El tío Paquete, Francisco de Goya y Lucientes, ca. 1819 - 1820, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid.
El tío Papeete.
El tío Luca Morisi.
“La gente che non rispetta nulla, rispetta la paura, ed è proprio sulla paura che ho costruito la mia organizzazione”. (Al Capone, in un’intervista ad un quotidiano di Chicago, citato da Paolo Mieli nel programma Passato e Presente, 2020/21, sul Proibizionismo).
Torno a scrivere su questo blog dopo più di cinque mesi e colgo l’occasione per ringraziare i miei amici blogghers Accade, Julia e Nair (in ordine alfabetico) per i loro commenti nonostante la mia assenza e la loro sollecitudine riguardo alla mia sorte.
Ringrazio anche coloro che sono passati, anche frequentemente, pur senza lasciare alcun commento pubblico, che si saranno posti lo stesso interrogativo … voglio rasserenarvi dicendovi che sto bene e che nessuna sventura si è abbattuta sul mio capo … il blog non aggiornato è dovuto ad una certa stanchezza del mondo virtuale, alla mancanza di estro, di fantasia, di voglia di comunicare e, persino ad una mancanza di tempo, che ho preferito dedicare alle mie passioni, molte delle quali trascurate a causa del virus, e alla mia vita intima.
Eppure di che scrivere, di che discutere, ci sarebbe stato solo l’imbarazzo della scelta, a cominciare dal cambiamento climatico che ha fatto si che, ad esempio, questa estate in Sicilia si siano registrati 48.8 gradi Celsius (a Floridia, in provincia di Siracusa), un evento incredibile che a mia memoria non ha precedenti, che persino alla Death Valley hanno sgranato gli occhi increduli, che detta così, con un semplice numero 48.8 su una scala centigrada non vuol dire niente, ma io che ho vissuto quell’evento posso testimoniare che non è mai successo che la gente abbandonasse la spiaggia alle 10.00 del mattino per il troppo caldo.
Di solito il caldo fa si che le persone cerchino refrigerio in mare, ma la sabbia esposta al sole era una graticola e se ci mettevi un piede sopra lo sentivi sfrigolare e nell'aria si spandeva l'odore della carne arrosto … quella del tuo piede. L’acqua poi non era soltanto calda, come succede nei mesi estivi clou, luglio e agosto, era bollente, non ti dava alcuna sensazione di refrigerio, anzi accresceva quella di calore che già avvertivi nell’aria con quel vento caldo di ponente che proveniva dall’Africa e ti sentivi appunto come quegli esploratori inglesi dell’800 che venivano catturati dai selvaggi cannibali (questo accadeva più nelle vignette satiriche dei quotidiani londinesi che nella realtà, ma i gentleman dovevano pur impressionare facendo mostra di coraggio le lady che corteggiavano) e messi dentro un capiente calderone a bollire, con cipolle, carote e sedano, mentre il capo tribù o lo stregone aggiustavano il brodo di uomo bianco di sale e di pepe … ad un corpo immerso nel mar Ionio fra la fine di luglio e i primi di agosto mancavano la cipolla, il sedano e la carota, ma il sale c’era già.
Da quel caldo atroce e senza tregua alcuna, nemmeno in mare e nemmeno di notte, che ha causato molti incendi e ha spazzato via alcuni dei boschi e dei parchi più belli dell’isola, lasciandola ancora più arsa, triste e desolata, siamo passati di recente ad un uragano (o meglio un “medicane”, Mediterraneo + hurricane) che si è abbattuto sulle coste ioniche, soprattutto su Catania e sulla parte nord della provincia di Siracusa, causando alcuni morti e spazzando via tutto ciò che trovava sul suo cammino. Automobili, corriere, bus giravano per la via Etnea spinti soltanto dalla forza dell’acqua, per la prima volta a Catania giravano solo mezzi ecologici, ad acqua, non trainati dalla combustione di idrocarburi altamente inquinanti, un simbolo per il mondo intero, peccato non averne tenuto conto nel G20 di Roma e nel Cop26 a Glasgow, l’unico difetto è che per muovere le autovetture bisognerà attendere il nuovo uragano.
Potevamo discutere dell’ennesimo rigurgito fascista, che storicamente, da Mussolini ai nostri giorni, ha sempre cavalcato l'onda della paura per poi presentarsi come colui che avrebbe riportato l'ordine al caos da lui stesso causato.
Il neo-fascismo ha trasformato la paura in rabbia no-vax, no-green pass, per cui alcune persone, terrorizzate da un virus invisibile e potenzialmente letale, con una capriola logica sconvolgente venivano istigate ad aggredire violentemente e a rifiutare le uniche misure che potrebbero in qualche modo proteggerci dal virus: il vaccino e il distanziamento, garantito dal vietare l’accesso nei luoghi chiusi a chi rifiuta di vaccinarsi, mettendo a repentaglio la propria e l’altrui salute.
Un fascismo che non esita ad assalire la sede romana della CGIL così come il suo cugino nel ventennio aggrediva e distruggeva le sedi della Camere del Lavoro, le sedi dei partiti e dei giornali; un fascismo ancora più insidioso perché accarezzato dalla destra parlamentare completamente collusa con esso, così come Mussolini e Farinacci erano entrambi le facce della stessa medaglia, l’uno in cilindro, marsina e ghette, l’altro con pantaloni alla zuava, orbace, giacca militare, olio di ricino e manganello.
Ed insidioso anche perché non esiste più alcun Matteotti che si erga come diga per denunciarne fino alla sua morte le atrocità, i crimini, la corruzione e il malaffare; politici, giornalisti, tuttologi, opinionisti sono tutti li a minimizzare… solo le gesta di qualche scalmanato, di pochi estremisti … azioni che hanno più del ridicolo che del serio … esaltati … cavalcano il malessere, la paura, ma non costituiscono alcun pericolo … gente tagliata fuori dalle leve del potere, non appoggiata o sostenuta da nessuno e che non ha futuro.
Stranamente si dicevano le stesse cose del fascismo, e il fascismo non è mai morto in Italia … in Europa … è sempre in agguato e prospera nutrendosi delle carni della democrazia sofferente, morente, agonizzante, una democrazia in difficoltà nel trovare risposte efficaci per risolvere i problemi locali e quelli mondiali, una democrazia che è diventata populismo, che crea dal nulla leader carismatici che sono l’anticamera del fascismo, che in sé e per sé sono politicamente delle nullità, della gente mediocre, che attrae le masse proprio per questo, perché ci si può specchiare in loro e riconoscervisi, che rappresentano sdoganandoli i nostri peggiori vizi e le nostre peggiori viltà, che sanciscono la superiorità della mediocrità sull’eccellenza, dell’idiozia sull’intelligenza, della volgarità e del becerume sulla signorilità, che fa si che venga elevato a rappresentarci il peggiore fra noi invece che il migliore … il quale a sua volta, per non avere ombre su di sé, sceglierà come collaboratori persone ancora più oscure ed insignificanti di lui, si circonderà di cretini e di psicopatici, che è strano a credersi, ma sono due categorie molto utili per chiunque voglia conservare il potere (anche Machiavelli ne era convinto, Cap. VIII, Di quelli che per scelleratezze sono venuti al principato).
Avremmo potuto conversare sulla recente tornata elettorale, caratterizzata … dalla vittoria dal PD in molte città, direte voi … io invece penso che il dato più eclatante sia stato l’astensionismo, o meglio, come ha precisato Gasparri, non l'astensionismo, ma il fatto che la gente non è andata proprio a votare, tutti i sindaci e il Presidente di Regione sono stati eletti con poco più del 20% degli aventi diritto, in pratica le contrade italiche sono ritornate al tempo dei Guelfi e dei Ghibellini, dei Bianchi e dei Neri, in cui si perdeva o si vinceva contando soltanto sui propri sodali e si reggeva la città cacciando i rivali e le loro famiglie o, nel peggiore dei casi, assassinandoli.
Gualtieri sarà sindaco di Roma eletto con poco più dei voti su cui può contare il PD in quella città, tutti gli altri o hanno votato per qualcun altro o in stragrande maggioranza si sono astenuti (hanno votato meno della metà degli aventi diritto).
In queste condizioni vengono meno le garanzie democratiche ed è difficile governare senza poter contare sull’appoggio e sulla collaborazione della maggioranza dei cittadini, Gualtieri sarà fortemente criticato per ogni cosa che farà, molto ostacolato o addirittura sfiduciato se volesse contrastare gli interessi costituiti che rappresentano il vero potere cittadino, e circondato dall’indifferenza di tutti gli altri, che staranno a guardare come si arrostisce lentamente sulla graticola tiberina un ex ministro dell’economia e delle finanze.
Roma, l’Italia tutta, avrebbero bisogno di persone serie, di programmi, di competenze, di intelligenza, non di qualcuno che cammini sui chiodi o che tirerà a campare per i prossimi cinque anni, senza lasciare alcun segno positivo al suo passaggio.
La serietà di questo voto si è vista anche dal fatto che Michetti, che è andato al ballottaggio con Gualtieri, e che aveva candidato Pippo Franco, Vittorio Sgarbi e fascistelli vari, rinuncia alla carica di assessore comunale, Carlo Calenda prima fa altrettanto, poi ci ripensa perché qualcuno all'opposizione dovrà pur rimanere, salvo verificare se la nuova carica è compatibile con quella di deputato europeo e di leader di partito ... quando Calenda el sol ..., di Virginia Raggi non sappiamo ancora nulla, tanto è rimasta scioccata che i romani non l'abbiano riconfermata, mentre Sgarbi si è autoproclamato sindaco di Roma, prima che intervenissero gli infermieri con la camicia di forza.
Potevamo cercare di comprendere come un presidio di civiltà come il DDL Zan sia stato affossato miseramente in Senato da alcuni dis-se(n)natori che non hanno avuto nemmeno il coraggio di farlo apertamente, senza nascondersi dietro un voto segreto; questi maneggi occulti, questi bizantinismi, questi opportunismi che giustificano ogni tradimento politico pur di sopravvivere e prosperare , soprattutto quando sei alla canna del gas e alla prossima tornata elettorale non ti voteranno neppure i parenti, mi disgustano.
Matteo Renzi non è più il rottamatore, è Conan il barbaro, sta distruggendo tutto, compreso se stesso, è un tizio a cui il potere ha dato alla testa rivelando tutta la sua boria, la sua arroganza e la sua inconsistenza, si è circondato di nani e ballerine e questo l’ha fatto credere un gigante, è stato tirato su ad hoc dai marpioni occulti che da sempre stanno dietro alla politica, che improvvisamente gli hanno organizzato e finanziato le “Leopolde” e la corsa verso la segreteria del PD, è stato scelto perché più facile da manovrare, accecato dalla sua vanità, ma lui ha creduto che l’avessero scelto per la sua abilità politica.
All’indomani della sconfitta al referendum fortemente voluto da lui nel 2016, per distogliere da sé l’onta che non fosse stato votato da nessuno a guida del Paese, ma fosse stato posto li da Napolitano e forte del risultato del partito alle europee (quando il PD superò il 40%), che l’aveva convinto che questo consenso si sarebbe riversato nel referendum e anche nel voto politico, tanto da indurlo ad approvare una legge elettorale, il cosiddetto rosatellum con sbarramento al 40% per ottenere il potere senza alleanze, disse che sarebbe uscito dalla politica attiva (poi ci ha ripensato) e che avrebbe insegnato in qualche università, forse a Firenze … così, come se niente fosse, come se all’università potesse insegnare chiunque, qualsiasi imbecille preso dalla strada … senza rendersi nemmeno conto che lui è proprio quello che non ha nulla da insegnare a nessuno, perché in fondo la sua parabola politica è fatta solo di cose che ha distrutto e non di ciò che ha costruito, di battaglie perse e non di vere e proprie vittorie o, se volete, di vittorie che consistono tutte, senza eccezione alcuna, di aver primeggiato sconfiggendo il suo alleato di turno attraverso il tradimento sistematico.
Adesso dicono si sia alleato in Sicilia con Gianfranco Micciché, i due mi ispirano la stessa sfiducia e la stessa repulsione, hanno in comune la mancanza di scrupoli e la tendenza a fare qualsiasi cosa senza badare a salvare la faccia, hanno in comune anche il progetto di costruire il ponte sullo Stretto, vogliono unire la Calabria alla Sicilia da cosca a cosca,non oso immaginare come andrà a finire fra loro due, vista la tendenza di Renzi al tradimento temo che potrebbe essere più che il politico che si intesta la realizzazioni di quest’opera faraonica quanto inutile, mentre gli altri hanno fatto solo chiacchiere, un asse portante stessa del ponte, all’interno di uno dei piloni di cemento armato … oh, finché tradisci Bersani, Letta, Conte, Zan al massimo ti mandano a quel paese, e con loro migliaia di altre persone che credono nel PD, nel governo che tutto sommato non stava facendo male o nella difesa dei diritti delle persone e delle minoranze … ma quando tocchi gli interessi occulti, potresti fare una fine altrettanto occulta.
E, infine, vi piacerebbe avere Berlusconi al colle? Si,Silvio Presidente della Repubblica, un pregiudicato evasore fiscale, che ha concentrato indebitamente un impero mediatico nell’unico punto del pianeta dove questa era possibile, la Repubblica delle Banane d’Italia, che è noto nel resto del globo come Silvio Bunga Bunga e che ha fatto ridere l’umanità intera telefonando ad un alto funzionario della questura dopo l’arresto di Ruby, sostenendo che la ragazza era la nipote di Mubarak e che bisognava rilasciarla per evitare incidenti internazionali (rilasciare la presunta nipote di Mubarak per evitare che l’Egitto possa fare ritorsioni, ma lasciar correre sulla morte e sulle torture a Giulio Regeni), e poi far votare tutti i parlamentari del CDX sul fatto che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak … persino Mubarak, dopo questo atto formale (il Parlamento italiano che lo sancisce col voto) si era convinto che Ruby fosse sua nipote.
Lo so, vi piacerebbe quanto avere Pippo Franco assessore alla cultura di Roma, dite la verità … o quanto avere come amico Matteo Renzi.
Gli argomenti di discussione potrebbero essere tanti, addirittura infiniti, ogni giorno in questo caleidoscopio dell’informazione liberamente e irresponsabilmente circolante accade qualcosa, ogni giorno, ogni istante addirittura, succede qualcosa di eclatante, di emergente, di scottante, non hai nemmeno il tempo di prenderne atto, di scherzarci un po’ sopra (il sarcasmo o l’indignazione pseudo-moralistica hanno sostituito l’ironia e l’intelligenza) di coniare qualche slogan da giocarti per mettere in difficoltà l’avversario politico, che vanno a sostituire l’approfondimento, il diritto e la voglia di capire cosa sta succedendo davvero.
Sempre più spesso la politica viene fatta su Instagram con delle immagini o dei filmati o su Twitter con 140 caratteri che vorrebbero descrivere il mondo e descrivono soltanto la nostra pochezza, la nostra imbecillità, l’incapacità, l’infingardaggine e la viltà che ci contraddistingue, il nostro vivere superficialmente, sfiorando appena le cose e noi stessi, cavalcando le onde, facendoci sfiorare dal vento delle mode del momento, senza immergerci nella nostra essenza, che non conosceremo mai così come cambiamo cellulare prima ancora di conoscerne tutte le funzioni.
Ogni giorno qualcuno si sveglia in questa savana e sa già che dovrà inventarsi qualche slogan ancora più volgare, becero e imbecille di quello che il suo avversario ha detto il giorno precedente o da quello pronunciato da lui stesso, perché bisogna sempre superarsi in peggio per attrarre l’attenzione, perché le cose elevate e intelligenti possono vederle e comprenderle solo gli elevati e gli intelligenti, tutti gli altri le odieranno, perché è fonte di disagio non poter capire e apprezzare, tu fa sentire inferiore. Con le cazzate e con le banalità attiri l’attenzione di tutti, alcuni reagiranno gridando allo scandalo, perché un politico, un giornalista, un intellettuale, un uomo degno di questo nome, dovrebbe sforzarsi di dire o fare di meglio, altri approveranno senza alcuna difficoltà perché anch’essi non avrebbero saputo dire o fare di meglio.
Stanco di cercare di capire, di afferrare e di discutere approfonditamente qualcosa, soprattutto perché mi rendo conto che nel momento in cui mi pare di aver capito un po’ di più, quell’argomento non è più di attualità e non gliene frega più niente a nessuno,presi come siamo da avvenimenti continui, da cose che si susseguono a velocità pazzesche, da questo navigare come il catamarano che sbatte da un’onda all’altra invece di fenderla e scivolarvi dentro, mi affido a trasmettere un po’ di saggezza antica, secolare, di quella che non trascolora mai, facendovi partecipi dei distillati di buon senso e di esperienza vissuta trasmessimi dal mio avo paterno, spero che ci meditiate sopra e che ne facciate buon uso.
Mio nonno diceva sempre:
Non ti fidare di chi dice: “Itaglia”, “miglioni”, “cavagliere”, “ingeniere”, “Massimigliano”, “tenico”, … , di chi mangia la pizza bianca (senza pomodoro), di chi calza i tappini infraditu, picchì è figghiu di gran tappinara (le ciabatte infradito, perché è figlio di gran …), di chi usa la cintura e le bretelle contemporaneamente (o alternativamente), di chi fuma talvolta la pipa, talvolta il sigaro e talaltra la sigaretta, di chi sbuccia le arance col coltello, di quelli che hanno un doppio nome Pier Giorgio, Pier Silvio, Giorgio Maria, Vittorio Emanuele, Carlo Alberto, Luigi Filiberto …) perché questo spesso porta ad avere due facce.
Di chi indossa biancheria intima color malva [“Non fidarti mai di una donna che veste in mauve (malva), quale che sia la sua età, né di una donna che passati i trentacinque abbia una passione per i nastri rosa. Significa sempre che c’è dietro una storia”. Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, Garzanti, VIII, p. 139 “Never trust a woman who wears mauve, whatever her age may be, or a woman over thirty-five who is fond of pink ribbons. It always means that they have a history” (Oscar Wilde, The picture of Dorian Gray, Chapter VIII)].
Di chi spezza gli spaghetti prima di cucinarli, di chi è capace di mangiare la pasta mista, di chi calza mocassini senza calzini, di chi abbina le scarpe da ginnastica ad un vestito, di chi fa il risvoltino sui pantaloni, di chi risvolta il colletto della sua polo perché si veda la marca, di chi indossa jeans a vita bassa per mostrare la marca dei suoi slip scritta sull’elastico, di chi mostra orgoglioso il coccodrillo sulla sua camicia, di chi ostenta il Rolex al polso e l’abbronzatura presa a Courmayeur a Saint Tropez o alle Seychelles, di chi in generale pensa di prendere importanza (valore) dallo cose che possiede o indossa e non di essere lui a dare senso (e valore) a loro, di chi veste tutto griffato ma di sé non saprebbe dire la griffe, di chi è cortese e cordiale in maniera quasi aggressiva, in modo che tu non possa rifiutare la loro gentilezza, di chi usa spesso o sempre i diminutivi (attimino, spaghettino, vacanzina, caffettino, succhino, pausina, fotina, shottino (minidrink)).
Guardati da chi dice: “A una certa…”, perché lascia tutto indefinito (come è successo al G20, che hanno concordato su tutto ma non sui tempi di realizzazione … diminuiremo le emissioni di CO2 entro il 2070 … forse … se non abbiamo altri impegni .. se non sopravvengono altre priorità … se non saremo già tutti morti), e perché è egli stesso indefinito …
… e il resto, se ti pare che l’elenco non sia completo, perché mio nonno è morto prima e non ha fatto in tempo a terminarlo, aggiungilo tu; ah, puoi anche sottolineare, se vuoi, ciò che non condividi ed esprimere, se ti va, perché non lo condividi!
AGGIUNTO IL 27-11-2021 alle ore 14.41:
Non fidarti di chi va al cinema a vedere i “cinepanettoni”, in genere queste persone godono nel ridere delle disgrazie altrui, per non pensare alle proprie. E rideranno anche delle tue di disgrazie.
Non fidarti di chi sparla degli altri in loro assenza, sicuramente sparlerà anche di te quando non sarai presente.
Non fidarti di chi odia tutti quanti, perché odia anche se stesso e presto includerà anche te nella sua lista; e non fidarti nemmeno di chi ama tutti quanti (il mondo intero), perché in realtà non ama nessuno 0, per dirla col grande Dostoevskij: “Chi ama l’umanità di un amore astratto quasi sempre ama soltanto se stesso”. (L’idiota).
Non fidarti di chi prende il menù degustazione, in cui un sedicente chef che non conosci ti propone ciò che devi mangiare senza conoscerti e si aspetta che tu faccia i salti per la gioia.
Non fidarti di chi strascica le ciabatte, perché nello stesso modo strascica pure la sua vita.
Non fidarti di quelli che usano il cucchiaio come una pala, la forchetta come se fosse una zappa o un aratro e il coltello come se fosse una spatola o una cazzuola.
Di quelli che scrivono autobiografie senza aver fatto niente e niente lascia presagire che faranno mai qualcosa di memorabile, e riempiono quelle pagine del loro niente; di quelli che sono famosi perché sono famosi, perché sono apparsi in tv.