mercoledì 24 settembre 2014

DIRETTAMENTE



Antonio Caputo, Elena Garcea e Maura Manganelli, hanno fondato Direttamenteonlus, con parole loro: “… un’associazione non lucrativa di utilità sociale con lo scopo di elaborare, promuovere e realizzare progetti di solidarietà sociale e di offrire aiuti umanitari a persone svantaggiate. L'associazione è nata il 26 marzo 2014 per iniziativa di tre amici, per sostenere Hands of Love Development Center di Nairobi, la scuola fondata da Terry Little. Direttamente perché...... tutti i fondi raccolti vanno “direttamente” ai nostri progetti (attualmente Hands of Love Development Centre a Nairobi); ... abbiamo un rapporto/contatto diretto con chi gestisce sul posto i progetti; ... questa Onlus è diretta ai bambini e alla loro mente: il nostro scopo è di favorire l’accesso all’istruzione per chi non può permetterselo; ... partecipiamo direttamente ad alcune attività scolastiche”.

Mi rivolgo a chiunque passi da questo blog, casualmente o abitualmente, a chiunque voglia evitare di chiudersi nel proprio guscio di privilegi ed individualismo, a chi ritiene casuale e non una colpa l’essere nato in una zona della terra economicamente svantaggiata, e l’avere un colore della pelle, un linguaggio e degli usi differenti dai nostri. . A chiunque cerchi onestà e trasparenza, a chi vuole capire e vuole fare qualcosa e magari non sa più che fare, a chi voglia rinunciare a qualcosa del suo superfluo perché qualcun altro abbia l’essenziale e possa nutrire qualche speranza. 

lunedì 22 settembre 2014

UNA GIORNATA PARTICOLARE – UNE JOURNÉE PARTICULIÈRE – UN DIA ESPECIAL – A SPECIAL DAY









"Non solo le rimostranze più innocenti,
che un calcio nel costato capovolge,
non soltanto le grida, che fanno sdraiare sulle piazze,
non soltanto gli insospettabili entusiasmi.
Più è forte, e più pesa
il silenzio che segue,
il silenzio delle strade ostinate, delle finestre chiuse,
il silenzio dei ragazzi davanti al primo ucciso,
il silenzio di fronte all’improvvisa infamia,
il silenzio del bosco,
il silenzio del cavallo accanto al fiume,
il silenzio tra due bocche che non possono baciarsi,
e quella “quiete istantanea”,
che si prolunga e s’ingigantisce
nei cuori, nei secoli,
il silenzio, che decide
che cosa deve perdersi o restare."
(Viron Leondaris, Il silenzio che segue)












Ore 14.48 di giovedì 18 settembre, in Scozia si vota per il referendum pro o contro la secessione dall’Inghilterra, Angelo Ciocca consigliere regionale lombardo della Lega Nord twitta
- “Lega Nord sarà ad Amburgo a sostegno di ideali scozzesi”.
Uno legge e si chiede: “Perché ad Amburgo?”.
Ore 15.11 di giovedì 18 settembre, è sempre in corso la consultazione referendaria scozzese, Angelo Ciocca precisa:
-“Lega Nord sarà a Strasburgo a sostegno di ideali scozzesi”. Ah, ecco, avevo capito male, non ad Amburgo, ma a Strasburgo, meno male che non avevo ancora fatto i biglietti.
Ore 15.52 di giovedì 18 settembre, la votazione in Scozia prosegue, Angelo Ciocca ribatte a coppe:
- “Lega Nord sarà ad Edimburgo a sostegno di ideali scozzesi”.
Mentre nel frattempo la delegazione che doveva rappresentare la Lega Nord per dare sostegno alla secessione scozzese, con elmi cornuti, bandiere verdi  col “sole delle Alpi” che assomiglia pericolosamente alle foglie di marjuana e la Croce di Sant’Andrea, che è la bandiera scozzese e che assomiglia al segnale del passaggio a livello, con lo scudo e la spada di cartone di Alberto da Giussano, con luganeghe, funghi e polenta della Val Brembana per merenda e col fuoristrada chiamato “carroccio”, in parte si trovano sulla piazza di Amburgo sotto il Rathaus a protestare, in parte sono a Strasburgo al Palais de l'Europe, dove incontrano uno scozzese che somiglia tanto (è tale e quale) a Borghezio ma senza il kilt, e in parte è a Cheeseburgo, perché a pranzo si erano tenuti leggeri e gli era venuta una certa fame. Per fortuna che nessuno ha pensato di andare a Pietroburgo, con i moon boot, il colbacco e il cappotto di pelliccia e la slitta trainata da renne (presa in prestito da Babbo Natale) chiamata “carroccio”, che allo smontare del treno in stazione dovevano sembrare Totò e Peppino a Milano.











 “I just can't listen to any more Wagner, you know...I'm starting to get the urge to conquer Poland.” “Io non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai … già sento l’impulso di invadere la Polonia” dice Woody Allen a Diane Keaton in Misterioso omicidio a Manhatthan del 1993).
Cosa c’è nella musica di Richard Wagner che possa invogliare all’invasione del Baltico? O meglio, perché ogni dittatore europeo si senta quasi in dovere, una volta raggiunto il potere assoluto, di invadere la Polonia (con o senza la musica di Wagner)? Così fecero Napoleone, Hitler e Stalin, mentre Mussolini ripiegò sulla più vicina Grecia (ricordate il monito: “Spezzeremo le reni alla Grecia!”) perché era più vicina e c’era un volo low cost tutto compreso da non perdere assolutamente.
Di recente Vladimir Putin, un ducetto che in quest’ultimo periodo sta facendo molto clamore, sembra abbia minacciato (secondo la Sueddeustche Zeitung che cita fonti diplomatiche Ue) il leader ucraino Petro Poroshenko dicendogli: "Se volessi le truppe russe potrebbero essere in due giorni a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest".
In Italia Putin piace molto a Silvio Berlusconi, di cui pare sia molto amico e che basterebbe una sua parolina in privato per risolvere la questione fra Ucraina, Russia, Unione Europea e Stati Uniti, anch’egli un ducetto mica da poco; ma Silvio più che invadere la Polonia preferirebbe invadere le polacche … solo che prima deve finire tutto l’omogeneizzato Mellin al pollo e tutta la pera cotta.
Altro simpatizzante di Putin è la Lega Nord, ma in tal caso la Polonia può stare tranquilla … se ci hanno messo più di un’ora per capire che la capitale della Scozia era Edinburgo, potrebbero impiegare degli anni  per capire dove diavolo si trova la Polonia, se sia il caso di dirigere le truppe (il carroccio con Alberto da Giussano) a Breslavia o a Varsavia.






Ero invitato ad una festa privata sabato sera, “Non puoi mancare” mi disse un mio caro amico “c’è tutta la gente che conta!” … peccato che io non so contare … non ci sono andato, ho preferito vedere in tv il film di Ettore Scola Una giornata particolare su Rai3 con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, l’avevo visto molti anni fa ma non me lo ricordavo così bello.
Non se ne fanno più film così, fatto con poco, un grande caseggiato degli anni del fascismo, qualche comparsa, qualche attore mediocre, filmati dell’Istituto Luce per introdurre il momento storico “particolare”, una terrazza, qualche panno steso, un “finto” Sironi appeso al muro e che poi viene impacchettato con dei fogli di giornale quando due guardie vengono a prendere il suo proprietario per accompagnarlo al confino con l’accusa di “degenerazione” e di “delitti contro la razza”.
E poi alcune ombre in movimento che somigliano alle sagome di aerei e il rombo dei motori evocano i Savoia Marchetti 79 Sparviero che stavano sfilando  sui cieli di Roma per salutare il Fuhrer e i “fratelli germanici”, ma soprattutto a fare grande il film è un grande regista e due grandi attori, che si cimentano in una interpretazione molto distante dai loro ruoli consueti e dall’immagine creata intorno a loro che è stata il marchio del loro successo.
La Loren, considerata una delle donne più belle e più sexy del pianeta, che era già una diva di livello internazionale, si mostra al pubblico per la prima volta come una casalinga, sciatta, poco curata, con un ampio vestito sudicio che mortifica il suo splendido fisico, con le calze smagliate e sporche, con le ciabatte bucate sulla punta dell’alluce, i capelli spettinati, il suo trucco era stato appositamente studiato da Francesco Freda perché ci apparisse sullo schermo una donna che un tempo era stata molto bella e adesso la sua bellezza era appassita, sciupata e mortificata da una vita familiare altrettanto sciatta e da un regime che considera le donne soltanto come fattrici e vacche da mungere.
Marcello Mastroianni, che faceva sciogliere le donne in ogni luogo fosse giunta la sua fama, il suo successo, i suoi film, che era l’emblema stesso del maschio italico, del latin lover, motivo unico per cui tante donne americane venivano in vacanza in Italia, solo per trovare il loro Marcello personale, riveste per la prima volta in vita sua i panni di un omosessuale, uno che odi solo perché si trova fra le braccia la Sophia Loren e si dimostra freddo come il marmo, uno che invidi perché … se fosse capitato a me, uno che si trova ad essere attratto da persone del suo stesso sesso quando l’ideale di uomo del regime fascista era il toro da monta che produceva figli da mandare al macello per alimentare le manie di grandezza di una italietta con un enorme complesso di inferiorità di dimensioni europee prima e subito dopo mondiali.





Registi, attori, sceneggiatori, scrittori, poeti, letterati, tornate all’impegno civile, c’è una marea montante di fanatismo e di imbecillità che schiuma da tutte le parti, c’è addirittura la fabbrica dell’imbecille italico come ai tempi che precedettero e seguirono il regime fascista, smettetela di apparire solo quando dovete pubblicizzare un vostro libro o un vostro film, andate nei talk show a combattere questo ritorno alla barbarie.
Esistono politici impresentabili, partiti politici irricevibili, pseudo-letterati che sono soltanto fenomeni mediatici e che si scioglieranno come bolle di sapone, tuttologi che non sanno nulla, critici d’arte senza alcuna sensibilità artistica, giornalisti che non sanno fare informazione, insegnanti che invece di aprire la mente dei loro allievi la chiudono, artisti che rincorrono soltanto una illusoria originalità perdendo la sensibilità al bello, blogghers di successo che producono giornalmente il loro uovo d’oro, che amano circondarsi di oche osannanti e che disdegnano ogni dialogo e ogni tipo di contraddizione come fosse un attentato di lesa maiestatis e maniche di imbecilli che si appigliano a qualsiasi idea che ritengono forte, a qualsiasi cosa che urlando cerca di imporsi, incapaci anche solo di capire che ciò che urla e ciò che cerca di imporsi con la forza non è forte, è debole.
Bisogna farsi sentire, senza urlare, ma in maniera forte e decisa, contro questa nuova ondata di barbarie, contro questo rigurgito di fascismo, di autoritarismo, di maschilismo, di paternalismo, contro chi parla di guerre giuste, di bombardamenti sacrosanti, di esportazioni di democrazia, di combattere i fanatismi altrui con altrettanto fanatismo, l’arroganza altrui con altrettanta o superiore arroganza, la violenza altrui con altrettanta o superiore violenza (o pensate che gli americani o gli israeliani nei loro bombardamenti in Afghanistan, in Iraq, in Palestina, e altrove abbiano lanciato coriandoli o petali di riso, quando vi scagliate a testa bassa contro gli omicidi efferati di Al-Kaeda e dell’Isis?).





sabato 13 settembre 2014

DELLE MOSCHE DEL MERCATO






"Nel 1923, mentre la sua troupe girava La febbre dell’oro, nello studio ci fu una discussione movimentata a proposito della trama. Una mosca continuava a distrarre la loro attenzione, così Chaplin, furioso, chiese uno scacciamosche e tentò di ammazzarla. Non ci riuscì. Un istante dopo la mosca atterrò sul tavolo accanto a lui, a portata di mano. Lui impugnò lo scacciamosche per colpirla, poi si fermò di botto e lo rimise giù. Quando gli altri gli chiesero perché, lui li guardò e disse: “Non è la stessa mosca”.".
(John Berger, Appunti sull’arte di cadere; su Internazionale n.1067, 5/11 settembre 2014).





“¡Huye, amigo mío, a tu soledad! Ensordecido te veo por el ruido de los grandes hombres, y acribillado por los aguijones de los pequeños.
El bosque y la roca saben callar dignamente contigo. Vuelve a ser igual que el árbol al que amas, el árbol de amplias ramas: silencioso y atento pende sobre el mar.
Donde la soledad acaba, allí comienza el mercado; y donde el mercado comienza, allí comienzan también el ruido de los grandes comediantes y el zumbido de las moscas venenosas.
En el mundo las mejores cosas no valen nada sin alguien que las represente: grandes hombres llama el pueblo a esos actores.
El pueblo comprende poco lo grande, esto es: lo creador. Pero tiene sentidos para todos los actores y comediantes de grandes cosas”.


"Amico mio, fuggi nella tua solitudine! Io ti vedo assordato dal fracasso dei grandi uomini e punzecchiato dai pungiglioni degli uomini piccoli.
La foresta e il macigno sanno tacere dignitosamente con te. Sii di nuovo simile all’albero che tu ami, dalle ampie fronde: tacito e attento si leva sopra il mare.
La dove la solitudine finisce, comincia il mercato; e dove il mercato comincia, là comincia anche il fracasso dei grandi commedianti e il ronzio delle mosche velenose.
Anche le cose più eccellenti del mondo non valgono nulla, se non trovano qualcuno che le rappresenti: grandi uomini sono chiamati dal popolo questi attori.
Il popolo capisce poco ciò che è grande, cioè: la creazione. Ma esso ha comprensione per tutti gli attori e i commedianti delle grandi cause”.





“En torno a los inventores de nuevos valores gira el mundo: - gira de modo invisible. Sin embargo, en torno a los comediantes giran el pueblo y la fama: así marcha el mundo.
Espíritu tiene el comediante, pero poca consciencia del espíritu. Cree siempre en aquello que mejor le permite llevar a los otros a creer - ¡a creer en él!
Mañana tendrá una nueva fe, y pasado mañana, otra más nueva. Sentidos rápidos tiene el comediante, igual que el pueblo, y presentimientos cambiantes.
Derribar - eso significa para él: demostrar. Volver loco a uno - eso significa para él: convencer. Y la sangre es para él el mejor de los argumentos.
A una verdad que sólo en oídos delicados se desliza llámala mentira y nada. ¡En verdad, sólo cree en dioses que hagan gran ruido en el mundo!”.


“Il mondo ruota intorno agli inventori di valori nuovi – invisibilmente esso ruota. Ma il popolo e la fama ruota intorno ai commedianti: così va il mondo.
Il commediante ha spirito, ma poca coscienza dello spirito. Egli crede sempre a ciò con cui gli riesce di suscitare la fede più intensa – la fede in se stesso!
Domani avrà una nuova fede e doman l’altro un’altra ancora più nuova. Simile al popolo, egli ha rapidi sensi, e umori mutevoli.
Sconvolgere – ciò significa per lui: dimostrare. Far perdere la testa – ciò significa per lui persuadere. E il sangue è per lui la migliore delle ragioni.
Una verità che si insinui solo in orecchie fini, la chiama menzogna e nullità. Certo, egli crede solo a dèi che facciano gran fracasso nel mondo!”.



“Lleno de bufones solemnes está el mercado - ¡y el pueblo se gloría de sus grandes hombres! Estos son para él los señores del momento.
Pero la hora los apremia: así ellos te apremian a ti. Y también de ti quieren ellos un sí o un no. ¡Ay!, ¿quieres colocar tu silla entre un pro y un contra?
¡No tengas celos de esos incondicionales y apremiantes, amante de la verdad! Jamás se ha colgado la verdad del brazo de un incondicional.
A causa de esas gentes súbitas, vuelve a tu seguridad: sólo en el mercado le asaltan a uno con un ¿sí o no?
Todos los pozos profundos viven con lentitud sus experiencias: tienen que esperar largo tiempo hasta saber qué fue lo que cayó en su profundidad”.


“Il mercato è pieno di buffoni solenni – e il popolo esalta i suoi grandi uomini! questi sono per lui i padroni del momento.
Ma il momento li incalza: così essi ti incalzano: e anche da te pretendono un si o un no. Guai, vuoi assiderti tra pro e contro?
Per via di questi assoluti e indiscreti, sii senza gelosia, tu che sei amante della verità! Mai la verità fu a fianco di un assoluto.
Per via di questi subitanei, ritirati nella tua sicurezza: solo sul mercato si viene assaliti con la richiesta di un si o di un no.
Tutte le sorgenti profonde vivono con lentezza la loro esperienza: esse debbono attendere a lungo prima di sapere che cosa è caduto nella loro profondità”.





“Todo lo grande se aparta del mercado y de la fama: apartados de ellos han vivido desde siempre los inventores de nuevos valores.
Huye, amigo mío, a tu soledad: te veo acribillado por moscas venenosas. ¡Huye allí donde sopla un viento áspero, fuerte!
¡Huye a tu soledad! Has vivido demasiado cerca de los pequeños y mezquinos. ¡Huye de su venganza invisible! Contra ti no son otra cosa que venganza.
¡Deja de levantar tu brazo contra ellos! Son innumerables, y no es tu destino el ser espantamoscas.
Innumerables son esos pequeños y mezquinos; y a más de un edificio orgulloso han conseguido derribarlo ya las gotas de lluvia y los yerbajos”.


“Tutto quanto è grande si ritira in disparte dal mercato e dalla fama: gli inventori di valori nuovi hanno sempre abitato lontano dal mercato e dalla fama.
Amico mio, fuggi nella tua solitudine: io ti vedo tormentato dalle punture di mosche velenose. Fuggi là dove l’aria spira forte e inclemente!
Fuggi nella tua solitudine! Hai vissuto troppo vicino ai meschini e miserabili. Sfuggi alla loro vendetta invisibile! Verso di te essi non sono altro che vendetta.
Non levare più il tuo braccio contro di loro! Innumerevoli sono essi, e non è tuo destino essere uno scacciamosche.
Innumerevoli sono questi meschini e miserabili; e più di un edificio orgoglioso è andato in rovina solo a causa di gocce di pioggia e di erbacce”.




“Tú no eres una piedra, pero has sido ya excavado por muchas gotas. Acabarás por resquebrajarte y por romperte en pedazos bajo tantas gotas.
Fatigado te veo por moscas venenosas, lleno de sangrientos rasguños te veo en cien sitios; y tu orgullo no quiere ni siquiera encolerizarse.
Sangre quisieran ellas de ti con toda inocencia, sangre es lo que sus almas exangües codician - y por ello pican con toda inocencia.
Mas tú, profundo, tú sufres demasiado profundamente incluso por pequeñas heridas; y antes de que te curases, ya se arrastraba el mismo gusano venenoso por tu mano.
Demasiado orgulloso me pareces para matar a esos golosos. ¡Pero procura que no se convierta en tu fatalidad el soportar toda su venenosa injusticia!”.


“Tu non sei una pietra, ma già sei divenuto cavo per le molte gocce. Ancora molte gocce e dovrò vederti spaccato e in frantumi.
Spossato io ti vedo da mosche  velenose, sanguinosamente segnato in cento scalfitture; e il tuo orgoglio non vuol nemmeno andare in collera.
In tutta innocenza essi vorrebbero da te il sangue, sangue bramano le loro anime esangui – e perciò pungono in tutta innocenza.
Ma tu, che sei profondo, tu soffri troppo profondamente, anche per piccole ferite; e ancora non sei riuscito a guarirti, che già lo stesso verme velenoso ti è strisciato sulla mano.
Io ti vedo troppo orgoglioso, per uccidere questi ingordi. Bada però che non diventi la tua rovina, dover sopportare i loro torti velenosi!”.




“Ellos zumban a tu alrededor incluso con su alabanza: impertinencia es su alabanza. Quieren la cercanía de tu piel y de tu sangre.
Te adulan como a un dios o a un demonio; lloriquean delante de ti como delante de un dios o de un demonio. ¡Qué importa! Son aduladores y llorones, y nada más.
También suelen hacerse los amables contigo. Pero ésa fue siempre la astucia de los cobardes. ¡Sí, los cobardes son astutos!
Ellos reflexionan mucho sobre ti con su alma estrecha, - ¡para ellos eres siempre preocupante! Todo aquello sobre lo que se reflexiona mucho se vuelve preocupante.
Ellos te castigan por todas tus virtudes. Sólo te perdonan de verdad - tus fallos”.


“Essi ti ronzano intorno anche con la loro lode: impertinenza è la loro lode. Essi vogliono la vicinanza della tua pelle e del tuo sangue.
Essi ti adulano come un dio o un demonio; essi piagnucolano davanti a te come davanti a un dio o un demonio. Che importa! Adulatori essi sono e piagnucoloni, nulla di più.
Spesso fanno anche gli amabili con te. Ma questa è sempre stata l’intelligenza dei vili. Si, i vili sono intelligenti!
Essi riflettono molto su di te nella loro anima angusta – tu sei sempre inquietante per loro! Tutto quanto è oggetto di molta riflessione, diventa inquietante.
Essi ti puniscono per tutte le tue virtù. E ti perdonano, veramente, solo – i tuoi errori”.




“Como tú eres suave y de sentir justo, dices: «No tienen ellos la culpa de su mezquina existencia». Mas su estrecha alma piensa: «Culpable es toda gran existencia».
Aunque eres suave con ellos, se sienten, sin embargo, despreciados por ti; y te pagan tus bondades con, daños encubiertos.
Tu orgullo sin palabras repugna siempre a su gusto; se regocijan mucho cuando alguna vez eres bastante modesto para ser vanidoso.
Lo que nosotros reconocemos en un hombre, eso lo hacemos arder también en el. Por ello ¡guárdate de los pequeños!
Ante ti ellos se sienten pequeños, y su bajeza arde y se pone al rojo contra ti en invisible venganza”.


“Tu sei mite e di equo sentire, perciò dici: «Essi non hanno colpa della loro esistenza meschina». Ma la loro anima angusta pensa: «Colpevole è ogni grande esistenza».
Anche se sei mite con loro, si sentono pur sempre disprezzati; e ricambiano ogni tuo atto benefico con subdole cattiverie.
Il tuo orgoglio senza parole va sempre contro il loro gusto; giubilano, se qualche volta sei tanto modesto da essere vanitoso.
Nell’atto stesso in cui riconosciamo qualcosa in un uomo, questo qualcosa prende fuoco in lui. Perciò guardati dalle persone meschine!
Essi si sentono meschini di fronte a te, e la loro bassezza cova, ardente sotto la cenere una vendetta invisibile”.



“¿No has notado cómo solían enmudecer cuando tu te acercabas a ellos, y cómo su fuerza los abandonaba, cual humo de fuego que se extingue?
Sí, amigo mío, para tus prójimos eres tú la conciencia malvada: pues ellos son indignos de ti. Por eso te odian y quisieran chuparte la sangre.
Tus prójimos serán siempre moscas venenosas; lo que en ti es grande - eso cabalmente tiene que hacerlos mas venenosos y siempre más moscas.
Huye, amigo mío, a tu soledad y allí donde sopla un viento áspero, fuerte. No es tu destino el ser espantamoscas.
Así habló Zaratustra”.
(Friedrich Nietzsche, Así habló Zaratustra, De las moscas del mercado, Trad. A. Sanchez Pascual, Alianza Editorial, Madrid, 2011, pp. 105-109).


“Quante volte sono ammutoliti al tuo apparire, e la loro forza li ha abbandonati come il fumo di un fuoco che si estingue: non l’hai notato?
Si, amico mio, tu sei la cattiva coscienza dei tuoi prossimi: essi infatti non sono degni di te. Perciò ti odiano e vorrebbero succhiarti il sangue.
I tuoi prossimi saranno sempre mosche velenose; ciò che in te è grande – proprio questo non può non renderli che più velenosi e sempre più mosche.
Amico mio, fuggi nella tua solitudine e là dove spira un’aria forte e inclemente. Non è tuo destino essere uno scacciamosche.-
Così parlò Zarathustra”.
(Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, Delle mosche del mercato, Adelphi, Milano, 1985pp. 58-61).




"Il paziente mostra evidenti spunti paranoici di megalomania: dichiara di essere un grande filosofo."

— Dalla cartella psichiatrica di Friedrich Nietzsche al manicomio di Jena, 1889.

Alla mia cara amica Ines, di Siviglia, che ha inaugurato il suo “italiano” leggendo dibattiti nei nostri blog che ha definito “orribili”, ad Antonio che si merita in questo frangente l’appellativo di “Don Chisciotte della Mancha” e a me stesso come monito contro la frequentazione di fanatici, di sciroccati e di sirene ammaliatrici.