse istintivo e naturale
di ogni esemplare adulto di ogni specie vivente
per il cucciolo generato,
si chiama Padre e viene chiamato Padre,
e i poveracci plagiati e controllati,
dopo essere stati ridotti in condizione infantile,
si chiamano "figli".
La stessa cosa si verifica
nei rapporti affettivi
tra esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens
in cui uno due riduce l'altro in condizione infantile,
approfittando delle sue carenze affettive
derivanti da genitori che nell'infanzia
si sono occupati poco e male di lui,
per poi riproporre
quel rapporto genitore - figlio,
allo scopo di controllarlo ed usarlo.
In realtà
il solo rapporto sano
tra due esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens adulti
è quello fondato sul rispetto reciproco,
in cui ognuno dei due
rispetta l' altro, il suo corpo, la sua vita,
la sua natura, la sua sensibilità.
il suo modo di pensare e di vivere,
ed ha in cambio, dall' altro,
lo stesso rispetto
per il suo corpo, per la sua vita,
per la sua natura, per la sua sensibilità,
per il suo modo di pensare e di vivere.
Posso arrivare a dire, se proprio volete,
che questo è il solo tipo di "amore"
possibile tra due esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens adulti,
se proprio insistete a voler usare 'sta parola per definirlo.
Per quanto riguarda invece
chi vi avvicina
avendo sempre sulla bocca la parola "ammmore"
e proponendosi come pieno d'amore e amorevole,
fate molta attenzione:
è sempre e comunque
un individuo che vuole intrufolarsi nella vostra vita
per controllarla ed usarvi.
RispondiEliminaCi sono amori
che al loro esordio
sono accompagnati da prodigi
e da meraviglie
e da fenomeni eccezionali
e da segnali luminosi in cielo
e da stelle comete
e da altri fenomeni astrali
che mettono sull' avviso i magi.
Ci sono amori
che rendono inquieti
le bestie e gli armenti sulla Terra
e fanno fremere e mulinare gli alberi
come neanche nelle più fiere tempeste
e fanno ondeggiare il suolo
con violenti sbalzi tellurici.
Ci sono amori
che fanno sciogliere le membra
in uno strano languore
e rendono la mente incapace di pensare
e fanno bloccare il cuore
improvvisamente assediato da una strana angoscia
e le gambe reggono a malapena
e tutto il corpo è pervaso
da una strana ed inspiegabile agitazione.
Ci sono amori
che le femmine
mostrano scollature più audaci
e i maschi
non finiscono più di ringraziare
di poter godere di quei frutti del paradiso
e chiedono un calice di vino
e quelle porterebbero loro
l' intero vigneto.
N,D,R
Meglio così...
Più terreno,
meno campato per aria,
più sintetico,
più incisivo,
più virile,
più penetrante,
Da quale terribile abominio della Natura
RispondiEliminanasce questo proliferare di femmine
che non amano farsi scopare bene,
penetrare e possedere dal maschio,
e si circondano di maschietti impotenti
che tessono le lodi della femmina più forte e più intelligente ?
Quale e quanta terribile alienazione
da se stesse, dal loro corpo, dalla loro vita,
dalla Natura e dalla Terra
c'è in queste disgraziate femmine
della specie Homo Sapiens Sapiens,
che incredibilmente rifiutano
ciò che tutte le femmine di tutte le specie viventi agognano:
il maschio testosteronico, virile, aggressivo
che le scopa bene, le penetra, le possiede e le feconda,
permettendo loro di realizzare la loro natura di madri,
il solo ed unico ruolo
da cui può nascere la loro felicità di femmine.
Quale e quanta insoddisfazione,
quale e quanta infelicità
si nascondono dietro le loro rigide posture di femmine
ilcorpoèmioelogestiscodame,
che ostentano una libertà fasulla,
frutto di ideologie femministe contro natura,
che staccano il loro cervello dal loro corpo,
impedendo loro ogni felicità ?
Quale e quanta insoddisfazione,
quale e quanta infelicità
dietro il loro guardare con odio le femmine sane,
che amano farsi scopare bene, possedere e penetrare
da maschi testosteronici, virili ed aggressivi,
che esse, rese ottuse dal loro delirio
ilcorpoèmioelogestiscodame,
considerano un "pericolo"
per la realizzazione delle loro ideologie femministe,
mentre quelle in realtà sono femmine sane,
da cui dovrebbero prendere esempio
e che dovrebbero avere come modello di riferimento
per tornare in sintonia con se stesse, la loro vita, il loro corpo,
la Natura e la Terra ?
RispondiEliminaQuelli che inventano le due paroline "Verità" e "Amore",
sanno qual è Verità e il Bene per tutti",
fanno il "Bene di tutti"
senza manco chiedergli qual è,
controllano la vita di tutti,
la usano per i loro scopi,
e alla fine dicono pure: "Io amo tutti"
Un qualunque esemplare adulto
della specie Homo Sapiens Sapiens
che si muove sul pianeta Terra
dotato dei suoi cinque sensi
e del suo cervello per elaborare i dati sensoriali,
riceverà nel suo cervello
dati sensoriali
che gli segnalano l'esistenza di esseri viventi,
mari, montagne, fiumi, alberi et similia,
ma non riceverà alcun dato sensoriale
che testimoni l'esistenza
di due cose chiamate "Verità ed "Amore".
Detto questo
una domanda sorge spontanea:
"Ma se non esiste sulla Terra
una cosa chiamata Verità
ed una cosa chiamata Amore
perchè esistono le parole Verità ed Amore ?".
La risposta è semplice:
"Perchè quelle due parole
forniscono uno strumento formidabile
per plagiare, controllare, sfruttare ed usare gli altri".
Mi spiego e vi spiego...
Quelli che si inventano la parolina"Verità"
dicono sempre, dopo che l'hanno inventata,
che loro hanno la "Verità.
Quelli che inventano la parola "Amore",
dicono sempre, dopo che l'hanno inventata,
che loro amano tutti.
Dopo di che
combinano insieme le due paroline
e si rivolgono a tutti gli altri
affermando che essi sanno
qual è la Verità per tutti
e che per Amore vogliono portargliela.
In questo modo
possono rapportarsi a tutti gli altri
non in una condizione di sana e naturale parità,
come è sano e naturale che sia
tra esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
simili tra loro,
ma in una condizione di assoluta superiorità,
artificialmente creata
grazie all'invenzione delle due paroline "Amore" e "Verità"
e all' uso arguto di quelle due paroline.
Naturalmente 'sta cosa funziona
solo con gli esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens
che fanno l'errore infantile
(vi spiego dopo perchè uso 'sta parola...)
di credere
che esistano veramente due cose chiamate "Verità" e "Amore"
e che degli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,
del tutto simili a loro,
siano in possesso di una cosa chiamata "Verità"
e vogliono portargliela per "Amore",
cioè con esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens
che si mettono da soli
in una condizione di dipendenza infantile
nei confronti
di altri esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens.
Comprendere perchè
alcuni esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
si inventano le due paroline "Verità" e "Amore",
delirano di sapere qual è la "Verità e il Bene per tutti",
poi fanno il "Bene di tutti",
decidendo loro qual è senza manco chiederglielo,
decidendo tout court della vita degli altri,
e alla fine dicono convinti: "Io voglio bene a tutti"
è chiaramente molto semplice:
con questa tecnica
si finisce per controllare, usare e sfirttare
la vita di tutti gli altri,
di esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens,
dopo averli ridotti in condizione infantile.
Il passo successivo
per comprendere perchè quella tecnica funziona
è naturalmente capire perchè
molti esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens
credano alla inverosimile realtà
che altri esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens,
del tutto simili a loro,
abbiano 'sta Verità per tutti
e vogliano portarla a tutti per Amore.
CONTINUA...
CONTINUA...
RispondiEliminaPer capirlo bisogna tornare alla parola
"infantile",
che ho usato sopra
quando ho detto che questa tecnica funziona
solo con gli esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens
che fanno l'errore "infantile"
di credere
che esistano veramente due cose chiamate "Verità" e "Amore"
e che degli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,
del tutto simili a loro,
siano in possesso di una cosa chiamata "Verità"
e vogliono portargliela per "Amore".
Perchè quegli esemplari adulti della specie
fanno quell' errore infantile ?
Semplicemente perchè sono mantenuti in condizione infantile
e/o riportati alla condizione infantile.
Per capire come
partiamo da una realtà naturale ed incontrovertibile:
ogni esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens
è stato cucciolo,
ha vissuto cioè un periodo della vita
in cui era incapace di sopravvivere da solo
e dunque completamente dipendente
dagli esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens.
In quel periodo della vita,
quando un essere vivente è un cucciolo,
quindi incapace di sopravvivere da solo,
quindi completamente dipendente
da esemplari adulti della specie che si occupano di lui,
accade di solito naturalmente
che i genitori del cucciolo,
quelli che lo hanno generato,
si occupino di quel cucciolo,
per garantire la sua sopravvivenza,
e, con essa,
la permanenza sulla Terra del suo corredo genetico.
L'esemplare adulto della specie
si occupa del cucciolo generato
perchè occupandosi del cucciolo generato,
che non è capace di sopravvivere da solo
aumentano le probabilità della sua sopravvivenza,
quindi aumentano le probabilità
che il suo corredo genetico rimanga sulla Terra:
per motivazioni meramente egoistiche.
Quelli che inventano la parola "Amore"
non fanno altro
che prendere questo naturale occuparsi del cucciolo generato
dell'esemplare adulto della specie,
per garantire la sua sopravvivenza,
e, con essa,
la permanenza del suo corredo genetico sulla Terra,
e chiamarlo "Amore per il prossimo".
per poi inventarsi
che 'sta cosa esiste
da parte di ogni esemplare adulto della specie
per ogni altro esemplare adulto della specie.
CONTINUA...
RispondiEliminaUna volta inventata 'sta cosa
chiamata "Amore per il prossimo"
tutto il resto viene da sè.
Se esiste una cosa chiamata "Amore per il prossimo"
va da sè
che ogni esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens
si occupa
di ogni altro esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens,
per cui "figliuolo",
(N.D.R.
pensate all uso della parola "Padre" per il sacerdote
e "figliuoli"per i fedeli
nel cristianesimo
per capire come funziona la tecnica)
tu non devi far altro che attendere che qualcuno si occupi di te,
senza evolverti in alcun modo
verso la condizione naturale di autonomia
del'esemplare adulto della specie.
L'importante è dunque
mantenere esemplari adulti in condizione infantile,
creando degli individui incacapci
di evolversi verso la condizione adulta di autonomia,
ed anche per questo
viene utilizzata la parolina inventata
"Amore":
i cuccioli della specie Homo Sapiens Sapiens
vengono educati, o meglio diseducati,
inculcando nei loro cervelletti deboli
che la sola cosa importante è l'Amore,
per cui il sano e naturale egoismo
è cosa criminale,
tutti gli istinti naturali
sono peccati e colpi,
che la sola cosa importante
è amare gli altri e farsi amare dagli altri,
e che ogni comportamento
deve avere come scopo l'approvazione degli altri:
in questo modo si creano degli individui
completamente privi di autostima,
quindi dei poveracci sempre alla ricerca
dell' approvazione degli altri,
completamente incapaci di ogni autonomia.
Il gioco è fatto.
Quando ci si rivolgerà
a questi poveracci
mantenuti in condizione infantile,
completamente incapaci di evolversi
verso la naturale autonomia dell'età adulta
con la fatidica frase:
"Io e/o noi sappiamo qual è la Verità per tutti
e qual è il Bene per tutti
e per Amore vogliamo portare
la Verità ed il Bene a tutti",
quei poveracci,
proprio perchè mantenuti in condizione infantile
ed incapaci di evolversi
verso la naturale condizione adulta di autonomia,
si porranno in modo completamente ricettivo
verso chi gli si propone in quel modo.
A questo punto
quelli che hanno inventato le due paroline "Verità" e "Amore",
delirano di sapere qual è la "Verità e il Bene per tutti",
fanno il "Bene di tutti"
decidendo loro qual è senza manco chiederglielo,
avranno in pugno
milioni e milioni di esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,
e potranno decidere della loro vita come vogliono,
potranno controllarli agevolmente,
quindi agevolmente usarli e sfruttarli
per realizzare i loro scopi
e garantire i propri interessi.
Nascondendo questo concreto e quotidiano
usare e sfruttare gli altri
per i propri scopi ed i propri interessi
dietro la fatidica frase:
"Io voglio Bene a tutti,
amo tutti
e faccio il bene di tutti.
ITE MISSA EST...IN CULO !
AMENNE !
Se uno che vuole portare la Verità agli altri con Amore
RispondiEliminaincontra un altro
che vuole portare un’altra Verità agli altri con Amore
i due s’ ammazzano tra loro.
La consapevolezza che non c’è nè Verità nè Amore
è il solo modo per evitare il tragico epilogo.
Caspita, Giamba, nemmeno la mia fidanzata mi manda tutti questi messaggi; è una inequivocabile dichiarazione d'amore! Peccato che io sia sentimentalmente impegnato, che mi piacciano le donne ... quelle di poche parole ... se no, chissà .... :-)
RispondiEliminaHasta luego!
Cazzo che battuta banale..
RispondiEliminaDopo tutti 'sti posts complicati
una vera e propria delusione.
P.S Ma a volte l'incosncio aprla d asolo
vero Grabo ?
Ed è semplice..
Coming out garbiano ?
Io ti rispetto Garbo.
Ma mi piace la cara vecchia fica.
Cerca da qualche altra parte ciò a cui agogni tanto..
I miei commenti Garbo
RispondiEliminaservono solo per svelare,
da animale sano quale sono,
quelli come te,
i vuoti affabulatori in Principio Fu Il Verbo
e le loro tecniche..
Gli animali vedono negli uomini come Garbo
RispondiEliminaun essere loro uguale
che ha perso in modo estremamente pericoloso
il sano intelletto animale:
vedono in lui l'animale che delira.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche adattato da Giamba)
Come vedi
RispondiEliminaanche come tecnica di persuasione
la tua banale battuta
interessante solo perchè rivela la tua vera natura,
non ha funzionato.
Io mi esprimo Garbo..
Come voglio.
Dove voglio.
Quando voglio.
Per quanto riguarda la tua omosessualità,
RispondiEliminache ora vivi in modo latente,
probabilmente perchè siciliano col mito della minchia dura,
esprimila compiutamente e soddisfala.
Io se avessi qualche istinto omosessuale
lo esprimerei liberamente.
Che problema c'è ?
Non è mai troppo tardi.
Altri 5 messaggi? Allora il tuo non è amore, è erotomania :-)
RispondiEliminaO Garbo è questo il messaggio:
RispondiEliminaI poveracci come Garbo
persi in un ridicolo, inutile e vanesio
stato di autoesaltazione del loro cervello
lo usano come strumento
per sempre più complesse pippe mentali,
trovano immancabilmente qualcuno come loro
che partecipa alla gara
e finiscono insieme,
come palloncini persi nell' aere,
per essere del tutto avulsi dalla semplice realtà terrena
e dalla semplice realtà della vita.
Sono come quei ragazzini
che fanno a gara di pippe tra loro:
sostituiscono le pippe reali
con le pippe mentali.
Gli animali vedono negli uomini come Garbo
RispondiEliminaun essere loro uguale
che ha perso in modo estremamente pericoloso
il sano intelletto animale:
vedono in lui l'animale che delira.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche adattato da Giamba)
GARBO ARIPIJATEEEE !!
RispondiEliminaMò te manno un inpitte...
RispondiEliminaIl dualismo platonico - giudaico - cristiano
è una forma di schizofrenia.
RispondiEliminaI poveracci come Pardogianni,
impregnati del dualismo platonico - giudaico - cristiano
e del tutto inconsapevoli
che esso è una forma di schizofrenia
che crea il due dove ce l'uno,
scinde corpo e cervello,
crea un' anima accanto al corpo,
anime eterne e vite eterne,
ricchi premi e cotillons,
esaltano il loro cervello - anima
come forma di superiorità sugli altri animali
e sulla vile materia.
La conseguenza
è che si perdono in un ridicolo, inutile e vanesio
stato di autoesaltazione del loro cervello:
lo usano come strumento
per sempre più complesse pippe mentali,
poi trovano immancabilmente qualcuno come loro,
impregnato di dualismo platonico - giudaico - cristiano
che partecipa alla gara di pippe,
e finiscono come quei ragazzini
che fanno a gara di pippe tra loro
sostituendo le pippe reali
con le pippe mentali.
L' epilogo finale
e che finiscono insieme,
come palloncini persi nell' aere,
del tutto avulsi dalla semplice realtà terrena
e dalla semplice realtà della vita,
fino ad essere del tutto incapaci di vivere sulla Terra
come animali terreni.
L' epilogo finale
e che finiscono insieme,
come palloncini persi nell' aere,
del tutto avulsi dalla semplice realtà terrena
e dalla semplice realtà della vita,
fino ad essere del tutto incapaci di vivere sulla Terra
come animali terreni.
Aspe' semplice ed urlato
RispondiEliminaUSA IL CERVELLO PER LA VITA
NON PER SEMPRE PIU' RAFFINATE PIPPE MENTALI.
CHE ALLA FINE
SO' SOLO UN PATETICO, RIDICOLO ED INUTILE TENTATIVO
DI SFUGGIRE ALLA REALTA' NATURALE DELLA VITA E DELLA MORTE
Passa qua ogni tanto Garbo che TE ARIPIJI !
RispondiEliminawww.giamba2016.ilcannocchiale.it
Carissimo Giamba, ma davvero mi abbandoni così? Con solo sei ulteriori commenti e un misero rimando al tuo blog come fosse il Verbo redivivo? Hai visto mai che il concetto che volevi ribadire non s'è capito, io scriverei almeno altri ulteriori 12 commenti, così ti metti al sicuro, che ne dici? Ci tieni così tanto a farti mandare affanculo da tutti, non ti basta quanti ti ci hanno mandato fino adesso?
RispondiEliminaP.S. Se vedi il tuo psichiatra, digli di rivedere la tua terapia, così ti fai solo del male.
Ti conosco mascherina
RispondiEliminaovverossia "Ulteriori chiarimenti sula realtà di Garbo e di quelli come lui".
Va in scena ogni giorno
una ridicola rappresentazione di massa di "ammmore per gli altri",
messa in scena per acchiappare l'altro,
che cancella anche il rispetto per l'altro,
che, da solo, sarebbe sufficiente e a tenere in piedi la società umana.
Quel che si vede ogni giorno
sul palcoscenico del mondo
è questa massa di imbecilli
che simula esageratamente "ammmore per gli altri",
interesse per gli altri,
mentre naturalmente ed ovviamente
ognuno è realmente interessato solo a se stesso
ed alla prole generata,
necessaria per mantenere sulla Terra il suo corredo genetico,
quando basterebbe un semplice
rispetto formale standard per l' altro
per tenere in piedi la società umana.
Perchè lo fanno gli imbecilli ?
Perchè ognuno di loro
pensa furbescamente
che simulando ammmore per l' altro
blandirà la sua aggressività,
lo ridurrà in condizione infantile
e riuscirà ad acchiapparlo e controllarlo,
mentre in realtà
non è difficile capire
che se ognuno fa la stessa simulazione,
per lo stesso scopo,
nei confronti dell' altro,
ognuno è consapevole di quella simulazione
e dunque la simulazione non raggiunge lo scopo previsto.
Ma tant'è..
Ognuno dei poveracci rinchiuso in se stesso
e nella sua "furbizia"
vede solo la possibilità di acchiappare l'altro
simulando "ammore"
e continua a simulare ostinatamente "ammmmore",
certo di raggiungere il suo scopo,
senza fare la semplice "deduzione logica":
"Se io simulo ammmore
e quell' altro simula ammore
ognuno dei due conosce il giochetto e non ci casca".
Quel che accade, poi,
è che a cadere nella trappola
della "simulazione dell' ammmore"
sono quei disgraziati disperati
che non hanno avuto figure genitoriali
che si occupavano adeguatamente di loro
nell' età della dipendenza,
i quali continuano a cercare padri e madri,
'nzomma qualcuno che si occupi di loro,
per tutta la vita,
ed inevitabilmente cadono nelle grinfie
di chiunque gli simuli ammmore
(N.D.R.
Vedi sotto:
"Teorema di Giamba
sull' ineluttabilità dell'esistenza dei coglioni e dei coglionatori")
CONTINUA...
Per avere rapporti sani e naturali con gli altri,
RispondiEliminapertanto,
la prima cosa da fare
è avere la consapevolezza
che ognuno naturalmente e legittimamente
si occupa di se stesso
e della prole generata,
guidato dal proprio istinto di sopravvivenza,
che lo porta prima a sopravvivere come individuo,
poi ad accoppiarsi con un esemplare del' altro sesso,
a riprodursi e e generare cuccioli,
e ad occuparsi di loro
per mantenere sulla Terra il suo corredo genetico.
Questa consapevolezza
del sano e naturale egoismo,
del sano e naturale occuparsi di se stesso
e della prole generata
di ciascun essere vivente,
permette dunque di escludere a priori
che esista un un interesse reale
di un esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens
per un altro esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens,
permette cioè di escludere
che esista il cosiddetto "amore per il prossimo"
inventato dai cristiani
con lo scopo di ridurre gli altri in condizione infantile,
intrufolarsi nella loro vita,
controllarli ed usarli,
che viene usato ogni giorno da tutti i cialtroni della Terra,
i quali, avendo i cristiani come modello di riferimento,
si prefiggono quello stesso scopo.
Per quanto riguarda il rapporto con gli altri,
necessario a garantire la convivenza civile
e l'esistenza della società umana
c'è il RISPETTO FORMALE STANDARD,
un rispetto per l' altro, la sua vita, le sue cose, la sua prole,
che è ovviamente legato alla reciprocità:
io rispetto te, la tua vita, le tue cose e la tua prole
se tu rispetti ma, la mia vita, le mie cose, la mia prole.
In caso contrario,
cioè se uno dei due manca di rispetto all' altro,
ognuno torna libero di esprimere se stesso
in modo libero, senza i vincoli del rispetto,
senza i vincoli delle leggi, delle regole e delle convenzioni
uguali per tutti e da rispettare in modo eguale per tutti
che tengono in piedi convivenza civile e società umana,
che sono naturalmente ed ovviamente da rispettare
solo e soltanto se
sono uguali per tutti
ed ognuno le rispetta in modo uguale.
SUSSIDIO PEDAGOGICO
RispondiEliminaTeorema di Giamba
sull’ ineluttabilità
dell’ esistenza dei coglioni e dei coglionatori
1. I coglioni sono la stragrande maggioranza
degli esemplari della specie Homo Sapiens.
2. Quelli che usano i coglioni ,
i coglionatori,
sono una piccolissima minoranza.
3. I coglioni non reggono
la consapevolezza della realtà.
3.1. I coglioni hanno bisogno di illusioni
per sopravvivere.
4. I coglionatori
sono consapevoli della realtà.
4.1. I coglionatori
sono consapevoli del fatto che i coglioni
hanno bisogno di illusioni per vivere.
4.2. I coglionatori
vendono illusioni ai coglioni
per distrarli dalla consapevolezza della realtà.
4.3. I coglionatori
vendono ai coglioni le illusioni
di cui hanno bisogno per vivere.
4.4. I coglionatori
si guadagnano di che vivere
vendendo illusioni ai coglioni.
5. I coglioni non sono capaci di vivere
senza le loro illusioni.
5.1. I coglioni hanno reazioni violente,
di rigetto,
verso chi cerca di portargli
la consapevolezza della realtà.
5.2. I coglionatori
sanno che i coglioni
non possono vivere senza le loro illusioni.
5.3. I coglionatori
sanno che i coglioni hanno reazioni violente,
di rigetto,
verso chi cerca di portargli
la consapevolezza della realtà.
6. I coglioni sono coglioni
a seguito di una tara genetica.
6.1 I coglioni restano sempre coglioni.
7. I coglionatori
sanno che i coglioni sono coglioni
a seguito di una tara genetica.
7.1. I coglionatori
sanno che i coglioni
restano sempre coglioni.
7.2. I coglionatori
sanno che i coglioni
si acchiappano sempre
con le stesse tecniche
7.3. I coglionatori
usano sempre le stesse tecniche
per acchiappare i coglioni.
8. I coglionatori esisteranno
finchè esisteranno i coglioni.
9. L'eliminazione dei coglioni
dalla faccia della Terra
è un progetto irrealizzabile.
10. L'eliminazione dei coglionatori
dalla faccia della Terra
è un progetto irrealizzabile.
In realtà Garbo io sono il tuo psichiatra.
RispondiEliminaI VAFFANCULO degli altri
non sono che la manifestazione del transfert,
e ovviamente
anche l''emergere dei tuoi primi VAFFANCULO
è la manifestazione del transfert in atto.
Stai sereno Garbo non ti abbandono
RispondiEliminaNon lascio mai il lavoro a metà.
Chiusura odierna con citazione:
RispondiElimina"Offendere tutti e farsi mandare a fanculo da tutti
è il solo modo per godere della propria solitudine".
Se sentimo Garbo tanto gentile e tanto onesto pare
latente agognatore dfi cazzi.
Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !
RispondiEliminaPreti e psicologi colpevolizzano il sano e naturale egoismo,
esaltano l'amore per gli altri
e diffondono la necessità dell'approvazione degli altri
per mantenere i loro clienti e farsene degli altri.
Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !
Un esemplare sano della specie Homo Sapiens Sapiens,
così come ogni essere vivente sano,
è dotato di un sano e naturale egoismo,
di una sana a naturale sintonia
con se stesso, con la propria vita, col proprio copro,
con la Natura e con la Terra,
da cui deriva necessariamente e naturalmente
un sano e naturale amor proprio,
una sana e naturale autostima
e delle condizioni di salute psico - fisica,
per cui non ha bisogno
nè di un prete nè di uno psicologo.
Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !
Come metterebbero insieme il pranzo con la cena
preti e psicologi
se tutti gli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
fossero dotati di un sano e naturale egoismo,
di una sana a naturale sintonia
con se stessi, con la propria vita, col proprio corpo,
con la Natura e con la Terra,
da cui deriverebbe necessariamente e naturalmente
un sano e naturale amor proprio,
una sana e naturale autostima
e delle condizioni di salute psico - fisica,
per cui non avrebbero bisogno
nè di un prete nè di uno psicologo ?
La risposta è semplice,
ma, nel contempo, drammatica per preti e psicologi:
non metterebbero insieme il pranzo con la cena.
Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !
Accade dunque che,
per mere questioni di sopravvivenza,
preti e psicologi si diano un gran da fare
a criminalizzare il sano e naturale egoismo,
a colpevolizzare i sani istinti naturali,
ad esaltare l'amore per gli altri
e la necessità dell' approvazione degli altri,
in modo da creare esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
privati del loro sano e naturale egoismo,
alienati da se stessi, dal loro corpo, dalla loro vita,
dalla Natura e dalla Terra,
privi di amor proprio e di autostima,
ossessionati dal bisogno di approvazione degli altri,
'nzomma degli insicuri, dei disadattati e dei malati
per tutta la vita dipendenti da loro,
che per tutta la vita hanno bisogno della loro opera,
'nzomma dei clienti fissi,
degli individui la cui funzione principale
è garantire il pranzo e la cena
per preti e psicologi,
'nzomma la sopravvivenza di preti e psicologi.
Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !
Accade così
che questi individui,
tutti tesi a garantire la loro sopravvivenza,
girano per il pianeta Terra
a criminalizzare il sano e naturale egoismo,
a colpevolizzare i sani istinti naturali,
a predicare amore per gli altri
e a diffondere la convinzione
che la cosa più importante sia l'approvazione degli altri,
allo scopo di alienare gli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
dal corpo, dalla vita, dalla Natura e dalla Terra,
di distruggere in loro amor proprio ed autostima,
per fare di loro
degli insicuri, dei disadattati, dei mentecatti
bisognosi della loro opera,
che pagheranno per avere i loro servigi,
garantendo così il pranzo, la cena
e pure qualcos' altro.
CONTINUA...
CONTINUA...
RispondiEliminaFigli e Uoli in Verità in Verità vi dico !
Siate superbi ed arroganti,
superbamente ed arrogantemente rispettosi
del vostro corpo, della vostra vita,
della Natura e della Terra,
superbamente ed arrogantemente protesi
a soddisfare i vostri istinti naturali,
superbamente ed arrogantemente dotati
di amor proprio e di autostima;
e quando incontrate sulla vostra strada
'sti vampiri
che rispondono al nome di "preti" e "psicologi"
che vi ripetono
che il vostro ano e naturale aggressivo è un crimine,
che soddisfare i vostri istinti naturali è una colpa,
che autostima e amor proprio sono superbia ed arroganza,
che bisogna vivere pensando agli altri
e che bisogna avere l'approvazione degli altri
per essere felici
mandateli serenamente e pacatamente AFFANCULO
e continuate ad essere
superbamente ed arrogantemente rispettosi
del vostro corpo, della vostra vita,
della Natura e della Terra,
superbamente ed arrogantemente protesi
a soddisfrare i vostri istinti naturali,
superbamente ed arrogantemente dotati
di amor proprio e di autostima,
superbamente ed arrogantemente sani !
Spirito di Giamba, esci dal corpo di quest’uomo … vadi retru, vadi retru, pi San Paulu e San Petru … , lo stai rincoglionendo, sta sempre chiuso in questa scatola, in questo mondo virtuale, di notte e di giorno, nei giorni feriali e la domenica, non ci sono feste e non ci sono santi, scrive cose senza senso, ha il cipiglio del predicatore, del fanatico, scrive di getto carrettate di commenti dal testo sempre uguale (un intruglio mal masticato e mal digerito del peggiore niccianesimo, quello più becero, quello che fa di Nietzsche una specie di proclamatore di una nuova religione altrettanto fanatica e delirante dei tre monoteismi esistenti).
RispondiEliminaLascialo libero di farsi una passeggiata ogni tanto, di portare il cane a pisciare, di badare alla sua famiglia se ne ha una, di vivere una vita reale e toglilo dall’insana convinzione di dover salvare l’umanità dai pochi possessori di tutto il denaro che mistificano le masse attraverso i loro servi per continuare ad arricchirsi e a detenere il potere, dai preti, dalle donne e dai gay … che sono le cose che più sembra temere al mondo.
Liberalo dal male, amen.
P.S. Come cazzo si fa a scrivere 27 (dico ventisette) commenti sempre uguali senza sfiorare nemmeno ciò di cui io stavo parlando?
Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori
RispondiEliminasanno benissimo
che l' angoscia generata
dalla consapevolezza della realtà naturale della vita e della morte
permane in profondità anche in chi a parole
esprime quella consapevolezza
ed usano scientificamente e consapevolmente
quell' angoscia
per spacciare a pagamento
fedi, deliri. illusioni e msitificazioni.
Uso questo post di Pardogianni
http://pardo.ilcannocchiale.it/2015/11/08/la_testardaggine_del_reale.html
come esempio per farvi capire
come il bisogno di una fede, di un delirio,
di un' illusione, di una mistificazione,
'nzomma di un imbroglio qualunque
che cancelli l'angoscia generata
dalla consapevolezza
della realtà naturale della vita e della morte,
della naturale precarietà dell'esistenza
e della naturale estraneità e pericolosità degli altri,
permane anche in chi consapevolmente e razionalmente,
a parole,
esprime il possesso di quella consapevolezza
della realtà naturale della vita e della morte,
della naturale precarietà dell'esistenza
e della naturale estraneità e pericolosità degli altri,
e di come preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori,
che sanno benissimo che quell' angoscia permane in profondità,
la usano per diffondere
fedi, deliri, illusioni, mistificazioni,
'nzomma un imbroglio qualunque
che cancelli quell'angoscia
In questo post
http://pardo.ilcannocchiale.it/2015/11/08/la_testardaggine_del_reale.html
Pardogianni fa, nella prima parte, un' analisi critica,
peraltro condivisibile e da me condivisa,
sull' assurdità della Fede in Dio
(N.D.R.
Da parte mia sono anche andato oltre
perchè non solo ho affermato
l'assurdità nonchè la pericolosità della Fede,
e di ogni Fede, non solo quella in dio,
ma ho fatto più volte, su questo blog,
un' analisi psicologica delle motivazioni
di tutte le Fedi, i deliri e le illusioni umane,
che sono semplicemente delle tecniche di cancellazione
della consapevolezza della realtà
e dell' angoscia che quella consapevolezza provoca).
Nella seconda parte del post del Pardogianni
c'è invece, improvvisamente,
un totale capovolgimento di posizione:
il Pardofianni dopo aver giustamente constatato,
nella prima parte,
l'assurdità della Fede in Dio,
inizia incredibilmente,
del tutto inconsapevole della contraddizione della sua posizione
(N.D.R.
Spiegherò dopo perchè)
nonchè del ridicolo che in tal modo si attira addosso,
ad esprimere la sua Fede nel Libero Mercato,
diffondendo nell' aere Dogmi tipo:
"La prosperità economica dipende dallo spazio
che lo Stato lascia ai cittadini"
nonchè:
"Bisognerebbe tenere a bada il Leviatano
con tutti i mezzi possibili".
A questo punto è anche inevitabile che il Pardogianni,
come un banale credente in dio
che attribuisce al Disegno Della Provvidenza Divina
tutto il bello e il buono che accade sulla Terra
e si inventa e/o crea situazioni
finalizzate a confermare la Verità del suo dogma
nella esperienza tutti i giorni,
comincia ad affermare nel reale
e nell'esperienza reale
la presunta ed ipotetica presenza
di situazioni che verificherebbero i suoi Dogmi,
attribuendo al suo dio,
il Libero Mercato,
tutto il bello e il buono che accade sulla Terra.
Il Pardogianni, 'nzomma,
dopo aver ironizzato sulla Fede degli altri,
sui deliri degli altri, sulle illusioni degli altri,
giustamente e legittimamente,
ci manifesta poi,
in modo del tutto contraddittorio,
la sua Fede, il suo delirio e la sua illusione,
che, come tutte le Fedi, tutti i deliri e tutte le illusioni
nasce dalla necessità di cancellare la consapevolezza
della realtà naturale della vita e della morte
e della precarietà dell' esistenza umana,
che peraltro il Pardogianni
aveva correttamente espresso nella frase:
"Noi abbiamo una mentalità antropomorfica,
la Natura non si accorge nemmeno che noi esistiamo".
CONTINUA...
RispondiEliminaPerchè Pardogianni fa così ?
Del perchè di questa contraddizione
ho parlato più volte sui questo blog
ma lo ripeto.
L'angoscia generata dalla consapevolezza
della realtà naturale della vita e della morte,
della precarietà dell'esistenza
e della estraneità e pericolosità degli altri
agisce in profondità
e resta in profondità,
quasi sempre,
negli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,
anche in chi esprime a parole,
razionalmente ed esplicitamente
la consapevolezza razionale
della realtà naturale della vita e della morte,
della naturale precarietà dell'esistenza
e della estraneità e pericolosità degli altri.
Quel che accade, poi,
è che se quella angoscia resta in profondità
ed agisce in profondità,
chi ne è pervaso
continua ad aver bisogno di fedi, deliri ed illusioni
che cancellino quell'angoscia che ha dentro,
che resta nel profondo,
indipendentemente da tutte le consapevolezze
espresse razionalmente,
a generare il bisogno di una fede, di un delirio, di una illusione
che la cancelli.
Per dimostrare quanto ciò sia vero
aggiungo che fedi, deliri ed illusioni,
non sono la sola risposta a quella angoscia,
ma che alcuni esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,
per evitare quell' angoscia,
giungono al punto di fare ricorso
ad alcool, droga et similia
per cancellare addirittura la propria capacità di pensare
e, con essa,
la consapevolezza della realtà che li angoscia.
Alla base di ogni fede, di ogni mistificazione,
di ogni delirio e di ogni illusione
c'è l' angoscia generata
dalla consapevolezza della realtà naturale della vita e della morte,
che permane in profondità
anche in chi consapevolmente e razionalmente,
a parole,
esprime quella consapevolezza.
Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori
lo sanno benissimo
e conoscono alla perfezione quel meccanismo psicologico
e lo usano argutamente
per diffondere fedi, deliri, illusioni e mistificazioni,
'nzomma un imbroglio qualunque
che cancelli l'angoscia generata
dalla consapevolezza
della realtà naturale della vita e della morte,
della naturale precarietà dell'esistenza
e della naturale estraneità e pericolosità degli altri.
Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori
spacciano a pagamento
fedi, deliri, illusioni e mistificazioni
a tutti gli altri esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
per guadagnarci sopra.
Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori
usano scientificamente e consapevolmente
l'angoscia degli altri
per mettere insieme il pranzo con la cena
e pure qualcosa di più.
Anvedi Garbo non ha più argomentazioni,
RispondiEliminaè disperato,
e s'attacca alo "spirito" e agli esorcismi,
a "spiriti di Giamba" chje mi possederebbero
sic e sic e ancora sic...
(A Garbo GIAMBA è semplicemente il mio nome)
Usa pure NICCIANESIMO, dispregiativo,
e suggestivi richiami al NAZISMO
come tecnica di persuasione
(A Garbo ignorante, nel senso che ignori,
vedi le ultime interpretazioni di Nietzsche
in cui UBERMENSCH è tradotto come OLTREUOMO e non come SUPERUOMO)
Rispondi ai miei commenti Garbo.
RispondiEliminaSenza ridicoli ed inutili ricorsi
a "Spiriti" "esorcismii" e "niccianesimo".
Io ai tuoi ho già risposto.
L' angoscia
RispondiEliminaviene usata, se c'è,
o creata, se non c'è,
per diffondere illusioni e mistificazioni
che la cancellino,
da chi vuole controllare ed usare gli altri
Pensa se con un semplice click spazzi via tutto! Naturalmente questo non è un commento al tuo post, è una citazione di Magritte.
RispondiElimina