venerdì 9 ottobre 2015

SENZA MEMORIA E SENZA DESIDERIO 1


Erwin Blumenfeld, Lisa Fonssagrives on the Eiffel Tower, Vogue, 1939

Erwin Blumenfeld, Lisa Fonssagrives on the Eiffel Tower, Vogue, 1939

Erwin Blumenfeld, Lisa Fonssagrives on the Eiffel Tower, Vogue, 1939

Robert Doisneau

Les filles de joie © Georges Thiry  courtesy of the Galerie Lumière des roses


“Non amavo altro che le parole … Avrei innalzato cattedrali di parole sotto l’occhio azzurro della parola cielo”.
(J.P. Sartre, Les mots, 1963).


Robert Doisneau - Un regard oblique (1948)

Robert Doisneau, La-dame-indignée, 1948

Elliott Erwitt, Brasilia, 1961

Les filles de joie © Georges Thiry courtesy of the Galerie Lumière des roses

Elliott Erwitt

Emile Savitry, La Coupole, Paris 1939


"Scomparirò nella nebbia come straniero a tutto, isola umana staccata dal sogno del mare, nave con un essere superfluo a bordo, a galla su tutto."
(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine).


Richard Avedon, Untitled, 1957

Apache de Pigalle 1938

Robert Doisneau, Selezione per il Concert Mayal, 1952



Helmut Newton, The world famous “Folies Bergère” revue, ca 1953,



Ci sono amori che al loro esordio sono accompagnati da prodigi, da meraviglie, da fenomeni eccezionali, da segnali luminosi in cielo, da stelle comete o da altri fenomeni astrali che mettono sull’avviso i magi, dal carro del sole che abbandona la sua eclittica, la “… strada che mal non seppe carreggiar Fetòn” (Dante, Purgatorio IV, 71-72), sbandando paurosamente verso il cielo, creando così la Via Lattea, o verso la Terra, riducendo la Libia ad un deserto.
Ci sono amori che producono l’incepparsi delle meccaniche celesti, che fermano il moto delle sfere che si produce a partire dal motore immobile regolato dal diverso attrito che da a ciascuna sfera una velocità diversa, e dalla concomitante assenza del suono celestiale delle arpe eoliche, che in genere accompagna il placido movimento degli astri sui loro cardini.
Ci sono amori in cui i cieli partecipano con giubilo, gli angeli squarciano la volta celeste per venirli a sbirciare, le bestie e gli armenti sulla terra sono inquieti, gli alberi fremono e mulinano come neanche nelle più fiere tempeste, il suolo ondeggia con sbalzi tellurici come se Poseidone scuotesse la terra, e il cielo si incendia di scintille prodotte dal martello del dio Thor, che genera il tuono.
Ci sono amori per cui chi assiste ai loro inizi sente le membra sciogliersi in uno strano languore, la mente è incapace di pensare, il cuore si blocca, assediato da una strana angoscia, le gambe ti reggono in piedi a malapena, avverti addosso una strana ed inspiegabile agitazione, le donne mostrano scollature più audaci e gli uomini non finiscono più di ringraziare di poter godere di quei frutti del paradiso, e con occhi dolcissimi (che stanno un po' più in alto del loro seno) ti chiedono un calice di vino e tu porteresti loro l’intero vigneto
Ma niente di tutto questo avvenne quando iniziò l’amore che vi voglio raccontare, l’incontro fra quest’uomo e questa donna avvenne nel più banale dei modi, senza tanti fronzoli, senza che se ne occupassero i giornalisti, senza le foto della stampa scandalistica, senza il tintinnio di cucchiaini nelle tazze da the, il frenetico fruscio degli abiti di seta delle signore che denuncia una certa agitazione, senza quel mormorio nei salotti, il frinire incessante che ingigantisce qualsiasi cosa tanto più quanto più è sommesso e sottovoce, e lo distribuisce alla città intera.

Albert Camus al café “Les Deux Magots” (Parigi, 1945)

Robert Doisneau

Brassai Paris Taschen Brassai on Pinterest Paris

Brassai, Gipsy dancer

Brassai, La bande du grand Albert-1931-1932

Opera, Paris 1960, Jean Loup Sieff



Frequentavano gli stessi posti, avevano molti amici in comune, presenziavano agli stessi eventi, niente di strano, dunque, che finissero prima o poi per incrociarsi vis a vis; e forse tutto avvenne nel più banale dei modi, come capita alla maggior parte delle persone comuni, con un amico di entrambi che fa le presentazioni.
Così alcuni raccontarono che successe, assistevano entrambi alla prima del film di Jean Renoir Le Crime de Monsieur Lenge il primo gennaio del 1936 a Parigi, lui era stato invitato direttamente dal regista, lei era la fotografa di scena, un amico comune ad entrambi li presentò, e da li in poi seppero trovare da soli i pretesti per rivedersi.
In ogni caso non era la prima volta, quella, che le loro strade si intersecavano, era semmai l’ufficializzazione del loro incontro, ciò che fa pensare a ciascuno di noi che adesso che c’è stato il riconoscimento pubblico, adesso che io so ufficialmente chi sei tu e tu sai ufficialmente chi sono io, posso attendermi un saluto da te, o magari che ti fermi a fare due chiacchiere o, chissà, che possa accadere qualcosa fra di noi, visto che siamo stati insigniti di pubblica investitura.
È facile che si fossero visti altrove in precedenza, e che abbiano preferito rimanere due estranei, o abbiano preferito “studiarsi” ancora un po’ a distanza, oppure preferivano uno scenario diverso, un “galeotto” diverso (ricordate i versi famosissimi che Dante fa dire a Francesca? “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse …”) che li mettesse in contatto.
Il “galeotto” in questione poi era pure poeta e la poesia è ineliminabile in certi frangenti, seppure la poesia sia responsabile delle peggiori catastrofi sentimentali degli uomini, dove c’è poesia aspettati sempre di essere elevato fino al cielo e di ricadere inevitabilmente nella polvere … per questo gli uomini del passato si sposavano per contratto stipulato dai rispettivi genitori e relegavano la poesia nella più profonda intimità, oppure la bandivano dalle loro case come trastullo adolescenziale o melanconia senile.
Di certo sappiamo che lei aveva senza dubbio sentito parlare di lui, che già da un pezzo era famoso, ma non di una fama localizzata a Parigi o alla Francia intera, la sua fama varcava ormai ogni confine, ed era impensabile che una donna che frequentasse gli ambienti artistici parigini non sapesse chi fosse quell’uomo o non ne avesse mai sentito parlare, quando ormai il mondo intero parlava di lui.
Anche lei, pur non raggiungendo le vette di notorietà a cui si era elevato lui (il paragone è peregrino perché praticavano due arti diverse: lui un’arte che aveva una storia antica, lei un’arte tutta moderna, che si era affermata relativamente da poco), era abbastanza nota e molto stimata nel suo ambiente.
Lui vide per caso un ritratto di lei scattatole ancora una volta da un amico comune, una foto “solarizzata” in cui lei incorniciava il suo sguardo profondo con le bellissime dita della sua mano che cadevano maliarde sulla sua fronte, allo stesso modo di una piccola spilla che le pendeva sulla guancia sinistra e che mostrava il medesimo intreccio di dita … fu la folgorazione, si innamorò di quell’immagine, di quello sguardo e di quella posa forse ancor prima di vederla dal vivo, e fece di tutto per farsela regalare.


Dennis Stock, Cafe de Flore, Paris, 1958

Café de Flore at the corner of Boulevard Saint-Germain and Rue St. Benoit, in the 6th arrondissemen

Café de Flore, 1885


Robert Doisneau



Ma l’incontro fra uno che era già ritenuto una leggenda vivente già in vita, successo eguagliato in passato solo da Raffaello Sanzio e mai più raggiunto da altri, non a quelle proporzioni, e una donna dalla carriera molto promettente, quella che poteva elevarsi al suo livello fra tutte quelle che lui aveva avuto, quella che poteva starle al fianco, forse l’unica in assoluto, sul quale si sono scritti centinaia di libri, versate piogge di inchiostro, consumate parecchie cartucce del toner, non poteva essere così ordinario e deludente, bisognava che fosse straordinario, eccentrico come si conviene alla grandezza dei due protagonisti e fosse anche presago del loro futuro … che legioni di storici, storici dell’arte, giornalisti, psicologi e psicoanalisti potessero trovare materia su cui affondare i loro denti per parecchi secoli a venire.
Volete anche il prodigio? Eccovelo! Nel gennaio del 1936 la signorina Henriette Theodora Marković si incamminava a piccoli passi battendo sul marciapiede i suoi tacchetti non molto alti, col suo “portamento da sfinge e gli occhi persi in un altro mondo” (come fu definita) verso un tavolo del Café de Flore in Saint-Germain-des-Prés, a Parigi (altri giurano che avvenne, invece, al Deux Magots, poco distante dal Flore).
I café parigini, in particolar modo i due appena citati, sono sempre stati frequentati dal fior fiore dell’intelligenza e della sensibilità artistica, da quando Parigi si era affermata come polarità artistica e culturale in Occidente, da quando i francesi hanno iniziato a favorire il soggiorno di artisti, pensatori e scienziati nella loro capitale, questi locali divenivano centri imprescindibili di confronto, di crescita, di scambio e, perché no, luoghi in cui stabilire una volta per tutte competenze, priorità, vedere riconosciuto il  proprio lavoro, il proprio valore personale e il proprio posto nella gerarchia dei colleghi.
Erano centri di divulgazione della propria opera, punti per farsi conoscere, non di rado venivano frequentati da editori, critici e mercanti d’arte, possibili acquirenti, mecenati o semplicemente persone in grado di apprezzare un lavoro ben fatto, un concetto ben pensato un sentimento ben espresso; ma erano anche luoghi di relax, di ricerca del puro e semplice divertimento, dove poter fare qualche amicizia o dove poteva sorgere qualche amore o qualche liaison plus o moins dangereux.



Brassai La París de los perdidos

Edith-Piaf in a Parisian cafe ca. 1936. Photo by Jean Gabriel Séruzier.

FRANCE (Île-de-France) - Les Deux Magots in Paris, 1696 

George Brassaï An English girl in her dressing room at the Folies Bergère, 1932





Li frequentavano quasi tutti, dai grandi nomi affermati come Brassaï, Man Ray, Jeanloup Sieff, Henri Cartier-Bresson, Richard Avedon, Amedeo Modigliani, Paul Cézanne, Henri Matisse, Joan Miró, Albert Camus, Guillaume Apollinaire, Jean-Paul Sartre, Simone De Beauvoir, Antonin Artaud, Tristan Tzara, Max Ernst, René Magritte, Jacques Lacan, Paul Èluard, Lee Miller, Robert Doisneau, Maurice Merleau-Ponty, Jacques e Pierre Prevert, Luis Buñuel, Georges Bataille, Salvador Dalì, André Breton, Yves Tanguy, Léonor Fini, Giorgio De Chirico, …, fino agli autentici sconosciuti, che magari si faranno luce più in là, o rimarranno appunto sconosciuti.
Ma non per questo furono poco importanti, perché le grandi opere artistiche, le grandi cattedrali del pensiero, nascono da un terreno collettivo, da un ambiente fertile, in cui molte suggestioni, idee, illuminazioni, sorgono da più fuochi e da una comune kunstwollen (o volontà artistica) che permette ad una generazione di artisti di andare nella stessa direzione generale e di parlare lo stesso linguaggio, e il grande artista è quello poi capace di tirare i fili di questa immensa rete per trarne quei capolavori che caratterizzeranno quello stile, quel periodo artistico, quell’artista in particolare.
Ci si divertiva parecchio nel corso degli anni 30 a Parigi, la grande guerra era terminata e tutti credevano che non ci sarebbero state più guerre, non di quella portata almeno, non “mondiali”, la “grande depressione” del 29 era più recente della guerra e aveva lasciato tracce ancora visibili, forse per questo si era più invogliati a vivere, si respirava proprio questa “avidità” di vivere, la bramosia di esperienze, l’inquietudine fra il non perdersi un’occasione, la ribellione all’autorità normativa costituita, attraverso l’ironia, la provocazione o la franca distruzione del passato, e la malinconia profonda del nulla e del vuoto, sempre in agguato a  sussurrarti beffardamente sillabando le parole:
«O Zarathustra … tu, pietra filosofale! Hai scagliato te stesso in alto, ma qualsiasi pietra scagliata deve – cadere! O Zarathustra pietra filosofale, pietra lanciata da fionda, tu che frantumi le stelle! Hai scagliato te stesso così in alto, - ma ogni pietra scagliata deve cadere! Condannato a te stesso, alla lapidazione di te stesso: o Zarathustra, è vero: tu scagliasti la pietra lontano, - ma essa ricadrà su di te!» (F. W. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, La visione e l’enigma).





Stanley Kubrick

Robert Doisneau, La derniere valse du 14 juillet, 1949 

Willem van de Poll Café de la paix Paris 1935




E davvero non esisteva nessuno in tutta Parigi che non volesse lanciarsi in alto, che non fosse convinto di essere lui l’unica vera e autentica pietra filosofale, il migliore di tutti, nessuno che non volesse avere riconosciuto il predominio che nella sua mente si profilava netto; non bastava essere fra i grandi, ciascuno voleva essere il più grande di tutti, non bastava vivere bene, ciascuno voleva vivere meglio di tutti gli altri, possedere ciò che gli altri non hanno, esperire tutto ciò che gli altri non potranno mai esperire, provare e sentire cose che nessuno mai prima aveva provato e sentito, eseguire il capolavoro dei capolavori.
Non stupisce allora che i momenti di scoramento, di malinconia, di rabbia, di impotenza si alternassero a momenti di esaltazione, che si rincorressero periodi di frenesia di vivere, di fare, di immergersi in ogni cosa, con periodi di profonda tristezza e scoramento, di depressione, di autodistruzione, il consumo di alcol e di droghe era smodato, si conosceva l’assenzio, il laudano, l’oppio e se ne faceva largo uso, oltre ad ogni tipo di bevande alcoliche.
Quasi del tutto tramontata l’attrattiva delle danseuses del Moulin Rouge e del Café de Paris, la Troupe de Mlle Églantine, le chahuteuses con le gonnelle rosse e gialle che ballano la quadriglia all’Elysée-Montmartre, le filles de joie, le donnine di Henri de Toulouse-Lautrec, la Goulue, Nana-la-Sauterelle, la Grille-d’Égout che rideva mostrando una fessura fra i denti, o Rosa-la-Rouge, la sua modella preferita, che passerà alternativamente dalle sue tele alle sue lenzuola e che gli regalò la sifilide oltre alla pietà di qualche momento d’amore.
Divertimenti che appartengono alla generazione precedente e che ritorneranno in auge nel secondo dopoguerra, in concomitanza con il turismo soprattutto giapponese e statunitense, che va in vacanza a Parigi sperando di ritrovare l’atmosfera di fine ‘800, la Belle Epoque, e di incontrare ancora Monet, Degas, Renoir, Bazille o Caillebotte, come chi veniva in Italia sperava di incontrare Fellini, via Veneto, i paparazzi, la Dolce Vita, Anita Ekberg che fa il bagno nella fontana di Trevi (magari nuda, stavolta) e il pizzardone che ti fa la multa perché hai lasciato la macchina in doppia fila con la scritta "mo' a levo, sto a parlà ch'amici!"  .
Si ascoltava musica dai ritmi sincopati negli anni ‘30, il jazz, lo swing, il fox-trot, il ragtime, che provenivano dall’America, si poteva vedere Josephine Baker muoversi come una pantera, Juliette Gréco che scendeva le scale del Tabou, Edith Piaf con la sua voce tremula intonare melodie francesi accompagnata da una fisarmonica, o La bella Otero al Folies Bergère, Cléo de Mérode, Anna Fougez e Lina Cavalieri esibirsi nei vari locali della capitale francese, o nei teatri o nelle sale cinematografiche.



Le Tabou club

La Galerie Lumière des Roses présente «Georges Thiry et les filles de Joies»

Robert Doisneau

Robert Doisneau Au saint Yves, Saint germain des-pres, Paris, 1948

Robert Doisneau



Dai locali notturni uscivano anche suoni di melodie latine, napoletane e spagnole vista la nutrita rappresentanza italiana e spagnola in terra di Francia, mischiarsi  con la musica popolare francese, anche quella dei quartieri malfamati, dove la malavita brulicava e faceva i suoi affari, quella ballata a suon di strattoni e di schiaffoni dagli “apaches”, quei tizi col basco calato fino alle sopracciglia, i basettoni lunghi che terminavano a punta, l’immancabile maglia a righe e l’eterna sigaretta in bocca, che avevano il loro harem di protégées nel quartiere di Pigalle.
Si discuteva, si scherzava o si ballava fino all’alba nei tabarin, nei café chantant, nei café charmant, nei café séduisant, plaisant, fascinant … nei cafè insomma, nei cabaret, nei locali equivoci dei quartieri equivoci (i peggiori bar di Marais …), dove potevi trovare tutti gli stimoli che volevi (e anche quelli che non volevi) e fare incontri di ogni tipo, da quelli fortunati che ti fanno entrare in cerchie elitarie di persone fino a quelli sfortunati, che ti ripuliscono delle tue magre sostanze, ti malmenano e ti gettano malconcio in qualche vicolo o in qualche canale della Senna.
Per pochi franchi potevi trovare un pasto decente, sollievo ai fastidi del giorno, un po’ di svago, qualsiasi tipo di sostanza lecita o proibita potesse modificarti in meglio il tuo stato di coscienza, fino a darti pace, beatitudine ed ebbrezza, e un qualche surrogato dell’amore nelle sembianze di qualche ragazza parigina dei quartieri malfamati.

O qualcuna che era giunta dalla provincia per amore o con tante belle speranze e che si era ritrovata a battere i marciapiedi o a girare per i locali in cerca di clienti,  o una qualche ragazza proveniente da chissà dove (dalla Russia dopo la rivoluzione, o da altre zone d’Europa del sud o dell’est, o una ragazza dalla pelle ambrata, proveniente dalle colonie francesi e che parlava il francese molto meglio delle parigine, perché lei era andata a scuola dai missionari, mentre tante ragazze francesi povere erano totalmente ignoranti).

39 commenti:

  1. Senza memoria e senza desiderio ho idea che non si va da nessuna parte. La memoria ci permette di ricordare e, possibilmente, di non ripetere errori del passato (anche se non è poi così facile, ma ci provo ogni giorno). Senza il desiderio la vedo dura, anche se penso che ci sono desideri che col tempo perdono il loro peso nella vita. Ma anche qui dipende dai casi e dalle persone. Ci sono desideri che possono ostacolare la propria crescita (a livello interiore) e ci sono desideri che possono farci emancipare...foto bellissime (Doisneau, Avedon, Brassai, Kubruk complimenti per la scelta) e Parigi è una città che adoro, spesso all'avanguardia su tante tendenze della nostra società. Un salutone e alla prossima

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  2. Ho passato quasi tutta la mia vita a sviluppare la memoria, la mia e quella altrui, a rendere cosciente l’inconscio, a credere che più coscienza significasse più coerenza, e che più coerenza volesse dire un benessere più diffuso … non fa una grinza, è perfettamente vero, solo che talvolta è auspicabile l’oblio, solo se non ho memoria di una cosa, di una persona, posso provare il palpito della prima volta, dell’esperienza delle cose vergini, della scoperta e della conquista.
    In quanto al desiderio, una massima mi accompagna da quasi vent’anni: “Se vuoi sapere quanti padroni hai, guarda quante ambizioni tieni!”, dove ambizioni=desideri; non dico che dovremmo azzerare i nostri desideri, come auspicano i buddisti, altre discipline orientali e la filosofia stoica, dico che sospendere il nostro desiderio, metterlo da parte, vuol dire dare spazio all’altro come persona, perché il desiderio è sempre desiderio di un oggetto, e non di una persona, desiderio che l’altro si disponga in funzione di noi.
    Ma non voglio anticipare di più, il post è appena ai suoi inizi, mi piacerebbe giocare con chi mi legge ad ipotizzare di vivere senza memoria e senza desiderio … per vedere dove potremmo andare, ammesso che possiamo andarci da qualche parte :-)
    Ciao, Accade, ti ringrazio per questi tuoi passaggi nel mio blog e per le belle parole che vi lasci

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  3. Dice "Chi conosce l' amore lo sa riconoscere"

    E' vero, confermo io,

    chi conosce l'amore lo sa riconoscere,

    e lo sa riconoscere perchè lo conosce,

    perchè ha ricevuto quell' amore in età infantile,

    quando era un cucciolo dipendente,

    incapace di sopravvivere da solo,

    dai propri genitori.


    E' vero, confermo io,

    chi conosce l'amore lo sa riconoscere,

    e non può non riconoscere

    che l'unico "amore" realmente esistente,

    se proprio vogliamo usare 'sta parola "amore" per definirlo,

    è l'interesse dell'esemplare adulto di ogni specie vivente

    per il cucciolo generato

    che è in realtà, a guardar bene,

    non ha nulla di quell' altruismo

    che di solito si associa alla parola "amore",

    ma è un interesse di natura meramente egoistica,

    perchè finalizzato a mantenere in vita il cucciolo generato,

    e, con esso,

    il proprio corredo genetico sulla Terra.


    Un comportamento istintivo,

    dettato dal semplice istinto di sopravvivenza,

    presente in tutte le specie viventi:

    l'esemplare adulto della specie

    che si occupa del cucciolo generato

    nel periodo di dipendenza,

    in cui è totalmente dipendente

    e non ce la farebbe a sopravvivere da solo,

    non fa altro che accudirlo

    per mantenere in vita,

    perchè mantenendo in vita il cucciolo generato

    mantiene in vita il suo corredo genetico,

    che è in quel cucciolo,

    ergo mantiene sulla Terra il suo corredo genetico.


    Gli altri "amori",

    compreso il cosiddetto "amore per il prossimo"

    dei cristiani,

    un presunto ed ipotetico interesse

    di ogni esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens

    per ogni altro esemplare della specie Homo Sapiens Sapiens,

    in realtà inesistente in natura,

    sono tutti scimmiottamenti,

    simulazioni, mistificazioni di quell' amore,

    cioè di quell' interesse dell'esemplare adulto

    per il cucciolo generato,

    messi in scena per acchiappare l' altro,

    ridurlo in condizione infantile,

    per poi controllarlo, usarlo e sfruttarlo.


    Per capire quanto sia vera 'sta cosa

    basta pensare ai termini usati dal cristianesimo,

    in cui il prete che controlla la vita degli altri

    dopo averli ridotti in condizione infantile

    predicando 'sto ammmore,

    che è, come detto,

    uno scimmiottamento, una simulazione, una mistificazione

    dell' interesse istintivo e naturale

    di ogni esemplare adulto di ogni specie vivente

    per il cucciolo generato,

    si chiama Padre e viene chiamato Padre,

    e i poveracci plagiati e controllati,

    dopo essere stati ridotti in condizione infantile,

    si chiamano "figli".


    La stessa cosa si verifica

    nei rapporti affettivi

    tra esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens

    in cui uno due riduce l'altro in condizione infantile,

    approfittando delle sue carenze affettive

    derivanti da genitori che nell'infanzia

    si sono occupati poco e male di lui,

    per poi riproporre

    quel rapporto genitore - figlio,

    allo scopo di controllarlo ed usarlo.


    In realtà

    il solo rapporto sano

    tra due esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens adulti

    è quello fondato sul rispetto reciproco,

    in cui ognuno dei due

    rispetta l' altro, il suo corpo, la sua vita,

    la sua natura, la sua sensibilità.

    il suo modo di pensare e di vivere,

    ed ha in cambio, dall' altro,

    lo stesso rispetto

    per il suo corpo, per la sua vita,

    per la sua natura, per la sua sensibilità,

    per il suo modo di pensare e di vivere.


    Posso arrivare a dire, se proprio volete,

    che questo è il solo tipo di "amore"

    possibile tra due esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens adulti,

    se proprio insistete a voler usare 'sta parola per definirlo.


    Per quanto riguarda invece

    chi vi avvicina

    avendo sempre sulla bocca la parola "ammmore"

    e proponendosi come pieno d'amore e amorevole,

    fate molta attenzione:

    è sempre e comunque

    un individuo che vuole intrufolarsi nella vostra vita

    per controllarla ed usarvi.

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  4. Ci sono amori

    che al loro esordio

    sono accompagnati da prodigi

    e da meraviglie

    e da fenomeni eccezionali

    e da segnali luminosi in cielo

    e da stelle comete

    e da altri fenomeni astrali

    che mettono sull' avviso i magi.


    Ci sono amori

    che rendono inquieti

    le bestie e gli armenti sulla Terra

    e fanno fremere e mulinare gli alberi

    come neanche nelle più fiere tempeste

    e fanno ondeggiare il suolo

    con violenti sbalzi tellurici.



    Ci sono amori

    che fanno sciogliere le membra

    in uno strano languore

    e rendono la mente incapace di pensare

    e fanno bloccare il cuore

    improvvisamente assediato da una strana angoscia

    e le gambe reggono a malapena

    e tutto il corpo è pervaso

    da una strana ed inspiegabile agitazione.


    Ci sono amori

    che le femmine

    mostrano scollature più audaci

    e i maschi

    non finiscono più di ringraziare

    di poter godere di quei frutti del paradiso

    e chiedono un calice di vino

    e quelle porterebbero loro

    l' intero vigneto.


    N,D,R

    Meglio così...

    Più terreno,

    meno campato per aria,

    più sintetico,

    più incisivo,

    più virile,

    più penetrante,

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  5. Da quale terribile abominio della Natura

    nasce questo proliferare di femmine

    che non amano farsi scopare bene,

    penetrare e possedere dal maschio,

    e si circondano di maschietti impotenti

    che tessono le lodi della femmina più forte e più intelligente ?

    Quale e quanta terribile alienazione

    da se stesse, dal loro corpo, dalla loro vita,

    dalla Natura e dalla Terra

    c'è in queste disgraziate femmine

    della specie Homo Sapiens Sapiens,

    che incredibilmente rifiutano

    ciò che tutte le femmine di tutte le specie viventi agognano:

    il maschio testosteronico, virile, aggressivo

    che le scopa bene, le penetra, le possiede e le feconda,

    permettendo loro di realizzare la loro natura di madri,

    il solo ed unico ruolo

    da cui può nascere la loro felicità di femmine.


    Quale e quanta insoddisfazione,

    quale e quanta infelicità

    si nascondono dietro le loro rigide posture di femmine

    ilcorpoèmioelogestiscodame,

    che ostentano una libertà fasulla,

    frutto di ideologie femministe contro natura,

    che staccano il loro cervello dal loro corpo,

    impedendo loro ogni felicità ?


    Quale e quanta insoddisfazione,

    quale e quanta infelicità

    dietro il loro guardare con odio le femmine sane,

    che amano farsi scopare bene, possedere e penetrare

    da maschi testosteronici, virili ed aggressivi,

    che esse, rese ottuse dal loro delirio

    ilcorpoèmioelogestiscodame,

    considerano un "pericolo"

    per la realizzazione delle loro ideologie femministe,

    mentre quelle in realtà sono femmine sane,

    da cui dovrebbero prendere esempio

    e che dovrebbero avere come modello di riferimento

    per tornare in sintonia con se stesse, la loro vita, il loro corpo,

    la Natura e la Terra ?




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  6. Quelli che inventano le due paroline "Verità" e "Amore",

    sanno qual è Verità e il Bene per tutti",

    fanno il "Bene di tutti"

    senza manco chiedergli qual è,

    controllano la vita di tutti,

    la usano per i loro scopi,

    e alla fine dicono pure: "Io amo tutti"


    Un qualunque esemplare adulto

    della specie Homo Sapiens Sapiens

    che si muove sul pianeta Terra

    dotato dei suoi cinque sensi

    e del suo cervello per elaborare i dati sensoriali,

    riceverà nel suo cervello

    dati sensoriali

    che gli segnalano l'esistenza di esseri viventi,

    mari, montagne, fiumi, alberi et similia,

    ma non riceverà alcun dato sensoriale

    che testimoni l'esistenza

    di due cose chiamate "Verità ed "Amore".


    Detto questo

    una domanda sorge spontanea:

    "Ma se non esiste sulla Terra

    una cosa chiamata Verità

    ed una cosa chiamata Amore

    perchè esistono le parole Verità ed Amore ?".


    La risposta è semplice:

    "Perchè quelle due parole

    forniscono uno strumento formidabile

    per plagiare, controllare, sfruttare ed usare gli altri".


    Mi spiego e vi spiego...


    Quelli che si inventano la parolina"Verità"

    dicono sempre, dopo che l'hanno inventata,

    che loro hanno la "Verità.


    Quelli che inventano la parola "Amore",

    dicono sempre, dopo che l'hanno inventata,

    che loro amano tutti.


    Dopo di che

    combinano insieme le due paroline

    e si rivolgono a tutti gli altri

    affermando che essi sanno

    qual è la Verità per tutti

    e che per Amore vogliono portargliela.


    In questo modo

    possono rapportarsi a tutti gli altri

    non in una condizione di sana e naturale parità,

    come è sano e naturale che sia

    tra esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens

    simili tra loro,

    ma in una condizione di assoluta superiorità,

    artificialmente creata

    grazie all'invenzione delle due paroline "Amore" e "Verità"

    e all' uso arguto di quelle due paroline.


    Naturalmente 'sta cosa funziona

    solo con gli esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens

    che fanno l'errore infantile

    (vi spiego dopo perchè uso 'sta parola...)

    di credere

    che esistano veramente due cose chiamate "Verità" e "Amore"

    e che degli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,

    del tutto simili a loro,

    siano in possesso di una cosa chiamata "Verità"

    e vogliono portargliela per "Amore",

    cioè con esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens

    che si mettono da soli

    in una condizione di dipendenza infantile

    nei confronti

    di altri esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens.


    Comprendere perchè

    alcuni esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens

    si inventano le due paroline "Verità" e "Amore",

    delirano di sapere qual è la "Verità e il Bene per tutti",

    poi fanno il "Bene di tutti",

    decidendo loro qual è senza manco chiederglielo,

    decidendo tout court della vita degli altri,

    e alla fine dicono convinti: "Io voglio bene a tutti"

    è chiaramente molto semplice:

    con questa tecnica

    si finisce per controllare, usare e sfirttare

    la vita di tutti gli altri,

    di esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens,

    dopo averli ridotti in condizione infantile.


    Il passo successivo

    per comprendere perchè quella tecnica funziona

    è naturalmente capire perchè

    molti esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens

    credano alla inverosimile realtà

    che altri esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens,

    del tutto simili a loro,

    abbiano 'sta Verità per tutti

    e vogliano portarla a tutti per Amore.

    CONTINUA...

    RispondiElimina
  7. CONTINUA...

    Per capirlo bisogna tornare alla parola

    "infantile",

    che ho usato sopra

    quando ho detto che questa tecnica funziona

    solo con gli esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens

    che fanno l'errore "infantile"

    di credere

    che esistano veramente due cose chiamate "Verità" e "Amore"

    e che degli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,

    del tutto simili a loro,

    siano in possesso di una cosa chiamata "Verità"

    e vogliono portargliela per "Amore".


    Perchè quegli esemplari adulti della specie

    fanno quell' errore infantile ?


    Semplicemente perchè sono mantenuti in condizione infantile

    e/o riportati alla condizione infantile.


    Per capire come

    partiamo da una realtà naturale ed incontrovertibile:

    ogni esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens

    è stato cucciolo,

    ha vissuto cioè un periodo della vita

    in cui era incapace di sopravvivere da solo

    e dunque completamente dipendente

    dagli esemplari adulti della specie Homo Sapiens Sapiens.


    In quel periodo della vita,

    quando un essere vivente è un cucciolo,

    quindi incapace di sopravvivere da solo,

    quindi completamente dipendente

    da esemplari adulti della specie che si occupano di lui,

    accade di solito naturalmente

    che i genitori del cucciolo,

    quelli che lo hanno generato,

    si occupino di quel cucciolo,

    per garantire la sua sopravvivenza,

    e, con essa,

    la permanenza sulla Terra del suo corredo genetico.


    L'esemplare adulto della specie

    si occupa del cucciolo generato

    perchè occupandosi del cucciolo generato,

    che non è capace di sopravvivere da solo

    aumentano le probabilità della sua sopravvivenza,

    quindi aumentano le probabilità

    che il suo corredo genetico rimanga sulla Terra:

    per motivazioni meramente egoistiche.


    Quelli che inventano la parola "Amore"

    non fanno altro

    che prendere questo naturale occuparsi del cucciolo generato

    dell'esemplare adulto della specie,

    per garantire la sua sopravvivenza,

    e, con essa,

    la permanenza del suo corredo genetico sulla Terra,

    e chiamarlo "Amore per il prossimo".

    per poi inventarsi

    che 'sta cosa esiste

    da parte di ogni esemplare adulto della specie

    per ogni altro esemplare adulto della specie.

    RispondiElimina
  8. CONTINUA...

    Una volta inventata 'sta cosa

    chiamata "Amore per il prossimo"

    tutto il resto viene da sè.


    Se esiste una cosa chiamata "Amore per il prossimo"

    va da sè

    che ogni esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens

    si occupa

    di ogni altro esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens,

    per cui "figliuolo",

    (N.D.R.

    pensate all uso della parola "Padre" per il sacerdote

    e "figliuoli"per i fedeli

    nel cristianesimo

    per capire come funziona la tecnica)

    tu non devi far altro che attendere che qualcuno si occupi di te,

    senza evolverti in alcun modo

    verso la condizione naturale di autonomia

    del'esemplare adulto della specie.


    L'importante è dunque

    mantenere esemplari adulti in condizione infantile,

    creando degli individui incacapci

    di evolversi verso la condizione adulta di autonomia,

    ed anche per questo

    viene utilizzata la parolina inventata

    "Amore":

    i cuccioli della specie Homo Sapiens Sapiens

    vengono educati, o meglio diseducati,

    inculcando nei loro cervelletti deboli

    che la sola cosa importante è l'Amore,

    per cui il sano e naturale egoismo

    è cosa criminale,

    tutti gli istinti naturali

    sono peccati e colpi,

    che la sola cosa importante

    è amare gli altri e farsi amare dagli altri,

    e che ogni comportamento

    deve avere come scopo l'approvazione degli altri:

    in questo modo si creano degli individui

    completamente privi di autostima,

    quindi dei poveracci sempre alla ricerca

    dell' approvazione degli altri,

    completamente incapaci di ogni autonomia.


    Il gioco è fatto.


    Quando ci si rivolgerà

    a questi poveracci

    mantenuti in condizione infantile,

    completamente incapaci di evolversi

    verso la naturale autonomia dell'età adulta

    con la fatidica frase:

    "Io e/o noi sappiamo qual è la Verità per tutti

    e qual è il Bene per tutti

    e per Amore vogliamo portare

    la Verità ed il Bene a tutti",

    quei poveracci,

    proprio perchè mantenuti in condizione infantile

    ed incapaci di evolversi

    verso la naturale condizione adulta di autonomia,

    si porranno in modo completamente ricettivo

    verso chi gli si propone in quel modo.


    A questo punto

    quelli che hanno inventato le due paroline "Verità" e "Amore",

    delirano di sapere qual è la "Verità e il Bene per tutti",

    fanno il "Bene di tutti"

    decidendo loro qual è senza manco chiederglielo,

    avranno in pugno

    milioni e milioni di esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,

    e potranno decidere della loro vita come vogliono,

    potranno controllarli agevolmente,

    quindi agevolmente usarli e sfruttarli

    per realizzare i loro scopi

    e garantire i propri interessi.


    Nascondendo questo concreto e quotidiano

    usare e sfruttare gli altri

    per i propri scopi ed i propri interessi

    dietro la fatidica frase:

    "Io voglio Bene a tutti,

    amo tutti

    e faccio il bene di tutti.


    ITE MISSA EST...IN CULO !


    AMENNE !

    RispondiElimina
  9. Se uno che vuole portare la Verità agli altri con Amore
    incontra un altro
    che vuole portare un’altra Verità agli altri con Amore
    i due s’ ammazzano tra loro.
    La consapevolezza che non c’è nè Verità nè Amore
    è il solo modo per evitare il tragico epilogo.

    RispondiElimina
  10. Caspita, Giamba, nemmeno la mia fidanzata mi manda tutti questi messaggi; è una inequivocabile dichiarazione d'amore! Peccato che io sia sentimentalmente impegnato, che mi piacciano le donne ... quelle di poche parole ... se no, chissà .... :-)
    Hasta luego!

    RispondiElimina
  11. Cazzo che battuta banale..

    Dopo tutti 'sti posts complicati

    una vera e propria delusione.

    P.S Ma a volte l'incosncio aprla d asolo

    vero Grabo ?

    Ed è semplice..

    Coming out garbiano ?

    Io ti rispetto Garbo.

    Ma mi piace la cara vecchia fica.

    Cerca da qualche altra parte ciò a cui agogni tanto..

    RispondiElimina
  12. I miei commenti Garbo

    servono solo per svelare,

    da animale sano quale sono,

    quelli come te,

    i vuoti affabulatori in Principio Fu Il Verbo

    e le loro tecniche..

    RispondiElimina
  13. Gli animali vedono negli uomini come Garbo

    un essere loro uguale

    che ha perso in modo estremamente pericoloso

    il sano intelletto animale:

    vedono in lui l'animale che delira.

    (Friedrich Wilhelm Nietzsche adattato da Giamba)

    RispondiElimina
  14. Come vedi

    anche come tecnica di persuasione

    la tua banale battuta

    interessante solo perchè rivela la tua vera natura,

    non ha funzionato.

    Io mi esprimo Garbo..

    Come voglio.

    Dove voglio.

    Quando voglio.

    RispondiElimina
  15. Per quanto riguarda la tua omosessualità,

    che ora vivi in modo latente,

    probabilmente perchè siciliano col mito della minchia dura,

    esprimila compiutamente e soddisfala.

    Io se avessi qualche istinto omosessuale

    lo esprimerei liberamente.

    Che problema c'è ?

    Non è mai troppo tardi.

    RispondiElimina
  16. Altri 5 messaggi? Allora il tuo non è amore, è erotomania :-)

    RispondiElimina
  17. O Garbo è questo il messaggio:


    I poveracci come Garbo

    persi in un ridicolo, inutile e vanesio

    stato di autoesaltazione del loro cervello

    lo usano come strumento

    per sempre più complesse pippe mentali,

    trovano immancabilmente qualcuno come loro

    che partecipa alla gara

    e finiscono insieme,

    come palloncini persi nell' aere,

    per essere del tutto avulsi dalla semplice realtà terrena

    e dalla semplice realtà della vita.


    Sono come quei ragazzini

    che fanno a gara di pippe tra loro:

    sostituiscono le pippe reali

    con le pippe mentali.

    RispondiElimina
  18. Gli animali vedono negli uomini come Garbo

    un essere loro uguale

    che ha perso in modo estremamente pericoloso

    il sano intelletto animale:

    vedono in lui l'animale che delira.

    (Friedrich Wilhelm Nietzsche adattato da Giamba)

    RispondiElimina
  19. Mò te manno un inpitte...

    Il dualismo platonico - giudaico - cristiano

    è una forma di schizofrenia.

    RispondiElimina



  20. I poveracci come Pardogianni,

    impregnati del dualismo platonico - giudaico - cristiano

    e del tutto inconsapevoli

    che esso è una forma di schizofrenia

    che crea il due dove ce l'uno,

    scinde corpo e cervello,

    crea un' anima accanto al corpo,

    anime eterne e vite eterne,

    ricchi premi e cotillons,

    esaltano il loro cervello - anima

    come forma di superiorità sugli altri animali

    e sulla vile materia.


    La conseguenza

    è che si perdono in un ridicolo, inutile e vanesio

    stato di autoesaltazione del loro cervello:

    lo usano come strumento

    per sempre più complesse pippe mentali,

    poi trovano immancabilmente qualcuno come loro,

    impregnato di dualismo platonico - giudaico - cristiano

    che partecipa alla gara di pippe,

    e finiscono come quei ragazzini

    che fanno a gara di pippe tra loro

    sostituendo le pippe reali

    con le pippe mentali.



    L' epilogo finale

    e che finiscono insieme,

    come palloncini persi nell' aere,

    del tutto avulsi dalla semplice realtà terrena

    e dalla semplice realtà della vita,

    fino ad essere del tutto incapaci di vivere sulla Terra

    come animali terreni.



    L' epilogo finale

    e che finiscono insieme,

    come palloncini persi nell' aere,

    del tutto avulsi dalla semplice realtà terrena

    e dalla semplice realtà della vita,

    fino ad essere del tutto incapaci di vivere sulla Terra

    come animali terreni.

    RispondiElimina
  21. Aspe' semplice ed urlato

    USA IL CERVELLO PER LA VITA

    NON PER SEMPRE PIU' RAFFINATE PIPPE MENTALI.

    CHE ALLA FINE

    SO' SOLO UN PATETICO, RIDICOLO ED INUTILE TENTATIVO

    DI SFUGGIRE ALLA REALTA' NATURALE DELLA VITA E DELLA MORTE

    RispondiElimina
  22. Passa qua ogni tanto Garbo che TE ARIPIJI !

    www.giamba2016.ilcannocchiale.it

    RispondiElimina
  23. Carissimo Giamba, ma davvero mi abbandoni così? Con solo sei ulteriori commenti e un misero rimando al tuo blog come fosse il Verbo redivivo? Hai visto mai che il concetto che volevi ribadire non s'è capito, io scriverei almeno altri ulteriori 12 commenti, così ti metti al sicuro, che ne dici? Ci tieni così tanto a farti mandare affanculo da tutti, non ti basta quanti ti ci hanno mandato fino adesso?
    P.S. Se vedi il tuo psichiatra, digli di rivedere la tua terapia, così ti fai solo del male.

    RispondiElimina
  24. Ti conosco mascherina

    ovverossia "Ulteriori chiarimenti sula realtà di Garbo e di quelli come lui".

    Va in scena ogni giorno

    una ridicola rappresentazione di massa di "ammmore per gli altri",

    messa in scena per acchiappare l'altro,

    che cancella anche il rispetto per l'altro,

    che, da solo, sarebbe sufficiente e a tenere in piedi la società umana.


    Quel che si vede ogni giorno

    sul palcoscenico del mondo

    è questa massa di imbecilli

    che simula esageratamente "ammmore per gli altri",

    interesse per gli altri,

    mentre naturalmente ed ovviamente

    ognuno è realmente interessato solo a se stesso

    ed alla prole generata,

    necessaria per mantenere sulla Terra il suo corredo genetico,

    quando basterebbe un semplice

    rispetto formale standard per l' altro

    per tenere in piedi la società umana.


    Perchè lo fanno gli imbecilli ?


    Perchè ognuno di loro

    pensa furbescamente

    che simulando ammmore per l' altro

    blandirà la sua aggressività,

    lo ridurrà in condizione infantile

    e riuscirà ad acchiapparlo e controllarlo,

    mentre in realtà

    non è difficile capire

    che se ognuno fa la stessa simulazione,

    per lo stesso scopo,

    nei confronti dell' altro,

    ognuno è consapevole di quella simulazione

    e dunque la simulazione non raggiunge lo scopo previsto.


    Ma tant'è..


    Ognuno dei poveracci rinchiuso in se stesso

    e nella sua "furbizia"

    vede solo la possibilità di acchiappare l'altro

    simulando "ammore"

    e continua a simulare ostinatamente "ammmmore",

    certo di raggiungere il suo scopo,

    senza fare la semplice "deduzione logica":

    "Se io simulo ammmore

    e quell' altro simula ammore

    ognuno dei due conosce il giochetto e non ci casca".


    Quel che accade, poi,

    è che a cadere nella trappola

    della "simulazione dell' ammmore"

    sono quei disgraziati disperati

    che non hanno avuto figure genitoriali

    che si occupavano adeguatamente di loro

    nell' età della dipendenza,

    i quali continuano a cercare padri e madri,

    'nzomma qualcuno che si occupi di loro,

    per tutta la vita,

    ed inevitabilmente cadono nelle grinfie

    di chiunque gli simuli ammmore

    (N.D.R.

    Vedi sotto:

    "Teorema di Giamba

    sull' ineluttabilità dell'esistenza dei coglioni e dei coglionatori")

    CONTINUA...

    RispondiElimina
  25. Per avere rapporti sani e naturali con gli altri,

    pertanto,

    la prima cosa da fare

    è avere la consapevolezza

    che ognuno naturalmente e legittimamente

    si occupa di se stesso

    e della prole generata,

    guidato dal proprio istinto di sopravvivenza,

    che lo porta prima a sopravvivere come individuo,

    poi ad accoppiarsi con un esemplare del' altro sesso,

    a riprodursi e e generare cuccioli,

    e ad occuparsi di loro

    per mantenere sulla Terra il suo corredo genetico.


    Questa consapevolezza

    del sano e naturale egoismo,

    del sano e naturale occuparsi di se stesso

    e della prole generata

    di ciascun essere vivente,

    permette dunque di escludere a priori

    che esista un un interesse reale

    di un esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens

    per un altro esemplare adulto della specie Homo Sapiens Sapiens,

    permette cioè di escludere

    che esista il cosiddetto "amore per il prossimo"

    inventato dai cristiani

    con lo scopo di ridurre gli altri in condizione infantile,

    intrufolarsi nella loro vita,

    controllarli ed usarli,

    che viene usato ogni giorno da tutti i cialtroni della Terra,

    i quali, avendo i cristiani come modello di riferimento,

    si prefiggono quello stesso scopo.


    Per quanto riguarda il rapporto con gli altri,

    necessario a garantire la convivenza civile

    e l'esistenza della società umana

    c'è il RISPETTO FORMALE STANDARD,

    un rispetto per l' altro, la sua vita, le sue cose, la sua prole,

    che è ovviamente legato alla reciprocità:

    io rispetto te, la tua vita, le tue cose e la tua prole

    se tu rispetti ma, la mia vita, le mie cose, la mia prole.


    In caso contrario,

    cioè se uno dei due manca di rispetto all' altro,

    ognuno torna libero di esprimere se stesso

    in modo libero, senza i vincoli del rispetto,

    senza i vincoli delle leggi, delle regole e delle convenzioni

    uguali per tutti e da rispettare in modo eguale per tutti

    che tengono in piedi convivenza civile e società umana,

    che sono naturalmente ed ovviamente da rispettare

    solo e soltanto se

    sono uguali per tutti

    ed ognuno le rispetta in modo uguale.

    RispondiElimina
  26. SUSSIDIO PEDAGOGICO

    Teorema di Giamba

    sull’ ineluttabilità

    dell’ esistenza dei coglioni e dei coglionatori




    1. I coglioni sono la stragrande maggioranza

    degli esemplari della specie Homo Sapiens.


    2. Quelli che usano i coglioni ,

    i coglionatori,

    sono una piccolissima minoranza.



    3. I coglioni non reggono

    la consapevolezza della realtà.

    3.1. I coglioni hanno bisogno di illusioni

    per sopravvivere.



    4. I coglionatori

    sono consapevoli della realtà.

    4.1. I coglionatori

    sono consapevoli del fatto che i coglioni

    hanno bisogno di illusioni per vivere.

    4.2. I coglionatori

    vendono illusioni ai coglioni

    per distrarli dalla consapevolezza della realtà.

    4.3. I coglionatori

    vendono ai coglioni le illusioni

    di cui hanno bisogno per vivere.

    4.4. I coglionatori

    si guadagnano di che vivere

    vendendo illusioni ai coglioni.



    5. I coglioni non sono capaci di vivere

    senza le loro illusioni.

    5.1. I coglioni hanno reazioni violente,

    di rigetto,

    verso chi cerca di portargli

    la consapevolezza della realtà.

    5.2. I coglionatori

    sanno che i coglioni

    non possono vivere senza le loro illusioni.

    5.3. I coglionatori

    sanno che i coglioni hanno reazioni violente,

    di rigetto,

    verso chi cerca di portargli

    la consapevolezza della realtà.



    6. I coglioni sono coglioni

    a seguito di una tara genetica.

    6.1 I coglioni restano sempre coglioni.



    7. I coglionatori

    sanno che i coglioni sono coglioni

    a seguito di una tara genetica.

    7.1. I coglionatori

    sanno che i coglioni

    restano sempre coglioni.

    7.2. I coglionatori

    sanno che i coglioni

    si acchiappano sempre

    con le stesse tecniche

    7.3. I coglionatori

    usano sempre le stesse tecniche

    per acchiappare i coglioni.


    8. I coglionatori esisteranno

    finchè esisteranno i coglioni.



    9. L'eliminazione dei coglioni

    dalla faccia della Terra

    è un progetto irrealizzabile.



    10. L'eliminazione dei coglionatori

    dalla faccia della Terra

    è un progetto irrealizzabile.

    RispondiElimina
  27. In realtà Garbo io sono il tuo psichiatra.

    I VAFFANCULO degli altri

    non sono che la manifestazione del transfert,

    e ovviamente

    anche l''emergere dei tuoi primi VAFFANCULO

    è la manifestazione del transfert in atto.

    RispondiElimina
  28. Stai sereno Garbo non ti abbandono

    Non lascio mai il lavoro a metà.

    RispondiElimina
  29. Chiusura odierna con citazione:

    "Offendere tutti e farsi mandare a fanculo da tutti

    è il solo modo per godere della propria solitudine".

    Se sentimo Garbo tanto gentile e tanto onesto pare

    latente agognatore dfi cazzi.

    RispondiElimina
  30. Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !

    Preti e psicologi colpevolizzano il sano e naturale egoismo,

    esaltano l'amore per gli altri

    e diffondono la necessità dell'approvazione degli altri

    per mantenere i loro clienti e farsene degli altri.


    Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !


    Un esemplare sano della specie Homo Sapiens Sapiens,

    così come ogni essere vivente sano,

    è dotato di un sano e naturale egoismo,

    di una sana a naturale sintonia

    con se stesso, con la propria vita, col proprio copro,

    con la Natura e con la Terra,

    da cui deriva necessariamente e naturalmente

    un sano e naturale amor proprio,

    una sana e naturale autostima

    e delle condizioni di salute psico - fisica,

    per cui non ha bisogno

    nè di un prete nè di uno psicologo.



    Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !


    Come metterebbero insieme il pranzo con la cena

    preti e psicologi

    se tutti gli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens

    fossero dotati di un sano e naturale egoismo,

    di una sana a naturale sintonia

    con se stessi, con la propria vita, col proprio corpo,

    con la Natura e con la Terra,

    da cui deriverebbe necessariamente e naturalmente

    un sano e naturale amor proprio,

    una sana e naturale autostima

    e delle condizioni di salute psico - fisica,

    per cui non avrebbero bisogno

    nè di un prete nè di uno psicologo ?

    La risposta è semplice,

    ma, nel contempo, drammatica per preti e psicologi:

    non metterebbero insieme il pranzo con la cena.


    Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !


    Accade dunque che,

    per mere questioni di sopravvivenza,

    preti e psicologi si diano un gran da fare

    a criminalizzare il sano e naturale egoismo,

    a colpevolizzare i sani istinti naturali,

    ad esaltare l'amore per gli altri

    e la necessità dell' approvazione degli altri,

    in modo da creare esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens

    privati del loro sano e naturale egoismo,

    alienati da se stessi, dal loro corpo, dalla loro vita,

    dalla Natura e dalla Terra,

    privi di amor proprio e di autostima,

    ossessionati dal bisogno di approvazione degli altri,

    'nzomma degli insicuri, dei disadattati e dei malati

    per tutta la vita dipendenti da loro,

    che per tutta la vita hanno bisogno della loro opera,

    'nzomma dei clienti fissi,

    degli individui la cui funzione principale

    è garantire il pranzo e la cena

    per preti e psicologi,

    'nzomma la sopravvivenza di preti e psicologi.


    Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !


    Accade così

    che questi individui,

    tutti tesi a garantire la loro sopravvivenza,

    girano per il pianeta Terra

    a criminalizzare il sano e naturale egoismo,

    a colpevolizzare i sani istinti naturali,

    a predicare amore per gli altri

    e a diffondere la convinzione

    che la cosa più importante sia l'approvazione degli altri,

    allo scopo di alienare gli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens

    dal corpo, dalla vita, dalla Natura e dalla Terra,

    di distruggere in loro amor proprio ed autostima,

    per fare di loro

    degli insicuri, dei disadattati, dei mentecatti

    bisognosi della loro opera,

    che pagheranno per avere i loro servigi,

    garantendo così il pranzo, la cena

    e pure qualcos' altro.


    CONTINUA...

    RispondiElimina
  31. CONTINUA...


    Figli e Uoli in Verità in Verità vi dico !


    Siate superbi ed arroganti,

    superbamente ed arrogantemente rispettosi

    del vostro corpo, della vostra vita,

    della Natura e della Terra,

    superbamente ed arrogantemente protesi

    a soddisfare i vostri istinti naturali,

    superbamente ed arrogantemente dotati

    di amor proprio e di autostima;

    e quando incontrate sulla vostra strada

    'sti vampiri

    che rispondono al nome di "preti" e "psicologi"

    che vi ripetono

    che il vostro ano e naturale aggressivo è un crimine,

    che soddisfare i vostri istinti naturali è una colpa,

    che autostima e amor proprio sono superbia ed arroganza,

    che bisogna vivere pensando agli altri

    e che bisogna avere l'approvazione degli altri

    per essere felici

    mandateli serenamente e pacatamente AFFANCULO

    e continuate ad essere

    superbamente ed arrogantemente rispettosi

    del vostro corpo, della vostra vita,

    della Natura e della Terra,

    superbamente ed arrogantemente protesi

    a soddisfrare i vostri istinti naturali,

    superbamente ed arrogantemente dotati

    di amor proprio e di autostima,

    superbamente ed arrogantemente sani !

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  32. Spirito di Giamba, esci dal corpo di quest’uomo … vadi retru, vadi retru, pi San Paulu e San Petru … , lo stai rincoglionendo, sta sempre chiuso in questa scatola, in questo mondo virtuale, di notte e di giorno, nei giorni feriali e la domenica, non ci sono feste e non ci sono santi, scrive cose senza senso, ha il cipiglio del predicatore, del fanatico, scrive di getto carrettate di commenti dal testo sempre uguale (un intruglio mal masticato e mal digerito del peggiore niccianesimo, quello più becero, quello che fa di Nietzsche una specie di proclamatore di una nuova religione altrettanto fanatica e delirante dei tre monoteismi esistenti).
    Lascialo libero di farsi una passeggiata ogni tanto, di portare il cane a pisciare, di badare alla sua famiglia se ne ha una, di vivere una vita reale e toglilo dall’insana convinzione di dover salvare l’umanità dai pochi possessori di tutto il denaro che mistificano le masse attraverso i loro servi per continuare ad arricchirsi e a detenere il potere, dai preti, dalle donne e dai gay … che sono le cose che più sembra temere al mondo.
    Liberalo dal male, amen.

    P.S. Come cazzo si fa a scrivere 27 (dico ventisette) commenti sempre uguali senza sfiorare nemmeno ciò di cui io stavo parlando?

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  33. Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori

    sanno benissimo

    che l' angoscia generata

    dalla consapevolezza della realtà naturale della vita e della morte

    permane in profondità anche in chi a parole

    esprime quella consapevolezza

    ed usano scientificamente e consapevolmente

    quell' angoscia

    per spacciare a pagamento

    fedi, deliri. illusioni e msitificazioni.




    Uso questo post di Pardogianni

    http://pardo.ilcannocchiale.it/2015/11/08/la_testardaggine_del_reale.html

    come esempio per farvi capire

    come il bisogno di una fede, di un delirio,

    di un' illusione, di una mistificazione,

    'nzomma di un imbroglio qualunque

    che cancelli l'angoscia generata

    dalla consapevolezza

    della realtà naturale della vita e della morte,

    della naturale precarietà dell'esistenza

    e della naturale estraneità e pericolosità degli altri,

    permane anche in chi consapevolmente e razionalmente,

    a parole,

    esprime il possesso di quella consapevolezza

    della realtà naturale della vita e della morte,

    della naturale precarietà dell'esistenza

    e della naturale estraneità e pericolosità degli altri,

    e di come preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori,

    che sanno benissimo che quell' angoscia permane in profondità,

    la usano per diffondere

    fedi, deliri, illusioni, mistificazioni,

    'nzomma un imbroglio qualunque

    che cancelli quell'angoscia



    In questo post

    http://pardo.ilcannocchiale.it/2015/11/08/la_testardaggine_del_reale.html

    Pardogianni fa, nella prima parte, un' analisi critica,

    peraltro condivisibile e da me condivisa,

    sull' assurdità della Fede in Dio

    (N.D.R.

    Da parte mia sono anche andato oltre

    perchè non solo ho affermato

    l'assurdità nonchè la pericolosità della Fede,

    e di ogni Fede, non solo quella in dio,

    ma ho fatto più volte, su questo blog,

    un' analisi psicologica delle motivazioni

    di tutte le Fedi, i deliri e le illusioni umane,

    che sono semplicemente delle tecniche di cancellazione

    della consapevolezza della realtà

    e dell' angoscia che quella consapevolezza provoca).


    Nella seconda parte del post del Pardogianni

    c'è invece, improvvisamente,

    un totale capovolgimento di posizione:

    il Pardofianni dopo aver giustamente constatato,

    nella prima parte,

    l'assurdità della Fede in Dio,

    inizia incredibilmente,

    del tutto inconsapevole della contraddizione della sua posizione

    (N.D.R.

    Spiegherò dopo perchè)

    nonchè del ridicolo che in tal modo si attira addosso,

    ad esprimere la sua Fede nel Libero Mercato,

    diffondendo nell' aere Dogmi tipo:

    "La prosperità economica dipende dallo spazio

    che lo Stato lascia ai cittadini"

    nonchè:

    "Bisognerebbe tenere a bada il Leviatano

    con tutti i mezzi possibili".


    A questo punto è anche inevitabile che il Pardogianni,

    come un banale credente in dio

    che attribuisce al Disegno Della Provvidenza Divina

    tutto il bello e il buono che accade sulla Terra

    e si inventa e/o crea situazioni

    finalizzate a confermare la Verità del suo dogma

    nella esperienza tutti i giorni,

    comincia ad affermare nel reale

    e nell'esperienza reale

    la presunta ed ipotetica presenza

    di situazioni che verificherebbero i suoi Dogmi,

    attribuendo al suo dio,

    il Libero Mercato,

    tutto il bello e il buono che accade sulla Terra.


    Il Pardogianni, 'nzomma,

    dopo aver ironizzato sulla Fede degli altri,

    sui deliri degli altri, sulle illusioni degli altri,

    giustamente e legittimamente,

    ci manifesta poi,

    in modo del tutto contraddittorio,

    la sua Fede, il suo delirio e la sua illusione,

    che, come tutte le Fedi, tutti i deliri e tutte le illusioni

    nasce dalla necessità di cancellare la consapevolezza

    della realtà naturale della vita e della morte

    e della precarietà dell' esistenza umana,

    che peraltro il Pardogianni

    aveva correttamente espresso nella frase:

    "Noi abbiamo una mentalità antropomorfica,

    la Natura non si accorge nemmeno che noi esistiamo".

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  34. CONTINUA...

    Perchè Pardogianni fa così ?


    Del perchè di questa contraddizione

    ho parlato più volte sui questo blog

    ma lo ripeto.


    L'angoscia generata dalla consapevolezza

    della realtà naturale della vita e della morte,

    della precarietà dell'esistenza

    e della estraneità e pericolosità degli altri

    agisce in profondità

    e resta in profondità,

    quasi sempre,

    negli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,

    anche in chi esprime a parole,

    razionalmente ed esplicitamente

    la consapevolezza razionale

    della realtà naturale della vita e della morte,

    della naturale precarietà dell'esistenza

    e della estraneità e pericolosità degli altri.



    Quel che accade, poi,

    è che se quella angoscia resta in profondità

    ed agisce in profondità,

    chi ne è pervaso

    continua ad aver bisogno di fedi, deliri ed illusioni

    che cancellino quell'angoscia che ha dentro,

    che resta nel profondo,

    indipendentemente da tutte le consapevolezze

    espresse razionalmente,

    a generare il bisogno di una fede, di un delirio, di una illusione

    che la cancelli.


    Per dimostrare quanto ciò sia vero

    aggiungo che fedi, deliri ed illusioni,

    non sono la sola risposta a quella angoscia,

    ma che alcuni esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens,

    per evitare quell' angoscia,

    giungono al punto di fare ricorso

    ad alcool, droga et similia

    per cancellare addirittura la propria capacità di pensare

    e, con essa,

    la consapevolezza della realtà che li angoscia.


    Alla base di ogni fede, di ogni mistificazione,

    di ogni delirio e di ogni illusione

    c'è l' angoscia generata

    dalla consapevolezza della realtà naturale della vita e della morte,

    che permane in profondità

    anche in chi consapevolmente e razionalmente,

    a parole,

    esprime quella consapevolezza.


    Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori

    lo sanno benissimo

    e conoscono alla perfezione quel meccanismo psicologico

    e lo usano argutamente

    per diffondere fedi, deliri, illusioni e mistificazioni,

    'nzomma un imbroglio qualunque

    che cancelli l'angoscia generata

    dalla consapevolezza

    della realtà naturale della vita e della morte,

    della naturale precarietà dell'esistenza

    e della naturale estraneità e pericolosità degli altri.



    Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori

    spacciano a pagamento

    fedi, deliri, illusioni e mistificazioni

    a tutti gli altri esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens

    per guadagnarci sopra.


    Preti, psicologi, cialtroni, imbroglioni e truffatori

    usano scientificamente e consapevolmente

    l'angoscia degli altri

    per mettere insieme il pranzo con la cena

    e pure qualcosa di più.

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  35. Anvedi Garbo non ha più argomentazioni,

    è disperato,

    e s'attacca alo "spirito" e agli esorcismi,

    a "spiriti di Giamba" chje mi possederebbero

    sic e sic e ancora sic...

    (A Garbo GIAMBA è semplicemente il mio nome)

    Usa pure NICCIANESIMO, dispregiativo,

    e suggestivi richiami al NAZISMO

    come tecnica di persuasione

    (A Garbo ignorante, nel senso che ignori,

    vedi le ultime interpretazioni di Nietzsche

    in cui UBERMENSCH è tradotto come OLTREUOMO e non come SUPERUOMO)

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  36. Rispondi ai miei commenti Garbo.

    Senza ridicoli ed inutili ricorsi

    a "Spiriti" "esorcismii" e "niccianesimo".

    Io ai tuoi ho già risposto.

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  37. L' angoscia

    viene usata, se c'è,

    o creata, se non c'è,

    per diffondere illusioni e mistificazioni

    che la cancellino,

    da chi vuole controllare ed usare gli altri

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  38. Pensa se con un semplice click spazzi via tutto! Naturalmente questo non è un commento al tuo post, è una citazione di Magritte.

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