venerdì 7 febbraio 2020

... E CON LE MANI, AMORE












Vi trasmetto il testo integrale del monologo di Rula Jebreal al Festival, questo discorso è l’unica cosa che ho visto di Sanremo, prima e dopo ho visto qualcos’altro, è stata ampiamente discussa persino l’opportunità della sua presenza, chissà se sarebbe stata gradita a Salvini una giornalista spaccaballe come la Jebreal, che oltre ad essere di sinistra, ad avere un cervello che ne impacchetta dieci di Salvini e pure ne avanza.
E a leggere quei noiosissimi mattoni di carta che chiamano libri, quando nella Lega i libri se ne leggi uno ogni tre anni ti fanno guidare il Dipartimento Cultura del Partito, come è accaduto alla Borgonzoni, e poi temevano che attaccasse col vecchio discorso dei poveri palestinesi scippati della loro terra e rinchiusi in lager di tipo nazista e se protesti ti uccidono senza pensarci due volte, visto che la Lega di Salvini si dichiara a favore di Israele, tranne quando si tatuano sul cranio la svastica nazista, quando vogliono riaprire i forni e quando danno dello sporco ebreo a Gad Lerner.
Per i leghisti vanno bene gli ebrei forti e potenti, quelli dello Stato di Israele, quelli sostenuti dagli Stati Uniti, incondizionatamente, non quelli poveri, del ghetto, non quelli dell'Olocausto e non certo quelli di sinistra come Gad Lerner e Moni Ovadia e nemmeno gli intellettuali come Amos Oz, David Grossman o Joseph Roth ... forti con i deboli, deboli con i forti. 
Un discorso come quello scritto dalla Gebreal e da Selvaggia Lucarelli sta a Sanremo come una perla sul letame: Amadeus da solo ha un cachet maggiore della somma dei cachet delle dieci donne che lo coadiuvano nella conduzione del Festival, sempre per smentire i dati statistici italiani che dicono chiaramente che nel nostro Paese le donne percepiscono fino al 25 per cento in meno rispetto ai colleghi uomini a parità di mansioni svolte, smentire si, ma in peggio.
Chissà cosa si erano fumati in Rai quell’anno che hanno deciso che a condurre il festival sarebbe stata Antonella Clerici, una donna, l’ultima donna che ha condotto il festival, l’ultima dei moicani: sei conduzioni femminili su settanta, undici co-conduzioni in cui a parte casi rarissimi si percepiva comunque un conduttore ed una soubrette o un conduttore un comico e una soubrette (Claudio Baglioni, Pierfrancesco Favino e Michelle Hunziker), tranne il 38° e il 39° festival in cui si percepivano due soubrette (Miguel Bosè e Gabriella Carlucci) o quattro soubrette (Rosita Celentano, Paola Dominguin, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi).
In nessun caso una conduttrice è stata riconfermata o ha diretto altri festival, mentre Mike Bongiorno ha diretto da solo 11 festival, Pippo Baudo 13, Nunzio Filogamo 5, Fabio Fazio 4, Carlo Conti 3, Paolo Bonolis 2, Gianni Morandi 2, Claudio Cecchetto 3, Nuccio Costa 2, Claudio Baglioni 2, e correggetemi se sbaglio.
Insomma, settant’anni di festival e non vederlo … anzi, settant’anni di festival e non sentirli…per fortuna che c’è ancora buona musica in giro … non nel festival, non nei talent show, dove a selezionare chi suona o chi canta bene sono Maria De Filippi, Mara Maionchi, Asia Argento, Claudia Mori, Simona Ventura, Morgan, Anna Tatangelo, Francesco Facchinetti, Claudio Amendola, Vanessa Incontrada, Antonella Elia, Cristiano Malgioglio, ecc., tutta gente che non distinguerebbe Pupo da Lucio Dalla.












-Lei aveva la biancheria intima quella sera?
-Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina?
-Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?
-Se le donne non vogliono essere sfruttare devono smetterla di vestirsi da poco di buono.
Queste sono solo alcune delle domande poste in un’aula di tribunale a due ragazze che in Italia, non molto tempo fa, hanno denunciato una violenza sessuale. Domande insinuanti, melliflue, che sottintendono una verità amara, crudele: noi donne non siamo mai innocenti. Non lo siamo perché abbiamo denunciato troppo tardi, perché abbiamo denunciato troppo presto, perché siamo tropo belle o troppo brutte perché eravamo troppo disinibite e ce la siamo voluta.
“Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo.
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te.”
Sono cresciuta in un orfanotrofio, insieme a centinaia di bambine. La sera, una per volta, noi bambine raccontavamo una storia, le nostre storie. Erano una specie di favole tristi. Non favole di mamme che conciliano il sonno, ma favole di figlie sfortunate, che il sonno lo toglievano. Ci raccontavamo delle nostre madri: torturate, uccise, violentate.
Ogni sera, prima di dormire, ci liberavamo tutte insieme di quelle parole di dolore.
Io amo le parole. Ho imparato, venendo da luoghi di guerra, a credere nelle parole e non ai fucili, per cercare di rendere il mondo un posto migliore. Anche e soprattutto per le donne. Ma poi ci sono i numeri.
E in Italia, in questo magnifico Paese che mi ha accolto, i numeri sono spietati: ogni 3 giorni viene uccisa una donna, 6 donne sono state uccise la scorsa settimana. E nell’85% dei casi, il carnefice non ha bisogno di bussare alla porta per un motivo molto semplice: ha le chiavi di casa. Ci sono le sue impronte sullo zerbino, l’ombra delle sue labbra sul bicchiere in cucina.
“Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
Giuro che lo farò
E oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò
Quando la donna cannone
D’oro e d’argento diventerà
Senza passare dalla stazione
L’ultimo treno prenderà”.
Mia madre Zakia, che tutti chiamavano Nadia, ha preso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni. Si è suicidata, dandosi fuoco. Ma il dolore era una fiamma lenta che aveva cominciato a salire e ad annerirle i vestiti quando era solo un’adolescente. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi, era stato la sua tortura. Perché mia madre Nadia fu stuprata e brutalizzata due volte: a 13 anni da un uomo e poi dal sistema che l’ha costretta al silenzio, che non le ha consentito di denunciare. Le ferite sanguinano di più quando non si è creduti. L’uomo che l’ha violentata per anni, il cui ricordo incancellabile era con lei, mentre le fiamme mangiavano il suo corpo, aveva le chiavi di casa.
“Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
Ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
Per ogni sua distrazione o debolezza
Per ogni candida carezza
Data per non sentire l’amarezza”
Quante volte siamo state Sally? Mentre Franca Rame veniva violentata il 9 marzo del 1973, cercò salvezza nella musica. “Devo stare calma. Devo stare calma. Mi attacco ai rumori della città, alle parole delle canzoni, devo stare calma”, recitava nel suo potente monologo “Lo stupro”, in cui ripercorreva quel fatto drammatico. Le parole delle canzoni possono essere messaggi d’amore e di salvezza.
Io sono diventata la donna che sono perché lo dovevo a mia madre, lo devo a mia figlia che è seduta in mezzo a voi. Lo dobbiamo tutte, tutti, a una madre, una figlia, una sorella, al nostro paese, anche agli uomini, all’idea stessa di civiltà e uguaglianza. All’idea più grande di tutte: quella di libertà.
Parlo agli uomini, adesso. Lasciateci libere di essere ciò che vogliamo essere. Lasciateci fare quello che vogliamo del nostro corpo e ribellatevi insieme a noi, quando qualcuno ci dice cosa dobbiamo farne. Siate nostri complici. E quando qualcuno ci chiede “Lei cosa ha fatto per meritare ciò che è accaduto?”
“C’è un tempo bellissimo, tutto sudato
Una stagione ribelle
L’istante in cui scocca l’unica freccia
Che arriva alla volta celeste
E trafigge le stelle
È un giorno che tutta la gente
Si tende la mano
È il medesimo istante per tutti
Che sarà benedetto, io credo
Da molto lontano”.
Sono stata scelta stasera per celebrare la musica e le donne, ma sono qui per parlare delle cose di cui è necessario parlare. Certo ho messo un bel vestito. Domani chiedetevi pure al bar “Com’era vestita Rula?”.
Che non si chieda mai più, però, a una donna che è stata stuprata: “Com’era vestita, lei, quella notte?”.
Mia madre ha avuto paura di quella domanda.
Mia madre non ce l’ha fatta.
E così tante donne.
E noi non vogliamo più avere paura.
Vogliamo essere amate.
Lo devo a mia madre, lo dobbiamo a noi stesse, alla nostre figlie. Nessuno può permettersi il diritto di addormentarci con una favola.
Vogliamo essere note, silenzi, rumori, libere nel tempo e nello spazio.
Vogliamo essere questo: musica.
(Testo di Rula Jebreal e Selvaggia Lucarelli).














Amatele, le donne, non limitatevi ad invitarle a cene il 14 febbraio per San Valentino, o a regalare loro un mazzetto di mimose per l’8 marzo; e amatevi, voi donne, non limitatevi a farvi offrire una pizza (o una cena) per San Valentino e un mazzetto di fiori per la Festa della Donna.

"E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura se non sarò bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa, 
non torneremo più...".
(La donna cannone, Francesco De Gregori, 1983).


13 commenti:

  1. Un applauso.
    Grazie per questo post.

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    1. Quando due donne belle ed intelligenti uniscono le loro forze diventano impareggiabili, da applauso davvero; la Jebreal ha dichiarato che se il prossimo festival sarà condotto da una donna, allora ciò che lei e la Lucarelli hanno realizzato quest'anno sarà valso a qualcosa. Io credo che scegliere una donna non basta, serve una donna capace e intelligente.
      Grazie a te per le tue visite e i tuoi commenti, ciao.

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  2. Da maschietto attempato, meridionale calabro, con qualche difetto, ma non il maschilismo, sottoscrivo anche le virgole del discorso che mi sono perso, se non per la frase finale per zapping di passaggio; non frequentando il Festival che ritengo "osceno" e non solo per la musica cola' presentata; salvo rarissime eccezioni. Grazie da Luigi, lo farò leggere alla donna meravigliosa che mi accudisce da tanti anni; lei dice molti.

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    1. Caro Luigi, il maschilismo noi maschi non ce lo possiamo permettere, è un misero tentativo di sentirti migliore di una donna senza esserlo, proprio come il razzismo e la discriminazione sociale e culturale è il misero tentativo di sentirti migliore di qualcun altro che non appartenga al tuo tessuto sociale e culturale, senza esserlo, e l'omofobia è il tentativo di sentirti più virile di qualcun altro, senza esserlo affatto.
      Sanremo non lo vedo anch'io da anni, perché ormai è solo chiacchiere e distintivo, dove la bella musica ivi presente è in genere dovuta ad una svista del direttore artistico e della cosiddetta giuria d'onore, e si vive solo di falsi scandali orchestrati ad hoc, oppure invitando qualche pseudo-artista psicopatico, megalomane e pure cocainomane.
      Ti ringrazio perché ritieni questo post degno di essere condiviso dalla tua più che metà, lo ritengo un onore, anche se la parte più bella non l'ho scritta io.
      Ciao
      P.S. Riesco ancora a leggere i tuoi post, grazie o disgrazie al cannocchiale, ma non riesco a commentare già da un pezzo ...

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    2. Il cannocchiale non consente i commenti; le Tue visite mi onorano.
      Se vuoi dire qualcosa scrivi sulla mail.
      Ciao

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    3. Bene, Luigi, grazie, ora lo so con certezza e sono sempre più convinto che sia stato un bene cambiare piattaforma per il blog: già non sopporto i disservizi e la lentezza con cui si caricano (se si caricano) le pagine, figurati se potevo sopportare l'isolamento. Ti manderò i miei commenti via e-mail.
      Ciao

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  3. Bravissima e bravo tu che l'hai riproposto, anche per chi, come me, schifa sanremo come la peste (nononstante ogni tanto qualcosa ci sia di interessante in mezzo a tutta quella merda televisiva).

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    1. A volte mi chiedo: ma fra dieci anni cosa resterà musicalmente di questa (o di altre) edizione di Sanremo? Mentre gran parte di De Gregori è sempre piacevole da ascoltare, per sue qualità musicali intrinseche, non solo perché alcuni brani sono stati la colonna sonora della tua giovinezza.
      Ciao e grazie per il commento

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  4. Ho molto apprezzato le parole di Rula, veramente toccanti (se penso poi a tutte le critiche che ha ricevuto prima...). Per me Sanremo non è che stimoli grandi curiosità...anzi spesso lo ignoro e non certo per snobbismo, ma perché ormai da anni non mi dice più niente di interessante. Il gossip per anni ha trovato in quel festival la sua miniera d'oro. Certo quest'anno Amadeus e Fiorello lo hanno reso, come dire, più simpatico e sono riusciti a ravvivarlo in vari modi. Però le canzoni...insomma.

    Come sempre un bel post, veramente bello per le foto scelte e poi quella canzone di De Gregori...quelle parole sono rimaste dentro ogni ragazzo e ragazza degli anni '70 e non solo loro...
    Un salutone e alla prossima

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    1. Nemmeno il mio è snobismo, né considero la musica e i testi di molti dei brani proposti un insulto alla mia intelligenza; il fatto è che, come l'Amleto di Carmelo Bene: "Mi annoio superiormente!"
      Devo ammettere che Amadeus è un bravo presentatore e conduttore di telequiz, ma Fiorello è una forza della natura (eccetto quando fa la pubblicità e quando imita la voce stridula di Riccardo Rossi, il comico romano).
      Grazie, come sempre, per i tuoi commenti.
      Ciao

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  5. Quest'anno non mi sono persa niente di S. Remo. L'ho visto tutto. Dall'inizio alla fine. Rula compresa. E ne è valsa la pena. E' stato un bel festival.
    Il monologo di Rula Jebreal ha emozionato e fatto riflettere, e spero abbia fatto vergognare chi aveva lanciato polemiche e pregiudizi verso di lei.
    Grazie per questo post. Musica compresa.
    Ciao.

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    1. Come ho scritto sopra, Sanremo non mi piace, perché è sempre stato un calderone, che volendo mettere insieme molte cose, non ha acquisito alcuna identità e ha perso l'anima e lo scopo della sua esistenza: che è quello di celebrare la musica e di alfiere delle sonorità e canorità italiche nel mondo.
      Oggi gran parte della buona musica italiana (quella che ascolteremo ancora fra dieci anni e più) nasce e cresce altrove, di Sanremo resta solo il luccicore, lo spettacolo e i tentativi, talvolta disperati di riscuotere sempre più successo delle edizioni precedenti, talvolta ricorrendo a polemiche assurde, a colpi di scena incredibili, a polveroni inutili e persino a farfalline volanti.
      Grazie a te per i tuoi commenti.
      Ciao

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  6. As claimed by Stanford Medical, It is indeed the SINGLE reason women in this country get to live 10 years longer and weigh 42 lbs lighter than we do.

    (And realistically, it has totally NOTHING to do with genetics or some secret-exercise and absolutely EVERYTHING about "HOW" they eat.)

    BTW, I said "HOW", and not "what"...

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