mercoledì 29 luglio 2015

SECONDO INCOSCIENZA



Questo è Antonio Azzollini ... più che chiedere al Senato di poter arrestare lui, io avrei chiesto di poter arrestare il suo barbiere.






Il Senato, con 189 no, 96 si e 17 astenuti («Questi non hanno speranza di morte/e la lor cieca vita è tanto bassa,/che 'nvidiosi son d'ogne altra sorte./Fama di loro il mondo esser non lassa;/misericordia e giustizia li sdegna:/non ragioniam di lor, ma guarda e passa"». Inferno, III, 56-51), ha respinto la richiesta d’arresto per il senatore Antonio Azzollini (ricordate quello che disse alle suore della Divina Provvidenza: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca”).
Azzollini era accusato di bancarotta fraudolenta e di associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza di Bisceglie, l’8 giugno Orfini del PD aveva dato per inevitabile l’adesione del PD alla richiesta d’arresto dei magistrati di Trani, e lo scorso 8 luglio la Giunta per le immunità parlamentari del Senato si era già espressa a favore dell’arresto del senatore.
Sembrava cosa fatta, sembrava già di vedere Azzollini in camicia a righe in qualche patria galera, o in pigiama agli arresti domiciliari, avremmo preferito raccontare ai nostri nipoti durante le lunghe notti d’inverno che giustizia era stata fatta, che in presenza di tali indizi e di tali intercettazioni, gravissime per toni e contenuti, il Senato era stato capace di epurarsi da solo di un presunto criminale e di un certo arrogante, ma non è andata così.
Decisivi per il salvataggio del senatore Azzollini sono stati il voto segreto e la lettera del capogruppo del PD al Senato Luigi Zanda che invitava i senatori del suo partito a votare: “Secondo incoscienza!”.


Suor Maria Oblata trafitta dalle Sette Spade ... starà bevendo tè, o urina di sciacallo?


Felice Casson, senatore del Partito Democratico commenta a caldo: “È una vergogna, si è voluto salvare uno della Casta”, le dimissioni di Casson dal suo partito non sono ancora pervenute.
Debora Serracchiani, presidentessa della regione Friuli e vicesegretaria del Pd ha dichiarato: “Sono piuttosto arrabbiata […].Credo che abbiamo commesso un errore, se non nel merito almeno nel metodo: la decisione della giunta si rispetta. Se fossi stata un senatore avrei votato ‘sì’”. È un vero peccato che la Serracchiani non abbia potuto votare, in tal caso i no sarebbero stati 97 e i si soltanto 188, certo ad Azzolini sarebbe colato un brivido di terrore lungo la schiena per il rischio corso. Non sono ancora pervenute nemmeno le dimissioni da vicesegretaria del partito dalla Serracchiani.

Uno dei due è Giuseppe Civati e l'altro è Alessandro Sortino

Uno dei due è Giuseppe Civati e l'altro è Alessandro Sortino


Al momento dal PD si è dimesso solo coso … quello li … mannaggia, ce l’ho sulla punta della lingua … quello che assomiglia ad Alessandro Sortino … come diavolo si chiama, ah si Civoti … o qualcosa del genere … quello che uscendo ha fondato un movimento alternativo al PD di cui non ricordo il nome … qualcosa come Cassibile (viste le dimensioni dell’uno e dell’altro - Cassibile è il più piccolo comune della provincia di Siracusa ... esistono ancora le provincie? ... noto perché è in quel luogo che fu firmato l'Armistizio il 3 settembre del 1943) o ... possibile? Possibile!




2 commenti:

  1. L'unica cosa per me ormai POSSIBILE è che il signor pd non avrà più il mio voto. Ai signori capoccia del pd non gliene può fregar di meno del mio voto? E vabbè, pazienza. Che vadano a farsi fo..... .
    Ciao Garbo. Buonissima giornata.
    La Cri

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  2. I signori del PD sono fuori dal mondo già da prima di costituire il PD, sono attorniati da leccaculi e portaborse, le notizie sono filtrate dagli addetti stampa, sono più abili nel fare il loro tornaconto e nell'esercitare e nel mantenere il potere, che non conoscono né capiscono più i problemi reali del Paese e non entrano più in contatto con la gente vera e con la loro sensibilità e con la loro coscienza (se mai le hanno avute). Il tuo voto per il momento, in base ai sondaggi che raccontano a tutti, pensano di averlo: è il caso di chi, ubriaco di potere, comincia a credere alle sue stesse bugie. Renzi, poi, lo vedo come un bietolone poco cresciuto che gioca a fare il grande statista, come quei bambini che recitano e ogni tanto sbirciano le espressioni degli spettatori per vedere come stanno andando, se sono credibili, e altre volte invece credono di essere bravissimi sulla base degli applausi e dei gridolini di mamma e papà e pure della nonna.
    Ciao

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