giovedì 27 giugno 2019

CAPITANI CORAGGIOSI



Carola Rackete, Capitana della Seawatch.







Carola Rackete, capitana della Seawatch, ha 31 anni, passaporto tedesco, parla cinque lingue, si è laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire, con una tesi sugli albatros, è stata al timone di una nave rompighiaccio nel Polo Nord per uno dei maggiori istituti oceanografici tedeschi, ufficiale di navigazione per l’Alfred Wegwner Institute, presso la quale ha lavorato dal 2011 al 2013. A 25 anni era già secondo ufficiale a bordo della Ocean Diamond, a 27 anni ricopriva lo stesso ruolo nella Arctic Sunrise di Greepeace. A trent’anni  ha pilotato piccole barche per escursioni nelle isole Svalbard, nel mar Glaciale Artico. Ha lavorato anche con la flotta della British Antartic Survey… e per Salvino è solo una “sbruffocella”.













Ce n’è quanto basta per far infuriare i sovranisti di casa nostra, basterebbero solo le parole “laureata” e “lavorato” per farli accanire contro di lei ferocemente, se poi Carola viola il blocco della Guardia Costiera e fa rotta verso Lampedusa, invece di andare molto più brevemente e più velocemente nel porto di Amsterdam, come consigliatole dal ministro Salvino, allora si aprono le cataratte del cielo.
 Migliaia di sovranisti sbavanti sul web ad insultarla, ad augurarle stupri multipli e disgrazie di vario genere, squadracce con le camicie verdi (o gialle) impazzano sui social a sfogare il loro disagio, la loro pochezza, il livore e le loro frustrazioni attaccando vigliaccamente tutto ciò che è diverso da loro e perciò stesso spregevole e inferiore.
Oggi non serve più calzare stivale o anfibi con le fasce mollettiere, o i pantaloni alla zuava o la camicia nera col teschio, la giubba aperta, e il fez, non serve essere equipaggiati col manganello, con l’olio di ricino ed avere il coltello fra i denti come gli arditi di Fiume, si può essere fascisti, comodamente a casa vostra con le infradito, o le ciabatte, costume modello boxer, largo per carità, che quelli stretti li indossano i giovani palestrati e non è questo il caso, a motivi vagamente floreali, ma non troppo, su sfondo blu o azzurro, perché altrimenti sembreresti troppo poco virile e non adeguatamente un macho di destra, pancia ben visibile in tutta la sua ripugnanza, telo in spalla, barbetta da uomo vero che poco si cura di apparire e di piacere ma che segretamente vorrebbe piacere così com’è, anche se teme sia impossibile, capello accuratamente spettinato.
Oppure, con le infradito imbarazzanti, un pantaloncino più stretto e più corto, una polo rigorosamente Lacoste di una tonalità più chiara degli shorts, abbottonata fino al collo (hai visto mai che prendi freddo), le spalle cascanti, la pancia rilassata, sguardo da ebete che accenna un sorriso imbarazzato, come di chi sa di essere li per sbaglio, di non essere l’uomo giusto al posto giusto e quasi chiede scusa, ha uno sguardo di supplica, sembra giustificarsi con un: “Nun ce so venuto, me c'hanno messo!”.


10 commenti:

  1. La mia più totale solidarietà al Capitano Carola Rackete. Coraggiosa sino al punto di fare quel che ha fatto in questi giorni. Mister Felpa e Di Maio fanno finta di non capire che gli immigrati, per come vanno le cose sino ad oggi, sono un fatto e un problema che definirei epocale. Non saranno certo loro a bloccare tutti quelli che scappano da morte e distruzione. Il problema non si risolve come dice Mister Felpa. Perché se è pur vero che l'Italia è stata lasciata da sola dalla UE e da alcuni paesi Europei, la politica del battere il pugno sul tavolo serve a poco e a niente, calpesta i diritti dei più deboli e il problema non solo rimane ma aumenta in modo esponenziale. La politica degli immigrati va rivista in sede UE con tutti i paesi seriamente coinvolti e non solo per questiome di pura demagogia o per i propri fini elettorali. Tutti cerchiamo un centro di gravità permanente per le nostre sicurezze.
    Ciao Garbo, questo post è da 10 e lode per tutto

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  2. Il problema di felpa pig è che fa finta di battere il pugno nella provincia italia, con i suoi amichetti che gli invidiano la panza e lo sguardo accigliato ma quando si tratta di andare davvero in Europa, non ci va. Non ci va perché non sa presentarsi, non sa dare argomenti. La stessa revisione del regolamento di Dublino (che Bobo Maroni firmò da ministro dell'interno condannando l'Italia a prendere gran parte del carico dei richiedenti asilo) è stata letteralmente boicottata dall'attuale ministro delle interiora, boicottata, nel senso che non si sono mai presentati, neanche alle votazioni. In più l'attuale maschio alfa del viminale si allea con i paesi di Visegrad che non vogliono sentir parlare di ricollocazione, indebolendo ulteriormente l'europa. Per cui questo dissociato cognitivo dovrebbe spiegare cosa intende per "l'europa ci ha lasciati soli" quando lui stesso cerca di affondare l'europa che vuole ridiscutere gli impegni dei diversi stati arrivando a uno sforzo più equo. A presto

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  3. Facile essere coraggiosi e solidali con i soldi degli altri. Non sono leghista e ben lontano da me il condividere le idee di Salvini, ma di persone che dicono di essere solidali e della visone cattolica affarista non se ne può più. E' innegabile che certe Cooperative di accoglienza e certe organizzazioni ONG speculano sulle spalle dei migranti e dei poveri.

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    1. "E' innegabile che certe Cooperative di accoglienza e certe organizzazioni ONG speculano sulle spalle dei migranti e dei poveri." Ovviamente hai le prove di quello che dici, le avrai sicuramente attinte dalle tante inchieste archiviate a carico delle ONG, tutte archiviate mi risulta.

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    2. Sapevo che le inchieste sulle ONG sono archiviate mi stupisce la visione cattolica affarista. Per fortuna ci sono le ONG altrimenti tutte le persone che fuggono farebbero una fine ben peggiore di quel che vediamo (che è già un dramma di per sé). Fra le inchieste c'è quel magistrato di Catania che già dallo scorso anno lavorava sulla questione. Emetteva mandati di garanzia ma poi, a indagini effettuate, non usciva niente. Adesso quel magistrato è a Catania a far niente...

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  4. E’ vestita di dignità questa ragazza di 31 anni che erge lo sguardo fiero e triste, scivolando in rigoroso silenzio tra fischi e dileggi durante l’arresto. Inconsapevole eroina del mare che uccide e che salva.
    Alla stessa sua età io guidavo la mia auto quotidiana e avevo maturato al più qualche abilità in veste di centauro alla guida di una vespetta. Le mie conoscenze marinare si fermavano (e si fermano) alla gassa d’amante semplice, nodo bellissimo e tenace, eppur semplice.
    Profondo rispetto per questa “capitana”. Ancor più in quanto donna. Ancor più in quanto giovane donna.
    E profondo sdegno per il vomito profuso in questi giorni sui social dalle contrapposte tifoserie.
    Sarebbe utile se il circo mediatico, oltre che a dare notizia dell’evocazione fatta da Vecchioni circa la figura di Antigone nella tragedia di Sofocle, si facesse invece promotore di un profondo dibattito culturale riguardante il tema – quanto mai attuale, quanto mai filosofico, quanto mai vano per molti (forse) eppur utile e necessario – circa il bilanciamento dei rapporti tra etica, morale e politica.
    Nel precipizio delle coscienze formattate, sarebbe fecondo un ritorno al pensiero critico.
    Ciao.
    Emme

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  5. Aggiungo uno scritto dal libro di Clara Uson "La Figlia" ed. Sellerio.

    "E' compito dei leader indirizzare la gente verso il conflitto. E' facilissimo: basta dirgli che stanno per essere attaccati, denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo e perché mettono in pericolo il paese. Funziona così in qualsiasi paese che sia una democrazia, una monarchia o una dittatura" e poi ancora "Bisogna spaventarli, inculcargli la paura, bisogna imbottirli di paura come si fa con le oche finché gli scoppia il fegato...bisogna che quella paura fermenti e si trasformi in odio, odio assoluto, irrazionale, sguaiato"
    Questo libro parlava del Boia dei Balcani nella ex Jugoslavia e del rapporto con sua figlia, ma non c'è dubbio che ci sono riferimenti sempre attuali
    Un salutone e alla prossima

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  6. Domanda: "Chi e'con Carola ?"

    Rispondo: "Chi è invasato dal dogma dell' accoglienza degli immigrati e non è in grado di ragionare (l'1% di quelli che sono con Carola)

    o chi finge di essere invasato dal dogma dell' accoglienza degli immigrati (il 99% di quelli che sono con Carola),

    cioè chi non è consapevole o finge di non essere consapevole di due realtà ovvie ed evidenti a tutti quelli che discutono dell' argomento immigrazione in modo sensato e ragionevole:

    in primis che l' Italia non è in grado di di accogliere altri immigrati

    in secundis, conseguentemente, che a volere gli immigrati in Italia sono solo e soltanto

    quelli che speculano sugli immigrati, gestendo l' accoglienza per ricavarne guadagni,

    che fingono di essere invasati dal dogma dell' accoglienza degli immigrati per aumentare il numero degli immigrati su cui speculare ed aumentare i loro guadagni,

    e i pochissimi che possiedono tutte le imprese e quelli che lavorano, prezzolati, per i pochissimi che possiedono tutte le imprese,

    che fingono di essere invasati dal dogma dell' accoglienza degli immigrati per aumentare il numero degli immigrati,

    per aggiungere altri disperati disoccupati ai milioni di italiani disoccupati e disperati,

    in guisa tale da aumentare il numero dei disperati a cui proporre con successo il lavoro con la formula "omagnistaminestarosaltrisafinestra" per diminuire il costo della forza lavoro ed aumentare i loro profitti.

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  7. Carola e quelli che la sostengono sono degli intolleranti..

    Il "paradosso della tolleranza" è un paradosso che si configura nell'ambito dello studio dei processi decisionali, enunciato dal filosofo ed epistemologo austro-britannico Karl Popper nel 1945.

    Esso stabilisce che una collettività caratterizzata da tolleranza indiscriminata è inevitabilmente destinata ad essere stravolta e successivamente dominata dalle frange intolleranti presenti al suo interno.

    La conclusione, apparentemente paradossale, formulata da Popper, consiste nell'osservare che l'intolleranza nei confronti dell'intolleranza stessa sia condizione necessaria per la preservazione della natura tollerante di una società aperta.

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