domenica 11 ottobre 2020

... LIKE A FOREIGN COUNTRY








Quannu lampìa ra marina, mangia vivi e statti ‘n cucina

Quando ci sono lampi dal lato del mare, mangia, bevi, e stai in cucina


Quannu lampìa r’a muntàgna, pigghia ‘a zappa e vattìnni ‘n campagna

Quando i lampi vengono dalla montagna, prendi la zappa e vai in campagna












Cu zappa, zappa a so’ vigna, cu bonu zappa, bonu vignigna

Chi zappa, zappa la sua vigna, chi zappa bene, bene vendemmia.


Cielu picurinu, o sciroccu o levantinu

(Cielo a pecorelle, il vento sarà o scirocco o levante).











Quannu ca la siritina è mala, pigghia pi li redini la mula

(Quando c'è brutto tempo è meglio tornarsene a casa)


Se vo fari la jurnata, t’ha susiri a matinata; se vo futtiri u vicinu, t’ha susiri ‘a matinu.

Se vuoi sfruttare la giornata, ti devi alzare presto; se vuoi fregare il vicino, devi alzarti di mattina.











Tannu s'aiuta u valenti, quannu c'u suli è 'gghiuntu a punenti

Allora si da da fare il “valente” (in senso ironico: intendi l’indolente), quando il sole si avvia al tramonto.


A tempu di zappa o di puta, nun c’è un curnutu ca t’aiuta; a tempu di racina e di ficu, si viri u parenti e si viri l’amicu.

Quando si tratta di zappare o di potare, non c'è nessuno (neanche un cornuto) che ti aiuta; quando è il tempo dell'uva e del fico, si presentano il parente e l'amico.



Zappa all'acqua e simina o ventu

Zappa con la pioggia e semina con il vento. Nel senso di fare un lavoro inutile.











“La vita, complessivamente, è un fatto senza senso. Almeno quella terrestre. Gori Misticò era arrivato a domandarsi se da qualche parte nello sconfinato universo non esistesse almeno un posto - un pianeta, un satellite, un cazzo di asteroide - dove le cose non funzionassero così a ‘mmuzzu come qui da noi. Dove, per dire, non fosse necessario sbranarsi uno con l’altro per ottenere l’energia necessaria per continuare a campare. Dove gli esseri viventi avessero trovato un qualche meccanismo di sopravvivenza che evitasse lo spargimento di sangue. Un posto dove, di conseguenza, non fosse la paura a dominare le azioni collettive, ma qualche altra emozione”.

(Fausto Vitaliano, La mezzaluna di sabbia. Le ultime indagini di Gori Misticò, Bompiani, Milano,  2020, € 18, p. 43).











“Cu ‘on ti rispunda a prima vùci, vola dira ca ‘u cantàta ‘on ci piàci”. 

(Fausto Vitaliano, La mezzaluna di sabbia. Le ultime indagini di Gori Misticò, Bompiani, Milano,  2020, € 18, p. 80).











Il ritmo del paese nell’ultimo secolo non era praticamente mai cambiato, quell’andatura di calesse che non ti affatica né ti condiziona, un tempo sospeso che non ti chiede niente e niente ti da in cambio. Si facevano chiacchiere aspettando chissà che, ci si salutava e ci si ignorava.

Il paese stava sempre aggrappato alla collina. Viste da lontano le case parevano abbracciarsi una con l’altra, come temessero di cadere in mare. Si tenevano strette e vicine, tanto da far pensare a una sola casa, un’abitazione comune costruita per una sola, grande famiglia. E quando per strada non trovavi nessuno, perché si stava ancora pranzando o tutti si erano curcàti dopo aver pranzato, pareva di stare dentro un set di uno sceneggiato o di un’opera, e che da un momento all’altro avresti visto donne correre e urlare che avevano ammazzato a cumpare Turiddu”.

(Fausto Vitaliano, La mezzaluna di sabbia. Le ultime indagini di Gori Misticò, Bompiani, Milano,  2020, € 18, pp. 210-211).











“Le peggio cose accadono per fesserie, per caso, per minchiate sopraggiunte, per sbagli imprevisti, pensava Di Teodoro. Per stupidità. Gli venne in mente un documentario visto in televisione tempo prima, uno di quei programmi storici che gli piacevano tanto; diceva che la Prima guerra mondiale era sì scoppiata, com’è noto, a causa di uno sciroccato che aveva sparato all’imperatore e alla moglie mentre viaggiavano in macchina. Ma, e qui sta l’imbroglio, non è che lo sciroccato avesse inseguito la macchina dell’imperatore e sparato in seguito a un piano precisamente studiato e preparato. Macché. Se l’era trovato davanti solo perché l’autista dell’imperatore aveva sbagliato strada.

E non è tutto; lo sciroccato si trovava in quel preciso punto non perché fosse sicuro che l’imperatore sarebbe passato di lì. Ma quando mai. Aveva sentito un buco allo stomaco e si era fermato a mangiare un panino. A un certo punto gli si para davanti l’imperatore e siccome lo sciroccato oltre che fame aveva pure i coglioni girati, spara a lui e all’imperatrice. Risultato: gli Imperi Centrali si incazzano e scoppia la guerra. Insomma: se ‘u cazzùna dell’autista ‘mbroccàva ‘a stràta ggiùsta e lo allo sciroccato non gli veniva fame, quindici milioni di cristiani non morivano. Ci siamo capiti? Una delle più grandi tragedie dell’umanità è stata causata da un panino e da una svolta sbagliata”.

(Fausto Vitaliano, La mezzaluna di sabbia. Le ultime indagini di Gori Misticò, Bompiani, Milano,  2020, € 18, pp. 282).











“Il tempo stava per finire e tutto sembrava sempre più lontano e confuso, come una sagoma di qualcosa che naviga all’orizzonte e tu non sai dire se è una nave o un miraggio, finché non vedi più niente e allora capisci che non eri nemmeno sulla riva del mare e che ti sei sognato tutto”.

(Fausto Vitaliano, La mezzaluna di sabbia. Le ultime indagini di Gori Misticò, Bompiani, Milano,  2020, € 18, pp. 344).











I love you

like a foreign country

the big rocks and a bridge

like a lonely evening that smells of books

I walk toward you in the world

below the atmosphere

from the space between two lights

my thought which is carved and out of you.

(Pentti Saarikoski, I love you like a foreign country, tr. by Herbert Lomas, from Contemporary Finnish Poetry: “What’s Going On Really”).










4 commenti:

  1. E' sempre piacevole passare dal tuo blog con gran belle foto, immagini stupende che si alternano alle parti scritte così interessanti.
    Un salutone e buon fine settimana

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    1. E' sempre un piacere rivederti e i tuoi passaggi in questo blog sono sempre molto graditi, così come i tuoi commenti.
      Ciao

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  2. Non so... c'è qualcosa di magico in questo post. Mi succede spesso qui da te di provare questa sensazione.
    Una cosa comunque è certa, il mio dialetto è decisamente più comprensibile del tuo. Però è bello leggerlo ^_^.
    E comunque quel libro mi ha incuriosita, e adesso devo comperarlo.
    Sai, ho iniziato a leggere da pochi giorni "L'amurusanza" di Tea Ranno (una tua conterranea), e mi sta appassionando non sai quanto. Agata, la protagonista del romanzo, mi piace tanto, già dalle prime pagine ho capito che quando arriverò alla parola "fine", stringerò per qualche attimo il libro al petto per abbracciarla.
    O mio Dio, guarda che ora è, è quasi mattino. Ma ti sembra possibile? No, non sono normale. Vado a nanna. Ciao. Buona notte. Ma tu starai già russando. Ahahaha!
    Ehm. Vabbè, buona notte lo stesso.
    Ciao Garbito.

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    1. Io cerco solo di cogliere tutto ciò che di bello riesco a catturare e cerco di esprimerlo in questo blog, che di brutto è pieno il mondo. A volte ci riesco, e ne sono soddisfatto, altre volte ci riesco meno o non ci riesco per niente, e mi dispiace. Sono felice che tu trovi questo post "magico", perché a me pare un po' forzato, non credo traspaia a sufficienza l'incanto che ho provato leggendo questo libro, in estate, mentre ero in vacanza, in cui zappe, lampi, muli, terra, vigneti, uva e fichi, si amalgamavano con bagni di mare, scogliere, sabbie, laute cene, calici di vino, chiacchiere e risate con gli amici più cari e letture a bordo piscina (senza il frastuono dell'animazione in spiaggia, "bell'atmosfera" e "tequila e guaranà" urlate a squarciagola, mojiti, risvegli muscolari, acqua jym ed altre,come direbbe De Luca, immense idiozie e stupide americanate che abbiamo importato nel nostro paese).
      Il tuo dialetto sarà comprensibile per te che sei nata in Veneto, per me lo è stato molto meno quando sono giunto a Padova per la prima volta, e lo è tuttora quando ho a che fare con persone che lo parlano molto stretto e molto velocemente, alcuni termini e modi di dire ancora mi sfuggono e forse mi sfuggiranno per sempre.
      Ho fatto una rapida ricerca sull'autrice che mi hai suggerito, sembra interessante ciò che scrive, ho messo in lista l'ultimo suo libro, Terramarina, se capiterà di riparlarne ti farò sapere ciò che ne penso.
      Purtroppo non sono un gran lettore di romanzi, preferisco i saggi, anche se in questi ultimi tempi mi sto ravvedendo; non è facile però riguadagnare il terreno perso e il tempo trascorso, ho perso per strada molti bei libri e ho tralasciato di seguire la narrativa al punto che mi colgono di sorpresa anche autori miei conterranei che riscuotono molto successo e di cui ignoro l'esistenza.
      Quest'estate, ad esempio, ho avuto modo ho avuto modo di incontrare la bravissima Veronica Valletta che, col suo Le isole di Norman, ha vinto quest'anno il premio Campiello ... meritatamente!
      Ciao
      P.S. Io non russo! :-)

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