tag:blogger.com,1999:blog-408845869777905911.post2861429828891776088..comments2024-03-15T21:08:32.393+01:00Comments on Garbo: UNA GIORNATA PARTICOLARE – UNE JOURNÉE PARTICULIÈRE – UN DIA ESPECIAL – A SPECIAL DAYGarbohttp://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-408845869777905911.post-53302634282612619092014-09-24T15:31:23.435+02:002014-09-24T15:31:23.435+02:00Certo, mi rendo conto di quanto sia difficile oggi...Certo, mi rendo conto di quanto sia difficile oggi distinguere un intellettuale vero da uno pseudo intellettuale, perché oggi tutto converge nell’alimentare l’equivoco e perché non esistono più criteri diffusi, come nella Grecia antica, per individuare un filosofo da un sofista, un sapiente da un demagogo; nella nostra cultura potrebbe anche capitare che le due anime convivano nella stessa persona (e sto pensando a Martin Heidegger, fine e intelligente pensatore che attinge alla più autentica vena della grecità e che, nello stesso tempo, si fa funzionario del regime nazista).<br />L’esempio più chiaro ed eclatante abbastanza vicino a noi, ma non abbastanza da impedirci di guardarlo con un certo distacco, è costituito dal trio Marx, Nietzsche e Freud; ciascuno di loro ha portato uno sconvolgimento inaudito nella propria disciplina e ha contribuito in maniera incalcolabile alla cultura dell’Occidente … ciascuno di loro però è stato utilizzato come pensatore autorevole per creare ancora una volta delle “verità” che esulano e che travolgono il soggetto depersonalizzandolo, rendendolo anonimo e massificandolo.<br />Platone, molto probabilmente, ha tentato di fare la stessa cosa col pensiero di Socrate, è strano che un tizio che “sapeva di non sapere” poi, all’improvviso, caldeggi il raggiungimento del “sommo bene”, o che un tizio che asserisce che quanto di meglio sa sull’amore gli giunge da Diotima (una donna), poi salga in cattedra a spiegare l’amore a uomini e donne.<br />Un abbraccio <br />Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-408845869777905911.post-66689798115533084332014-09-24T15:30:40.175+02:002014-09-24T15:30:40.175+02:00Quando io penso ad un intellettuale non penso a ni...Quando io penso ad un intellettuale non penso a niente di “organico”, al funzionario di un’idea (o di una ideologia), al partigiano di un interesse (per quanto sacrosanto possa sembrare), al sommo sacerdote di una “verità” o, al più banale e diffuso, individuo che ricerca gratificazioni narcisistiche attraverso una sorta di arrampicamento sul bordo del dire al popolo ciò che vuole sentirsi dire (cioè gratificare anche il loro narcisismo, identificare il tuo narcisismo al loro in un indistinto “noi” in cui però tu sei il vertice di questo noi) e blandirlo con delle “verità” che il popolo non riesce nemmeno a pensare, farlo cibare di qualcosa che il popolo non riuscirebbe mai a produrre da solo ma che, avendone accesso per tuo tramite, si sentirà più forte, più giusto, magari il “popolo eletto” (se suggerisci che è direttamente dio a parlare per tuo tramite e che le verità che trasmetti loro sono divine, e che dio le rivela a loro perché li ritiene i più degni).<br />E’ facilmente osservabile che le verità che sembrano derivare da dio si approssimano al miracoloso, all’incredibile, al dogmatico, al fantastico, perché più è paradossale la verità e più sembra verità; mentre le verità di derivazione umana, per quanto prodotta da esseri umani straordinari ed eccezionali, vira spesso verso il cinismo, perché tutti gli asserti che derivano da un’interpretazione della realtà non soltanto attraverso l’intelligenza e l’intelletto, ma anche attraverso la sensibilità sembrano banali e spesso si situano nella vasta gamma di gradazione di colori, senza prendere nettamente posizione per il bianco o per il nero, che danno l’illusione di avere delle certezze e delle sicurezze, mentre il cinismo sembra una visione della realtà meno ingenua e più accorta, sicuramente più amata da un popolo di furbi. <br />Un intellettuale, per come lo vedo io, dovrebbe essere libero da ogni interesse parziale, da ogni appartenenza, dallo stesso riconoscimento di sé come intellettuale e come auctoritas (Socrate non aveva titoli, non dipendeva da una istituzione, la mattina si svegliava, si recava al foro o al Pireo e li diceva ciò che voleva dire a chiunque lo volesse ascoltare) ma, soprattutto, dovrebbe essere libero dalle proprie verità, quelle che tendono a cristallizzarsi, a solidificarsi, a oggettivarsi, ad esulare dalla propria esperienza momentanea per diventare delle verità assolute che a loro volta (se si dovessero affermare o se dovessero essere funzionali a qualche potere) anticiperanno, giudicheranno, incanaleranno la vita di molti individui, che vengono così deprivati del diritto a ricercare e ad esprimere la loro verità e saranno costretti all’anonimato e alla massificazione (pensa alla concezione dell’individuo che hanno i grandi poteri assolutistici come quello della chiesa, del fascismo, del nazismo o del comunismo).<br />Un intellettuale è colui che tiene vivo un dibattito millenario con la propria cultura, il tedoforo che accende e trasporta per il tratto della sua breve vita la fiaccola olimpica del sapere, che è interrogazione sul senso della vita, palestra del fare, che attinge a chiunque prima di lui abbia aggiunto un tassello a questo sapere a partire da Omero ed Esiodo fino ai nostri giorni.<br />(segue)Garbohttps://www.blogger.com/profile/01837468363807790150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-408845869777905911.post-78445838964636235152014-09-24T10:35:44.286+02:002014-09-24T10:35:44.286+02:00Hai ragione, pesa di più il silenzio, non solo que...Hai ragione, pesa di più il silenzio, non solo quello degli intellettuali ma anche il nostro. Un silenzio imposto dalla stanchezza, dalla demoralizzante consapevolezza dell'impotenza del discorso. Vox clamantis in deserto si spegne e se il deserto è affollato di silenzio si spegne prima. <br />Dove sono gli intellettuali? In molti se lo sono chiesto, in molti se lo chiedono e io mi chiedo se è più il tempo degli intellettuali. Da decenni è ormai cominciato il tempo fluido del disimpegno. I sistemi sono crollati, molti hanno mostrato il loro inganno, altri la loro fragilità. La fiducia e la credibilità sono sempre meno legate alla figura autorevole perché il principio di auctoritas non ha saputo fare i conti con il tempo del disinganno e con il discorso democratico, lasciando il terreno a paflagoni e salsicciai come del resto è sempre accaduto nella storia, almeno da 2500 anni. Adesso usano il web anziché la piazza ma gli argomenti del confronto non cambiano!<br />Il cosiddetto intellettuale organico è una sorta di animale mitologico e poi quell'organico è diventato giustamente sospetto perché spesso organico ha significato organico al potere più che a una visione culturale. Di bambini che dicono "il re è nudo" - questa per me è l'icastica immagine dell'intellettuale - ce ne sono ancora ma la risposta non è più di stupore e sdegno ma "sì, lo sappiamo ma cosa ti aspettavi?", il re deve essere vestito altrimenti chi lo ha sostenuto dovrebbe mettere in discussione la propria autostima. La repubblica di Platone retta da filosofi ha mostrato le sue crepe ancora prima di costituirsi. <br />Un saluto e a presto<br />AntonioAntoniohttps://www.blogger.com/profile/17716336436436778993noreply@blogger.com