giovedì 14 aprile 2016

UTERO IN AFFLITTO








«“Pure tu sei addiventata zoccola!”, “Si!”. “E denari l’hai fatte?”, “Si!”, “Meglio accussi, mo’ chiudi bottega e ce spusammo subito, ci sta poco tiempo, io voglio figli, molti, 25-30, noi dobbiamo diventare tanti e forti, perché ci dobbiamo difendere.  Fra poco ci scanneremo a vicenda per un bicchiere d’acqua, pe’ nu piezzo e pane, è pe chesto c’havimmo a essere assai, pe ce difendere. Hai capito?”. “I’ t’aggio sempe voluto bene, i’ so’ pronta!”. “Subito! Nun ce sta tiempo!”. “Pasquà, ma che dici? Nun te preoccupà, ringrazia a Maronna che t’ha fatto ‘a grazia e turnà. Nun ce pensà chiù, è passato. Chello che è stato è stato, chi ha avuto ha avuto e chi ha rato ha rato! Guardate, guardate figlio mio tu stai na bellezza, mo’ è finita, nun ce pensà chiù a ste miserie. Pasquà tu si vivo, vivoooo”. “Si, so vivo!”».
(Pasqualino settebellezze, di Lina Wertmüller, con Giancarlo Giannini e Francesca Marciano, dialogo finale).








Pasquale Frafuso, detto Pasqualino Settebellezze proprio perché è tutt’altro che bello eppure non si capisce come faccia ad avere successo con le donne, è proprio “ ‘o sfaccimm e l'uommene”, un uomo da nulla, “ ‘n’ommo e niente” insomma.
Unico maschio in una famiglia composta da sette donne (la madre e sei sorelle), poveri in una società feroce che tende a sfruttare il debole come la Napoli degli anni 30, Pasqualino, che non è un pilastro d’uomo, anzi è piuttosto male in arnese (interpretato da un Giancarlo Giannini più magro del solito e vestito appositamente con abiti eccessivamente larghi, lunghi ed ampi che lo fanno apparire più piccolo di quanto non sia in realtà), cerca disperatamente di mantenere tutta la sua famiglia sul cammino del decoro, del rispetto e dell’onore.
Data la scarsità di mezzi economici, la famiglia convive con un’altra (divisi da una cortina di tende, ma in realtà senza poter godere di una vera e propria privacy, anzi vivono immersi nella promiscuità, e le pacche nel sedere, che sembrano essere gradite e accolte con un sorriso, sono molto frequenti e sembrano un modo abituale dei maschi di quell'ambiante di salutare le donne).
Madre, sorelle e conviventi, tutte le donne di casa insomma, lavorano alacremente a cardare la lana per confezionare materassi, un lavoro non certo prestigioso, anzi piuttosto umile e ripetitivo, anche poco remunerativo, ma è pur sempre una fortuna averlo e mantiene decorosamente tutta la famiglia.
In particolar modo permette al gallo di casa, a Pasqualino, di andarsene in giro per Napoli con la falcata elastica di chi non “tiene pensieri”, fischiettando, corteggiando le ragazze, sempre ben vestito e ben calzato, col baffetto da sparviero molto ben curato e con i capelli costantemente unti di brillantina e tagliati secondo la moda, con l'occhio di triglia e i modi da guappo.
Ma non ha fatto i conti con l’infinita stupidità femminile quando questa si coniuga alla massiccia svalutazione di sé, della propria bellezza, della propria avvenenza, realizzando di non piacere a nessuno; anzi trasforma questo sentimento nell'opposto, nel sentirsi affascinante e di poter piacere a tutti.
Quando si risolve ad elemosinare un briciolo d’amore da un uomo pure quando questo amore palesemente non c’è, ed è sostituito dallo sfruttamento (pensate per un attimo alle recenti vicende dell’ex ministro Federica Guidi, che si definiva “sguattera del Guatemala”).
La sorella maggiore Concettina (interpretata dall’attrice Elena Fiore), stanca di cucire materassi, alla tenera età di trentasette anni, goffa e volgare nei movimenti, esteticamente brutta e canoramente stonata e con la voce rauca, viene colta dalla vaghezza di calcare il palcoscenico, di cantare e di ballare, di diventare una donna di spettacolo di successo, acclamata e applaudita.
Come se ciò non bastasse, si innamora di un certo “Totonno e Diciotto Carati”, altro personaggio di mezza tacca il cui nome altisonante e l’immagine di sé grandiosa serve a occultare la reale miseria di ciò che si è, il quale dietro ad un teatro di periferia alquanto sgangherato nasconde la sua vera attività, che è quella del magnaccia.







Concettina viene irretita con la possibilità di esibirsi nei migliori teatri e, forse, anche con la promessa di un matrimonio, in realtà ben presto si trova nel locale del suo “fidanzato” in abiti discinti ad accogliere i clienti; è qui che, su segnalazione, la trova il fratello e, nel tentativo di riportarla a casa, viene fermato dal Totonno con due schiaffi.
Pasqualino non è certo migliore di lui, entrambi non fanno un vero lavoro per vivere, entrambi sono mantenuti dalle donne, entrambi hanno un senso della dignità e dell’onore che è tipicamente mafioso; Pasqualino non può accettare la pubblica umiliazione subita, ed è così, da questo momento, che si mette in mano alla camorra, impersonata da Don Raffaele che lo consiglia di eliminare il suo rivale, se vuole riacquistare l’onore e si offre di procurargli una pistola e un piano per ucciderlo.
Con qualche difficoltà Pasqualino uccide davvero Totonno poi, come consigliatogli da Don Raffaele, si accinge a tagliarlo a pezzi e metterlo in tre valige, per poterlo trasportare meglio; giunto in stazione però, a causa del suo agire maldestro e di una serie di contrattempi, viene scoperto col cadavere nelle valige ancora in suo possesso e arrestato.
Gli avvocati della camorra, ormai Pasqualino è un pupo nelle loro mani, contribuiscono a farlo ritenere infermo di mente e ad evitargli il carcere a vita sostituito da 12 anni da scontare nel Manicomio Criminale di Aversa; più che Settebellezze avrebbero dovuto chiamarlo Settefortune, perché la sua insanità mentale lo preserva dal partecipare ad uno dei più assurdi e sanguinosi conflitti di tutti i tempi, la Seconda Guerra Mondiale, migliaia di giovani sani di mente, infatti, vengono inviati al fronte a combattere e molti di loro non faranno più ritorno.
Ma Pasqualino, che è riuscito a conquistarsi la fiducia dello staff medico, viene lasciato relativamente libero all’interno del manicomio, dove svolge qualche lavoretto di pulizia in cambio di qualche privilegio, si caccia di nuovo nei guai  perché viene sorpreso a violentare una donna legata in un letto di contenzione; questo episodio molto grave fa si che egli perda ogni protezione e ogni privilegio ed è costretto ad arruolarsi nell’esercito per essere inviato in Russia.
Qui, insieme al compagno Francesco, disertano e tentano di ritornare a casa attraversando la Germania, ma vengono miseramente catturati dai nazisti e condotti in un campo di concentramento; Pasqualino pur di sopravvivere alla follia del campo di sterminio e alla crescente ferocia dei nazisti che presagiscono la sconfitta e si accaniscono ancora di più contro tutti coloro che ritengono nemici, decide di sfruttare il suo inspiegabile fascino con le donne e di sedurre nientemeno il feldmarescialllo Hilde, un donnone che comanda con polso di ferro il campo di concentramento.







Ricorda in quegli istanti drammatici che sua madre gli diceva che in ogni donna, se sai scavare bene, troverai un po’ di miele … in ciascuna, ma proprio in tutte tutte? Ho i miei dubbi, ci sono donne senza miele, o il cui miele non è destinato a te in nessun caso, Pasqualino dunque rischia e anche parecchio, perché Hilde è pur sempre "è una sadica e feroce assassina", come gli ripete Francesco.
 Ma lui insiste e smuove qualcosa in quell’ammasso di carne e disciplina, cosa smuove non è chiaro, ma per i fini di Pasqualino poco importa, da quel momento diventa l’amante … o meglio, l’uomo di monta, della comandante del campo, diventa un kapò della sua baracca e si macchia delle peggiori infamità, come selezionare i detenuti da fucilare perché accusati di furto di viveri e, in un crescendo drammatico e degradante, uccide con le sue stesse mani Francesco, l’amico di molte vicissitudini e sventure, che stanco di subire si ribella a quella grandiosa assurdità.
Quando la guerra finisce e i soldati sovietici (non americani, come ipocritamente narra Roberto Benigni nel suo La vita è bella, nella speranza di racimolare un oscar, che poi ha vinto davvero e forse l’avrebbe vinto senza quella piaggeria) liberano i detenuti sopravvissuti ai campi di concentramento, Pasqualino se ne torna a casa nella sua Napoli, si accorge che tutte quante le sue sorelle sono “addiventate zoccole”, anche la ragazzina il cui sguardo moriva dietro al suo profilo è pesantemente truccata e non si contano più i soldati stranieri con cui è andata a letto.
Nell’Italia “liberata”, semidiroccata dai bombardamenti, povera di viveri perché i raccolti erano andati distrutti o erano marciti sulle piante in assenza di chi li cogliesse, col mercato nero che proponeva i beni di prima necessità a prezzi improponibili e con il razionamento che li distribuiva in quantità insufficienti dopo lunghe file, fare la vita, battere il marciapiede, ricevere uomini era diventato il mestiere più redditizio con tutti quei soldati americani, inglesi, indiani, canadesi, australiani e nord americani nel nostro territorio.  
Ma anche lPasqualino era “addiventato zoccola” vendendosi a Hilde nel campo di concentramento, e chissà quante altre volte si era venduto (e continuerà a vendersi) pur di sopravvivere; quanti intorno a loro erano “addiventate zoccole” pur di continuare a galleggiare, pur di ritagliarsi in centimetro di terra o di cielo .. politici, militari, burocrati che gettavano al vento ogni loro ideologia, ogni credo, ogni religione, e diventavano ipso facto antifascisti convinti e capitalisti integrali.
Le loro donne indossavano le vesti americane, mangiavano cioccolata, fumavano camel o marlboro, ballavano il twist o il booghie booghie, gli uomini facevano i magnaccia, erano per così dire comprensivi, per bisogno o per privilegio, i loro figli lustravano le scarpe agli ufficiali o ai sottufficiali, nascevano bambini di colore …   Io nun capisco 'e vvote che succere, e chello ca se vere nun se crere. E' nato nu criaturo, è nato niro, e 'a mamma 'o chiamma gGiro, sissignore, 'o chiamma gGiro.







I figli, i nipoti e i pronipoti di Pasqualino Settebellezze sono fra noi, si sono moltiplicati, hanno sgomitato, hanno studiato, fanno politica, amministrano la cosa pubblica, sono burocrati asserragliati in qualche ufficio, pronti a vendere cara la pelle e a ricattare ogni amministrazione che voglia ben apparire (non necessariamente ben fare), fanno impresa … o meglio, approfittano di ogni buona occasione per ricavarne soldi e potere, senza amare niente e senza produrre niente di rilevante.
Sono ossessionati dalla loto riproduzione, dall’essere in tanti, dall’essere forti, e se la riproduzione genetica non basta, fanno proselitismo, invocano conversioni, esercitano intimidazioni, moralismi, verso chi è diverso da loro, fino alla caccia alle streghe e al rogo più o meno simulato.
Un uomo libero non vuole che tutti gli altri indistintamente siano uguali a lui, che pensino come lui, che si comportino come lui, tollera e auspica, anzi, la differenza, ne trae linfa vitale di confronto; ma questi tremebondi individui che si affastellano dietro un totem politico, religioso o pseudo scientifico e naturalistico cercano l’omologazione, tendono a piallare qualsiasi differenza, anche a costo i costringere, anche a costo di piegare e di distruggere … e per poter piegare un uomo libero hanno bisogno della forza, devono essere in tanti.
D’altronde l’hanno già fatto, la storia parla chiaro, in duemila anni il cristianesimo ha spianato sistematicamente ogni oppositore gli si sia presentato nel suo cammino, come ogni mafia che si rispetti, non è prevista la convivenza, la tolleranza, la loro esistenza esclude ogni diversità, a costo dello sterminio … il nazismo è l’espressione più alta e più organizzata del cristianesimo e di ogni religione monoteista, per cui la propria “verità” esclude ogni altra verità, il proprio dio esclude l’esistenza di ogni alto dio … e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, basta vedere ciò che sta accadendo in Palestina, o in Siria, o anche qui da noi in Occidente a partire dall’11 settembre 2001.
Duemila e passa anni dopo l’avvento di Cristo è cambiato qualcosa nell’umanità? Siamo migliorati o, al contrario, ci scanniamo fra di noi con più convinzione e con meno sensi di colpa di prima, perché crediamo che sia un dio che lo vuole? Quanti sacerdoti, imam o rabbini hanno invocato la guerra santa, hanno benedetto le armi? Quanti hanno stretto accordi con i più feroci carnefici pur di perseguire i soliti obiettivi: prestigio e potere?
Se venisse il vostro Cristo sulla terra cosa ne penserebbe della vostra indifferenza, del vostro cinismo, della vostra imbecillità di fronte ad una tragedia come quella dei migranti che bussano alle nostre porte per chiedere asilo …  “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Matteo, 25, 35-36).







Questi individui sono, come Pasqualino, deboli con i forti e forti con i deboli, come lo è ogni fascismo che si rispetti (approfitta della matta legata nel letto di contenzione nel Manicomio Criminale di Aversa,  si prostituisce in maniera degradante con la comandante del campo di concentramento),  e sono “addiventati zoccole” tutti quanti … un parapiglia, non ci si capisce più nulla.
Politici che sembrano messi li dal potere economico perché facciano i loro interessi, giornalisti che celebrano i politici “deviati”, figure istituzionali che hanno propugnato per anni il libero mercato, la globalizzazione, la libertà e la convenienza come unico criterio d’impresa, l’apertura delle frontiere per la libera circolazione delle merci e non dicono una parola sugli innumerevoli muri che vengono eretti in Occidente per tentare di arginare la povertà, la disperazione, la speranza di una vita migliore, che noi stessi abbiamo provocato e suscitato.
Muri che mortificano fino ad uccidere la nostra poliedricità e la nostra umanità e fanno emergere solo chiusure, egoismi, grettezze e meschinità, per questo dico a voi, che ancora possedete un briciolo di sensibilità, di umanità, qualche lampo di intelligenza, di fare figli, molti, “25-30, noi dobbiamo diventare tanti e forti, perché ci dobbiamo difendere.  Fra poco ci scanneremo a vicenda per un bicchiere d’acqua, pe’ nu piezzo e pane, è pe chesto c’havimmo a essere assai, pe ce difendere”.
Fate un po’ come vi pare, se siete giovani usate il metodo tradizionale, o il viagra, o le tecniche assistite, l’adozione o l’utero in affitto, educate i figli degli altri se siete insegnanti, ma trasmettete a chiunque vi capiti a tiro il bagliore della vostra umanità, qualche lampo di conoscenza, la curiosità verso l’ignoto e, soprattutto il dubbio.
Perché tutti i conflitti derivano da certezze assolute, mentre dal dubbio deriva ogni ulteriore ricerca e ogni passo avanti dell’umanità e, visto che parliamo di dubbi, permettetemi di dubitare anche di questo mio appello alla prolificazione, io non ho figli, non penso di averne e non ho smanie di adottarne o di seminarne in uteri peregrini, ogni fascismo ha propagandato la figura dell’uomo come carne da macello per le guerre o come muscoli per la produzione e la donna come ristoratrice e come fucina per la riproduzione.
Non tutti i fascismi si sono sempre francamente definiti fascismi, e persino il fascismo non era “fascismo” prima di conoscerlo e di vedere dove sarebbe andato a parare, solo in pochi avevano compreso fin dal suo esordio cosa sarebbe stato, non a tutti era sembrato da demonizzare, anzi riscuoteva simpatie nella media borghesia di Paesi come la Francia, l’Inghilterra, la Svezia, che pure finirono per combatterlo.







Talvolta il fascismo si è anche chiamato liberalismo (un liberale è un fascista in giacca e cravatta e Mussolini non sarebbe andato al governo senza l’appoggio dei liberali), o democrazia cristiana (perché il cristianesimo ha una struttura profondamente verticistica e profondamente fascista, non a caso sigla due grandi e strategici accordi sia col fascismo in Itali, sia col nazismo in Germania, in funzione anti-comunista).
Oggi da noi si può chiamare anche Lega, o insinuarsi nei movimenti populisti come l’M5S o Forza Italia, ma è strutturale anche nel PD, ridotto ad espressione momentanea dei cosiddetti “poteri forti” (chiesa, mafie, lobby economiche, massoneria …) che all’ombra di un ragazzotto ambiziosetto messo li apposta con tutto il circo equestre di persone ricattabili per ambizione, stupidità, amicizie e sodalizi discutibili, fanno i propri affari come e meglio di prima.

A volte ha l’aspetto di un tizio calvo, tarchiato, tracagnotto, con la mascella volitiva e con pose da buffone che viene scambiato per un grand’uomo, altre volte può sembrare un manichino della Rinascente con dei ridicoli baffetti e un modo di agitarsi e di parlare francamente isterico, altre volte ancora può assumere la fisionomia del grande vecchio saggio col capo canuto, o quelle di un giovane di belle speranze, un chierichetto o un boy scout … ma mai egli prende su di sé la possibilità del dubbio, mai parla a partire da sé, ma sempre in nome di qualcosa di più grande, di trascendente, che dovrebbe imporsi a prescindere.




6 commenti:

  1. Tra Croce che diceva che iul fascismo è stato un incidente e Gobetti che parlava di biografia di una nazione ho pochi dubbi. La storia non si ripete mai uguale ma si ripete se non la si conosce e i meccanismi di autoassoluzione proliferano continuamente. Questo è un paese con un deficit di cittadinanza grosso come il mare, forse, paradossalmente per un "eccesso" di poteri che con troppi galli non albeggia mai, ecco noi attendiamo l'alba all'ombra dell'Italia quando non era ancora Italia e mai c'è diventata. Qualcuno diceva che ora tocca fare gli italiani, mah, secondo me è tempo perso, infatti è morto prima di farli. Ma ad essere del tutto sincero non so davvero se questa amarezza ormai valga solo per l'italia, giusto questa mattina mi veniva una triste considerazione dopo l'affondamento della barca di disperati, mi è passato in mente il messaggio dei rappresentanti di questa europa se per un attimo fossero infettati dal virus della sincerità. affondati 400 migranti, l'europa ringrazia. Questo direbbero quei delinquenti che troneggiano per costruire il futuro, sarà grande il futuro nelle mani dei figli di questa o quella lupa. Ti saluto.

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  2. Gli italiani li hanno fatti i quiz a premi di Mike Bongiorno, i programmi dozzinali delle reti Mediaset, la chiesa che dalle migliaia di pulpiti dirigeva migliaia di greggi di pecorelle pronte per la tosatura e arciconvinte di essere o di poter essere i tosatori altrui.
    Ma questa sarebbe una visione molto parziale se non includessimo la massiccia influenza che gli USA hanno esercitato ed esercitano in tutta Europa (e qui ho cambiato livello), ci siamo sentiti John Wayne, Gary Cooper, Marlon Brando, James Dean, Al Pacino, Robert de Niro, Leonardo di Caprio, Brad Pitt ….
    Con uno scarto di 15/20 anni circa abbiamo assorbito la cultura statunitense, adesso ci ritroviamo negli stati Uniti degli anni 90, non vedi anche tu i Bush e i Clinton italiani, siamo alle prese con l’immigrazione, con i problemi in Medio Oriente, la Guerra Fredda è finita ed è iniziata quella tiepida o quella calda (dipende dalla distanza tra noi e il fuoco), fra poco avremo anche noi i nostri attacchi terroristici nel nostro suolo, i nostri poliziotti già iniziano a massacrare a manganellate i giovani certi di godere dell’impunità, e fra poco qualche minorenne inizierà ad imbracciare un kalashnikov e a fare strage nelle scuole.
    La cultura, quella vera, se ancora esiste, è invisibile o appannaggio di pochi, esistono però montagne di panna montata che ne fanno le veci, e i cui produttori sono sovraesposti mediaticamente per vendere la loro ultima fatica, che diventa un best seller e viene dimenticato solo l’anno dopo, quando qualche altro guru ti indicherà la via della felicità.
    Ovviamente, in tutto questo, altri 400 disperati che annegano nel Mediterraneo sono soltanto un dettaglio o, peggio, un pretesto per avere visibilità e consensi … no, non esiste una regia, da nessuna parte, inutile cercarla, siamo entrati in un delirio che ci trascina in basso come un vortice e dal quale nemmeno chi ha la vista più acuta riesce a vedere l’uscita.
    Ciao

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  3. Spero tu possa vederlo, è un ragazzo della tua terra e merita di essere conosciuto, guarda questo video. Forse un po' di speranza ci fa bene, a entrambi, e lui ne da. Ciao.

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  4. Bellissimo, è veramente in gamba sto Roberto Lipari, non ne avevo mai sentito parlare, ma mi piace, perché fa una comicità intelligente, non concede molto alla battuta facile, alla volgarità ... grazie per avermelo segnalato.
    Ciao

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  5. Caro amico Garbo, hai una lucidità impressionante. Da un film di rara bellezza passi alla storia dei giorni nostri in un susseguirsi di avvenimenti mozzafiato. Condivido appieno.
    Un caro saluto.
    triton

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  6. Ciao Triton, ben ritrovato e grazie di cuore per il tuo complimento, in fondo se una persona come te ritorna di tanto in tanto anche dopo anni, vuol dire che qualcosa di positivo l'ho lasciato nelle pagine del mio blog e che il blog stesso è un'esperienza che val la pena di vivere. Riguardo alla lucidità, ti confesso che cerco soltanto di rallentare il declino dovuto all'età, non rileggo più i post di qualche anno fa per non deprimermi :-)
    Un caro saluto a te

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