Se non bastassero le prescrizioni,
se non bastassero le condanne in primo grado, basterebbe sicuramente
l’affermazione di De Luca contro Marco Travaglio il 4 marzo 2010 nel corso di
una pubblica manifestazione organizzata dal Partito Democratico, in cui disse: "Quel grandissimo sfessato di Travaglio, che aspetto di
incontrare per strada al buio qualche volta a Roma… questo pipì… è scorretto…
parla in televisione dieci volte di cose che non capisce e su cui io non
c’entro niente… Imbecille!… Aspetto di incontrarlo al buio".
Sono tutti “pipì”, sono tutti “scorretti”,
nessuno capisce mai niente quando si parla di Sud, l’ho sentito dire mille
volte in Sicilia e ora lo ritrovo in Campania nella bocca di un uomo di partito
e delle istituzioni, una volta erano i vecchi DC a parlare in questo modo, ma
nessuno avrebbe mai rivolto così apertamente minacce di tipo camorristico
“aspetto di incontrare per strada al buio … aspetto di incontrarlo al buio…” ... e se poi lo incontri davvero? E se poi è lui a darti una bella fraccata di legnate, se con tutti i nemici che si è fatto ha deciso di frequentare un corso di arti marziali per difendersi da tutti quelli che vorrebbero incontrarlo al buio?
E se non bastassero le minacce
camorristiche, basterebbe la fame di questo individuo, fame di potere, perché comandare è meglio che fottere, perché se fotti puoi fartene uno alla volta, se comandi te li fai tutti in una volta: quattro volte sindaco, deputato, sottosegretario mentre era sindaco e ora aspirante presidente della regione Campania .... se potesse si candiderebbe anche a Dio.
Basterebbe certamente il cipiglio, lo sguardo “accuorto”, da “cardillo ‘e bacchetta” e non da “piscitello ‘e cannuccia”, di chi è abituato a comandare e ad essere obbedito, lo stesso sguardo di don Pietro Savastano nella fiction Gomorra, a cui bastava guardare negli occhi il suo interlocutore per zittirlo, per sapere se sarebbe stato obbedito o per sapere che avrebbe dovuto eliminarlo.
Basterebbe certamente il cipiglio, lo sguardo “accuorto”, da “cardillo ‘e bacchetta” e non da “piscitello ‘e cannuccia”, di chi è abituato a comandare e ad essere obbedito, lo stesso sguardo di don Pietro Savastano nella fiction Gomorra, a cui bastava guardare negli occhi il suo interlocutore per zittirlo, per sapere se sarebbe stato obbedito o per sapere che avrebbe dovuto eliminarlo.
https://www.youtube.com/watch?v=8DP3UyDS0Ts |
La Campania così com'è fa schifo, più schifo della spazzatura che periodicamente si riversa sulle strade delle sue città principali, più schifo dei liquami tossici che sono stati riversati sul suo territorio, più schifo dei suoi cantanti neo-melodici "'nu jeans e 'na maglietta", che tremano la voce come un mandolino quando si lanciano negli acuti, credendo di creare più "emozzzione", mentre invece ottengono l'effetto farsesco, caricaturale, da "sceneggiata".
Andrebbe rifatta dalle fondamenta, ripulita dello schifo che in questi anni vi hanno riversato (tutti … camorristi e chiunque se n’è stato zitto, non faccio differenze), andrebbe ripulita degli uomini (e non parlo solo degli uomini di camorra, parlo di una mentalità che è camorra, che è più forte dello stato, parlo di una economia che è camorra, che può comprare qualsiasi cosa e ciò che non compra lo azzera … ma ci pensate che un guaglioncello può guadagnare molto di più di un operaio in fabbrica … come si può riconvertire la Campania alla legalità se l’illegalità è molo più remunerativa e seducente?).
Andrebbe rifatta dalle fondamenta, ripulita dello schifo che in questi anni vi hanno riversato (tutti … camorristi e chiunque se n’è stato zitto, non faccio differenze), andrebbe ripulita degli uomini (e non parlo solo degli uomini di camorra, parlo di una mentalità che è camorra, che è più forte dello stato, parlo di una economia che è camorra, che può comprare qualsiasi cosa e ciò che non compra lo azzera … ma ci pensate che un guaglioncello può guadagnare molto di più di un operaio in fabbrica … come si può riconvertire la Campania alla legalità se l’illegalità è molo più remunerativa e seducente?).
Tutto il sud andrebbe rifondato,
ma non c’è più un nord che possa e voglia farlo, ci troviamo di fronte o a
pagliacci che ostentano ipotetiche differenze e integrità e che sono infiltrati
fino al DNA da mafia, 'ntrangheta e camorra, o a gente che non differisce in
niente ormai dalla mentalità meridionale.
Però c’è un limite a tutto, se c’è
ancora uno Stato, se sei condannato ti devi dimettere, se sei condannato e
indagato non ti devi ripresentare, se sei condannato e indagato e ti ripresenti
non dovrebbero rieleggerti, se ti rieleggono alle primarie il partito a cui
appartieni dovrebbe imporsi perché tu retroceda, se dovessi essere eletto e non
puoi ricoprire la carica per cui sei stato eletto qualcuno deve farti capire o
obbligarti a rinunciare.
Tu non puoi passare! |
Tu non puoi passare! |
Tu non puoi passare! |
Tu non puoi passare! |
Fiamma di Udun, tu non puoi passare!!! |
Qualcuno dica a don Vincenzo De Luca
che nessuno è indispensabile e che, a questo punto, lui quello che ha fatto ha
fatto, lasci spazio a qualcun altro; se qualcuno in questo Paese, solo perché
ha le amicizie di lungo corso, le alleanze, i “pacchetti di voti” acquisiti
chissà come (ma già avere pacchetti di voti sicuri non fa parte della
democrazia ma del potere mafioso), pensa di poter mettere sotto scacco una
regione, un partito, lo Stato intero, gli si faccia capire che sbaglia …. ma
poi, è condannato a cosa? Cosa condanniamo a fare un uomo se poi nella sua vita
non è cambiato quasi niente?
L’unico De Luca davvero insostituibile è Erri De Luca,
che sta subendo un processo assurdo per istigazione a delinquere perché scrive
Nemico pubblico. Oltre il tunnel dei media : una storia No Tav insieme alla
giornalista Chiara Sasso, Wu Ming 1 e Ascanio Celestini. E successivamente, per
difendersi pubblicamente e per divulgare cosa sta accadendo scrive La parola
contraria, in cui rivendica ogni sua precedente posizione sulla Tav e sulla Val
di Susa.
Che dire? Je ne suis pas Enzì, je
suis Errì!
E tu, stronzetto del nord che ti ritieni immune da tanta sporcizia, sappi che “Nessun uomo è un'isola, completo
in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se
anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di
amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la
campana: suona per te”.
(John Donne, Meditazione XVII in
Devozioni per occasioni d'emergenza, Editori Riuniti, Roma, 1994, pp. 112-113).
“Nessun uomo è un'isola"
RispondiEliminada quando, giovanissima, mi sorprese questa frase messa a epigrafe di "Per chi suona la campana" ci sono state innumerevoli e continui eventi che hanno tradito questa verità e il solco si approfondisce sempre di più e la colpa e la connivenza e la complicità scavano ancora e noi esseri comuni siamo sull'orlo della fossa e ci ostiniamo a guardare altrove.
Fata Confetto
Da anni oramai, anche per vita vissuta, ho raggiunto la convinzione - amara - che hanno ragione Lor Signori, se poi ottengono voti dal popolo "gregge".
RispondiEliminaNell'intimo resto Don Chisciotte; ma, quando posso, mi tengo lontano dai mulini a vento, con le mie illusioni di un Mondo "pulito" che coltivo nel mio eremo, amando la Natura - tutta -, gli animali che non parlano, e cercando me stesso sott'acqua (vedi altro post a ritroso).
Ciao da luigi
Credo abbia ragione Luigi. Questi "signori " con noi vanno a colpo sicuro, certo che si, perchè siamo un popolo vecchio, sconfitto in partenza. Il nuovo ci fa paura per colpa delle nostre menti assai poco "libere". Del nuovo ci attraggono futilità del tipo: twittare cazzate, farci i selfie, etc etc etc... , per il resto siamo dei pampe che continuano a farsi abbindolare anche davanti all'evidenza. Forse dipende anche dal fatto che a noi la legalità ci fa un baffo, meno la rispettiamo meglio è. Se si rispettava la legge, questo signore non doveva essere preso nemmeno lontanamente in considerazione, ... La cosa più sconfortante è che, quando eleggiamo questi signori, ... non abbiamo rispetto nemmeno di noi stessi.
RispondiElimina(Comunque, io non twitto e non selfo sai paciugotto! Eheheh ^-__^.)
Buon fine settimana.
La Cri
L'unica forma di resistenza civile resta un razionale disprezzo per questi soggetti, per il partito di aspiranti camorristi che li sostiene, per ogni imbecille che all'interno di quel partito si autoconvince che le cose possono cambiare dall'interno e via e via, esprimere un disprezzo argomentato per chiunque manifesti sia pure indirettamente apprezzamento per atteggiamenti leaderistici da neo bullo di quartiere o guappo di rione. Piacciono alla gente questi guappi perché la gente si proietta, si riscatta dalle proprie frustrazioni, poveri servi volontari da sempre, non meritano neanche disprezzo. La retorica della maggiornaza è argomento principe per avere ragione, se sei letame sociale, fatti votare, avrai ragione. E' su questo scoglio che si impantana la nostra stanca democrazia, buona ormai solo per accompagnare il dessert alla fine di un pasto da indigestione. Ti saluto.
RispondiElimina@ Fata Confetto,
RispondiElimina“nessun uomo è un’isola” per me vuol dire che noi diventiamo “soggetto”, diventiamo propriamente umani, a partire da un rapporto unico col genitore che si occupa di noi fin dai primissimi istanti di vita, che molto spesso è la madre e che così continua il rapporto simbiotico fetale da cui abbiamo avuto origine.
E’ a partire dalla sua ostinazione a trattarci come esseri umani, ad attribuire delle intenzioni ai nostri gesti scomposti e dei significati alla nostra lallazione disarticolata, che noi costruiamo legami solidi e reali col mondo e legami interiori che sono il precipitato di quelli reali che trascriviamo dentro di noi.
Anche quando sembra svanito il legame reale, anche quando ci può apparire che forse non c’è mai stato o almeno non era così forte come credevamo, anche quando ci sentiamo traditi dagli eventi, dalle persone, da noi stessi … anche allora stiamo dialogando con qualcuno, che a dispetto di tutto è ancora dentro di noi e il cui legame non è né risolto né dissolto.
Solo l’indifferenza e la mancanza di memoria chiudono davvero un legame, non la distanza o la non frequentazione, solo quando finisce quel dialogo interno o non sgorga più alcun tipo di sentimento e nessun’altra cosa da aggiungere.
Ciao
@ Luigi,
RispondiEliminasembra, in tutta evidenza. che noi non abbiamo mai acquisito alcuna concezione di democrazia o di stato moderno, l’idea di politica che abbiamo è una pallida riedizione del fascismo (in tempi recenti), che affonda le sue radici nelle “signorie” medioevali, nelle grandi famiglie principesche e ducali che si contendevano città e territori e nella Repubblica romana che si apprestava a divenire impero, con Mario e Silla, con Cesare, Pompeo e Crasso, con Ottaviano, Marcantonio e Lepido.
E prima ancora al capobranco, al maschio alfa, temuto e rispettato finché è forte e potente, dilaniato e cacciato in vecchiaia, quando ormai le forze lo hanno abbandonato; prendi la Lega Nord, era nata per combattere il malaffare, la corruzione, il nepotismo demo-craxiano, e si sono trovai ad accettare le mignotte di Berlusconi alla Regione Lombardia e il Trota, senz’arte né parte, con laurea finta, i diamanti, le feste a Venezia, gli investimenti in Tanzania, la ristrutturazione di ville di proprietà con i rimborsi elettorali al partito.
Al capobranco, finché è potente, si perdona tutto, ma la necessità maggiore sembra quella di sottomettersi ad un uomo forte, di salire sul carro del vincitore di turno, per non essere esclusi dai privilegi … e la dignità che vada pure a quel Paese.
Il mio donchisciottismo mi avrebbe distrutto, per questo ho preferito non insistere e non continuare a lottare contro i mulini a vento, ma ho evitato di adeguarmi, di essere complice, e ogni tanto ho il piacere di assestare qualche colpo reale (non donchisciottesco) all’arroganza e alla tartuferia tipicamente italiana, soprattutto di chi ha incarichi amministrativi e di governo.
Ciao
@ Cri,
RispondiEliminasiamo un popolo che conosce bene questo modo di far politica, che non cambia mai (e qui mi vengono in mente gli innumerevoli “caporali” di Totò, che cambiano divisa ma non cambiano i modi), che può pure ribellarsi e provare schifo per tutto questo, ma che non sa trovare davvero un’alternativa condivisa.
Anche quando qualcuno ci prova, non attinge mai alla propria cultura (più o meno recente o passata, che pure esiste), ma si rivolge altrove: è così che la sinistra italiana è stata di volta in volta blairiana (quando Tony Blair aveva successo in Inghilterra), kennediana (quando John Fitzgerald era stato ucciso da tempo e con la morte aveva trovato l’idealizzazione come grande politico riformista ed erano entrati nell’oblio tutti i suoi lati più oscuri), zapateriana (quando Zapatero in Spagna faceva la voce grossa contro la Chiesa per difendere i diritti civili, e non alzava la voce perché era forte, ma per non sentirsi debole), tsiprasiana (ora che Alexis Tsipras, con lo stesso cipiglio di Zapatero, fa la voce grossa contro la UE, perché non ha alternativa che mostrarsi forte, almeno fin dove potrà spingere il carro, o soccombere con tutta la Grecia), o con “Podemos”, dopo anni in cui noi italiani sembra che no podemos nada, o proviamo istintive simpatie per José Pepe Mujica, il presidente contadino dell’Uruguay.
Per noi italiani, che abbiamo una lunga storia di dominazione straniera e che (almeno nel sud) persino il l’Unità d’Italia sotto i Savoia fu vista immediatamente come l’ennesima dominazione straniera, lo Stato, le Leggi, il viver civile, …, sono visti come imposizioni esterne che i più furbi cercano di aggirare, di rispettare nella forma, ma non nella sostanza.
Un esempio, il cattolicesimo della mafia, i mafiosi si svenano per mantenere inalterato il rituale e le cerimonie delle maggiori festività cattoliche, poi però è per loro opzionale rispettare lo spirito del cristianesimo: ama il prossimo tuo come te stesso, non rubare, non dire falsa testimonianza, non ammazzare ….
Sulle “libere “elezioni della Libera repubblica di Bananas, la penso come Marco travaglio, che ha scritto di recente che ormai le elezioni (primarie comprese) si traducono per noi in una scelta fra Barabba o Barabba! immagina di dover votare fra qualche mese in Campania: la scelta sarà fra Vincenzo De Luca o il Presidente uscente Stefano Caldoro (basta che tu faccia un giro su wikipedia per renderti conto di chi stiamo parlando).
E in Veneto? La scelta sarà fra Luca Zaia (che mi è simpatico come un calcio nei Paesi Bassi) e Alessandra Moretti, per cui devo ammettere la povertà del mio vocabolario per definirla … e forse complicherà un po’ le cose l’entrata in scena di Flavio tosi come terzo concorrente … e allora la scelta sarà fra Barabba, Barabba o Giuda!
Tu non twitti e non selfi, Paciugotta? E’ un vero peccato, perché io invece twitto, selfo, chatto, istagrammo, tumblro & feisbucco … e ho anche una forte tendenza a mentire circa le mie reali attività in rete ;-)
Ciao
@ Antonio,
RispondiEliminaHo apprezzato molto il tuo commento, tutto quanto, ma ne estrapolo due brani che mi sembrano più significativi: “Piacciono alla gente questi guappi perché la gente si proietta, si riscatta dalle proprie frustrazioni, poveri servi volontari da sempre, …”, meno pensi di contare qualcosa, meno pensi di valere, più forte è la tendenza a trovare un uomo forte, un uomo della Provvidenza, un “messia”, un supereroe dotato di poteri straordinari … è la radice psicologica e sociale di ogni fascismo.
Il fascismo attecchisce dove ci sono individui e popoli umiliati, come la Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, sconfitta e punita con delle clausole incredibilmente severe e crudeli o come l’Italia dopo la stessa guerra, sulla carta vincitrice, ma di una vittoria di Pirro, dove l’investimento di uomini e risorse era stato molto maggiore di ciò che ne aveva ricavato, o come la Spagna, che passa da sconfitta a sconfitta, da umiliazione in umiliazione, che non partecipa a nessuno dei due conflitti mondiali tagliandosi di fatto fuori dalle Nazioni che contano qualcosa, e che cerca il suo riscatto nel franchismo, con la guerra civile, che avrebbe dovuto illuminarci riguardo alle atrocità che sarebbero state commesse subito dopo nel secondo grande conflitto.
O “La retorica della maggioranza è argomento principe per avere ragione, se sei letame sociale, fatti votare, avrai ragione”, per essere il guappo del paese ti serve comunque un riconoscimento, se vuoi alzare il tiro ti serve un riconoscimento più ampio, non solo, ma anche un riconoscimento per così dire “legale”, ufficiale … ecco perché tanta retorica su chi ha eletto questi ultimi tre governi, dimenticando che probabilmente ci stiamo accapigliando ancora una volta a salvaguardare la forma a dispetto della sostanza.
In Italia gli italiani non hanno mai contato molto, il fascismo salì al potere con un golpe interno ordito dai grandi proprietari terrieri, dagli imprenditori, dai liberali, dalla monarchia e dai conservatori, che speravano in questo modo di acquisire un braccio contro gli scioperi e i disordini di comunisti e di socialisti che volevano “sovvertire” il Paese e il concetto di proprietà privata, pensavano di poter manovrare la “bestia” fascista, mentre accadde che la “bestia” una volta al potere decise di fare a meno di loro o di utilizzarli come foglie di fico e utili idioti.
(segue)
Non va meglio con la Repubblica, 60 anni di governo DC, inamovibile sotto la parvenza di elezioni democratiche, perché se avessero vinto i comunisti gli USA sarebbero entrati a Roma con i carri armati nello stesso modo in cui i sovietici entrarono a Praga. Un Presidente DC ucciso in circostanze misteriose da sedicenti terroristi rossi perché è intenzionato a fare un governo insieme ai comunisti, madonnine che lacrimano e bombe che esplodono in banche, piazze, stazioni e treni per creare il panico e offrirsi come l’unica soluzione attendibile o possibile.
RispondiEliminaIl disprezzo serve a poco, soprattutto se non hai i mezzi mediatici per manifestarlo e divulgarlo (i blog in tal senso sono piccoli giocattoli, soprattutto se ci parliamo soltanto fra di noi), serve molto educare, non tanto a parole, soprattutto con l’esempio e serve che ciascuno di noi porti un po’ di umanità e di correttezza nel suo spettro sociale e lavorativo.
Infine, se riuscissimo ad organizzare una protesta/proposta politica, un movimento democratico, sensibile alle libertà, alle opportunità, e che sappia valorizzare le risorse di ciascuno, che sappia potenziarle abbinandole con le caratteristiche di qualcun altro che faccia crescere le proprie, credo che molti “senza partito” di adesso ritornerebbero a votare e a respirare … e a questi si aggiungerebbero gli entusiasti di ogni novità (finché è novità) e tutte le persone aduse a salire sul carro del vincitore non appena intuiscono che quel carro vincerà di sicuro.
Ciao
Caro Garbo, ci metto già tanto impegno a fare il cittadino che l'idea di "organizzare una protesta/proposta politica, un movimento democratico, sensibile alle libertà, ecc. ecc" mi fa tremare le gambe, non che sottovaluti il valore della tua proposta ma ci vuole ben più di uno scambio con i nostri blog per progettare quello che dici. C'è un bell'apologo che gira negli ambienti ebraici che sembra pensato per gli italiani e in particolare di sinistra, bastano due ebrei per avere tre partiti. Direi che osservare con attenzione critica cosa si sta muovendo nell'area politica che sento più vicina assorbe già molte mie energie, direi che non cadere nelle facili e fallimentari sirene grilline sia già stato un risparmio di energie politiche e emotive non indifferenti, infine direi che anche resistere alla tentazione del "non c'è nessuno che mi rappresenta" è un ottimo esercizio di senso politico. A presto.
RispondiElimina@ Antonio,
RispondiEliminaNon credere che io non dia peso alle tue considerazioni, ai tuoi dubbi, in gran parte condivido il tuo discorso, anche fare bene il “cittadino” è un impegno da non sottovalutare, e anch’io cerco di prendere sul serio questo impegno nei limiti delle mie forze, del mio tempo e delle mie capacità.
Ho avuto soltanto poche esperienze, e per giunta indirette, di politica, la prima durante le elezioni politiche del 1994, quando i vecchi partiti, accortisi che non potevano più ripresentare le vecchie facce, perché gran parte di loro era inquisita o screditata o semplicemente obsoleta, fecero quasi una gara ad accaparrarsi facce nuove, più presentabili.
Fu il momento in cui i vecchi partiti della mia provincia d’origine, che manteneva intatto ancora tutto il potere sul territorio e i canali burocratici per amministrarlo, dovette scegliere con chi allearsi, chi garantiva di più insomma; la trance più considerevole della DC dell’epoca scelse la Forza Italia di Berlusconi e presentò anch’essa facce nuove per rappresentarla, in linea con i tempi, ma anche in linea col nuovo partito.
Presentarono ad esempio Stefania Prestigiacomo, nipote dell’ex presidente della Regione Sicilia Santi Nicita, apprezzata (non è il caso di dirlo) da Silvio in persona e gradita anche a Palermo; carina, giovanissima, neo-laureata … sembrava davvero il volto nuovo della Sicilia e dell’Italia intera, quello che ci voleva per cambiare.
Chiesero anche a me di candidarmi, credo sostanzialmente per gli stessi motivi per cui avevano scelto la Prestigiacomo (eccetto, naturalmente, il fatto che io non sono “carino”); certo, era allettante la proposta, se fosse andata in porto avrei avuto potere e successo, e se anche non fosse andata in porto, sicuramente non avrebbero dimenticato il mio sforzo e il mio sacrificio.
Alla mia comprensibile perplessità che non sapevo niente di politica e dei suoi meccanismi, di come funziona la macchina amministrativa e i giochi politici, i miei interlocutori mi tranquillizzarono, e mi fecero capire che loro erano dietro le mie spalle a consigliarmi per il meglio in ogni occasione, mentre io capii perfettamente che sarebbero stati alle mie spalle a tirare le fila … la mia ingenuità politica non era un caso, era voluta, si può manovrare meglio chi è completamente digiuno di politica, è una massima di cui adesso hanno fatto tesoro tutti i partiti e tutti i movimenti, a cui col tempo all’analfabetismo politico si sono aggiunti anche la limitatezza intellettiva e la spregiudicatezza morale che ti rendono da un lato più malleabile e dall’altro, all’occorrenza, anche ricattabile.
(segue)
Non se ne fece niente, declinai la proposta e loro trovarono un altro “cavallo di cartone” da presentare, che però non vinse.
RispondiEliminaAltra occasione, ancora più indiretta, è stata durante le ultime elezioni comunali del mio Paese di origine, per l’elezione del sindaco e della giunta; tre miei amici si sono presentati per la prima volta ciascuno in schieramenti diversi. Uno di loro appoggiava il sindaco uscente, che non riscuote delle mie simpatie, un altro ha presentato una lista civica che ha ottenuto in assoluto il maggior numero dei voti, ma non ha raggiunto la maggioranza perché gli “alleati” le hanno voltato le spalle, l’ultimo (probabilmente quello che avrei votato se avessi ancora la residenza li) ha creato per prima cosa un gruppo di persone capaci intorno a sé, ha presentato un progetto serio per la città e ha esposto con chiarezza con quali mezzi e con quali risorse intendeva realizzarlo.
L’unico neo, a mio parere, è stato quello di presentarsi nelle liste della sinistra cosiddetta “radicale”, che gli ha dato tutti i voti che poteva dargli, ma che gli ha alienato le simpatie perché potesse vincere davvero; se si fosse presentato con una lista civica, magari in alleanza con la suddetta sinistra (ma non organico ad essa), avrebbe avuto più chances di vittoria.
La cosa che mi ha colpito è, per me che seguivo a distanza la campagna elettorale e che ho consultato tutti i punti di vista disponibili degli attori i gioco ma anche dei semplici spettatori esterni, è il fatto che la vecchia politica inaugurata dalla DC della richiesta di favori, privilegi e anche semplicemente di ciò che ti spetterebbe, dei tuoi diritti, che ne viene opportunamente rallentata l’erogazione, quella della raccomandazione, quella del “meglio l’uovo oggi che la gallina mai”, quella dell’ “Ufficio Elettorale” in piazza dove se ti siedi sulla panchina di fronte cominci a veder girare di prima mattina, sotto elezioni, la cassetta di peperoni o di pomodori o di pesce, per ingraziarsi il potente e per chiedere la grazia, non è mai morta.
Per cui, persone serie, capaci, affidabili, un programma rigoroso, semplice, fattibile, che avrebbe certamente avvantaggiato tutto il Paese, non vengono nemmeno presi in considerazione.
Quando mi guardo intorno, a livello locale (anzi, bi-locale, visto che mi interesso alla politica della città in cui vivo, a cercare di capirne i problemi, ad esaminare gli uomini che si presentano a gestirli e le loro proposte, ma sono anche curioso di comprendere cosa succede anche nella mia terra d’origine), o Nazionale, non sono molto soddisfatto di come vanno le cose.
(segue)
E non si tratta soltanto di “soluzioni” che potrei ritenere giuste o sbagliate, si tratta ormai delle regole stesse del gioco, della qualità degli attori in campo; non capisco che significato dai alla tua frase: “ infine direi che anche resistere alla tentazione del "non c'è nessuno che mi rappresenta" è un ottimo esercizio di senso politico”.
RispondiEliminaPer me non si tratta più soltanto di dire che non esistono più persone che rappresentano le mie idee, che si ispirano ai miei valori, che non mi riconosco più in nessun partito e in nessun movimento, io non mi riconosco più in questa giostra che è diventata la politica del nostro Paese, non mi riconosco negli uomini che seleziona, non mi riconosco in quello che è diventato il dibattito politico, non mi riconosco in come ci siamo ridotti noi italiani: gretti, meschini, razzisti, sempre più inclini al fascismo e sempre più spaventati da tutto ciò che valutiamo come debole e diverso.
Una volta l’imbecille che al bar sproloquiava su tutto con frasi tranchant veniva zittito e non preso in considerazione, e il regno dove poteva esprimere le sue cazzate era il bar o lo stadio, ora l’imbecillità (e non solo quella del bar, ma anche quella delle fogne, quella fascista), siede in Parlamento, la vedi esprimere a sottosegretari, a ministri, a capi partito, a Presidenti del Consiglio, a uomini delle istituzioni.
Non so in cosa tu ti riconosci ancora, non so se mi sfugge qualcosa, qualche isola felice rimasta miracolosamente in piedi, ma io non mi riconosco più in niente e in nessuno … anche il M5S a cui ho dato il voto nell’ultima tornata elettorale era più un gesto disperato che meditato, senza riporre sopra alcuna speranza, come nessuna speranza avevo riposto nella sinistra alle ultime europee.
Ciao
Caro Garbo, non ho isole felici da menzionare, purtroppo. Non sai in cosa mi riconosco, bene, non posso riscrivere in un commento tutto quello che potrei aver già detto ma per farla breve ti dico che pretendo un partito che incarni i valori portanti della discussione, dei diritti civili e sociali, dell'uguaglianza civile e economica, della giustizia senza se e senza ma, un partito che metta in pratica la Costituzione, ecco partiamo da lì, dalla Costituzione, non come fanno nani, ballerine e twittatori di corte ma come fa Rodotà che da tempo sta lavorando a un progetto di sinistra, come fa Barca in maniera carsica nel pd, come fa d'Arcais dal suo osservatorio di Micromega che per un breve periodo ha (mal)riposto troppa fiducia nella palingenesi grillesca, come fa Landini dal mondo sindacale. Sinceramente non so dove porteranno queste forze, se confluiranno, se daranno luogo a un progetto di partito, a una coalizione dei democratici, non lo so ma lo spero.
RispondiEliminaA presto
Antonio
Antonio,
RispondiEliminaanch’io potrei elencarti molte persone che hanno idee e progetti che condivido, persone che ritengo fondamentalmente oneste, che potrebbero essere altrettanto conosciute di Rodotà, Flores D’Arcais, Landini e di Barca, come Erri De Luca (qui menzionato), Zagrebelsky, Settis, Stajano, Ginsborg, Gino Strada, Nando dalla Chiesa, Andrea Camilleri, Dario Fo, …, e molti altri meno noti.
Oppure potrei citarti singole azioni, gesti, prese di posizione encomiabili in alcuni personaggi la cui figura si è opacizzata nel tempo, o per stanchezza, o per ignavia o perché si sono perfettamente integrati nel sistema che combattevano … e penso ad Umberto Eco, a Debora Serracchiani, Ivan Scalfarotto, Giuseppe Civati ….
Anche la Costituzione italiana è una bella cosa, ma sembra che non esista strettamente l’obbligo di rispettarla, nemmeno quando è talmente chiara da abbagliare, nemmeno quando dice: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Non è che non la si rispetta in toto, infatti scuole e istituti privati, per fortuna, prolificano, è il “senza oneri per lo Stato” ad essere disatteso, imponendo ai singoli cittadini che pagano le tasse gli “oneri” di chi desidera per i suoi figli un’educazione privata (che è anche molto spesso un’educazione cattolica o comunque che possiede un certo orientamento religioso o ideologico).
L’agone politico è in qualche modo falsato, forse lo è sempre stato, controllati e controllori sono tutti un’unica cosa, e l’arbitro gioca anche lui e segna anche qualche gol; noi siamo chiamati di tanto in tanto alle urne ad esprimerci se ci piace di più Barabba o Barabba, sorpresi e abbacinati dalla splendida carriera e figura di persone di cui solo qualche giorno prima non ne sapevamo niente e adesso sappiamo essere dei geni.
Depositato il voto nell’urna, convinti della croce appena fatta oppure rassegnati al meno peggio per limitare i danni, non possediamo più alcun potere per esercitare pressioni sui politici che abbiamo votato, la politica non si svolge neanche più nelle aule parlamentari, preposte a ciò, ma a casa di qualche padrone, padroncino o prestanome, fra patti della crostata, svolte del predellino, accordo Stato-Mafia, trattative segrete fra Monti e il Quirinale, patto del Nazareno, accordi con la UE per avviare grandi, faraoniche e inutili opere senza consultare preventivamente chi ne sarà interessato perché si stuprerà il territorio in cui vive.
Tutte queste idee, tutte queste persone, non dovrebbero far sentire la loro voce da punti remoti e ancora relativamente poco accessibili come la rete internet o da una rivista settoriale considerata anche un po’ snob (e me lo dico da solo visto che la leggo con una certa assiduità e la leggo anche da parecchio tempo), oppure agire in maniera carsica (e a mio parere inefficace … come se a Bramante avessero dato paletta e secchiello e lo avessero portato in spiaggia invece di affidargli la fabbrica di san Pietro a Roma) all’interno di un partito in cui o non si riconosce più (e allora che ci sta a fare) o ci si riconosce ancora (e allora sono io a non riconoscermi in lui).
Dovrebbero piuttosto arrivare in Parlamento, e con una certa forza elettorale anche, dovrebbero trasformarsi in movimento (magari non cinque stelle … io eviterei qualsiasi attribuzione di qualità preventiva, quando ancora non hai fatto niente), che prenda spunto dal grillismo per quello che riguarda il creare una forza dal nulla e farla diventare il punto di riferimento per un terzo del Paese, e me ne distaccherei sia i contenuti, sia per la leadership, sia per la ridicola selezione “democratica” dei parlamentari, sia per la gestione autoritaria e masochistica dell’intero movimento, sia per la protervia a non volersi “mischiare” con altri per paura di contaminarsi, votandosi così inesorabilmente all’inconcludenza.
Ciao
Caro Garbo, condivido le tue perplessità sul continuo partorire idee che non diventano proposta politica. Peccato originale fin dai tempi dei girotondi, ma ogni volta che penso che ci vorrebbe una maggiore partecipazione politica penso alle persone che hai nominato e a molte altre e penso all'attenzione che queste persone riescono a catalizzare senza che questa attenzione diventi precipitato parlamentare. E' qui che mi vedo nella mia piccola parte. Indubbiamente la piccola parte di ciascuno è irrinunciabile ma a parte questo quando penso a un coinvolgimento diretto, addirittura un movimento, allora vedo tutta l'inefficacia della mia forza comunicativa. Del resto anche in questo scambio ci ritroviamo io e te, piacevolmente, ma il silenzio intorno cos'è? consenso? indifferenza? silenziosa partecipazione? Come si può anche solo partire con una riflessione del genere se basta una panchina di un parco (virtuale) laddove serve almeno una tavola rotonda (fisica)?
Eliminaciao
Caratteriale, attivo, diretto, mi è sempre piaciuto questo in una persona...
RispondiEliminaIo sono una stronzetta del nord caro Garbo, ma ti posso assicurare che non c'è più differenza ormai,i malavitosi esistono eccome anche qui, anche vicini a me, anche nel circondario residenziale dove abito, perchè se rifiuti di unirti ti mettono una pallottola davanti al cancello e io continuo a non vederli, ma loro continuano a fare quello che vogliono a dispetto degli organi costituiti.
E io mi sono iscritta con piacere, lo stesso piacere che proverei se anche tu ricambiassi..
Un forte abbraccio!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
@ Nella Crosiglia,
RispondiEliminanon saprei dire esattamente quali siano le somiglianze e le differenze fra nord e sud per ciò che riguarda la criminalità sul territorio (organizzata o meno) e la mentalità mafiosa; di certo, come prevedeva Leonardo Sciascia, la “linea della palma” si è estesa moltissimo anche al nord (e non soltanto nord Italia, ci sono investimenti della ‘ndrangheta, della mafia e della camorra anche in Svezia, in Irlanda, in Scozia, nell’Europa dell’est fino in Russia, in Sudamerica … un fiume di soldi che invade qualsiasi cosa e compra o abbatte ogni ostacolo).
Il nord dell’Italia è cambiato parecchio, in peggio direi, siete/siamo diventati più individualisti, meno solidali, più egoisti, più gretti, spaventati dal nuovo e dal diverso, più cinici, tutto ciò che conta adesso è il proprio benessere, l’agiatezza, il lusso, la possibilità che qualcuno possa invidiarci per ciò che siamo, il potere e valanghe di schei, di grana, di palanche, zecchini, fiorini, baiocchi, marenghi, scudi, assi, sesterzi, …
Se ti guardi intorno la sensazione è che in ciascuna opera, in ciascun affare pubblico, in ciascuna amministrazione pubblica o privata, in ciascuna struttura o servizio, e in molte aziende, ci sia corruzione, che ogni progetto sia infiltrato da che ne ricava benefici, potere o denaro; la sensazione è che chiunque può, a qualsiasi livello, evade le tasse come se fosse un dovere farlo, come se chi le paga (tutte) non fosse altro che un povero imbecille … abbiamo avuto persino un ex Presidente del Consiglio condannato in via definitiva per evasione fiscale ed è ancora li a fare il capopopolo e forse lo rivedremo in qualche altro incarico, di certo è ancora interlocutore politico di chi governa, e da ogni parte veniva sgranata la corona del rosario recitando la solita falsa litania secondo cui è legittimo evadere le tasse se queste sono troppo elevate.
Solo chi non ha alcun senso dello Stato può dire una cosa simile, perché senza tasse non c’è più Stato, e non può decidere il singolo cittadino se pagarle o meno; una politica debole (o nessuna politica) giustifica chi evade perché le tasse sono troppe, è un modo per ingraziarsi gli evasori, che ormai sono legione, non per governare rettamente un Paese, come inutile litania è l’andare in tv a dire che abbasseranno le tasse, a parlare di sgravi fiscali, quando sarebbe più opportuno affrontare il problema enorme dell’evasione: solo così si possono abbassare le tasse (e anche di molto) senza andare a colpire i servizi e si possono finalmente fare delle riforme serie, perché una riforma vera necessita di finanziamenti, altrimenti è solo restyling.
(segue)
Però, da uomo del sud che vive e lavora al nord da molti anni, devo ammettere che l’amministrazione della cosa pubblica al nord ancora funziona molto più che al sud, te ne accorgi già in aeroporto viaggiando, atterrare al Marco Polo, a Linate, a Malpensa, a Verona-Villafranca, a Torino-Caselle, a Genova-Sestri, a Bologna-Borgo Panigale, non è come atterrare a Napoli-Capodichino, a Bari-Palese, a Palermo-Punta Raisi o a Catania-Fontanarossa.
RispondiEliminaTe ne accorgi per le infrastrutture, per la qualità delle opere che vengono eseguite, per la tempistica, per il livello di funzionamento, per la pulizia e l’efficienza che ancora miracolosamente permane, per la preparazione delle persone che incontri, per la correttezza delle indicazioni e delle informazioni … anche se questo miracolo italiano di funzionamento non reggerebbe il confronto con molti Paesi europei.
Un solo esempio, a Venezia, la città più bella del mondo, ti tocca viaggiare con quelli che loro chiamano “vaporetti”, dei ferrivecchi rastrellati chissà dove dall’ACTV, che sono quanto di meno comodo e di meno romantico potesse esistere, che hanno un personale fra i più sgarbati e maleducati al mondo, che trattano i turisti come mandrie di pecore da trasportare e che navigano in condizioni pessime di sicurezza sia perché non esistono efficienti regole di navigazione sui canali di Venezia, sia perché siamo abituati, in Italia, ciascuno a fare i propri porci comodi fregandocene di ogni regola e dei diritti altrui.
Tutto questo per dirti: Benvenuta :-)
Fiera di essere arrivata fino a te...
EliminaFelicissima se vorrai unirti al mio sito,un grande regalo per me ..credimi..
Abbraccio nordico con tramontana!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
Fiera di essere arrivata fino a te...
EliminaFelicissima se vorrai unirti al mio sito,un grande regalo per me ..credimi..
Abbraccio nordico con tramontana!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
Orgogliosa e felice di averti tra i miei amici..
EliminaUn bacio enorme e vado a salvare il tuo blog tra il roll preferiti!
Grazie di cuore!
Il sistema è così avvinghiante che sembra intrappolare ogni persona-politico onesta e ben iintenzionata. Purtroppo viviamo la deriva etico-sociale. I protagonisti a cui fare riferimento in questo nostro tempo ci sono ma non abbastanza forti e non sufficienti numericamente e economicamente. Sinceramente non riesco a prefigurare un modo per combattere il declino . Ho sperato nel M5S e ho provato una delusione fortissima nell'episodio dello streaming (si scrive così? ) dove si è voluto umiliare e stroncare Bersani: grave errore per la giovane forza politica. Ripeto che non sono in grado di intervenire efficacemente nel dibattito politico neppure da comune cittadina. Condivido le considerazioni fatte nel testo e nei commenti di questo post. Devo ammettere che sento una certa debolezza nel vivere l'attuale situazione sociale e che è sempre più difficile mantenere il pensiero incorrotto. La lotta individuale sfianca. Vorrei poter sostenere con il mio voto un partito veramente rappresentativo dei bisogni delle persone cosiddette "normali" e ordinariamente oneste.
RispondiEliminaUn abbraccio
Nou
P.S. Le primarie non hanno senso se a parteciparvi vi sono soggetti non limpidi. Un bel pasticcio e perdita di credibilità.
EliminaCiao Nou ti saluto qui da Garbo perché sono contento di vedere che in questa panchina virtuale ci sei anche tu. Un abbraccio a entrambi. Buon fine settimana.
RispondiElimina@ Nou e Antonio,
RispondiEliminaanch'io sono felice di avervi entrambi ospiti, mi unisco all'abbraccio.