7.7 «Contro Eros non esiste alcun rimedio, né da bere, né da
mangiare, né da recitare con canti, se non il bacio, l'abbraccio e il giacere
insieme con i corpi nudi.»
Il fatto: si è scoperto che la neo ministra del Governo
Gentiloni, Valeria Fedeli non ha mai conseguito un diploma di laurea in scienze
sociali, ma soltanto un diploma per assistenti sociali, per giunta conseguito
quando questo titolo di studio non era ancora diventato una laurea breve e mai
equiparato a tale perché all’interessata non è convenuto o perché non ha mai
esercitato questa professione. Di fatto la Fedeli è in possesso di un semplice
diploma, che non ha alcun diritto di chiamarsi laurea, di nessun tipo.
Chiunque abbia divulgato la
notizia possiede un tempismo perfetto, difficile credere che sia passato
per caso sul suo profilo politico e abbia voluto, altrettanto per caso
verificare, o si tratta di uno che lo sapeva da tempo e ha conservato la “bomba”
per tempi migliori e più opportuni, quando avrebbe deflagrato con un botto
molto più forte e con una corona di fuochi di artificio molto maggiori … ad
esempio quando Valeria Fedeli sarebbe diventata ministro o avrebbe avuto un incarico istituzionale. Oppure si tratta di qualcuno a lei vicino o che la conosce da
sempre e tanto bene da conoscere questo suo piccolo segreto … vatti a fidare
degli amici.
Saputa la notizia immediatamente Mario Adinolfi si è
stracciato le vesti e si è ricoperto il capo di cenere, poi ha gridato allo
scandalo, e ha ragione: un ministro dell’Istruzione che non ha neanche una
laurea, che vergogna! Mentre lui che ha leccato il culo a tutti, persino ai
prelati che hanno il culo catramoso e al sapore di incenso e di sagrestia, e
che possiede una magnifica laurea in storia, per la cui pergamena hanno usato
direttamente il velo d’oro, non lo chiama nessuno, e non dico come ministro, ma
neanche come sottosegretario, come sotto-sotto-segretario, come usciere, come
incensiere, come portaborse, come uomo addetto alle pulizie … lui che è anche
un gambler, un uomo abile con le carte e padrone del chip e del bluff.
Si sono stracciate le vesti pure i leghisti e i pentastellati,
tutti notoriamente grandi frequentatori di scuole, di accademie, di atenei ed
istituti vari; dicono in coro che se è possibile fare il ministro della sanità
senza la laurea in medicina, il ministro dei lavori pubblici senza aver mai
lavorato, e il presidente del consiglio senza alcun consiglio … senza cipiglio …
senza coniglio … non è assolutamente possibile fare il ministro dell’istruzione
senza avere una laurea… e infatti i predecessori della Fedeli erano tutti
laureati.
E se … e quando … i leghisti o i pentastellati saranno al
governo (da soli col 51% di consensi almeno) stanno già preparando la persona
più consona ad occupare quel posto, un super titolato, il superman dei
secchioni, un mega nerd, uno che mangia libri di cibernetica e insalate di
matematica … uno persino meglio di Di Maio e della Gelmini … si stanno
scaldando fuori campo infatti nientemeno che Alessandro Di Battista (detto
Dibba) per i 5 stelle e Irene Pivetti per la Lega.
Ma smettiamola di essere classisti, di pensare ancora nel
2016 (quasi 2017) che una laurea faccia ancora la differenza, un laureato (se
preparato) è uno che conosce bene (o discretamente) la materia che ha studiato,
non vedo come un laureato in ingegneria nucleare o energetica possa essere avvantaggiato
rispetto a chiunque altro se diventasse il titolare della Farnesina o il ministro
dell’Economia.
Un laureato non è necessariamente una persona colta, uno che
possiede una certa cultura, potrebbe sapere tutto (o quasi) della sua materia e
niente (o quasi) di tutto il resto, non è necessariamente anche una persona
intelligente e niente dimostra che sia onesta, scrupolosa, competente o dotata
di molte altre qualità che possono essere molto più utili nell’amministrare la
cosa pubblica.
Ma se ritenessimo comunque che un ministro debba essere
laureato, allora non dovremmo cercare i nostri ministri in Parlamento (infatti
non è necessario che un ministro sia un deputato o un senatore, non è
necessario che sia eletto dal popolo), ma dovremmo rivolgerci a McDonald … è lì
infatti che finisce per lavorare la stragrande maggioranza dei nostri giovani
laureati, quelli che non scappano all’estero almeno, a lavorare per McDonald
International.
Una laurea non da alcuna garanzia di un miglior risultato e
che persino all’Istruzione può far meglio “un quinta elementare” (come disse di
sé Totò Riina, che nonostante la forte carenza di titoli scolastici è stato il
capo dei capi per un ventennio e aveva al suo servizio laureati e diplomati che
eseguivano alla lettera … anzi, al pizzino … i suoi ordini) che un
masterizzato; d’altronde lauree e master ormai sono ambiti da gente come la
fedeli, da Oscar Giannino che si inventava master bostoniani che facevano
pendant col colore del suo gilet o di Renzo Bossi e della sua laurea triennale
in Gestione Aziendale conseguita in Albania con tesi di laurea scritta direttamente
in albanese antico o di suo padre Umberto che ha vantato per anni una laurea in
medicina mai conseguita, spacciandosi per medico ospedaliero persino con la sua
ex moglie.
Si tratta in ogni caso di problemi psicologici nell’ambito
del narcisismo e dell’autostima, niente che una buona analisi non possa illuminare
meglio e anche risolvere se la terapia va a buon fine; ormai l’onda del
riscatto sociale della piccola e media borghesia che rincorreva il titolo di
studio per sistemarsi ed avere una dignitosa e rispettata collocazione sociale,
è definitivamente passata.
Il neo laureato ormai lavora per McDonald e si vergogna
della sua laurea tanto da non inserirla nel curriculum perché potrebbe essere
un deterrente per trovare lavoro invece di essere d’aiuto (avete mai visto il
film Smetto quando voglio?), se però riesci a trovare un lavoro consono con ciò
che hai studiato, questa “fortuna” può darti agiatezza economica, stima per i
risultati che riesci a conseguire, ma sarai sempre e solo un tecnico, un
meccanico, un “esperto” nel tuo campo, senza che questo si trasformi in rispetto
e in calore umano per la persona che sei (provate a pensare a cos’era una volta
il medico condotto e cos’è oggi il medico di base, il medico ospedaliero o lo
specialista privato presso cui vi recate quando avete qualche problema di
salute; provate a pensare alla funzione e al ruolo sociale che aveva il primo e
a quelli che hanno oggi i secondi).
Ma, anche se fosse appianata la questione della laurea non
conseguita da Valeria Fedeli, resta il fatto che lei ha mentito nel suo
curriculum pubblico, ha mentito ai suoi pari, ha mentito ai suoi elettori e ha
mentito agli italiani; quanto possiamo fidarci di una che mente? Possiamo
tranquillamente affidarle la Pubblica Istruzione o dobbiamo temere che ci
mistifichi, che ci intorti, che ci infinocchi a suo piacimento?
Verrebbe da aggiungere a questa frase … come tutti quelli
prima di lei, come tutti i ministri, i sottosegretari i capi di governo … come
tutti i politici; potrebbe, secondo voi, esistere un politico senza la
menzogna? Già la parola politico è una menzogna … chi si occupa della pólis
… conoscete qualcuno che si occupi o si sia occupato della pólis
senza essersi occupato contemporaneamente e preferibilmente prima di sé? Non
avete mai sentito lo slogan: “Prima gli italiani … prima i lombardi … prima i
milanesi … “ a cui fa necessario corollario il: “ prima la mia famiglia … prima
i miei amici … prima io”?
Questo vi spiega ad esempio come sia stato possibile che la
Lega, nata per contrastare la corruzione della Prima Repubblica, il ladrocinio
diffuso e sistematico in cui tutto costava dieci volte tanto, tutto veniva
fatto malissimo, e i soldi raccolti con le tangenti servivano a foraggiare il
potere di un partito, ad accrescerlo, in una commistione assoluta e in completa
promiscuità fra interessi collettivi del partito e quelli personali, si sia
ridotta poi ad acquistare ville a Gemonio, a ristrutturarle, ad avere autisti
personali che ti portano dove vuoi con molta discrezione, a piazzare la tua
mante a condurre un programma televisivo, a comprarti una laure in Albania, a
investire in diamanti in Tanzania i soldi dei cittadini ignari.
Quanto pensate che dureranno i pentastellati, che oggi si
presentano come l’onesto Arturo e il casto Giovanni, con le mani pulite; il
potere corrompe le persone costruite in acciaio inox figuratevi quattro
deficienti selezionati dalla visione in rete di un video di pochi minuti.
I primi risultati sono già sotto gli occhi di tutti, gli
inceneritori che dovevano sparire sotto i colpi di maglio dei primi
amministratori 5 stelle, dopo il cui avvento avremmo prodotto non più rifiuti
solidi urbani ma rifiuti virtuali, che una stampante in 3d avrebbe trasformato
in delizie e l’Italia tutta sarebbe diventata gloriosamente e gioiosamente il
paese di Bengodi: “nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevasi
un'oca a denaio e un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio
parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa
facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi
gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; e ivi presso
correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi
entro gocciola d'acqua” (Decameron, VIII, 3).
E invece gli inceneritori sono ancora li a produrre malattie
respiratorie e tumori, a Roma regna il caos, fra un po’ bisognerà reclutare gli
assessori per strada se continua così, o indire un concorso aperto anche all’estero;
e non s’è mai capita la diatriba fra Grillo e Pizzarotti e soprattutto non s’è
capito perché Grillo si tenga due incapaci come Di Maio e Di Battista e si
alieni la simpatia di Pizzarotti che tutto sommato a Parma sta facendo bene, il
dubbio è che la assoluta fedeltà al capo premi di più del merito e dei
risultati e questo non è un buon inizio.
Tralascio appositamente le bugie di Berlusconi, un uomo che mente
persino a se stesso credendosi giovane, bello e potente grazie a trucchi e
parrucchi che lo fanno sembrare ormai una mummia appartenente alla settima
dinastia dell’alto Egitto, e i berlusconiani di cui alcune dichiarazioni sono
rimaste nella storia del comico; tralascio quelle dei piddini, le cui imprese
appartengono ormai alla tecnica dello psicodramma e che si sono incrementate in
enormità con quest’ultimo periodo renziano, tralascio quelle dei cosiddetti
politici cattolici, perché il cattolicesimo ha alla sua radice una
ineliminabile vena di ipocrisia: non esiste un cattolico che non sia anche
ipocrita.
Se andiamo all’estero, poi, ci rendiamo conto che la
menzogna non è grave nemmeno per i nostri cugini d’oltralpe, François Hollande l’ha usata abbondantemente
per nascondere la sua relazione adulterina, una roba rocambolesca in cui lui si
recava in bicicletta (per eludere la sua stessa scorta) in un appartamento di
proprietà di un pregiudicato dove incontrava la sua giovane amante … roba da
fuilleton, ma i francesi si sa, perdonano facilmente i peccati da lenzuola.
E che possiamo dire degli statunitensi, pur essendo puritani
hanno perdonato le menzogne spudorate di Bill Clinton quando disse sotto
giuramento alla Nazione mentre era il Presidente che lui non aveva mai fatto
sesso con Monica Lewinsky; sbugiardato subito dopo disse di non sapere che un
pompino fosse sesso, credeva si trattasse di un nuovo tipo di massaggio, come
lo shiatsu.
Ma gli americani hanno permesso comunque a Bill Clinton di
terminare il suo secondo mandato e anzi ritengono che sia stato un ottimo
presidente e così noi europei che abbiamo continuato ad invitarlo a parlare di
qualsiasi cosa pagandolo molto profumatamente per ognuno dei suoi interventi.
Semmai la Fideli potrebbe essere criticata per quella sua
orribile pettinatura (lei e il suo parrucchiere ovviamente), che sembra
ottenuto con lo scoppio sincrono di diverse bombe a mano in concomitanza col
ripetersi della prima piaga d’Egitto che colorò il Nilo di rosso scarlatto.
Vi immaginate questo cespo di radicchio che spunta fuori in
tutte le foto ufficiali che il governo è costretto a fare, le innumerevoli
interviste, le comparsate in tv e, se fosse il caso, persino in occasioni
internazionali dove starebbero tutti a chiedersi, in spagnolo, in inglese, in
rumeno o in bielorusso: “Chi è quel criminale che si occupa dei suoi capelli?”.
Ma poi ti guardi intorno e vedi che lo stesso Gentiloni non
è che stia messo molto meglio di lei con quella scrimatura in mezzo che poteva
andare bene quando aveva vent’anni e negli anni 70, non adesso che ne ha 62 di
anni e siamo nel secondo decennio del terzo millennio; vedi che Silvio
Berlusconi si è asfaltato il cranio con capelli in lega di titanio; negli USA
hanno appena eletto un tizio con un riporto che parte direttamente dai peli del
culo e gli fa come un ciuffo tirabaci proprio sulla fronte, non prima di
essersi avvolto in diverse spire intorno alla sua testa: “Stavvi Minòs
orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l'intrata; giudica e manda
secondo ch'avvinghia” (Divina Commedia, V, 4-6) ricordate?
E che dire poi di quel quarto di bufalo che è l’ex sindaco
di Londra Boris Johnson? Ma vi pare che i bobbies londinesi dovrebbero far
circolare liberamente un tipo con quella capigliatura? E allora smettiamola di
prendercela con Valeria Fedeli, è una donna perfettamente inserita nel suo
tempo, se fosse diversa non sarebbe li e noi non la vorremmo, e poi fa una gran
pubblicità al radicchi trevigiano, quando la vedi ti viene una gran voglia di
un’insalata di radicchio tardivo con olio e sale.