martedì 12 novembre 2013

GUIDO VORREI ...








Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.

(Dante Alighieri - Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io, Altre rime del tempo della Vita Nova, LII, a Guido Cavalcanti).



"Andiamo via, creatura mia,
via verso l'Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.
La luna che splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell'immortalità.
Lì si incominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare.
Il tempo lì è un momento d'allegria,
la vita una sete soddisfatta,
l'amore come quello di un bacio
quando quel bacio è il primo.
Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia,
ma delle nostre speranze finché saranno ancora belle,
non di rematori, ma di sfrenate fantasie.
Oh, andiamo a cercare l'Altrove".

(Álvaro de Campos - Fernando Pessoa, L’Altrove).



"Trago dentro do meu coração,
Como num cofre que se não pode fechar de cheio,
Todos os lugares onde estive,
Todos os portos a que cheguei,
Todas as paisagens que vi através de janelas ou vigias,
Ou de tombadilhos, sonhando,
E tudo isso, que é tanto, é pouco para o que eu quero.
[…]
Sentir tudo de todas as maneiras,
Viver tudo de todos os lados,
Ser a mesma coisa de todos os modos possíveis ao mesmo tempo,
Realizar em si toda a humanidade de todos os momentos
Num só momento difuso, profuso, completo e longínquo.
[...]".

(Álvaro de Campos - Fernando Pessoa, Passagem das horas).



Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti a cui sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando,
e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
[…]
Sentire tutto in tutte le maniere,
 vivere tutto da tutte le parti,
 essere la stessa cosa in tutti i modi possibili e allo stesso tempo,
 realizzare in sé tutta l’umanità in tutti i momenti
 in un solo momento diffuso, profuso, completo e distante.
[…].

 (Álvaro de Campos - Fernando Pessoa, Il Passare delle ore).






11 commenti:

  1. Entrare qui e trovare Fernando, Fernando (Pessoa lo chiamo amichevolmente per nome, mi piace molto), è quello che di più lieve e delicato potessi trovare. Diciamo che ne avevo bisogno e sostituisce oggi con la mia malinconia, una carezza al cuore. Come me l'avessi data tu, Garbo.
    Dunque complimenti per la scelta e anche per la pubblicazione della foto di Chaplin, dolcissima!
    Grazie Garbo, oggi questo post lo sento particolarmente mio, ci sentiamo presto e fai buona giornata. Chissà che la prossima volta la mia malinconia sia volata via, "altrove"..
    Paoletta

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  2. La malinconia viene fugata da un lieve soffio sugli occhi, a dileguare i cattivi pensieri, o da una carezza sul cuore, oppure dalla possibilità di condividerla con qualcuno. Lieto che il mio post ti abbia dato qualcosa, che i tuoi giorni possano essere più radiosi.
    Ciao

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  3. Questo post mi trova profondamente estranea. Fatico a stare in un solo posto, figuriamoci in molteplici posti. Vivere tutto da tutte le parti somiglia alla mia idea di elettrochoc.

    Salve, signor Garbo. Ha visto? L'ho salutata. Contento?

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  4. " ... Quali colombe dal disio ..."; anche allora (29/8/2011) ci fu il commento di S.S. che ora risulta intruso, come me.

    Ciao da luigi (che esce in punta di piedi per non disturbare)

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  5. Ciao Garbo! Che poesie colte. Ammetto che leggendo la prima mi è subito saltato in mente Lapo E.
    A me, di poesie, piacciono quelle di B.B. (B. Brecht, non B. Bardot), P. Neruda, N. Hikmet! Aha, anche quelle di G. Ungaretti. Saluti!

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  6. Non l'ho capita. Ma non credo sia grave. Ho smesso di andar dietro alle allusioni campate per aria da un bel pezzo. Tempo perso. Caro Luigi minuscolo, se ha qualcosa da dire lo dica e basta. Mi creda, è più semplice.

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  7. Luigi,
    ho tentato (nell’ultima replica al tuo commento nel post precedente) di farti capire quanto possa essere fastidioso per una persona avere qualcuno che fa sistematicamente allusioni e battutine ogni volta che intervieni, che ti appiccica addosso intenzioni che vanno oltre ciò che hai realmente scritto o fatto. Senza contare che se qualcuno entrasse nel blog adesso potrebbe credere di trovarsi in un pollaio, in uno di quei blog (recentemente rimpiazzati alla grande da Facebook e da Twitter) che nascono come case per appuntamento, con foto osé, poesie d’amore e pensierini da baci perugina più o meno elegantemente confezionati, mentre tutti i miei post testimoniano un impegno di tipo diverso, che non significa certo voler evitare il nascere dei sentimenti, ma che non sono finalizzati a questo. Ti prego ancora una volta di evitare questo atteggiamento, che infastidisce chiunque ne sia bersaglio, e di attenerti a commentare ciò che viene scritto, senza “interpretare”.
    Ciao

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  8. Cara Signora,
    ha perfettamente ragione a replicare … quanno ce vo’ ce vo’ ;-)
    Saluti

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  9. @ Anonimo,
    è arduo dover scegliere fra Brigitte Bardot e Bertolt Brecht, io non so davvero quale sarebbe l’esito se dovessi pormi un simile dilemma, magari vincerebbe la Bardot … per un pelo :-) Di una cosa sono però certo, vada pure per Guido (d’altronde uno che guida ci vuole sempre), ma non vorrei assolutamente che “Lapo [Elkann] ed io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel, ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio”. Noto che possiedi ottimi gusti letterari ;-)
    Ciao
    P.S. Comment t'appelles-tu? Non mi piace chiamarti “anonimo” e potresti essere confuso con chiunque altro non si prenda la briga di scrivere un epiteto qualsiasi per essere distinto da chiunque altro, potresti scrivere un nome che ti contraddistingua se deciderai di commentare nuovamente?

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  10. Pensavo si potesse celiare anche restando nel campo colto quale è il Blog che leggo ogni tanto.
    Speravo, ed era mia intenzione di farlo con certa "raffinatezza", per non disturbare l'ambiente etereo che si ritrova quando si vola alto per raggiungere le vette che altri scalano, si mantenermi sul filo dell'ironia; non mi è riuscito.
    Prendo atto che così non piace all'ospite ed ai suoi ospiti.
    Vado a mettermi dietro la lavagna con i ceci sotto le ginocchia.
    So tirare di fioretto con la penna, ed anche con la lingua, ma gli ambienti seriosi mi inquietano; sul Blog - il mio in particolare - gradisco la celia pur tra altri argomenti che giudico seri, non seriosi e non offendo mai i miei ospiti se non di rimando, quando mi offendono senza motivo alcuno; cosa che è accaduta pochissime volte.

    Saluti da luigi

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    1. Fa tutto da solo. Se ne è accorto? Non ho espresso alcun giudizio sul fatto che mi piaccia o no quello che scrive. Mi sono limitata a dire che se ha qualcosa da dire può benissimo dirlo esplicitamente e no. Ha bisogno di fare allusioni. Ha paura di prenderle, altrimenti? Fa bene. Dunque si accomodi, non vedo l'ora di suonargliele di santa ragione. Ma immagino le sia più congeniale la toccata e fuga.

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