Questo è un risotto alla zucca con finferli, semi di zucca, ricotta affumicata, burro e tartufo. Era molto profumato e anche molto buono.
Già, ma perché postarlo? Che messaggio è farvi vedere cosa mangio? Saranno affari miei, non vostri, a meno che non voglia farmi bello e stimolare la vostra invidia con le mie abilità culinarie o con la mia possibilità di frequentare posti esclusivi.
Ma voi, perché commentate, mettete “mi piace”o rebbloggate post simili? Perché rendete merito a chi è bravo a fare, perché essere amici di chi può permettersi certe cose è meglio che esserlo di chi non può permettersele, perché guardare un piatto simile è quasi come mangiarlo, oppure per puro e semplice gusto estetico?
Per quale strano motivo fotografiamo certi piatti a casa o al ristorante? Perché li condividiamo? Perché molti fatti che un tempo erano personali (mangiare, passeggiare, spogliarsi, fare l’amore, praticare qualche hobby, e persino ammalarsi) ora vengono divulgate come se non esistessero se non appaiono in qualche social, in qualche media, se nessuno ne parla?
Una mia amica molto critica mi domandava perché ogni tanto fotografo qualche piatto quando andiamo a mangiare in qualche posto, la sua era una domanda tendenziosa, perché non voleva conoscere il mio motivo, credeva già di saperlo e voleva che io lo ammettessi e basta e mi guardava con uno sguardo deluso, tipo: “Anche tu!”.
Le ho risposto che da qualche tempo mi sono accorto che inizio a dimenticare alcune cose, non i nomi di persona o i numeri di telefono, che non ho mai ricordato, ma cose avvenute, nomi di oggetti di uso comune, questa cosa mi preoccupa.
Per cui prima di essere colto dall’Alzheimer o da una qualsiasi altra forma di demenza, documento in immagini e in parole scritte tutto quanto di bello mi succede, così quando la memoria non mi soccorrerà più e il fisico mi abbandonerà, potrò consolarmi guardando almeno le immagini di ciò che in tempo godevo felicemente.