venerdì 24 agosto 2018

GLI ARANCINI DI MONSALVINO






Magnate tranquilli, e magna tranquillo anche tu Beppe, prima o poi riuscirai a fare l'alleanza fra l'emisfero destro e quello sinistro del tuo encefalo.



A morte i poeti!!!



A sx Ninu 'u Ballerinu, "streetfooddaru" (arancine, panini, scacce, pane e panelle, sfincione, pani ca' meusa, stigghioli, sausizza ...). A dx Matteu u' Salvinu, ministru da paura e de migranti, gourmet e assaggiatore di cibi locali unni è ghiè e unni è darè. L'immagine parla da sola: uno sporco opportunista che sta cercando solo di farsi un po' di pubblicità ... e l'altro anche. Lo schifo supera ogni altra considerazione.

Ancora una volta sono orgoglioso dei miei conterranei: arancine solidali per i migranti.
Dopo un bel po' di tempo torno ad essere d'accordo con Travaglio: adesso basta!!!

"E' molto meglio scambiare un genio per un babbeo, come accade ogni giorno in Austria, piuttosto che, come succedeva altrove, un babbeo per un genio".
(Robert Musil, L'uomo senza qualità, Libro I, p. 60).

Chiudo con un proverbio siciliano: fa chiù dannu nu cretinu ca nu porcu no jardinu!!!
(Devo tradurvelo?)


20 commenti:

  1. Per la serie, hanno la faccia come il culo.

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    1. Intercambiabile, hai perfettamente ragione, non c'è modo di distinguere il lato A dal lato B. Ma loro non hanno niente da perdere: polvere erano e polvere ritorneranno ... cosa vuoi che gli interessi con quale "faccia" presentarsi?

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  2. Ma infatti queste persone sono tutto e il contrario di tutto. Dicono una cosa e poi fanno il contrario o peggio...mah.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Questa è la loro forza: essere tutto e il contrario di tutto, perché chiunque vi si può riconoscere e può votarli; sarà anche il loro vulnus, perché essere tutto vuol dire essere niente: quando chi li ha votati si accorgerà di aver votato il nulla, aria, polvere pirica per far fuochi d'artificio, o cercherà l'uomo forte, il dittatore assoluto, oppure si sentirà fortemente tradita.
      Ciao

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  3. Credevo ormai di essere vaccinata a qualsiasi governo, credevo che il peggio del peggio non ci sarebbe più stato, pensavo che il fondo fosse già stato toccato e invece ero solo un'illusa. Questo è proprio schifo puro. Ed è il popolo che vuole questo schifo, ti pensi?

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    1. Al peggio non c’è mai fine, chi immaginava che il fascismo ci avrebbe resi i maggiori complici dell’olocausto, i secondi responsabili (dopo la Germania) dell’eliminazione fisica di oltre sei milioni di ebrei. Oggi gli ebrei sono i migranti, questi poveri disgraziati che cercano di raggiungere le nostre coste attraversando inimmaginabili odissee e rischiando la vita, per trovarsi di fronte all’idiozia e all’ottundimento di gente come Salvini, i leghisti e la complicità dei cinque stelle e del vasto arcipelago che li ha votati non sapendo più dove sbattere la testa visto che siamo stati delusi da tutti (tecnici, uomini della provvidenza, destra, sinistra, centro, liberali, riformisti, riformati e paraculi che si sono avvicendati al governo).
      Siamo rimasti l’unica opposizione, tu, io e altri quattro gatti .. perché voci non se ne sentono, volti non se ne vedono, e chi si affaccia alla finestra non è più credibile.

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  4. La prossima volta che vado a Palermo eviterò accuratamente quello streetfooddaru.

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    1. Ninu ‘u ballerinu, al secolo Antonino Buffa, detto “ballerinu” perché si “annaca” tutto mentre “conza” i suoi panini, è un tipo strano: capace di sbaragliare rivali agguerriti, come Bepi l’Onto de Venessia, Toni Bigolato da Padua, Mario Sbrisolon de Berghem, Kurt Weisswurst di Bozen, Dragan Cevapcicio di Gorizia, Fiorensa Panissa di Vercelli, Vanni Lampredotto di Sansepolcro, di Cirino Arrosticino il chietino, di Rosella Friaiella di Caserta, di Currau Carasau di Arzachena e Mariella la Frisella di Ostuni , in diverse gare o trasmissioni in cui viene incoronato il miglior streetfuddaru d’Italia, tanto da essere inserito nella guida del Gambero Rosso.
      Nello stesso tempo è uno che viene condannato per furto di energia elettrica all’Enel, per occupazione abusiva di suolo pubblico, avendo allargato i suoi tavolini dove non avrebbe dovuto e si sa per certo che pagava la retta scolastica al figlio di Fabio Chiovaro, reggente del mandamento mafioso della Noce, che frequentava l’esclusiva scuola privata “figlie di sant’Anna”.
      Io non lo conosco e non ci sono mai stato, di certo Palermo è piena di bei posti dove poter mangiare benissimo, senza fare cattivi incontri padani e senza incontrare gente il cui effimero successo ha dato alla testa.

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  5. Anche da parte mia esprimo un plauso di cuore alla gente di cuore della tua e della mia terra. Purtroppo sembrano la minoranza e spero sinceramente che sia solo un'impressione dettata da media che danno voce solo a forsennati idioti.

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    1. Mi sono chiesto anch’io, più volte, se l’idiozia sembra dilagante perché urla più del buon senso, oppure questo Paese sta scivolando di nuovo verso quella stessa idiozia che ci portò al fascismo quasi cento anni fa.
      Non ho risposta: a volte mi pare che stiamo diventando un po’ tutti fascisti, razzisti e l’idiozia dilaga, altre volte mi tranquillizzo dicendomi che tutto ciò è solo più visibile e che la virtualità dei rapporti e l’anomia sociale creano le condizioni perché emerga il peggio di ciascuno di noi (difficile fare distinzioni in certe discussioni piuttosto accese sui social-network su chi è il fascista o su chi è l’idiota, quando tutti sembrano partecipare dello stesso fascismo e della stessa idiozia e che il settimo cavalleggeri usa il fascismo e l’idiozia per combattere il fascismo e l’idiozia degli indiani).
      Due cose però mi fanno riflettere: a Catania al porto a distribuire arancine c’erano soltanto qualche centinaio di persone in una città che ne conta oltre 300 mila, troppo pochi per dare anche un minimo di segnale contrario all’orrore di questo governo giallo-verde su cui splende il cielo pentastellato sopra di loro e la doppia morale dentro di loro.
      Subito dopo sono sopraggiunti qualche altro centinaio di catanesi che gridava ai migranti di tornarsene a casa loro, o di tornare nei lagher libici, e tutta la sequela di idiozie sui buonisti, sul “portateli a casa tua”, sul “bravi, date ai migranti musulmani arancine con carne di maiale” che è già molto grave che tu non sappia che in Eritrea (questa la nazionalità della maggior parte dei migranti di quella nave) le religioni più seguite sono l’ortodossa e la cattolica, con una minoranza musulmana, visto che è stata una nostra ex colonia, ma sei catanese, giuda ballerino, come cazzo fai a non sapere che l’arancina viene fatta con ragù di vitello?
      Infine, avendo sentito odore di telecamere, sono arrivati i piddini con le loro bandierine e si sono mischiati alla folla, volendo far credere che la manifestazione è stata una loro idea, sia quella a favore dei migranti, sia quella contro (così da prendere simpatie e voti dagli uni e dagli altri), che però sono stati fischiati dagli uni, dagli altri, dai marinai della Guardia Costiera, dai migranti e dai pesci del Mediterraneo.
      Mi chiedo dov’è la sinistra, quella vera, non il PD, dove sono il buon senso, la sensibilità, i sentimenti, la solidarietà, i diritti umani … dov’è l’uomo (e aveva ragione Diogene, che lo cercava con la lanterna in pieno giorno sul Pireo)?
      La seconda: guarda attentamente l’immagine che ho postato di Ninu ‘u Ballerinu e di Salvini, perché un rivenditore di pizzette e di pane ca meusa, nato e cresciuto a Palermo, dovrebbe mostrarsi soddisfatto nel farsi fotografare col leader leghista mentre gli offre un’arancina?
      Salvini ci guadagna in popolarità, essendo un leader populista fa politica per strada stringendo mani, facendo smorfie che possono sembrare sorrisi, twittando messaggi su internet, facendosi fotografare sul ponte crollato a Genova o sui cancelli dell’Ilva o mangiando … o meglio azzannando come un lupo famelico … un’arancina.
      Per Ninu u Ballerinu il discorso è diverso, sa perfettamente chi è salvini, ricorda benissimo i: “Forza Etna!” e tutti gli insulti leghisti fino a non molto tempo fa, però capisce e accetta con rassegnazione che salvin è il nuovo dominatore, il nuovo padrone e allora fa quello che da tempo immemorabile il popolo dominato ha imparato a fare col dominatore: gli da da mangiare cercando di ammansirlo, come si fa con i lupi e le belve feroci, come probabilmente ha fatto con Fabio Chiovaro, reggente del mandamento mafioso della Noce, nel momento in cui pagava l’esosa retta della scuola privata del figlio del boss.
      (segue)

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    2. Nino ci guadagna la ricaduta pubblicitaria di questo selfie e la convinzione che se ti da da mangiare anche tu dovrai dar da mangiare a lui, o almeno non ostacolarlo quando lui farà gli affari suoi, quando ad esempio si allaccia abusivamente ai cavi dell’Enel o quando allarga i suoi tavolini in spazi che non gli appartengono o in chissà quale altro abuso o prepotenza possa venirgli in mente.
      E noi, abbiamo già dimenticato i: “Forza Etna!” di qualche anno fa, e gli innumerevoli insulti che fino a non molto tempo fa venivano urlati mentre adesso l’antimeridionalismo nella Lega è ancora molto presente ma si muove strisciando, a passi felpati, perché la Lega stessa vuole presentarsi come un partito nazionale e non come un fenomeno locale, come è stato fino all’ultimo cambiamento di segretario?
      Fino a qualche anno fa era impensabile per Umberto bossi presentarsi al mercato di Palermo o di Catania senza rischiare fischi o addirittura il linciaggio (perché le parole dette sono state pesanti e il siciliano non dimentica facilmente), ora fanno a gara a fare i selfie con Salvini, condividono la politica verso i migranti e qualcuno lo chiama “capitano”.
      Come si spiega, siamo diventati tutti leghisti, salviniani, razzisti? Forse lo siamo sempre stati senza saperlo? Io credo che la soluzione a questo enigma possiamo trovarla, almeno in parte, nel libro L’oro di Napoli di Giuseppe Marotta, dove l’oro non è come dichiarò l’autore: “ …la possibilità [del popolo napoletano o di quello del sud in generale] di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza”, ma più semplicemente il fatalismo e la rassegnazione.
      La storia del sud Italia non si spiega altrimenti se non come una dialettica continua fra fatalismo e ribellione (a volte franca ma più delle volte si è trattato di contrapposizione passiva, un’adesione solo superficiale al potere e un ossequio solo formale ai potenti), fra speranza e rassegnazione.
      l’ultima torcia di speranza per la Sicilia sono stati Falcone e Borsellino, la mafia negli anni 80 era molto potente, come non lo era mai stata, nel mio paese (che è sempre stato considerato tranquillo) ci sono state decine di morti ammazzati, altri mafiosi o persone per bene che si opponevano al pizzo e al nuovo potere, e molto spesso in piena notte venivi svegliato da un’esplosione, una saracinesca che saltava, l’avvertimento che dovevi pagare, altrimenti saltava in aria per intero la tua attività.
      Il maxi-processo, gli arresti, gli ergastoli, stavano gradualmente cambiando il modo di pensare dei miei concittadini, c’era chi resisteva, nacquero le prime associazioni anti-racket, davvero cominciavamo a credere che :”la mafia è un fenomeno che ha avuto inizio e che avrà anche una fine”, che non erano imbattibili, che gli onesti eravamo in fondo più forti dei delinquenti.
      Ciò che mi è rimasto più impresso di quella vicenda fu l’espressione sconvolta di Antonino Caponnetto, quello che era stato il capo e uno degli ideatori del pool antimafia, e le sue parole desolate: “È finito tutto!” quando seppe della morte di Borsellino; ed era veramente finito tutto, quelle bombe a Capaci e in via D’Amelio hanno spazzato via ogni germe di ribellione ed ogni speranza e il siciliano medio ha rimesso sulle sue spalle il vecchio mantello della rassegnazione.
      Tutti hanno capito che una stagione era finita definitivamente, tutti sapevano chi aveva vinto, al di la degli arresti di Riina e di Provenzano, la Sicilia è tornata riserva di voti, si è regalata al berlusconismo per un ventennio, sorda ad ogni richiamo, persino quando ad un Cuffaro, di inequivocabile posizione politica, viene contrapposta Rita borsellino, sorella del magistrato ucciso e di specchiata onestà.
      (segue)

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    3. A Cuffaro succede Lombardo, e anche qui difficile che i siciliani si fossero illusi, Lombardo è il peggioramento di Cuffaro, ma viene eletto lo stesso; non ho mai capito il fenomeno Crocetta, forse un’anomalia con un cdx spaccato, che non riesce a mettersi d’accordo e che alla fine fa vincere inaspettatamente un outsider del PD che ha già vinto le primarie e che non piace all’establishment del suo partito, come non era piaciuta la vittoria di Niki Vendola in Puglia.
      Ma Crocetta non ha rappresentato alcuno strappo rispetto ai suoi colleghi precedenti, gli affari (leciti e illeciti) sono continuati come prima, con o senza la sua complicità (esterna o interna), e la mala politica, quella che premia i fedelissimi e fa assumere a carico della collettività ulteriori dipendenti regionali di cui non si avvertiva alcun bisogno, continua incontrastata.
      Quando qualcuno valuta che la parentesi berlusconiana è finita e che è ora di cambiare il cavallo, avviene la breve parentesi renziana; l’accoglienza che oggi hanno i cinque stelle e Salvini è stata in precedenza riservata a Renzi, non c’era quasi nessuno che non si dicesse renziano, e avrà mangiato anche lui le sue arancine e i suoi pani ca meusa.
      Poi la svolta, Renzi è troppo ambizioso, ha fatto molti errori e non ha concluso niente, rischia di non farcela nonostante l’aiuto delle cosche, meglio puntare su qualcosa di nuovo, su qualcosa che sta iniziando ad emergere, come i cinque stelle, ma non bisogna dimenticare i vecchi amici (c’è un altro patto dell’arancina a Catania, in cui si fonda l’alleanza fra Berlusconi, Salvini e Meloni), un patto da cui esce fuori dal cilindro Nello Musumeci e, da non sottovalutare, il revival di Gianfranco Miccichè.
      Al nord stravince la Lega, che viene avvertita come il miglio garante che la ricchezza prodotta non verrà scialacquata per dare assistenza ai migranti e che rimarrà in tasca ai produttori grazie anche ad un drastico calo delle tasse; mentre al sud vince l’idea del reddito di cittadinanza, se non diventerai guardia forestale o impiegato regionale, almeno potrai godere di un reddito anche se sei disoccupato.
      Dopo anni di propaganda, dopo che avvertiamo il presente come incerto e il futuro come pericoloso, dopo che in uno stato di deprivazione sensoriale riempita solo di fuck-news o di informazioni incerte, abbiamo acuito la nostra naturale disposizione schizoparanoidea, per cui è facile seguire chiunque ti fornisce un nemico alla portata della lotta, un responsabile di tutti i nostri mali.
      (segue)

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    4. Non cerchiamo più di capire, di valutare, abbiamo perso il senso del se, del forse, cerchiamo certezze subito: solo così si spiega la canea contro i Benetton subito dopo il crollo del ponte, quando ancora non si sapeva bene neanche ciò che era successo, solo così si spiega la minaccia immediata di togliere la concessione, come se questo gesto volesse significare che chi ci governa sa individuare immediatamente i colpevoli e sa punirli prima ancora che intervenga la legge, esattamente come avvenivano i linciaggi e i pogrom.
      Poi, va da sé, che i Benetton non sono dei poveracci, sono potenti, e, colpevoli o non colpevoli, responsabili o non responsabili, difficilmente perderanno un affare così redditizio e difficilmente un governo così assurdo come questo risolverà al meglio questa vicenda e le altre innumerevoli vicende che implicano una concessione statale: come ad esempio le licenze di trasmissione televisiva di cui gode da anni Silvio Berlusconi senza pagare nulla allo Stato.
      Ma serviva al momento qualcuno per far dimenticare che tu come governo avresti dovuto sorvegliare lo stato delle infrastrutture, che un politico deve conoscere accuratamente il paese che si candida a governare e dovrebbe pianificare in anticipo le opere più urgenti da fare: impossibile che nessuno sapesse che quel ponte fosse sul punto di crollare da un momento all’altro.
      Così come i migranti, la responsabilità dell’Europa, dell’Euro e del PD, sono un ottimo diversivo per stornare l’attenzione dalle difficoltà di realizzare tutte le promesse elettorali congiunte del pentastellati e dei leghisti; ne ricordo solo alcune di queste promesse:
      Abolizione della legge Fornero
      Ripristino dell’articolo 18
      Flat Tax
      Reddito di cittadinanza
      Pensione di cittadinanza
      Asili nido gratis
      Internet a banda larga gratis
      Abolizione delle accise
      Abolizione degli studi di settore, Redditometro e Spesometro
      Legge anti-corruzione
      Legge contro il conflitto di interessi
      Ministero per le disabilità
      Blocco di TAV e TAP
      Rimpatrio immediato di 600 mila immigrati
      Riconversione ecologica dell’Ilva.
      Ciao

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  6. Ma è proprio vero che le cose della vita fanno piangere i poeti ?

    Ascoltavo Venditti che a settant' anni in concerto canta ancora con "parole piene de poesia" canzoni pregne de 'na weltanschauung poetica

    e mi domandavo: "Ma po' esse che questo, a settant'anni, ancora nun ha capito che tutti quelli che cantano insieme a lui nei concerti, facendo l'onda e appicciando i cellulari, nella vita reale nun je passa manco pe' l'anticamera del cervello di vivere seguendo la weltanschauung poetica de quelle canzoni ?"

    Poi me rispondevo: "Ma certo che l' ha capito ! Ma ha capito pure, e pure mejo, che quelle canzoni e i loro versi c' hanno un target amplissimo perchè forniscono agli esemplari della specie Homo Sapiens quella weltanschauung poetica della vita e quelle "parole poetiche" che poi ostentano tutti i giorni per coprire tutte le nefandezze che compiono nella vita reale, allo scopo de fregasse uno co' n'antro ogni giorno nella vita reale".

    'Nzomma....

    Nun è che "le cose della vita fanno piangere i poeti"...

    Si può piuttosto dìre per concludere, senza tema di smentite, che "le cose della vita fanno guadagnare i poeti"

    che se mettono in tasca fior de quattrini spacciando a tutti gli altri esemplari della specie Homo Sapiens quella weltanschauung poetica della vita che i sudetti ostentano tutti i giorni e quelle "parole poetiche" di cui i suddetti si riempiono la bocca ogni giorno

    per coprire tutte le nefandezze che compiono ogni giorno nella vita reale, allo scopo de fregasse ogni giorno nella vita reale uno co' n'antro ".

    O NOOO ??

    SUSSIDIO PEDAGOGICO AUDIOVISIVO NUMERO UNO

    Le cose della vita - Antonello Venditti
    https://www.youtube.com/watch?v=CmCRK32LQW0

    SUSSIDIO PEDAGOGICO AUDIOVISIVO NUMERO DUE

    I poeti - Pierangelo Bertoli
    https://www.youtube.com/watch?v=w854FbDn3Fc

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    1. Anvedi Giamba, c'ha pure a weltanschauuuuung (salute) poetica ... copriti che te becchi 'na polmonite come gnente.

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    2. Anvedi Garbo che fa l'ironia socratica per spazzare via dal discepolo Giamba le false verità, come momento propedeutico, per portare poi al discepolo, nel, momento maieutico, le Verità Vere, cioè le sue, quelle de Garbo. https://www.youtube.com/watch?v=Q_OFmoJ1z0M

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    3. Ma mi faccia il piacere...https://www.youtube.com/watch?v=Q_OFmoJ1z0M

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  7. Ah Garbo... Salvini c'ha capito tutto...Tu e quelli come te invece nun ce stanno a capi' un cazzo..Ma da mò...(citazione dal film "Ferie di agosto") https://www.youtube.com/watch?v=LQ_m1pgFC_A

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  8. Quando entro a casa tua e mi si piazza davanti quell'arancino mi viene l'acquolina in bocca :-)
    E mi ritorna anche in mente la Sicilia. I suoi profumi. Il suo cielo. Il suo mare. I suoi tramonti. La sua incredibile ed emozionante bellezza.
    Sai, quando dovevo lasciarla, piangevo. Davvero. In silenzio. Si. Quando salivo in traghetto non c'era verso di incatenare le lacrime.
    Ciao Garbo.
    Buon fine settimana :-)

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    1. Vivo in Veneto ormai da più di trent’anni, per molto tempo ho cercato, con un certo successo, di essere veneto in Veneto e siciliano in Sicilia; sembravo non provare alcuna nostalgia per la mia terra natia e mi trovavo molto bene nella terra che mi ospitava, anche perché il Veneto mi ha dato molto, amore, amicizia, la possibilità di fare bene ciò che desideravo.
      Da qualche anno a questa parte però mi è difficile tornare in Sicilia, perché mi fa incazzare lo stato di abbandono della mia terra, il fatto che è governata da cialtroni e da uccelli rapaci, bestie da rapina, persone senza sensibilità che distruggono la bellezza perché non la capiscono. E sopporto sempre meno una mentalità che si sta affermando sempre di più, fra il furbesco e il rassegnato, che scivola continuamente fra la ciarlataneria e la perdita della dignità. Nello stesso tempo mi è sempre più difficile distaccarmene quando ci sono, provo una stretta al cuore quando devo ripartire.
      Per questo per ma andare in Sicilia non è più una vacanza, ma un ritiro spirituale, una funzione sacra, immergermi nei misteri dionisiaci: non mi riposo affatto, ma mi ricarico spiritualmente. Essendo un uomo, non sarebbe dignitoso piangere quando la devo lasciare, forse mi farebbe bene, però sento come una morsa che mi stringe il cuore e non vedo l’ora di reimmergermi nelle grige nebbie della pianura padana e nel mio lavoro.
      Quell’arancina era speciale, fra le migliori che abbia mai mangiato, peccato che già da sola facesse un pasto e peccato che si sta perdendo l’arte di fare in casa queste squisitezze, le madri molto brave a fare arancine non trasmettono più questa abilità ai propri figli, e crescono continuamente gastronomie, pizzerie, tavole calde, gourmetterie dove le trovi prodotte in serie, industriali, tutte uguali e di uguale sapore come un panino di McDonald.
      Bando alle lacrime, la Sicilia comunque è sempre li, con i suoi colori, i sapori, gli odori, le sue bellezze: un paradiso per un turista, l’inferno per chi ci vive (anche se nessuno di quelli che ci vivono lo ammetterebbero, sembrano averci fatto il callo al fatto che tutto ciò che è pubblico non funzioni e il privato è un azzardo, puoi trovare l’eccellenza assoluta così come il più totale dilettantismo senza alcuna consapevolezza della propria inadeguatezza).
      In un’ora e mezza di aereo da Venezia puoi raggiungere facilmente Catania, Palermo e Trapani, o meglio ancora Lampedusa.
      Un abbraccio caloroso come in Sicilia :-)

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